Ma la vera sorpresa consta nella collaborazione dell'attore Jason Momoa, che presta il proprio timbro gutturale alla furiosa opener "Doom", brano aperto da una sirena antiaerea, che ricorda tanto sia i Satyricon di "Rebel Extravaganza" che i Marduk dell'ultimo album "Viktoria". Gli svedesi, insieme ai connazionali Dark Funeral, sono tra le formazioni di riferimento per i nordamericani, e il lavoro tonitruante della sezione ritmica dei fratelli Jarvis conferma tale impostazione all'arma bianca, evidente specialmente nel trittico formato da "Nail", "Flames" e "Subprime". "Propaganda", invece, sa di Morbid Angel e Pig Destroyer, mentre la strumentale "Microbes" suggerisce inquietanti parentele orchestrali con i vecchi Dimmu Borgir.
"Black", dunque, si pone nei confronti dell'ascoltatore come un florilegio di memorabilia preparato con un senso della devastazione sonora davvero efficace. Credibili, esperti e talentuosi, agli Scour manca soltanto un pizzico di quell'audacia compositiva in grado di distinguere un side-project da una band a tutti gli effetti. Intanto, in attesa dell'esordio sulla lunga distanza, fuoco alle polveri!