House Of Lords (James Christian)
“Big Money” è il nuovo disco degli hard rockers House Of Lords e, visto che è anche un “big record”, abbiamo colto l’occasione per raggiungere James Christian e fargli qualche domanda. Pronti a leggere cosa ha voluto dirci? Allora, buona lettura!
Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 19/09/11

Dai “Sogni di Cartesio” ai “Bei Soldoni”: perché avete scelto il denaro come tema portante del vostro disco? E perché, in particolare, credi che siano “la radice di tutti i mali”, come chiaramente dici nell’introduzione della titletrack?

Il denaro direi che non è il tema principale di questo disco, è solo la prima traccia che apre il lavoro. La canzone parla principalmente di corporazioni ed avarizia personale: viviamo in una società dove i soldi sono L’Obiettivo principale, e non importa come lo raggiungiamo o come arriviamo a possedere tutto questo denaro. E’ stato detto che i soldi non possono comprare la felicità…questo è vero, ma certamente hanno dalla loro il potere. La frase per cui essi sono “la radice di tutti i mali” è un detto universale che molti utilizzano, mi sembrava semplicemente appropriato come introduzione per la canzone.

Ed un mondo senza soldi…come credi che potrebbe essere?


Non può, semplicemente, succedere. Non credo davvero che un mondo senza soldi potrebbe essere in un qualche modo possibile, ma credo che un mondo senza avarizia sarebbe migliore.
 
Ci sono sempre questa sorta di temi alternativi alla classica canzone d’amore di stampo AOR nei vostri ultimi dischi…in questo momento, penso anche a “Desert Rain” presente su “Cartesian Dreams”. Sono importanti per voi questi temi? Forse un giorno avremo un disco a firma House Of Lords pieno di canzoni incentrate sulla società o la politica?

No, non faremo mai un intero disco incentrato su temi sociali e politici, sarebbe così noioso! Diciamo che amo gli album che hanno una diversità: troppo di qualsiasi cosa non fa mai bene.

“One Man Down” è una traccia che certamente spicca nel vostro nuovo disco, con le sue influenze country e blues. Com’è nato questo brano?

Avevamo per le mani la classica canzone acustica, ed io sapevo esattamente quello che volevo ottenere da essa. Ho mandato la traccia a Jimi (Bell, chitarrista degli House Of Lords n.d.r.) e lui se n’è uscito con questi riff mostruosi, e come per magia tutto si è unito assieme. Mi piacerebbe davvero molto che tutte le nostre canzoni potessero essere così facili da mettere insieme come è successo per “One Way Down”!

Musicalmente parlando, “Big Money” mi sembra in un qualche modo più oscuro rispetto a “Cartesian Dreams”, anche se entrambi i dischi sono ugualmente solidi. Che ne dici?

Se il disco mi sembra oscuro? Non direi…forse trovi sia così per brani come “Blood” e “Livin’ In A Dream World” ma, a parte questo, non direi che questo disco sia particolarmente più oscuro rispetto ai precedenti.

Con “Big Money”, avete fatto tornare come immagine principale di copertina i simboli della nobiltà a voi tanto cari, grifoni e blasoni soprattutto. Perché questi simboli sono così importanti per voi? Solo perché rimandano chiaramente al vostro nome, o c’è qualcos’altro dietro?

Quello a cui tu ti riferisci è il nostro logo, creato da un artista sul nostro primo cd e lo abbiamo sempre utilizzato per le copertine dei nostri cd o delle nostre foto promozionali, è come se fosse un trademark. Tra le altre cose, mi piace sempre come appare allo sguardo, ed è anche la nostra maglietta più venduta; quando siamo in tour, facciamo sempre due tipi diversi di t-shirts: quella che promuove il cd, ed una semplice in bianco e nero con il logo. La t-shirt col logo esaurisce sempre.

Credo davvero che possiamo dire che con “World Upside Down” – meglio: con “Come To My Kingdom”, gli House Of Lords è come se fossero rinati. Tornando con la mente all’epoca della vostra seconda incarnazione come band, cosa ti ha spronato a tornare con questa energia?

All’epoca ero perfettamente consapevole che i tempi erano giusti per poter tornare a registrare di nuovo, in particolare quando ho capito che c’era un discreto mercato per la musica Melodic Rock. Poi, era una mia prerogativa non tornare a registrare dischi senza la consapevolezza di essere capace di poter fare qualcosa di meglio o, quantomeno, buono rispetto a quanto fatto in precedenza.

 

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Mi piace davvero il lavoro alle chitarre di Jimi Bell, in particolare i suoi assoli così squisiti. Puoi parlarmi un poco di come avete registrato le chitarre sul vostro nuovo disco?

Guarda: Jimi è un po’ uno che si arrangia, per cui lui suona ed io, semplicemente, registro. Lui possiede questo istinto naturale che lo porta a suonare il suo strumento con un’energia che può essere non solo ascoltata, ma anche sentita. Quando sai di avere in squadra un chitarrista così bravo, sai anche che devi lasciargli fare il suo lavoro.

Hai lavorato un poco anche con l’orchestra in passato, in questo momento penso alla “Purgatorio Overture” ed all’inizio di “Cartesian Dream”…hai mai pensato di poter lavorare appieno con l’orchestra in un’opera di rock sinfonico?

Non ci ho mai realmente pensato, ma a dire il vero suona estremamente interessante, perché mi piacciono molto le orchestrazioni. Anche se devi stare sempre molto attento a non farle suonare troppo zuccherose: l’orchestra dovrebbe essere sempre decisa e maestosa.

Hai lavorato con una grandissima varietà di artisti della scena Melodic Rock durante la tua carriera. Chi di loro ricordi con più piacere e perché?

Direi Tommy Dendander, un autentico talento, e quindi Michael Bolton, un amico con cui sono cresciuto nel Connecticut. Poi, sicuramente, mia moglie Robin Beck, ma ce ne sono molti altri che potrei menzionarti.

E con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?

Con chiunque si mostri creativo, visto che non sono un fan dello stile di scrittura “Fabbrica biscotti”. C’è molto fermento, attualmente, nella scena Melodic Rock, ciò che ti posso dire è che sono orgoglioso che negli House Of Lords non dobbiamo continuare a scrivere sempre la stessa canzone in continuazione. Quindi, finché gli artisti rimarranno creativi, sarà per me un piacere ed un onore poter collaborare con loro.

Sei già stato un po’ di volte in Italia in tour con gli House Of Lords. Cosa ne pensi dell’Italia e del pubblico italiano?

Pubblico italiano? Ho una sola parola per definirlo: “Magnifico!” (lo dice proprio in italiano n.d.r.). Amo suonare in Italia, perché è la mia patria, visto che sono totalmente italiano ed ho ancora molti parenti che vivono lì.

Che bello sentirtelo dire! Purtroppo, però, il temo a nostra disposizione è scaduto, quindi: prenditi pure questo spazio per un messaggio libero ai nostri lettori!


Vorrei ringraziare tutti i nostri fan che hanno supportato gli House Of Lords. Noi cerchiamo di fare sempre del nostro meglio per loro, e loro riescono sempre a restituirci il loro meglio.




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