Enslaved (Grutle Kjellson e Herbrand Larsen)
Nuovo disco e nuovo centro per gli Enslaved. Vertebrae è l'ennesimo capitolo di una storia affascinante che, dai primi anni novanta sino ai giorni nostri, non smette ancora di emozionarci. La parola a uno dei due leader storici Grutle Kjellson (basso e voce) e a Herbrand Larsen (tastiere e voce).
Articolo a cura di Stefano Risso - Pubblicata in data: 13/10/08

Ciao ragazzi, comincerei subito a parlare di Vertebrae, il nuovo capolavoro degli Enslaved. Come lo presentereste ai nostri lettori?

Herbrand: Hey! Credo che Vertebrae sia un perfetto mix tra i “vecchi” e “nuovi” Enslaved. È un insieme di aggressività, melodia, growling, voci pulite, assoli, groove e ottimi riff. Qualcuno lo ha descritto come oscuro e intricato, altri melodico e bellissimo. Penso sia un buon album, con una produzione senza tempo e otto belle canzoni. Ritengo sia fondamentale ascoltare il disco per farvi un'idea.

A mio parere, Isa e Ruun erano in qualche modo legati da un filo conduttore, benché fossero dischi con caratteristiche peculiari, ma con Vertebrae avete fatto un ulteriore passo nella vostra continua evoluzione, amplificando ancora di più il vostro spettro musicale...

H: Cerchiamo sempre di creare album differenti dai lavori passati, quindi non abbiamo pensato semplicemente a questo, abbiamo seguito la corrente. Eheh...

Sono fra quelli che descrivono questo album come più oscuro rispetto ai precedenti, ci sono probabilmente meno passaggi spiccatamente epici, a favore di maggiori influenze prog, hard rock e psichedeliche. Sei d'accordo con me?

enH: Non saprei proprio. Non decidiamo mai prima di comporre un album se questo dovrà essere più rock o prog, e per ora Vertebrae è troppo vicino per poterlo analizzare dall'esterno. La gente dice che è un disco molto differente, alcuni dicono che è il più dark e complesso mai realizzato, altri che è il più melodico e facile da ascoltare. Alcuni dicono che è simile e Ruun, altri che è lontanissimo da Ruun. Cerchiamo solo di fare il miglior album possibile!

Dopo tutti questi anni di carriera, come riuscite a comporre sempre musica così particolare e ricca di sfumature?

H: Come ho detto prima, non è qualcosa che decidiamo a tavolino. La musica è energia, emozioni, e noi cerchiamo di elevare la musica a livelli emotivi sempre più elevati. Discutiamo su come deve suonare il disco e sulla produzione da scegliere, ma poi la musica viene naturalmente.

Le note della vostra label che accompagnano l'album, descrivono Vertebrae come un viaggio attraverso la storia della band. Quindi una specie di filo conduttore attraverso tutti i cambiamenti che la musica degli Enslaved ha subito in tutti questi anni... Ed è forse per questo motivo che c'è una vertebra sulla vostra cover? Come a voler simboleggiare una spina dorsale che attraversa tutta la vostra discografia?

H: Il titolo Vertebrae è stato trovato da Ivar (Bjørnson Ndr.) leggendo un'intervista a Tom Waits. Waits discuteva del fatto strano che un topo e una giraffa, nonostante le diversità, erano accomunati per mezzo delle vertebre, della spina dorsale. Questa è stata l'ispirazione da cui è nato il concept di Vertebrae. Credo che si possa dire che il titolo è legato anche alla natura della nostra band. Abbiamo fatto sempre la musica che volevamo noi, non interessa quale, siamo sempre rimasti in piedi, credendo in noi stessi e in quello che facevamo.

I vostri testi sono sempre molto interessanti, purtroppo non ho avuto modo di leggerli. Vuoi parlarcene?

Grutle: Vertebrae è il simbolo estremo della forza mentale e fisica. Nel passato, la gente si riferiva alla spina dorsale per descrivere la forza mentale e i comportamenti di una persona. Le vertebre sono le pietre portanti della colonna vertebrale, ma allo stesso tempo sono importanti per l'equilibrio mentale. Qualcuno le descrive come il collegamento naturale tra biologia e psicologia. Abbiamo utilizzato questo titolo perché si adatta bene ai testi, che trattano più o meno sui diversi aspetti della nascita e della caduta della mente umana. Le lyrics descrivono quanto estremamente fragili siamo quando la nostra mente si scontra col materialismo, con la religione, con la propaganda ecc... Siamo molto deboli quando si analizzano i comportamenti umani, ma ci rimane comunque un grande potenziale nascosto. Questo potenziale talvolta è oscurato da qualcosa, quindi le lyrics parlano dei differenti aspetti di questo argomento, le mie sono più metaforiche e mitologiche, quelle scritte da Ivar sono “psycho-surreali”.

Cosa vi spinge a scrivere musica sempre più “universale”?

G: Abbiamo sempre sentito il bisogno di evolvere la nostra musica, i nostri testi, i concept, e non abbiamo mai fatto un passo indietro tentando di copiare qualcosa fatto da noi in precedenza. Noi riteniamo assolutamente inutile pubblicare lo stesso album dieci volte di fila, e anche parlarne. Abbiamo avuto grandi orizzonti musicali nella nostra ispirazione sin dall'inizio, e le cose si sono evolute naturalmente. Partiamo sempre con una frattura col passato, quando cominciamo a lavorare a un nuovo album. Ci piace la sfida e la pressione che ci creiamo durante la composizione.

Ed è per questo che, anche se ne avreste tutte le possibilità, non rifarete mai più album leggendari come Frost o Eld... Ma soprattutto, avrebbe ancora senso farlo nel 2008?

G: No.

 

en3
 

 

Ok, breve ma chiarissimo! Con Vertebrae si “chiude” un terzetto di dischi che hanno un ruolo particolare all'interno della vostra carriera. Che altre direzione potrete intraprendere col prossimo album?

G: Come ho già risposto poco fa, partiamo sempre da una frattura col passato, e non ci poniamo mai alcun obiettivo sul risultato finale di un nuovo disco. Noi amiamo scrivere musica, e ci piace spingerci sempre verso nuovi orizzonti. Aspettate e vedrete la nuova direzione musicale, questo è quello che facciamo...

H: Tutto quello che posso dire è che il nuovo album sarà differente da Vertebrae. Come suonerà o a cosa assomiglieranno le canzoni non lo so ancora. Non lo saprem fin quando non sarà terminato il lavoro, credo... Sarà il risultato dello stato della band in quel determinato periodo. Non credo che sarà un disco country, ma a parte questo, dovete solo attendere... Eheh...

Analizzando tutta la vostra carriera, si può dire che gli Enslaved sono stati sempre una band sincera,  che non ha mai ingannato o deluso il proprio pubblico, presentando sempre materiale con qualcosa di nuovo da dire. Quello che vi voglio chiedere è se, quando un giorno (il più tardi possibile) vi accorgerete che il vostro cammino sarà giunto al termine, avrete la forza di fermarvi, senza continuare solo per portare avanti il vostro nome, ripetendovi con uscite non più degne degne del vostro nome. Come purtroppo succede a tanti big della scena metal attuale.

G: Credo che ci fermeremo poco prima di morire. So che questo potrebbe annoiare un sacco di persone, e spingerle al suicidio, ma questa è la verità... Eheh...

Bene ragazzi, abbiamo terminato. Grazie mille.

G: Grazie per il supporto in tutti questi anni, spero di vedervi tutti in tour in questo autunno/inverno. Hails from the North star army!
Visitate la nostra pagina MySpace (www.myspace.com/enslaved) e mandateci un messaggio.




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool