Sonic Syndicate (Roger Sjunnesson)
Poco prima dell’uscita del nuovo disco “We Rule The Night”, abbiamo avuto modo di scambiare una chiacchierata piuttosto approfondita con Roger Sjunnesson per quanto riguarda tutto ciò che circonda i Sonic Syndicate. Buona lettura!
Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 27/08/10

Ciao, sono Roger dei Sonic Syndicate, sto cercando un certo Fabio…

Oh, ciao Roger, sono io! Credevo mi chiamasse Karin, ma credo che dopo la faccenda dell’incidente non se la senta di fare interviste…

Sì, infatti è così.

Ok, allora iniziamo subito parlando del vostro nuovo album “We Rule The Night”. Quali credi siano le differenze principali tra come avete composto questo disco rispetto a tutti quelli che lo hanno preceduto?


Prima di tutto, ti dico che mi piace da morire questo nostro nuovo album, siamo così fottutamente soddisfatti di quello che abbiamo fatto, principalmente perché abbiamo scritto e realizzato questo disco tutti insieme. La differenza principale che avverto, quando penso al nostro nuovo lavoro, è che sia un album molto più eterogeneo, con molto più potenziale per piacere a molte più persone rispetto ai nostri vecchi lavori, proprio perché ognuno potrà trovare in esso la sua canzone preferita. Rispetto al passato, tieni conto che abbiamo anche registrato tutto in modo leggermente diverso. Stavolta, ad esempio, abbiamo registrato tutto dal vivo, quasi in presa diretta, non c’è praticamente copia-incolla sul nostro lavoro, abbiamo sempre suonato tutte le parti insieme.
Abbiamo scelto di lavorare in questo modo perché sentiamo di essere una live band, e per poter catturare tutte le sfumature e le immagini dell’album, dovevamo necessariamente registrare tutte le canzoni come se stessimo facendo un concerto.

Cosa intendete esattamente per “We Rule The Night?” (“governiamo la notte” n.d.r.)? Perché avete scelto questo titolo?

E’ una questione legata ai testi: se analizzi i testi di tutte le nostre nuove canzoni, capirai che sono tutte legate in qualche modo alla notte. Troverai, quindi, storie collegate ai vampiri, storie legate al ballare…insomma, tutta merda che si può relazionare in qualche modo alla notte. Il titolo “We Rule The Night”, quindi, lo sentiamo fottutamente perfetto, perché funge da legante con tutti i diversi temi affrontanti all’interno del disco.


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Mi piacerebbe adesso parlare del vostro cantante precedente, Roland Johansson. Sentivate in qualche modo che vi stava per abbandonare, o la cosa vi ha colto completamente di sorpresa?

Entrambe le cose, devo dire; siamo rimasti shockati riguardo la sua decisione, ma non possiamo certo dire che non ce l’aspettavamo. Alla fine, eravamo spesso in tour, e sentivamo tutti che lui non era con noi al 100%...stava spesso da solo, chiamava la sua famiglia ad ogni occasione…Siamo stati tristi al momento in cui ci ha comunicato la sua decisione, ma ora, col nuovo tour alle porte e vedendo quello che ci aspetta, allo stesso tempo siamo felici, perché sappiamo che lui è felice. Siamo ancora in buoni rapporti, e come amici abbiamo rispettato tutti la sua decisione, ed è questo quello che conta.

Certo, avete trovato un bel rimpiazzo in Nathan…è stato difficile da trovare questo ragazzo?


Sì, possiamo dire che non è certo stato facile! Avevamo fatto dei provini in sala prove con diversi candidati, poi abbiamo chiesto ad una radio svedese di comunicare che eravamo alla ricerca di un cantante. La radio, seppur svedese, è ascoltata un po’ dappertutto, ed è qui che è saltato fuori Nathan, che è inglese. Ci ha mandato delle foto, dei video di lui che cantava…e ci ha dato subito l’impressione di essere una persona genuina, lontana dall’immagine falsa che molti cantanti di band danno. E nonostante avessimo con noi molte persone del genere, idol intendo, Nathan era quello che, comunque, svettava su tutti gli altri, e per questo l’abbiamo preso. Oltretutto, Nathan è un cantante così capace, riesce a prendere ogni fottuta nota che si trova davanti e condivide con noi la visione della band, l’entusiasmo che la governa…sentiamo di aver trovato un nuovo amico, e sebbene lo conosciamo da così poco, sembra che ci frequentiamo già da anni.
Inoltre, ha scritto anche lui delle ottime canzoni…insomma, con Nathan sentiamo di aver fatto la miglior scelta possibile.

Ok, senti: mi piacerebbe parlare della scelta di fare “My Own Life” il secondo singolo estratto dal vostro nuovo album. Non credi che sia una scelta che potrebbe trarre in inganno la gente che non vi conosce? Perché è una canzone molto lontana dallo stile musicale dei Sonic Syndicate…

Sì, è vero, la gente potrebbe avvertire uno stile che non è propriamente il nostro, ma se vedi la nostra discografia nel suo insieme, ancora ci mancava una una ballad pop rock. Siamo comunque già stati esposti alla contraddizione quando abbiamo fatto come singolo “My Escape” dall’album precedente, una canzone dove riesci a capire che siamo una band a cui piace fare delle ballad.
Certo, magari su “My Own Life” avverti maggiormente una vena pop, ma noi amiamo molto il fatto che sia venuta così: non siamo solo una band metal, nello spirito siamo più rock e ci piace fare quello che vogliamo, quello che ci fa sentire a nostro agio scrivere.
“My Won Life” è quindi per noi una canzone molto naturale, anche se posso capire che non possa suonare così a gente che si sente molto metal.

Il vostro nuovo album suona davvero bene: quanto di questo risultato dipende dal mixing di Toby Wright?

Ti correggo dicendo che Toby Wright non ha semplicemente mixato l’album, ma lo ha anche prodotto. Beh, lui è una leggenda, è uno dei produttori più grossi che ci sono là fuori: in effetti, molte delle band con cui quest’uomo ha lavorato sono tra le nostre preferite…Korn, Mötley Crüe…Toby ha svolto un eccellente lavoro con loro, ed è stato sentendo questi lavori che abbiamo capito che lui poteva veramente aggiungere qualcosa di più alla nostra musica. Lavorare con lui è stato grandioso, Toby è innanzitutto una persona tranquilla e gentile, poi lui ha anche messo mano alle nostre canzoni, ma sempre facendoci sentire a nostro agio e facendoci approvare ogni sua scelta.

Siete stati in tour con Nightwish, In Flames e Deathstars: quale di queste band proporresti come perfetta compagna di tour e perché?


Decisamente i Nightwish! Sono tutti stati ottimi compagni di tour, ma coi Nightwish è speciale: abbiamo girato con loro l’America, ed è stato semplicemente fantastico! Festa tutto il giorno, e questo nonostante il fatto che loro sono la band con i piedi più piantati per terra con cui ho avuto a che fare. Nonostante la loro fanbase sia enorme, i Nightwish sono ragazzi modesti e genuini, non ci hanno mai trattato come “quelli della band di supporto”, ma ci portavano il cibo se vedevano che eravamo affamati, piuttosto che la birra quando avevamo sete.
Siamo anche usciti parecchio insieme durante quel tour a visitare qualche città…ho un così bel ricordo di quei giorni, i ragazzi della band mi mancano davvero molto e spero di poter aver presto un’occasione per poterli rivedere.

Mi confermi quindi la leggendaria capacità di Marco Hietala di fare festa?

Oh sì, Marco è decisamente un party man, nonché lo Jägermeister king! (risate) (questo per quanto gli piace e per quanto ne beve) E nonostante beva molto e si diverta molto, la professionalità di Marco è sempre al top: è incredibile vedere come quel ragazzo riesca a suonare e fare tutto perfettamente, ed anche lui è genuino come tutti i ragazzi dei Nightwish. Ho avuto occasione di vederlo un paio di mesi fa, e ti assicuro che è sempre lo stesso. Adoro quell’uomo!

Molto bene…senti: cosa pensi e speri rimanga nel tempo della musica dei Sonic Syndicate?

Mi piacerebbe che la gente si ricordi delle canzoni fondamentalmente, perché ogni album che facciamo cerchiamo di cambiare la musica, di evolverla mantenendoci sempre al passo coi tempi, e questo mi piacerebbe che venisse ricordato.
Cerchiamo sempre di non ripeterci, di portare qualche novità, ed i fan paiono apprezzare molto questo nostro aspetto, per cui noi siamo molto orgogliosi di loro e li amiamo così tanto per il fatto che sono così aperti.

sonyc_sindicate_01kQuali sono i progetti futuri che vi attendono? So che presto dovrebbe arrivare anche un nuovo video, quello famoso per aver coinvolto la vostra bassista Karin nell’incidente…

Dopo la release dell’album a fine agosto, ce ne andremo dritti in tour, e staremo in giro fino ad almeno dicembre. Subito dopo le feste, pianificheremo un altro tour più esteso, che arrivi a toccare il Giappone, l’America, l’Australia…speriamo di arrivare dappertutto, perchè amiamo così tanto stare in giro, siamo decisamente una live band!
Poi sì, abbiamo il video che dicevi in uscita verso settembre, credo, e sarà un video meraviglioso, che darà un bel calcio in culo a tutti, siamo così fottutamente orgogliosi di quello che abbiamo girato! Comunque sì…direi che l’obiettivo principale, adesso, è andare in tour fino a quando non cadremo stremati!

Credo che ci sarà molta azione nel vostro nuovo video, vista la storia della chitarra in faccia a Karin…

Mah, più che azione direi che ci sono molte donne che fanno festa! (risate) Come ti ho detto, del video ci piace tutto, meno la parte in cui Karin si è fatta male.

Ma come sta adesso Karin?


Sta bene…diciamo, quasi bene: dice che avverte un leggero mal di testa quando cammina, ma si è già lasciata tutta questa storia alle spalle, ed anche lei è prontissima a tornare sul palco: abbiamo già avuto un concerto questa settimana, ed ha suonato come se non fosse mai successo niente.

Ti ringrazio per essere stato con noi Roger, alla fine delle nostre interviste lasciamo sempre spazio agli artisti per un messaggio ai nostri lettori. Quindi, prego: dì pure tutto quello che vuoi!

Certo, grazie! Siamo i Sonic Syndicate, e siamo una band che ama stare in tour: saremo lì da voi in Italia il 5 ed il 6 di novembre, quindi speriamo di vedervi tutti lì. Vi promettiamo energici calci in culo e divertimento!




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