Scar Symmetry (Henrik Ohlsson)
Alla vigilia del parto del terzo capitolo discografico, abbiamo raggiunto il batterista degli svedesi Scar Symmetry Henrik Ohlsson per analizzare, anche dal punto di vista matematico/scientifico, la loro situazione. Sentiamo cosa Hnerik ha voluto dirci!
Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 06/10/09

Ciao Henrik, è un piacere poter scambiare quattro chiacchiere con te.

Il piacere è tutto mio, cominciamo!

Il concetto di “simmetria” si ripete molte volte lungo la storia della band: è nel vostro monicker e nel vostro album di debutto (“Symmetric In Design”). Perché siete così affascinati dalla simmetria? Cosa rappresenta per voi?

Abbiamo costruito il nostro piccolo universo con gli Scar Symmetry, e “simmetria” per noi significa l’aspetto costruttivo della creazione. E’ un concetto similare allo yin/yang dove la simmetria è l’equilibrio di questi due elementi sui quali poggia tutta la creazione. Non puoi davvero fare a meno di rimanere affascinato da concetti così grandi!

Ora, per quanto riguarda il vostro ultimo album “Dark Matter Dimension”: abbiamo un altro fenomeno fisico/matematico/cosmologico nel titolo, ovvero la “Materia Oscura”. La domanda è simile a quella di prima: come mai avete deciso di titolare così il vostro terzo album?

Il concetto che sta alla base dell’album viene dalla nozione scientifica che non possiamo vedere più del 95% dell’universo. La parte cosiddetta ignota dell’universo viene chiamata “Materia Oscura” o “Energia Oscura”, ovvero solo dei termini per qualcosa che non conosciamo affatto, ma i cui effetti riusciamo in un qualche modo a percepire. Quindi, dei pensieri hanno cominciato a ronzarmi in testa, cose del tipo: come possiamo credere di sapere tutto quello che c’è da conoscere, quando non riusciamo nemmeno a percepire più del 95% dell’universo? Come possiamo escludere delle questioni quando il nostro senso della logica è così limitato e cinico? Dovremmo invece considerare come tutto sia possibile, visto quanto limitata è la nostra capacità di conoscere!
Quindi, il tema per “Dark Matter Dimension” verte attorno alla celebrazione di tutte le forze sconosciute che ci sono là fuori, perché senza le meccaniche  dei mondi e delle dimensioni sconosciute, questa realtà fisica non potrebbe esistere. Quello è il fil rouge che collega tutti i testi delle canzoni, con la materia oscura a costituire il nucleo dell’ispirazione da cui è derivato tutto ciò che hai sentito sull’album, quindi per noi è stato semplicemente naturale titolarlo “Dark Matter Dimension”.

Trovo che quest’album sia molto più melodico paragonato al vostro album precedente. Sei d’accordo con me?

Credo, onestamente, che questo album sia più ruvido, più organico e più diretto rispetto ad “Holographic Universe”. Sentivamo che avevamo perso un po’ di fuoco e di aggressività sul precedente album e volevamo riportare il tutto in “Dark Matter Dimensions”, e credo che ci siamo riusciti. Sicuramente, le melodie sono ancora tutte lì e sempre ci saranno, perché la melodia è una parte fondamentale del nostro suond, ma c’era troppa voce pulita su “Holographic Universe” ed il bilancio tra voce melodica e voce sporca è molto meglio riuscito sul nostro nuovo album.


scar_symmetry_2009_01Trovo che sia anche un album ricco di varietà di stili…come la cover tenta di esprimere: molti materiali diversi tenuti insieme da una qualche forza misteriosa…sto sbagliando anche qui oppure, in qualche modo, sto indovinando qualcosa?

Vedo la cover come un pianeta fatto di diversi materiali ed oggetti e, per quel che mi riguarda, è un po’ come sbirciare in una possibile dimensione oscura. Ma l’artwork è aperto a molte interpretazioni differenti, non c’è un giusto o un sbagliato.

Questo album segna anche il debutto dei vostri due cantanti: Roberth e Lars. Ci sono state delle differenze significative nel processo di composizione, ora che avete a che fare con due cantanti diversi per due modi diversi di cantare?

Diciamo che possiamo lavorare in modo più libero adesso che abbiamo due ragazzi che si occupano delle voci, ma il processo di composizione, in fin dei conti, è rimasto lo stesso. Abbiamo cercato appositamente due cantanti che si occupassero delle voci perché era decisamente un carico troppo pesante per un’unica persona, e Christian probabilmente sarebbe il primo ad essere d’accordo (Christian è l’ex cantante del gruppo n.d.r.). Una voce è una cosa fragile, e quando sei in tour è meglio avere due ragazzi che si dividono il lavoro, piuttosto che una persona che si laceri per cercare di arrivare dappertutto. Lo sappiamo per esperienza che è così, ed inoltre Roberth e Lars sono una coppia perfetta, con incredibili voci e personalità.

L’hai citato, quindi non posso fare a meno di chiederti: sei ancora in contatto con Christian? Vi siete separati in modo amichevole?


Sì, lo sentiamo ogni tanto. I rapporti non erano troppo amichevoli quando gli abbiamo detto che non era più il benvenuto nella band, ma tutto adesso appartiene al passato. Le cose con lui semplicemente non funzionavano, quindi credo che il suo allontanamento sia stata la cosa migliore per tutti.

Poiché siete svedesi: c’è una particolare band della scena death metal che vi piaceva molto in passato e che, in qualche modo, potrebbe avere influenzato il modo in cui oggi fate musica?

Beh, sì, siamo tutti cresciuti nel pieno del boom della death metal scene degli anni ’90, quindi ascoltando band come Entombed, Dismember, At The Gates…erano tutte un’influenza a quei tempi, ma non posso certo dire che siano di una qualche ispirazione adesso. Anche i Meshuggah furono incredibilmente importanti mentre cominciavamo ad esplorare i lati più progressivi della nostra musica, ma sempre a quei tempi abbiamo deciso di creare il nostro sound personale, per cui oggi non abbiamo più davvero il bisogno di cercare alcuna ispirazione attraverso l’ascolto di altre band.

Leggendo i titoli dei vostri album e delle vostre canzoni, per non parlare della modernità di cui è infusa la vostra musica, non posso fare a meno di chiederti: non è che, per caso, ti piace la fantascienza? C’è forse una specifica opera che ti piace, in questo senso?

Sì, mi piace la fantascienza, ma quando scrivo i testi penso di più alla scienza vera, ed intendo quelle nuove forme di scienza molto alternative che stanno emergendo negli ultimi 10 anni e che potrebbero sembrare fantascienza ai non iniziati, ma una volta che realizzi che tutto quello che leggi potrebbe essere vero…beh, è lì che le cose diventano davvero interessanti. Quindi, quando mi concentro su qualche testo per gli Scar Symmetry, è su temi come la fisica quantistica o lo studio dell’energia oscura che mi piace focalizzarmi…vera, fottuta, scienza, non fantascienza! (ride)


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Credo che sia tempo per voi di iniziare la promozione adesso! Quali sono i vostri piani?

Faremo un paio di festival ancora e poi andremo in un lungo tour europeo chiamato Neckbreakers Ball 2009, dividendo il palco con artisti del calibro di Arsis, Devildriver e Behemoth. Dopo questo, faremo un tour breve in Sud America e, all’inizio dell’anno prossimo, anche dei brevi tour in Svezia e Spagna. Stiamo anche puntando a fare un altro tour americano l’anno prossimo.

Non hai citato l’Italia…

Non verremo nella tua nazione con il Neckbreakers Ball, ma sono sicuro che, prima o poi, non mancherà l’occasione. Potrebbe essere in un qualche tour, oppure in un festival o qualcosa del genere.

Siamo alla fine dell’intervista Henrik, prenditi pure questo spazio per dire quello che vuoi ai nostri lettori.

Tenete d’occhio il nostro nuovo video, l’abbiamo girato di recente e la canzone si intitola “Numenon And Phenomenon”. Spero di incontrarvi tutti lungo la strada, un giorno! Vi saluto!




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