Krypteria (Ji-In Cho, S.C. Kuschnerus)
Nonostante un’ultima prova in studio, “My Fatal Kiss”, non troppo convincente, è comunque con vivo entusiasmo e piacere che ho avuto modo di scambiare due chiacchiere con la frontwoman ed il batterista dei Krypteria, Ji-In Cho e S.C. “Kusch” Kuschnerus, in quella che è risultata un’intervista interessante ed accattivante, proprio come la band stessa. Buona lettura!
Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 01/02/10

Ciao Ji-In, ciao Kush! E’ davvero un piacere per me avere l’occasione di farvi questa intervista, visto che seguo i Krypteria dai tempi di “In Media Res”!

KUSCH: Ciao Fabio (in italiano n.d.r.), grazie a te di averci dato questa opportunità, il piacere è tutto nostro!

I Krypteria sono una band di discreto successo da un bel po’ di tempo in Germania. E’ per caso questo il motivo per cui avete deciso di far uscire “My Fatal Kiss”, il vostro ultimo album, a settembre per il solo mercato tedesco e quindi ora nel resto d’Europa? Era un’azione necessaria per poter concentrare tutti i vostri sforzi sul mercato in cui siete più forti?

KUSCH: Far uscire prima l’album in Germania è stata una cosa piuttosto naturale per noi, visto che siamo una band tedesca che ha firmato per una label tedesca. Oltre alla questione temporale c’era anche la questione della disponibilità, visto che volevamo essere certi che ogni territorio avesse un poco di noi. Se pibblichi un album contemporaneamente in tutto il mondo, è inevitabile che qualche paese venga trascurato, e sebbene questo possa essere un fattore non considerabile per band bestsellers che hanno un contratto milionario e una visibilità universale, certamente faceva la differenza per noi. Abbiamo semplicemente chiesto un’opportunità di poterci presentare al meglio ovunque andassimo. Se i Krypteria non ti piacciono, io lo posso accettare tranquillamente. Quello che mi fa davvero arrabbiare è che non ti venga data la possibilità di stabilire se ti piacciamo o meno! Quindi, per evitare questa situazione, abbiamo deciso di rilasciare “My Fatal Kiss” in tutto il mondo lungo un arco temporale di 12 mesi.

Con “My Fatal Kiss” avete appunto iniziato il vostro sodalizio con Onfire Records e Roadrunner: come mai avete lasciato il gigante EMI ed avete optato per questi due colossi?

KUSCH: Dopo due album ed un EP il contratto con EMI si è naturalmente esaurito. Se analizziamo i 4 anni passati con loro, siamo completamente soddisfatti ed ancora oggi usciamo occasionalmente con i ragazzi di EMI, quindi non corre assolutamente cattivo sangue tra di noi. Ad ogni modo, ci si è presentata davanti la possibilità di unirci a Onfire e Roadrunner ed abbiamo sentito la necessità di farlo. Dopotutto, questi ragazzi si sono dimostrati grandi esperti nel rock e nel metal a livello mondiale, ed essendo noi una band rock/metal… era praticamente inevitabile che unissimo le nostre forse, non diresti? (ride)

krypteria_2010_01C’è stato un momento particolare della vostra carriera nel quale siete arrivati a realizzare che i Krypteria potevano essere qualcosa di veramente grosso (e, quindi, una band meritevole di un supporto discografico adeguato che le consentisse di crescere)? Ricordate quel momento?

JI-IN: Beh… In realtà non posso dire che c’è stato un unico, grandioso, momento in cui ho pensato: “Yeah, i Krypteria possono diventare qualcosa di veramente grosso!”, ma ricordo molto chiaramente la nostra prima volta al Wacken. Sebbene fossimo già allora circondati da una meravigliosa schiera di fan in Asia, non ero affatto certa di come i metallari tedeschi avrebbero risposto alla nostra musica. Mi chiedevo se la gente sarebbe rimasta ad ascoltarci. Ma quando abbiamo iniziato lo show, il pubblico ha reagito in modo entusiasta e ci siamo così divertiti con loro! Il punto è che non mi sarei mai aspettata un feedback così forte da parte loro, che potesse essere possibile legarsi in modo così personale a questo tipo di pubblico. Quindi, credo che quello show al Wacken rappresenti il nostro battesimo di fuoco nei confronti della scena Europea, è stato un momento semplicemente sensazionale!

Ji-In, tu parli di “My Fatal Kiss” come una lotta tra bene e male: in effetti, qualcosa di veramente bello come un bacio può risultare letale, seguendo le liriche della titletrack. Inoltre, in molti altri punti dell’album riesco ad avvertire questo senso di… ”drammatiche conseguenze dopo aver donato amore”. Perché credi che sia così?

JI-IN: Beh, la cosa più affascinante riguardo agli esseri umani è che ognuno di noi possiede almeno due lati che lo caratterizzano. E persino quella cosa meravigliosa chiamata “amore”, che dovrebbe essere incondizionato, può essere avvelenato ed abusato dalle forze oscure che un individuo trattiene dentro di sé. Ecco che cos'è l’umanità: siamo benedetti da un’intelligenza che ci permette di distinguere il bene dal male in accordo con la nostra etica, ma quanto spesso succede che agiamo seguendo impulsi egoistici consapevoli che non stiamo facendo la cosa giusta? E, ancora peggio: quanto spesso tentiamo di convincerci che quello che stiamo facendo sia la cosa giusta?

KUSCH: Fabio, come esperto della musica dei Krypteria dovresti sapere che ci piace avere un approccio concettuale di tipo quasi filosofico nei confronti dei nostri album, come per esempio già abbiamo avuto su “Bloodangel’s Cry”. Ci è piaciuto talmente tanto lavorare in questo modo per quell’album, che abbiamo deciso di ripetere lo stesso iter per questo. Su “My Fatal Kiss” ci siamo concentrati sulle lotte interiori che si scatenano quando la vita ti pone davanti ad un incrocio, e tu sei obbligato a scegliere quale sentiero prendere. Noi ne sappiamo qualcosa perché, come band, negli ultimi 5 anni siamo stati messi di fronte a molte di queste scelte. Alcune sono state giuste, altre sono state sbagliate e ci addolorano e riempiono di rimorso anche oggi. Consapevoli che praticamente nessuno sarebbe stato capace di relazionarsi con questo dilemma, abbiamo pensato che il tutto potesse dare una dimensione riflessiva all’album.

Ed ora, mi piacerebbe parlare di “Deny”: devo dire che è una delle canzoni più feroci che i Krypteria abbiano mai scritto. Che cosa ha portato ad un pezzo come questo?

KUSCH: A volte, devi semplicemente trovare un modo per sfogare la tua rabbia, le tue frustrazioni e le tue preoccupazioni, ed è così che è nata “Deny”. Come ho detto prima, nei nostri sei anni insieme abbiamo condiviso sia belle che brutte esperienze, e siamo arrivati a “Deny” in un periodo in cui ognuno di noi doveva disfarsi di qualche bagaglio emozionale, quindi abbiamo usato la canzone un po’ come se fosse una terapia. Siamo felici di averlo fatto, perché quando portiamo sul palco questa canzone, ha la stessa deflagrazione di dieci tonnellate di fuochi artificiali! (risate)

Quando ascolto la musica dei Krypteria, mi ritrovo spesso a chiedermi quali influenze possano essere ritrovate nel modo in cui Chris compone la musica: il modo in cui produce mi ricorda qualcosa della scuola musical alla Jim Steinman, forse a causa del senso del dramma, l’uso dei cori… Cosa ne pensate?

KUSCH: Beh Fabio, ci sentiamo fortunati ad avere quattro musicisti nel gruppo che sono capaci di scrivere, comporre ed arrangiare sia come individui che come gruppo. Quello che tu senti musicalmente è il risultato della nostra crescita in qualità di compositori e dell’unione di tutte le nostre influenze e visioni. Le radici di tutte le idee ed i concetti sono basati sull’heavy rock, sul metal, il pop, il musical teatrale e la musica classica. E poiché due membri della band, Ji-In e Chris, hanno seguito studi di tipo classico, infondere questo particolare aspetto nella musica dei Krypteria è una cosa che ci viene molto naturale, specialmente per Ji-In che arriva dal conservatorio dove studiava canto classico e pianoforte. Registrare tutte queste linee di cori, quindi, non risulta per nulla faticoso, perché Ji-In, Frank ed io stesso siamo tutte persone con abbondante esperienza nel campo degli arrangiamenti vocali. Siamo anche abituati a registrarle, visto che già l’abbiamo fatto per una grandissima varietà di progetti diversi. Inoltre, il fatto che Chris sia ormai da parecchio tempo un bravo produttore ci è stato molto utile. Ognuno di noi ha lavorato in teatro prima di unirsi alla band, e siccome consideriamo tutti Steinman un grandissimo scrittore e produttore, diciamo che ci hai beccato con la tua analisi. Sono certo che Chris direbbe certamente che “Bat Out Of Hell” è stato l’album che ha maggiormente influenzato il suo modo di scrivere e produrre musica.


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Ora sto pensando alla canzone “Out Of Tears” presente sul vostro album precedente… Devo proprio chiedervi questo: per caso siete fan dei film di Dario Argento? Sai, il coro di “Mater Lacrimarum, tenebrarum”… Per caso, c’è qualche altro film dell’orrore che vi piace?

KUSCH: Ti stai per caso riferendo a “La Terza Madre” (in italiano n.d.r.)? Sfortunatamente, non ho ancora visto quel film. Sai, le opere del Signor Argento (in italiano n.d.r.) sono un fenomeno piuttosto underground qui in Germania. Comunque lo guarderò, visto che la presenza della figlia Asia Argento mi dà un bell’incentivo (ride). Io, personalmente, non sono comunque un gran esperto di film dell’orrore, ma mi piacciono i film che mi spingono a chiedermi “E se…?”. Per questo motivo, mi piace la roba che, almeno teoricamente, rimane nell’ambito delle possibilità, titoli come “The Blair Witch Project” e “Saw”, piuttosto che roba con lupi mannari o splatter gratuito.

Ripassando nella mente tutta la vostra discografia, arrivo a concludere che ci sia un uso sempre meno ricorrente dell’enfasi latina e dei cori mentre procediamo lungo il tempo. Perché secondo voi?

JI-IN: Sì, amiamo il suono mistico del latino e credo che questo rappresenterà sempre un elemento importante per quanto riguarda il lato misterioso e bombastico della nostra musica. Tuttavia, su “My Fatal Kiss”, la maggior parte delle canzoni sono il risultato di pensieri molto personali ed intimi, quindi abbiamo voluto che le canzoni fossero più concrete.

KUSCH: E’ proprio vero: la differenza principale tra i nostri dischi precedenti e questo potrebbe effettivamente essere l'approccio in qualche modo più organico. Quando scriviamo e registriamo un nuovo album tentiamo di non chiederci quello che chiunque al di fuori della band potrebbe o meno aspettarsi da noi. Quindi, come capirai, non è stata una decisione presa a priori quella di usare meno parti latine: è semplicemente successo. Inoltre, chi lo dice che tutto questo non possa essere dovuto anche alla nostra evoluzione come persone? Poi, chissà, magari il nostro prossimo album potrebbe essere un'opera stravagante completamente scritta in Latino, non lo puoi mai davvero sapere con questa band! (ride)

Non siete mai stati in Italia… perlomeno, questo è quello che riesco a ricordare! Ma credo che dopo la distribuzione europea di “My Fatal Kiss” le cose siano destinate a cambiare. Sbaglio? Cosa ne pensate dell’Italia? Avete delle aspettative nei nostri confronti?

JI-IN: Mi piacerebbe da morire venire in Italia. Amo il vostro sensuale modo di condurre la vita, la vostra architettura, il linguaggio, il cibo! Dobbiamo assolutamente venire da voi perché mi aspetto che siate incredibilmente appassionati e selvaggi come pubblico.

KUSCH: E’ davvero un peccato non aver mai suonato in Italia, ma sì: le cose sono destinate a cambiare quest’anno. Siamo tutti stati in Italia svariate volte, non come band, e penso che voi ragazzi possiate essere davvero fieri della nazione in cui vivete… Se solo non ci batteste ogni volta ai campionati mondiali di calcio…! (ride) Ma, seriamente: i nostri fan italiani ci sono molto cari poiché abbiamo già avuto dei piccoli scambi attraverso internet, e non vediamo l’ora di venire a suonare da voi.

krypteria_2010_03Siete una band estremamente comunicativa, ed utilizzate al massimo network come MySpace, Twitter e compagnia bella. Cosa credete che ne sarà dell’industria discografica, visto che già adesso non è più la stessa dopo la diffusione di massa di internet?

KUSCH: Hai ragione, è decisamente tutto diverso rispetto a quando ero giovane io. Allora dovevi davvero lavorare duramente per ottenere qualche informazione sui tuoi artisti preferiti, e c’era questa sorta di misticità attorno alle band in generale, che rendeva il legame con l’ascoltatore decisamente più forte. Oggi puoi ottenere tutte le news che vuoi e anche qualcosa di più in un secondo, quindi in un certo senso questa sorta di alleanza è difficile da ristabilire. Questo è il motivo per cui crediamo, come band, che sia importante comunicare meglio che puoi con i tuoi fan, far capire loro quanto apprezzato sia il loro supporto cosicché loro possano sapere che ti importa e che speri che loro possano seguirti per sempre… o almeno per qualche tempo in più rispetto al battito di una ciglia! (ride) Poi, per un’artista è comunque meraviglioso ricevere feedback da coloro che tenta fortemente di raggiungere.

Purtroppo, siamo alla fine dell’intervista. Prendetevi questo spazio se avete qualcosa da dire ai nostri lettori!


KUSCH: Abbiamo sentito da alcune delle nostre spie che i fans italiani sono super passionali, rumorosi ed assolutamente divertenti. Ora, vogliamo anche noi un po’ di quella roba! (ride) Quindi, vi prego di ascoltare il nostro album “My Fatal Kiss” e, se vi piace quello che sentite, di venire ad uno show dei Krypteria. Non vi deluderemo, anzi: ci faremo un culo grandissimo per assicurarci che possiate divertirvi insieme a noi!

JI-IN: Come ho già detto, dobbiamo assolutamente venire in Italia e non vediamo l’ora di vedervi tutti ai nostri show! Fino ad allora, io vi auguro tutto il meglio, che possiate mantenere il vostro equilibrio e rimanere in salute.




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