Echi di rimembranze d'anni '60, sferzate di uno ska cadenzato e rock scanzonato. Tra arrangiamenti vivaci e verve che richiamano neppure troppo vagamente un certo Ivan Graziani, i Kutso arrivano al tanto agognato album di debutto con un andamento che desta sicuramente una certa curiosità e che attira l'attenzione dell'ascoltatore.
Le dodici tracce che compongono "Decadendo (Su Un Materasso Sporco)" sono frizzanti, allegre, con uno stile molto riconoscibile e personale anche quando si tratta di metter mano su un brano storico ed intramontabile come "Canzone Dell'Amor Perduto", dove la malinconia originale lascia spazio ad interessanti contraltari tra la dolcezza della strofa e la rabbia del ritornello. Ottimo anche il lavoro sui testi, sempre in bilico tra ironico e sarcastico, tra serio e dissacrante, il che non è per nulla alla portata di tutti: i Nostri sono in grado di raccontare storie, atteggiamenti, peculiarità umane e sociali con una freschezza e leggerezza (che non è sinonimo di superficialità, attenzione) che molti e più illustri colleghi bramerebbero ardentemente. Il tutto è condito da un'orecchiabilità radiofonica impressionante, ed una volta tanto il risultato non è forzato come fin troppo spesso capita a certi singoli di certe band.
I Kutso sono una vivace realtà in un presente purtroppo soffocato da troppe figure che si prendono troppo sul serio pur di raggiungere un fugace e vanesio successo. "Decadendo (Su Un Materasso Sporco)" dovrebbe esser preso come esempio di lavoro radiofonicamente valido e dalle fondamenta inaspettatamente robuste, celate da una vagonata di caustica ironia, tutte qualità che di questi tempi molti, troppi artisti faticano a padroneggiare.