Lunocode (Daphne Romano, Paride Mazzoni, Giordano Boncompagni, Francesco Rossi, Perseo Mazzoni)
SpazioRock ha intervistato i Lunocode, una delle band più promettenti del panorama metal italiano. Fra i vari argomenti trattati vi è un interessantissimo approfondimento su "Last Day Of The Earth", ottimo EP del gruppo umbro uscito da poco. Buona lettura!
Articolo a cura di Daniele Carlucci - Pubblicata in data: 11/02/11

(Foto di Gaia Lulin)

 

Ciao ragazzi, vi do innanzi tutto il benvenuto su SpazioRock. Volete iniziare col presentare i Lunocode?

Paride: Ciao! È un grande piacere essere ospiti per la prima volta su SpazioRock!
Siamo un gruppo di amici che hanno un obiettivo in comune e sono interessati in tutto ciò che gravita attorno alla musica, ci divertiamo prima di tutto, cercando però di portare avanti con costanza un progetto importante in cui crediamo.

Daphne: Siamo prima di tutto un gruppo di grandi appassionati di musica, musicisti che si immergono completamente in ciò che fanno e che lo fanno con trasporto, impegno e serietà: tutti elementi da cui non si può prescindere se si vuole fare musica propria e concludere qualcosa. Io sono nel gruppo solo da due mesi e per questo posso darvi un’idea di ciò che vuol dire avere a che fare con i ragazzi del gruppo: sono saldi nei loro obiettivi, ma intelligentemente disposti al dialogo e capaci di valutare quando la proposta di un cambiamento può essere valida; sono accoglienti e disponibili, ma giustamente esigenti…insomma…siamo entrati in sintonia da subito!

Torniamo alle origini della band, quindi parliamo un attimo degli Anima. Com'è iniziata la vostra avventura? Qual è stato il percorso che vi ha condotti fino a qui?

Paride: L'avventura degli Anima è cominciata, come le più belle avventure, quasi per caso: siamo tutti ragazzi appassionati di musica fin da piccoli, ma prima di formare gli Anima non avevamo praticamente mai avuto esperienze con altri gruppi; soltanto io e Francesco abbiamo suonato per un paio di mesi con dei nostri amici senza però mai approfondire. Perseo addirittura non suonava ancora, ma  insieme, con la mia chitarra e delle batterie elettroniche, facevamo continui esperimenti con pezzi strumentali. Un giorno di fine agosto 2004 poi si è deciso ad acquistare una batteria, il giorno dopo eravamo con due nostri amici d'infanzia Giordano e Francesco a provare “Hunting High And Low” degli Stratovarius in garage... ovviamente con risultati incommentabili... (strizza l'occhio, ndr.)
Fatto sta che da quel giorno non abbiamo mai smesso di suonare; abbiamo cercato una voce ed un anno dopo abbiamo fatto il nostro debutto al Roccolo Park Festival di San Giustino, con sette cover fra Stratovarius e Yngwie Malmsteen, poi con il tempo abbiamo cominciato a scrivere pezzi originali che era il vero obiettivo comune del gruppo, ed eccoci qua..

La vostra musica è il giusto mix tra la tecnica del prog e la potenza del power metal. Come è nato e come si è sviluppato il vostro sound?

Paride
: Ognuno di noi ha gusti personali ed a volte molto diversi fra loro. Questo, se preso nella maniera giusta e con la giusta apertura mentale, può essere un vantaggio enorme: ognuno può portare, derivanti da un genere magari quasi sconosciuto agli altri, delle soluzioni interessanti e delle idee nuove. Ovviamente bisogna essere abbastanza aperti musicalmente perchè all'interno dei Lunocode ci sono gusti veramente vari, dalle varie sfumature del metal fino ad arrivare alla musica elettronica ed all'R'n'B; nei lavori che seguiranno “Last Day Of The Earth”, infatti, ci sarà un notevole cambio di sound, che sarà più orientato al progressive e sempre meno al power, cercando però di mantenerne la potenza in alcuni frangenti.

Da poco c'è stato un avvicendamento alla voce, con Daphne Romano che ha sostituito Cecilia Menghi. Come mai questo cambiamento? E cosa cambia ora nel sound della band?

Francesco
: A volte quando non c’è più una perfetta sintonia nella band e con i programmi da seguire per intraprendere nuove strade è meglio fare un cambiamento che possa portare serenità sia nella persona che lascia sia nella band stessa. Così la nostra strada si è separata da quella di Cecilia. Non perdendo tempo prezioso ci siamo messi alla ricerca di una cantante che si adattasse al nostro nuovo sound e verso fine 2010 siamo entrati in contatto con Daphne Romano che ora è la nostra nuova singer.

Daphne (cosa cambia nel sound della band?): Io e Cecilia veniamo entrambe da generi pregevoli, ma molto diversi tra loro e ciò comporta anche differenze di impostazione vocale e di interpretazione dei brani. Paragonando i brani dell’EP “Last Day Of The Earth” a quelli in lavorazione, ho percepito un cambiamento di fondo già a livello compositivo-musicale: la gran parte dei pezzi è stata composta quando io ancora non c’ero, senza influenze da parte del mio stile. Ma l’approccio che io ho ai pezzi è coerente con i cambiamenti che i ragazzi cercavano quando mi hanno contattata: tutto ciò comporta una ancor maggiore attenzione alle dinamiche interpretative (a livello strumentale e canoro), vincolate agli stati d’animo umani e una virata verso atmosfere alternativamente più cupe.

Il vostro EP "Last Day Of The Earth" mi ha destato una buonissima impressione e fa salire la curiosità e l'attesa per l'album vero e proprio. Quando avremo la possibilità di ascoltarlo? E come sono nati i brani che lo comporranno?

Perseo: Innanzitutto mi fa piacere sentire che l’EP sia piaciuto. L’album full lenght vedrà la luce tra qualche tempo, non so specificarti però quando di preciso. In realtà abbiamo pressochè finito la fase compositiva di tutte le nuove canzoni ed a breve inizieremo il lavoro sulle pre-produzioni che, però, stimiamo sarà piuttosto lungo, visto che l’album in questione è un progetto molto ambizioso, un concept album con una storia molto particolare e tanti tanti minuti di musica…realizzare un prodotto come questo ovviamente significa lavorare tantissimo e spendere tanto tempo dietro ai dettagli. Proprio per questo stiamo pensando di fare uscire un altro lavoro, più piccolo, tra “Last Day” ed il full lenght. Ulteriori dettagli, però, potremo rilasciarli solo tra qualche tempo!

lunocode_2011intervista_1breakL'artwork di "Last Day Of The Earth" ha focalizzato la mia attenzione perchè, nonostante la sua semplicità, è molto espressivo e "racconta" molto di più che un semplice paesaggio. La sensazione è quella di pace e tranquillità, ma è forse solo la quiete prima della tempesta. Mi spiegate bene il concept che lega i brani dell'EP?

Perseo: Innanzitutto ti ringrazio per le parole sull’artwork, mi fanno molto piacere perché hai proprio colto in pieno il senso del dipinto stesso. In effetti, poi, il parallelo “concept/artwork” sussiste anche perché l’immagine della copertina è in realtà descritta pure nel primo verso della canzone “Heart Of The World” (“I’m staring at the sunset in silence in this autumn evening / On the top of this hill sitting in the grass everything is whispering Infinity…”). E’ un mio pallino legare, tramite piccoli dettagli, la musica alle parole ed alle immagini!
Per quanto riguarda il concept vero e proprio posso provare a spiegarlo. Come recita la breve introduzione al disco riportata nel libretto, l’uomo è in cerca di qualcosa e questa ricerca va avanti da tanto, tanto tempo. Essa avviene in vari modi e si ripete per ogni persona in maniera leggermente diversa ma, in fondo, mantenendo sempre le stesse caratteristiche di base. Questa, quindi, continuerà indefinitamente, anche per le nuove generazioni, perché essa ricomincia daccapo per ogni nuovo essere vivente che viene al mondo e che sarà quindi costretto a seguire gli stessi passi…fino alla fine della nostra Terra.
Nei primi anni della nostra vita viviamo in un mondo perfetto, non abbiamo ancora esperienza di tante cose (belle ma soprattutto brutte) e viviamo in una sorta di “stato di grazia”. Con il procedere degli anni, però, arriva, prima o poi, sempre, un momento in cui cadiamo da questo stato di grazia per via di un qualche evento traumatico (Flow, My Tears) che rivoluziona completamente la nostra vita e le nostre convinzioni. La reazione, di solito, è quella di sentirsi cadere in un vortice di pensieri negativi: niente ha più senso, la vita non è più nulla di speciale e ci sentiamo ingranaggi di qualcosa di più grande di noi, di un qualcosa di oscuro (Universal Plan) che cerca di soffocarci. Siamo semplici numeri in una lista, polvere senza importanza.
Continuando con queste riflessioni, tuttavia, ben presto si arriva a capire che non è esattamente questa la verità: in realtà siamo sì esseri piccoli ed in apparenza insignificanti se rapportati all’ Universo intero, ma siamo dotati di intelligenza e di emozioni e questi due aspetti sono le cose che ci rendono “forti” e capaci di estrarre un senso dal caos. L’uomo è per sua natura portato verso le stelle e da sempre scruta l’Universo: facendosi domande sull’Universo e cercando di comprenderlo riesce in realtà a comprendere meglio se stesso e la sua società, riesce ad andare oltre i confini delle carte geografiche e riesce a concepire il mondo come uno spazio unico, senza confini, dove tanti pezzi di Universo (che saremmo noi stessi e tutte le altre forme di vita del cosmo intorno a noi) interagiscono e vivono insieme, in una danza unica e maestosa di creazione e distruzione, di vita e di morte. Possiamo capire, quindi, come il seguire le nostre emozioni e la nostra anima sia l’unico modo per vedere riflesso il nostro volto nel volto degli altri esseri viventi e vivere insieme a loro i nostri giorni, con una presa di coscienza che ci innalza ad un livello superiore (verso il "cuore del mondo") e ci permette di vivere senza sprecare il nostro tempo (Heart Of The World).
Siamo quindi arrivati al punto di comprendere come tutto l’Universo danzi in una danza cosmica fatta di creazione e distruzione, di nascite ma anche di malattie e di morti o in generale di eventi tristi e negativi; siamo arrivati a comprendere, però, come in realtà tutto abbia un senso e come tutto sia indispensabile per far si che il mondo stesso esista. Anche l’evento traumatico che ci ha fatto cadere dal nostro stato di grazia, quindi, possiamo rileggerlo a fronte della nostra nuova concezione del mondo. Rimane un evento triste, sì, ma possiamo non disperarci più. Una volta capito che l’Universo è uno solo ed al suo interno le cose non vengono mai veramente distrutte ma cambiano solo di forma, anche la morte ci appare sotto una rinnovata luce: le persone che abbiamo perso sono in realtà tutte intorno a noi, i loro atomi viaggiano liberi negli spazi cosmici oppure vanno a formare nuovi oggetti o esseri viventi, perché sono tornati al “mare ondoso” che è il cosmo e la loro energia viene assorbita nuovamente ed utilizzata da nuovi processi, senza i quali l’Universo stesso non potrebbe continuare ad esistere. Siamo malinconici, ora, sì, ma non più disperati: possiamo nuovamente pensare al passato e farlo, stavolta, con il sorriso sulle labbra (Silent Thoughts).
Questo è stato il nostro percorso, ma è così per ogni persona e per ogni nuovo essere vivente dell’Universo. Tutto questo andrà avanti per sempre.

In Italia vengono continuamente tagliati i fondi alla musica e sembra che questa sia solo una scocciatura per chi deve decidere dove destinare le risorse del Paese. In Svezia, ad esempio, i giovani ragazzi che vogliono suonare sono incentivati e appoggiati pienamente. Personalmente penso che il problema qui in Italia stia alla base e cioè dipenda da una mancanza enorme di cultura musicale: mi piacerebbe sapere il vostro pensiero a riguardo. E inoltre, cosa si potrebbe fare per tentare di cambiare le cose?

Giordano
: Purtroppo siamo in Italia, paese dedito soprattutto alle tradizioni popolari. Lentamente qualcosa si muove ma la cultura musicale è ancora relativamente bassa. Questo è dovuto, credo, non al disinteresse per certa musica da parte della gente, ma prevalentemente al fatto che strumenti che sarebbero ottimi per diffondere cultura in generale, come TV e radio, dagli anni '50 in poi fino ad oggi sono stati sommersi solamente da un certo tipo di musica, di più facile ascolto e sulla quale si riesce a guadagnare più facilmente, tralasciando completamente altri generi, che sono magari anche più rappresentativi di quello che è l'arte musicale moderna. Oggi però, grazie a strumenti come internet, la realtà sta cambiando radicalmente: ci si informa su quello che si vuole e la comunicazione e diffusione è divenuta rapida se non immediata. Si ha in mano uno strumento che, se ben usato (e sottolineo se ben usato), può essere il vero asso nella manica per divulgare cultura, non solo musicale. Siamo lontani dai paesi scandinavi, ma vedendo il cambiamento della gente dagli anni '90 ad oggi, con il boom di internet, penso che qualcosa cambierà anche qua da noi, in positivo. Poi beh, dei giovani svedesi, che sono pure finanziati, sinceramente non sapevo nulla...che dire: beati loro!! (sorride, ndr.) Io e tutti i Lunocode ci stiamo facendo in quattro per portare avanti il gruppo nel migliore dei modi.

Francesco
: In Italia purtroppo la cultura musicale è sempre ancorata alle solite facce. Basti guardare le trasmissioni televisive in ambito musicale dove vengono invitati i soliti personaggi, oramai datati, che non hanno più nulla da dire. Non si da molto spazio all’underground e questo è un male in quanto le band non trovano molte chance per esprimersi. Anche nella nostra dimensione, il metal, è tutto invariato, limitato ai soliti gruppi (che sono anche pochi) e la possibilità di emergere diventa molto difficoltosa. Tutto ciò, come ho ripetuto diverse volte, non può giustificare un mancato tentativo del gruppo a fare il salto di qualità e quindi ad impegnarsi in un progetto serio e non discontinuo. L’importante è sempre portare avanti il lavoro in cui si crede senza demordere. In Italia la possibilità è limitata, ma se una band ha delle qualità penso che prima o poi qualcosa di bello arriva. Tutto sta alla coesione comune, che è la forza principale per fare il passo decisivo.

lunocode_2011intervista_2breakAltra considerazione, seguendo un po' il discorso precedente. Ma è possibile che in Italia ormai per avere successo si debba passare da X Factor o Amici? Qual è la vostra idea di questi talent-show?

Francesco: Io non seguo molto i talent show, però posso dire che fino ad adesso nessuno dei presunti talenti impegnati in queste trasmissioni ha avuto un vero seguito in ambito musicale. In questi show si mostra la bravura nell’eseguire delle canzoni, ma comporre è un’altra cosa. E’ come un calciatore che è bravo a fare tanti palleggi ed è tecnicamente incredibile, ma quando va in campo con la sua squadra non fa un passaggio in fila all’altro. Così nella musica; il talento lo si misura dalla bravura e competenza nella composizione. Avere una bella voce o essere veramente bravi a suonare il proprio strumento è sicuramente un ottimo punto di partenza, ma se le idee scarseggiano si rimane fermi e le soddisfazioni, quelle vere, non arriveranno mai. In conclusione, questi programmi tipo X Factor o Amici, sono un ottimo trampolino di lancio per farsi notare in TV, ma non migliorano certo le qualità dell’artista. Se hai talento lo dimostri facendo musica e basta, non cantando delle cover in televisione.

Cosa consigliate alle giovani band italiane che suonano metal?

Giordano: Penso che da consigliare ci sia poco, alla fine ognuno fa le sue scelte a seconda delle proprie convinzioni. Bisogna però puntare veramente in alto, come idea di base, per ottenere qualcosa, anche solamente minima. Occorre rimanere sempre attivi, bisogna correre, se stai fermo per troppo tempo, sei fuori. Gestire una band è come portare avanti un’azienda: per farla girare al meglio sono richiesti investimenti notevoli, molto lavoro, tempo ed inventiva.
La questione organizzativa/manageriale della band poi, cosa fondamentale ma che spesso viene sottovalutata, è una cosa da curare nei minimi dettagli. Per il resto, come si suol dire, se la stoffa ce l’hai un buon sarto alla fine lo trovi, ne sono convinto! Altro consiglio: suonate comunque molto ed esercitatevi sempre il più possibile! Shred on!

Tra le band da cui traete maggiore ispirazione ho letto esserci anche i Dream Theater. Come avete accolto la notizia clamorosa dell'allontanamento di Portnoy?

Giordano: Mi è dispiaciuto molto, non me lo sarei mai aspettato sinceramente. Portnoy ha il suo sound caratteristico, è parte integrante della band. Se anche i Dream Theater hanno di questi problemi allora è proprio vero che di certo al mondo non c’è davvero nulla: sicuramente avrà avuto i suoi buoni motivi per allontanarsi e di certo non li sapremo mai con precisione.

Francesco
: I Dream Theater sono la mia band preferita. Mi è dispiaciuto molto per la dipartita di Mike Portnoy perché era una grande presenza e un fondatore del gruppo. Non so chi sarà il sostituto ma certo i Dream Theater li guarderò con un occhio diverso! Sono un grande fan, li seguo sempre quando vengono in Italia, adoro tutti i loro dischi, anche quelli più recenti. Il fatto di vederli senza Portnoy mi rattrista e non so se andrò a vederli la prossima volta che verranno da queste parti. Comunque sia, ascolterò il loro prossimo lavoro con molta curiosità, dato che Portnoy influiva molto nel modo di scrivere all’interno del gruppo.

Quale sono gli obiettivi futuri dei Lunocode? Dopo l'album il tour?

Daphne
: Per adesso abbiamo fissato solo tre date, per restare concentrati sulla composizione. Inoltre sono entrata nel gruppo solo da due mesi e l’intera band desidera curare la prestazione live, conferendole ancora più amalgama e rendendola ancora più incisiva. Le registrazioni dei brani a cui stiamo lavorando sono previste per il periodo estivo, quindi pensiamo di intraprendere un tour in varie zone d’Italia probabilmente già dall’autunno 2011.

L'ultima domanda la lascio totalmente a voi. Chi sono i Lunocode al di fuori della musica?


Francesco: I Lunocode sono un gruppo di ragazzi, e come tutti i ragazzi hanno oltre la musica i loro interessi ed i loro hobby, molto comuni tra di noi devo dire. Siamo molto uniti, ci vediamo spesso anche dopo le prove, ci sentiamo tutti i giorni per portare avanti il nostro progetto ed alcune volte ci ritroviamo per una cena o una bevuta tra amici. Abbiamo molti interessi affini tra di noi e quindi la convivenza è pacifica e cordiale. Ovviamente capitano degli scontri, la maggior parte delle volte per la stesura dei pezzi, ma questi scontri sono costruttivi e cerchiamo di arrivare ad una decisione comune, indispensabile per proseguire il nostro cammino.

Ok ragazzi, è tutto. Vi ringrazio per la vostra disponibilità e per l'intervista. Vi faccio un grosso in bocca al lupo per il futuro e vi lascio la parola per mandare un messaggio ai vostri fan e ai lettori di SpazioRock. Grazie!

Perseo: Grazie a voi per l’interessante intervista. Vorremmo semplicemente salutare e ringraziare tutti gli amici che ci hanno dato e ci stanno dando supporto durante questa avventura e vorremmo anche ringraziare tutti quelli (e sono molti, possiamo proprio dirlo con soddisfazione) che apprezzano la nostra musica, ci seguono e per questo ci spronano a fare sempre meglio!
Vorremmo ricordare, poi, che il nostro EP “Last Day Of The Earth” è disponibile in tutti i maggiori store digitali (iTunes, Amazon, Zune, Napster ecc.) e nello shop online di Spider Rock Promotion (http://www.spiderrockpromotion.it/shop) in formato digitale. Tutti quelli che acquisteranno l’album dallo shop di Spider Rock, inoltre, troveranno incluso anche un PDF con tutto l’artwork pronto per la stampa. Il disco è già disponibile in formato digitale in quanto è uscito il 20 gennaio scorso ma, a breve, metteremo in vendita, sempre tramite shop Spider Rock Promotion, anche le copie fisiche e tutto il nostro merchandise (troverete tutto anche su eBay). Un saluto a tutti i lettori ed a prestissimo per altre news, abbiamo tante novità in cantiere!




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