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Quest'anno il Rock In IdRho vuole ubriacarci di punk rock. D'accordo, quella di mercoledì sera poteva sembrare solo un riscaldamento corroborante in vista della serata che vedrà i Rancid headliner il 21 Luglio, ma chi c'era quest'impressione riduttiva non l'ha di certo avuta. I tre nomi in gioco sono di quelli altisonanti, portatori di tre filosofie per fare grossomodo la stessa cosa: casino. I primi sono i canadesi Billy Talent, pseudo-emo canadesi con diverse frecce nella faretra, i secondi i pagliacci svedesi che rispondono al nome The Hives e a chiudere i californiani dai ritornelli infallibili, The Offspring.
Che siano birre o negroni l'importante è alzare il tasso alcolico e abbassare quello inibitorio, appena il tempo per il pieno e attaccano duri i Billy Talent. A parte l'acconciatura del chitarrista (immaginate Elvis con due dita nella 220v) la band canadese è impeccabile. La forza è qui sia tecnica che compositiva, laddove è possibile notare come la puntalità del duo chitarra-basso sorregge idee eterogenee e attente a fuggire dalle ovvietà, ben lontano dai soliti tre accordi che, troppo spesso, compongono il 90% dei brani punk rock odierni. Se una "Fallen Leaves" stuzzica il punk più orecchiabile con una melodia quasi d'ispirazione etnica (slava), "Red Flag" si canta con nevrosi degne dei Dead Kennedys: in ogni caso la scaletta presentata non manca di varietà. I Billy Talent non si accontentano di fare pezzi a cavallo tra post-hardcore e hook cantabili: c'è la sostanza nella scrittura, perfino discreti assoli, ma soprattutto una bella compattezza sonora anche dal vivo.
Mentre aspetti i The Hives porti quel sorriso di colui che sa già che ci sarà da ridere. Non si può certo criticarli perchè sono intrattenitori irresistibili, schizofrenici in frac, lucidi dementi che in altre situazioni si guadagnerebbero un trattamento sanitario obbligatorio in un qualsiasi ospedale psichiatrico. Agghindati con tanto di cilindro e giacca con le code, gli svedesi portano con loro una "grande notizia". E' uscito il loro nuovo album "Lex Hives". Ma il loro repertorio viene offerto dalle origini fino ai giorni nostri, senza mancare le perle migliori. A differenza dei Billy Talent, i The Hives conoscono pochi accordi e li assemblano senza grosse scoperte armoniche: si tratta di uno show fatto sulla misura della loro mimica facciale, del loro linguaggio del corpo. E la gente li apprezza per questo fare circense anti-serio e anti-tecnico: si pogava anche su brani neppure tanto adatti, ma nel divertimento generale nessuno si è posto il problema, anzi, il mosh pit non faceva altro che allargarsi ad ogni brano, con nuova carne da macellare a suon di spintoni. E allora una "Idiot Walk", pacata idiozia, può diventare un teatro di spinte e cazzotti. Pelle Almqvist, inoltre, arringa il pubblico con un italiano che va oltre i classici "grazie, siete fantastici". Meglio un "vi amo motherfuckers" o un "di chi siete i sudditi?" (loro, ovvio), a metà tra il biascicato e l'insicuro, che per quanto sgrammaticati e con accenti sbagliati arringano il pubblico come un . Il loro celebre pezzo esplosivo "Tick Tick Boom" chiude questo spettacolo balordo. Mancava solo di lanciare sulla folla il loro cilindri e i loro papillon, e avrebbero dato il segno di un progresso del punk, dai tempi in cui ai concerti si lanciavano solo gli sputi.

Un plauso va sicuramente fatto all'organizzazione, perchè a partire dalle 19 non c'è stato un solo momento morto, con musica live in continuazione tra i due palchi e una gestione della location, tra l'altro molto bella anche dal punto di vista estetico, anzi perfetta. Con questa serata, che funge da Preview per il Rock In IdRho del prossimo Luglio, il festival ormai giunto alla sua quinta edizione si conferma come una delle realtà del rock dal vivo migliori d'Italia. Ora non ci resta che aspettare i Rancid...