"Non ho mai avuto alcuna concorrenza, a parte Marc Bolan... Mi sono dato da fare come un matto per superarlo." David Bowie
Mod, dandy, pop-rock star, fruttivendolo cosmico.
Queste alcune delle etichette che Marc Bolan, all'anagrafe Mark Feld, frontman dei T. Rex si scelse, e/o guadagnò, durante i suoi 30 anni scarsi di vita. Innocuo idolo di teen-ager (e rispettivi genitori), oltre ai boccoli pre-raffaelliti aveva dalla sua una fenomenale autostima grazie alla quale riuscì a conquistarsi gli strumenti e i contatti necessari a emergere e conquistare un effimero ma epocale successo. Effimero per classifiche e critica post ‘73, non certo per i fans che, a tutt'oggi, lo venerano come una delle divinità del rock britannico.
E, se questi ultimi si son già risposti da soli, per chi invece fosse ancora perplesso, o semplicemente all'oscuro, del come Mark/c sia passato dal fare l'indossatore di giacche, allo scimmiottare Bob Dylan con una chitarra (che pare non sapesse manco accordare), per poi darsi al proto-punk dei John's Children, a fine 60s, e infine ritrovarsi in mano lo scettro di precursore di Michael Jackson e Prince, Tsunami Edizioni ha finalmente svelato l'arcano.
La biografia del 20th Century Boy, firmata da Paul Roland, assoluto esperto in materia, nonché giornalista musicale, ed egli stesso musicista, riesce dunque nell'impresa di definire i contorni fumosi di un personaggio tanto indefinibile e futuristico quanto lo erano i suoi testi ("e all'epoca Bolan neppure si drogava!"), il cui nome d'arte si deve a un refuso. 250 pagine di aneddoti e numerose testimonianze visive (non solo nel variegato inserto a colori) a immortalare, senza più alcuna lacuna, colui che era capace di autoproclamarsi erede di Elvis suonando convincente.
13 capitoli da manuale a ripercorrere il talento e un'eredità di alti e i bassi, discografici e non, dell'elfico chitarrista (lui il primo a non crederci) in grado di sostituire i Fab 4 nei cuori (e nell'isteria post-concerto) delle masse britanniche, suscitare l'ammirazione di Elton John (al punto da regalargli un cartonato di sé stesso per il compleanno) e dello stesso Ringo Starr. Il tutto tra una sortita a ravanare nei cassonetti con Bowie (alla ricerca del capo d'abbigliamento mancante ai propri guardaroba) e una presunta iniziazione all'occulto a opera del mago parigino che ne preconizzò la prematura morte (misteriosamente ritratta, e azzeccata, niente meno che da Magritte!).
Consigliato, dettagliatissimo e perfettamente contestualizzato sunto di uno dei capitoli del rock-pop inglese. Essenziale per i moltissimi che ancora considerano Bolan un'ispirazione e anche per coloro che non hanno la più pallida idea del perché qualcuno si sia preso la briga di scriverci su.