Folkstone (Lore, Roby, Chiara)
In occasione della presentazione del loro ultimo lavoro discografico, “Damnati Ad Metalla”, ho avuto modo di scambiare “quattro” chiacchiere coi Folkstone. Quattro è messo tra virgolette poiché la registrazione di tutta questa intervista dura qualcosa come 40 minuti, ed è solo lo stralcio in cui la conversazione ha assunto toni “seri” che vi riporto in questa sede. Nel cuore, invece, conservo ancora l’esperienza dell’intervista più delirante e divertente di tutta la mia carriera giornalistica sinora. Gustatevi la lettura, sono certo che vi divertirete anche voi (e, tra le pieghe del divertimento, capirete che questi ragazzi hanno qualcosa di molto intelligente da dire)!
Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 15/03/10

“Damnati Ad Metalla” segna un’indubbia maturazione in seno al gruppo, vi trovo cresciuti come musicisti. C’è un evento in particolare che ha innescato il processo? Quando avete capito che si doveva fare sul serio?

(ROBY) Credo che tutto sia nato dal fatto che, pian piano, mentre continui a suonare cresci e comunque vedi che la gente apprezza il tuo lavoro, di conseguenza sei stimolato a fare sempre meglio, a crederci sempre di più.

(LORE) Vogliamo far capire alla gente che non siamo un fenomeno da baraccone, perché va bene che mi piace bere, e di sicuro mi piace bere, però non siamo solo quello! Volevamo quindi far capire che sì, siamo in grado di fare un disco che fa “casino”, ma che siamo anche in grado di scrivere un disco serio, con una tematica seria di fondo. Potevamo fare la fotocopia dell’album prima, perché non ci voleva tanto, però…non l’avrei fatto perché mi pare riduttivo nei confronti della mia persona, figa! Mi piace sperimentare, fare cose nuove, e secondo me ci abbiamo guadagnato. Poi oh, si vedrà! (risate generali)

Vedo dal booklet che il vostro produttore, Yonathan Rukham, ha fatto numerose capatine dentro il processo compositivo dell’album. Ci spieghi come? Cosa ha apportato di preciso?


(LORE) Ha portato tanto perché lui non solo ha messo il suo parere in tutti i suoi brani, ma un paio li ha proprio anche scritti. Lui ci segue da tantissimo, sin dal primo demo ha creduto fortemente in noi, ci ha fatto da fonico in tutte le date, anche in Europa, quindi era naturale che un orecchio esterno ed esperto come lui non potesse far altro che portare migliorie alla nostra rozza ignoranza! (risate generali)

(CHIARA) Anche perché lui è un musicista sin da quando era bambino, è anche un concertista per cui indubbiamente ha contribuito enormemente alla resa sonora del cd, ne siamo orgogliosi!

So che voi Folkstone odiate essere associati alla politica, reagite sempre in modo molto forte quando fanno questo accostamento. Tuttavia, alla fine del video di “Anime Dannate” mostrate scene di lotta sociale, e dovreste sapere che la strumentalizzazione politica della lotta sociale è un processo praticamente automatico…

(ROBY) Però quelle immagini non sono assolutamente state usate con intento politico! So che tanti hanno associato ed assoceranno quel video alla politica…

(LORE) Adesso qualcuno mi dà del black block, se devo star dietro a tutte le minchiate che mi raccontano non ne esci più!

folkstone_2010_01Ma cosa volevate dire esattamente mostrando quelle immagini?


(LORE) Inizialmente, “Anime Dannate” era una canzone che parlava di eresia in generale.

(ROBY) Ed anche del soffocamento della cultura e della libertà di pensiero e di parola, che viene ucciso proprio da poteri politici o religiosi…dal potere in generale, diciamo!
Quindi, quelle immagini rappresentano la lotta dell’uomo singolo che si associa con altri per andare contro il sistema, lottando per le sue idee.

(LORE) Potevamo anche fare il video con la strega che bruciava sul rogo, con l’alberello tutto bello dentro il praticello, e ce lo avevano anche proposto. Un video classico nei canoni del folk metal, però quella canzone esprimeva qualcosa di più profondo del praticello dove sono tutti contenti, cazzo! Quella canzone promuove l’idea di un pensiero critico, che poi l’idea di pensiero critico debba essere necessariamente associata alla politica…problemi di chi fa questa associazione! Noi siamo contro un pensiero unico, che sia di destra o di sinistra. In quelle immagini che dici ci sono scene che vanno dalla lotta sociale dell’Islam a quella della Grecia, non c’è un riferimento politico preciso.
Poi, quanto mai ho detto che quel video è stato girato a Genova, così tutti a menarmela con la storia del G8! Quel video è stato girato a Genova perché i ragazzi che ci hanno fatto il video di “In Taberna” sono di Genova, e ci hanno detto: “Ragazzi, abbiamo un bello studio, costa poco, lo volete?” Noi abbiamo risposto: “Beh, veniamo a Genova!”

Ne approfitto per parlare un poco dei testi, sospesi tra i classici temi ispirati alla storia e molte analisi sociali, quadri di disagio con cui reagire con sincerità e voglia di riscatto. In redazione si litiga sostenendo che avete in parte perso in parte il vostro lato folk e pagano scegliendo questa via, io trovo che è semplicemente una strada nuova ed affascinante per voi. Voi cosa ne dite?

(ROBY) Vale la stessa cosa detta per la musica: puoi continuare a scrivere di dei pagani, di natura…

(LORE) L’importante però è contestualizzarlo dove vivi, all’oggi! Non posso continuare a parlare di mille anni fa! Certo, noi facciamo anche rievocazione medievale, siamo appassionati di storia, c’è chi fa scherma…però non volevamo ridurci solo a quell’ambito, ecco. Vivi tutti i giorni, e non vivi sempre in montagna e nel bosco, purtroppo, perché io amo la montagna. Abbiamo anche fatto questa canzone, “Nell’alto cadrò”, che è ispirata ad un ragazzo qui di Colere (provincia di Bergamo n.d.r.), che è morto scalando una montagna in Tibet: perché quando sei un alpinista, quando vai in montagna, non puoi cercare altro che l’infinito. E quando uno cade, a me è venuto automatico pensare che non cade in basso, ma nell’alto. E la trovo un’ottima canzone-ponte con l’album precedente, perché segna comunque l’attaccamento con il nostro territorio, anche se in modo diverso.

Vi cito: “con passo pesante io cerco qualcosa che si chiama libertà”. Si può dire che la cercate anche attraverso la vostra musica? In altre parole: che vi sentite liberi quando proponente la vostra musica, e quindi sarebbe bello poter vivere unicamente di essa?

(ROBY) Sì, sicuramente quando siamo sul palco siamo più liberi perché esprimiamo una cosa che amiamo fare con passione che è la musica.

(LORE) Però sai che il non vivere di musica, perché va beh noi non viviamo di musica…l’obiettivo sarebbe quello, magari un giorno quando avrò 60 anni ed andrò in giro con il bastone potrò dire “Cazzo vai, ce l’ho fatta!” (risate generali)

…vedendo come va questa industria ultimamente direi che è una previsione ottimistica! (risate generali)

(LORE) Dicevo: il fatto di non vivere di musica ci consente appunto anche una certa libertà, di poter fare il disco come cazzo lo vuoi, perché non è che devo vendere per forza. E’ come se fossi legato in qualche modo all’album, se vivessi solo della musica, perché questo ti porta come una responsabilità.


folkstone_2010_02

Avete preso lezioni di musica per affrontare questa nuova avventura discografica. Avete preso anche lezioni di giocoleria per incrementare l’impatto scenico dei vostri giochi?

(ROBY) No, perché non c’è stato il tempo! Anche perché ogni sera noi l’abbiamo dedicata alla musica: per studiarla, provarla, inciderla…magari più avanti, con calma, potremmo anche pensare di diventare giocolieri più bravi.

Finora, qual è stato l’incidente più pericoloso che avete subito durante i vostri giochi? Io ricordo una volta in cui la barba del Ferro ha preso fuoco…

(LORE) Ne è successo anche uno peggiore, sì! C’è un ragazzo che fa con noi il set acustico, suona un particolare tamburo indiano e si era ustionato anche lui, sempre col Ferro perché sai: entrambi mangiafuoco, mentre eravamo in giro a fare la ricostruzione storica in un paese hanno deciso di sputare il fuoco insieme e gli idioti hanno ben pensato di sputarselo addosso, dandosi fuoco a vicenda! (risate generali)

L’artwork del vostro lavoro riprende il classico tema iconografico medievale della danza Macabra, di cui abbiamo uno degli esponenti più rappresentativi nella nostra Clusone. Tuttavia, i ruoli sono invertiti nell’artwork: voi tenete per mano gli scheletri, i quali suonano i vostri strumenti. Significa che i Folkstone riescono a travolgere, con la loro musica, anche la morte?

(LORE) No, è che ci sfottono anche i morti! (risate globali totali) No dai, era un’allegoria: noi di solito suoniamo e facciamo gli allegrotti, stavolta era il turno degli scheletri di far casino. D’altronde, si sa, il senso della danza macabra è: tu puoi fare tanto l’allegro, ma prima o poi…

Una riflessione sulla parola “folk”: è dappertutto ultimamente, e chiunque ne possa sfruttare la fascinazione, anche e soprattutto nel mondo del pop, oggi lo fa. A cosa credete che sia dovuto?

(LORE) Sicuramente è solo una moda, una corrente destinata ad andarsene così com’è venuta.

(CHIARA) Lo credo anche io.

(LORE) Nel mezzo di questa corrente siamo venuti anche noi, che è la verità! Non è stata voluta la cosa, ma indubbiamente siamo arrivati nel momento giusto. Ci sono correnti ed onde, arriva e va di moda un genere, e poi tra due anni si gira la frittata e ne andrà di moda un altro. E’ anche per questo che volevo fare un disco diverso dall’attuale moda del folk metal, volevo qualcosa che resistesse alla prova del tempo.

Visto che siamo in tema di moda nel folk metal: ma anche voi avete in mente l’album acustico?

(LORE) Sono quattro anni che ce l’abbiamo in mente, ancora prima di fare quello metal!!! (risate)

(ROBY) E’ vero, continuiamo a rimandarlo perché siamo partiti con: “dai, adesso facciamo questo metal, a quello acustico ci pensiamo dopo”, ma la verità è che poi non ci siamo più tirati insieme.

(LORE) E’ che noi facciamo anche festival in acustico, abbiamo il nostro piccolo giro anche lì, diciamo. Il problema sta che noi ,anche alla gente che ci viene a vedere e sentire in acustico, vendiamo il cd metal! (risate generali) Tu pensa alla nonnina: “Ah, che bello, la musica con la cornamusa!” E noi: “Tenga signora, il nostro cd!” (con voce da monster of metal n.d.r.). L’anno scorso, per dire, siamo stati a Finale Ligure, in una grandissima rievocazione storica. Noi abbiamo fatto il nostro show, ed alla fine abbiamo avuto una richiesta mastodontica di cd, ne abbiamo venduti tipo un centinaio…

(ROBY) E noi a dire a tutti: “no ma…è metà e metà…sapete, qui c’è anche il resto della band!” Per questo motivo, dobbiamo assolutamente farlo il cd in acustico…perché…sì, insomma: non possiamo continuare ad inculare la gente così! (risate generali)

folkstone_2010_03Quali sono i futuri progetti dei Folkstone? So che presto si partirà per un tour europeo, e condividerete il palco con delle band di assoluto rilievo…

(LORE) A parte quello abbiamo già in cantiere dei pezzi per il prossimo album, sai?

(ROBY) Sì, venti! (risate generali)

- Che domanda scontata - Al di là della storia che la vostra musica adesso è più seria ed epica…ma a voi continuano a piacere le birrette, giusto?

(ROBY) Ma no?!?!

- Lore mi guarda con sguardo torvo come per dire: “non osare mettere in dubbio il mio amore per le birrette”, quindi mi dice che è la quarta lattina di birra che apre nel giro di un’ora, quella che sta tenendo in mano –

No, è che avevo messo questa domanda in chiusura perché temevo che, con domande così serie nell’intervista, non ci sarebbero stati momenti di distensione…che preoccupazione cretina! Dai, lasciate un messaggio ai nostri utenti che l’intervista è finita!


(LORE) Bevete la birra del discount, che non costa un cazzo e fa un baffo alle birre di marca! (quindi fa un brindisi al registratore con la sua lattina di birra di dubbia origine in mano)




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