Lena's Baedream (Nicola Briganti)
Sono passati un po’ di mesi da quando ebbi l’occasione di conoscere l’album di debutto dei parmensi Lena’s Baedream, ma è comunque con estremo piacere che ho colto recentemente l’occasione per porgere queste domande ad una delle band italiane esordienti con cui mi è capitato di avere a che fare quest’anno. Vi auguro una buona lettura!
Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 23/10/10

Ciao Nicola e Benvenuto! Iniziamo con la domanda base che più base non c’è: ma cosa significa esattamente Lena’s Baedream? Come mai questo nome?

Il significato è duplice può essere inteso come “l’incubo di Lena” oppure “il sogno erotico di Lena” visto che, spesso, le cose sono collegate. Associare ed affidare ad una ipotetica musa dal nome Lena il nostro messaggio musicale era la soluzione più interessante per il nostro tipo di musica e poi l’unicità di un monicker che non ha nessun altro.

E, dopo averci spiegato il nome, proseguo su questa linea chiedendovi: com’è iniziata l’avventura Lena’s Baedream?


E’ iniziata ormai tanti anni fa, nel 2003 per essere esatti, sperimentando e producendo qualche demo successivamente pubblicati nel panorama underground, finché nel 2007, con una formazione ormai collaudata, abbiamo prodotto prima Self Attack  nel 2008, e poi Memo nel 2010 del quale siamo molto fieri perché ci sta dando molto soddisfazioni.

So che siete stati di recente all’Heineken Jammin’ Festival: com’è andata? Spero abbiate vinto il contest!

Ebbene si, siamo riusciti nella titanica impresa di vincere il contest (insieme alle altre band che si sono esibite insieme a noi) e a proporre la nostra musica al festival rock più importante d’Italia…cosa volere di più?
Riuscire ad esprimersi davanti a tutta quella gente è un’esperienza da pelle d’oca!
Dopo tante edizioni vissute da spettatore ad ammirare i proprio idoli, trovarsi al di là delle transenne al fianco di musicisti che hanno fatto la storia della musica…è una sensazione che non ha eguali.

Parlando di soddisfazioni, qual è la più grande soddisfazione che vi siete tolti sinora come musicisti? E quale sarebbe il sogno che vi piacerebbe veder realizzato attraverso la vostra musica?


Come ti ho già raccontato, l’Heineken Jammin’ Festival è stata una delle più grandi soddisfazioni live da quando suoniamo insieme, è nostro obiettivo cercare di riproporci al più presto su quel palco.
Altra bella soddisfazione è vedere che ci sono persone dall’altra parte del mondo che ti seguono e ti sostengono, visto che è un ottimo stimolo per cercare di fare sempre meglio. Il sogno di ogni musicista?…direi riuscire a guadagnarsi un angolino nel panorama musicale Statunitense, e una bella tournè coronerebbe appieno il sogno americano (e, a dir la verità, ci stiamo già lavorando).

 

lenasbaedream_2010_01Direi che è il caso di cominciare a parlare del vostro album d’esordio “Memo”: mi pare di capire che c’è un filo rosso a legare tutte le canzoni tra loro, ci volete svelare il concept dietro al disco?

Quel filo rosso altro non è che l’amore: l’amore è il collante di tutto il disco. Alcuni a prima vista potrebbero pensare che è il solito tema, invece abbiamo voluto raccontare il tema dell’amore dal suo lato oscuro, morboso e doloroso.
Già i titoli sono un manifesto di quello che vogliamo esprimere: la traccia che apre il disco, ad esempio, si intitola “Chewin’ razorblades” (masticando lamette), e direi che è una frase abbastanza eloquente.

Come mai la cover diversa per il mercato internazionale? E come mai su quella internazionale c’è L di Death Note? (se sapete chi è, ma mi pare che siate un gruppo fortemente legato alla tradizione fumettistica, lo percepisco dagli artwork!)

Per il mercato estero abbiamo deciso di collaborare con un fumettista statunitense il quale è rimasto molto entusiasta del nostro lavoro e che ha trovato immediatamente lo spunto per disegnare qualche immagine che successivamente abbiamo deciso di utilizzare per le cover dell’album (per la precisione sono due le copertine realizzate da quell’artista: una per il singolo e l’altra per il full-lenght).
Per questo motivo su iTunes appare una copertina differente. Amiamo sì il mondo fumettistico, e il nostro fumettista credo che abbia fatto un palese riferimento alla serie manga “Death Note”… cosa che, vedo, hai ben colto!

Come mai avete scelto di coverizzare una canzone piuttosto abusata come “Missing” degli Everything But The Girl? Certo, lo riconosco che non è da tutti ottenere l’approvazione di Ben Watt…(il membro maschile del celebre duo inglese n.d.r.)

Andiamo molto fieri della riuscita di “Missing” e delle belle parole spese da Ben Watt…ovviamente, quella e-mail è stata stampata e incorniciata! (risate) Siamo riusciti a farla nostra, suonandola con uno stile che ci rappresenta sempre di più. L’abbiamo scelta perché si adattava perfettamente al tipo di rock che proponiamo e perché ha sempre fatto parte dei ricordi estivi di alcuni di noi. “Missing” è anche un tassello tematico fondamentale del disco, ed è per questo che l’abbiamo scelta ed inserita in “Memo”.

I titoli che mettete alle vostre canzoni sono sempre molto interessanti: racchiudono spesso numeri, simboli, parentesi esplicative, citano il latino, l’astrologia…come li scegliete? E mi spieghi il “D.” sull’ultimo disco cosa significa esattamente?

La scelta avviene sempre in modo naturale, non ci sono forzature..amiamo semplicemente unire lo strano per lo strano. Il background nostro, e in particolare quello di Nicola, arriva da studi classici, per quello ci sono le citazioni latine, mentre “D.” assieme alla “spora” “Wormhole +”, sono i nostro omaggi alla pellicola “Donnie Darko”.

 

lenasbaedream_2010_02
 

Trovo che con Memo siate riusciti ad andare un poco oltre l’indie rock british che era una chiara ispirazione dell’EP “Self Attack”, anche Cristian ha sviluppato un modo di cantare più personale, esorcizzando gli spettri di Molko o Bellamy. Vi chiedo, quindi: avete una vaga idea della direzione presso cui siete rivolti?

Siamo contenti che si noti un cambiamento rispetto ai lavori precedenti, vuol dire che stiamo riuscendo a trovare e lavorare su uno stile che ci sentiamo sempre più addosso. Questo è anche il risultato delle svariate influenze che compongono il background di ognuno di noi.
L’unica certezza che abbiamo è che sperimentiamo e cerchiamo di ottenere un risultato che riesca esprimere al meglio le nostre sensazioni ed al contempo stesso la nostra voglia di spaccare i timpani…per ora direi che è questo che vogliamo fare!

Quali sono i progetti futuri della band? Andare in tour?


Ora stiamo lavorando a un nuovo video che dovrebbe uscire questo autunno, poi stiamo pianificando il mercato estero e stiamo organizzando sì anche dei live. Ovviamente, oltre che in Italia pensiamo di andare a suonare anche in Germania, Inghilterra e, come ti ho già anticipato…perché no, gli States!

Ve lo auguro! Grazie Nicola per essere stato con noi, come nostra consuetudine ti lascio questo spazio a tua completa disposizione per un messaggio ai nostri lettori.

Siamo noi che ringraziamo voi per lo spazio dedicatoci e poi ringraziamo tutti i lettori che ci hanno dedicato questi 10 minuti per la lettura dell’intervista. Non manchiamo mai di ringraziare, inoltre, tutte le persone che ci seguono e ci scrivono tramite i nostri canali ufficiali (myspace, facebook, twitter e youtube).
Grazie! Grazie Spaziorock e Grazie a te, Fabio!




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