Hail Of Bullets (Ed Warby)
Abbiamo raggiunto Ed Warby, batterista degli Hail of Bullets, musicista coinvolto in numerosissimi altri progetti (Gorefest, Ayreon, Star One, ecc...) per parlare del nuovo album del supergruppo olandese, il monolitico "On Divine Winds". Buona lettura.
Articolo a cura di Stefano Risso - Pubblicata in data: 04/01/11

Ciao Ed, come stai? È un grosso piacere averti sulle nostre pagine!

Io sto bene, grazie di ospitarci!

Gli Hail of Bullets sono nati anni fa, ma vorresti spiegare ai nostri lettori perché dei grandi musicisti come voi avete dato vita a un progetto come questo?

Per lo più per divertimento, che ci crediate o no. Io e Stephan (Gebedi, chitarra. Ndr.) siamo amici da anni, ma non siamo mai stati insieme in una band. A un certo punto nel 2004 mi chiese come mi sarei sentito a fondare una band death metal old school con lui, Paul (Baayens, chitarra. Ndr.) e altri ragazzi. La cosa mi sembrava una grande idea, ma poco dopo si sono riuniti i Gorefest e non avevo più tempo a disposizione. Qualche anno dopo me lo chiese ancora e questa volta si è fatto, mi ha presentato Theo (van Eekelen, basso. Ndr.) e Martin (van Drunen, voce. Ndr.), abbiamo bevuto qualche drink e il resto è storia...

Parlando del vostro nuovo album, devo congratularmi con voi ragazzi... “On Divine Winds” è un'altra opera death metal! Nella mia recensione l'ho descritto come “Miglior Album Death Metal 2010”. Quanto è stato difficile realizzare un altro grande album dopo il vostro debutto?

Wow, Grazie! Quando abbiamo cominciato a lavorare su questo disco eravamo consapevoli di dover fare un album migliore del primo, ma se cominci a pensare a questo diventi pazzo. Quindi abbiamo cominciato a lavorare sulle canzoni fino a quando sentivamo di avere buon materiale abbastanza per un album, abbiamo tutti death metal che ci scorre nelle vene e sappiamo istintivamente se una canzone è buona oppure no. Non ho ascoltato il debutto durante la lavorazione di questo album, solamente durante il mixaggio per controllare che il nuovo album fosse pesante abbastanza... e lo era!

hailofbullets_intervista_2011_01_01È chiaro che gli Hail of Bullets suonano e suoneranno death old-school, ma nonostante questo il vostro stile è fresco, coinvolgente, benché non ci siano innovazioni... Credo che questa sia la miglior caratteristica della vostra musica. Sei d'accordo con me?

Sì, credo che ti sia espresso perfettamente. Per me è molto importante che lo stile che suoniamo rimanga lo stesso, eppure deve esserci una sorta di progressione. Molte band cercheranno nuove influenze, o forse aggiungeranno nuovi strumenti, clean vocals o qualcosa d'altro, ma noi cerchiamo di progredire nei dettagli, negli arrangiamenti di chitarra, nel suono, nelle voci, ecc... C'è un sacco di attenzione dietro la nostra musica, anche se suona primitiva e semplice.

Possiamo dire che gli Hail of Bullets sono una “dream team band”, ma come fate a rimanere in contatto? Ho letto che vivete lontani gli uni dagli altri...

Io e Stephan viviamo nella stessa città, ma gli altri vengono da altre parti dell'Olanda. Ci vediamo soltanto durante i concerti o le registrazioni e ci scambiamo molte mail. Dal primo giorno che ci siamo incontrati c'è stato un forte senso di amicizia, gli Hail of Bullets si sentono davvero come una band di fratelli.

Come si svolge il processo di scrittura? Lavorate insieme o vi scambiate solo delle idee via mail, o altro?

Scrivo circa il 70% della musica e di solito spedisco canzoni intere via mail, poi gli altri ragazzi danno la loro opinione e cerco di fare in modo che tutti siano contenti. Quando Paul o Stephan hanno qualche idea di solito vengono nel mio studio e registriamo un demo insieme. Poi facciamo le tab per il resto della band, in modo che possano imparare le parti, non proviamo molto spesso, ma questo è un modo molto efficace di lavorare.

Rispetto il debutto “...Of Frost and War”, ho trovato “On Divine Winds” molto più “monolitico”, come se aveste prestato più attenzione allo svolgimento dell'album nella sua interezza... È vero?

Molto vero. Abbiamo impiegato nove mesi per questo album, per essere sicuri che ogni dettaglio fosse al posto giusto, dai sample di guerra, alla track listing, al mixaggio, tutto doveva essere perfetto. Non sto dicendo che prima stavamo perdendo del tempo, ma l'intero processo di creazione dell'album è stato molto più serio questa volta.

C'è inoltre una vena epica che lega tutti i brani... È legato al concept del disco?

Sì, l'Oceano Pacifico mi ispira immagini differenti rispetto al Fronte Orientale, quindi ci sono più melodie epiche e parti maestose. “...Of Frost and War” suona come fango, carri armati, neve, questo disco suona maggiormente come cielo, aerei, mare, ecc... Spero di averti fatto capire!

Ti ho chiesto questo perché è come se il nuovo fronte, nell'Oceano Pacifico, abbia cambiato leggermente il vostro stile rispetto al debutto... Più parti lente e terrificanti up-tempo, come se fossero attimi di pianificazione e violenti attacchi... (Purtroppo l'interivista si è svolta via mail. Ndr.)

C'è una relazione più forte tra testo e musica in questo lavoro, sono totalmente d'accordo. Credo che “Tokyo Napalm Holocaust” sia l'esempio migliore di questo, se la ascolti ad occhi chiusi puoi quasi vedere cosa sta descrivendo nei testi Martin, migliaia di corpi che bruciano... qualcosa di macabro.

 

hailofbullets_intervista_2011_02
 

 

Gli Hail of Bullets stanno diventando la tua priorità?

Assolutamente, ancora di più da quando i Gorefest si sono sciolti di nuovo. Ho un sacco di cose in corso, ma gli Hail of Bullets sono la mia casa musicalmente. Amo far parte di questa band!

Come riesci a occuparti di questa band e degli altri progetti?

A volte non è facile e richiede un sacco di cura nella pianificazione, ma ce la faccio in qualche modo. Durante le sessione con gli Hail of Bullets ho lavorato a differenti progetti, come il disco dei Demiurg “Slakthus Gamleby” e il nuovo album degli Star One, al momento non sto facendo niente, avrò qualche mese per recuperare energie, ahahah! Prossimamente ci sarà il nuovo album degli 11th Hour, e credo che comincerò a lavorarci all'inizio del prossimo anno.

Ok Ed, grazie mille per questa intervista. Se vuoi puoi lasciare un messaggio a tutti i tuoi fan e ai lettori.

Molte grazie per aver letto questa intervista, e spero che vi ispiri ad ascoltare il nostro nuovo album “On Divine Winds”!




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