Blackmore's Night (Ritchie Blackmore, Candice Night)
Dopo dieci anni sulle tracce del chitarrista numero uno al mondo, Ritchie Blackmore, e della sua meravigliosa consorte, Candice Night, siamo riusciti a metterci in contatto con entrambi per fare il punto della situazione e per tracciare una sorta di bilancio di tre lustri in pieno rinascimento. Per il sottoscritto, anche se da giornalista comprendo bene che quanto sto per scrivere suoni come tirarsi la zappa sui piedi, intervistare i Blackmore’s Night è un punto d’arrivo. Già, perché quando capisci di avere a che fare coi protagonisti di  quella che in musica reputi essere la “formula perfetta”, poi non ti serve altro, hai raggiunto quel puntino che da tempo vedevi lontanissimo all’orizzonte. Passiamo oltre: vi lascio allo scambio di battute coi due menestrelli che abbiamo intercettato tra una data e l’altra dell’ultimo magico tour tenutosi in Germania e vissuto in prima linea da SpazioRock… Down at the renaissance faire…
Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 26/09/11
Traduzione a cura di Elisa Bonora per Italian Blackmore's Night Official Fan Club

Ciao Ritchie e ciao Candice, tutto è cominciato nel 1996 poco prima di pubblicare Shadow Of The Moon. Gli addetti ai lavori non credevano ad un progetto rock rinascimentale eppure, dopo 15 anni, girate ancora il mondo proponendo solo musica che vi esce dal cuore… con il benestare di fan tra i più fedeli e felici del mondo. Possiamo tracciare una sorta di bilancio di questi “primi” quindici anni di Blackmore’s Night?


Candice: Fino ad ora è stato un viaggio incredibile. Tutte le esperienze sono state meravigliose e ci hanno insegnato qualcosa. Continuiamo a crescere come band, nel nostro songwriting e come musicisti che suonano strumenti antichi sconosciuti, e i nostri orizzonti si ampliano passo dopo passo.

Ritchie: È una sfida, ma molto gratificante. È un nuovo genere di musica, quindi non puoi metterti lì a copiare altre cose come fanno molte altre band. Devi essere originale. E nessun altro fa questa musica. La gente o è purista, o non è proprio interessata a questa musica. Non mi piace tutto questo conformismo che pervade gran parte della musica di oggi. Tutti copiano quello che sentono fare dalle altre band solo per entrare nelle classifiche.

E quello dei Blackmore’s Night è davvero un nuovo genere musicale: Renaissance Rock, molto Renaissance e poco Rock negli ultimi dischi a dire il vero, che ha segnato una svolta epocale nella carriera di entrambi dopo la chiusura del capitolo Rainbow. A proposito, quindici anni andrebbero festeggiati a dovere: avete in mente qualcosa di speciale oppure siete già concentrati sui prossimi concerti e sul nuovo album?

Candice: Non ci eravamo neanche accorti che fossero passati quindici anni! Tendiamo a festeggiare ogni giorno, quindi non abbiamo veramente bisogno di un’occasione o di una ricorrenza per fare festa.

Qualcosa di speciale, però, vi è stato donato dal cielo e si chiama Autumn Esmeralda. In che modo è cambiata la vostra vita dopo la nascita della bimba
?

Candice: Lei ha portato moltissima gioia nella nostra vita. Suona la chitarra di papà da quando aveva due mesi. Suona anche l’armonica e le piace ballare e cantare. Fa innamorare istantaneamente tutti quelli che la conoscono. Ha il viso di un angelo, ma ha un lato monello come suo padre. E ci fa ridere moltissimo tutti i giorni con le cose o le espressioni che fa. Per noi è una vera benedizione.

A proposito, ora Ritchie sarà costretto a dividere il letto non più solo con la sua Fender Stratocaster, ma anche con la sua Autumn Esmeralda…

Candice: È più probabile che divida il letto con i gatti. Io in qualche modo finisco per essere sempre spinta nell’angolo opposto del letto e non ho spazio. Ad Autumn piace la sua culla e l’orso e la rana di pezza con cui dorme, quindi è molto contenta di stare nella sua stanza. Ciascuno ha il proprio spazio prediletto.

La natura, la spiritualità, la musica… sono valori che vi contraddistinguono e che intendete impartire alla vostra bella Autumn?

Ritchie: Sì.

Candice: Certo! Le piace già sentire il vento sul viso e la pioggia sulle mani. Ascolta il suono degli uccelli quando usciamo. Si sente attratta e affascinata dagli animali e dalla natura. Quando crescerà sguazzeremo nelle pozzanghere, ci butteremo nei mucchi di foglie e faremo i pupazzi di neve. Che avventura!

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"Autumn Sky" è dedicato a vostra figlia, magari il prossimo disco dovrete dedicarlo ad un figlio maschio. Come lo intitolereste?

Candice: Viviamo sempre nel momento presente, non facciamo piani per il futuro, quindi, semplicemente, se succederà vedremo!

A proposito di "Autumn Sky", musicalmente è un disco ben fatto ma a mio parere meno convincente dei grandi capolavori che siete riusciti a pubblicare in passato. Rispetto ai lavori precedenti come lo valutate?

Ritchie: Mi è sembrato un album molto buono, ma penso che siano molto buoni anche quelli precedenti. Fra cent'anni li troverò ottimi.

Candice: Penso che ogni cd sia un’istantanea di quel momento in cui l’abbiamo realizzato. Una vera rappresentazione del momento che stavamo vivendo.

E a proposito di capolavori, i primi quattro dischi sono storia. Mi chiedo se un giorno ci sarà mai la possibilità di vedere un concerto dei Blackmore’s Night con la scaletta incentrata esclusivamente sui brani che vanno da "Shadow Of The Moon" a "Ghost Of A Rose".
 
Ritchie: Sì, le suoniamo spesso.

Candice: Ritchie cambia la setlist ogni sera, quindi non sappiamo mai quali canzoni vorrà farci suonare né da quale cd le sceglierà. Fa tutto parte dell’emozione di essere sul palco con lui!

Anche gli album successivi sono grandiosi. "Secret Voyage" mi ha colpito in modo particolare, perché nel vostro periodo di massima popolarità, avete pubblicato un album ancor più dedito all’antichità e alle melodie tradizionali. Questo a conferma che non avete mai scritto un disco per fini commerciali, è così?

Ritchie: Sì. Le persone che avevo intorno quando ho iniziato il progetto pensavano che non fosse una buona idea perché non era fatto per soldi. Ma sono stato a lungo in una band che era una mostruosa macchina da soldi, e volevo finalmente fare qualcosa per me stesso.

E questa dichiarazione smentisce drasticamente tutti coloro che, ancora oggi dopo quindici anni, pensano che Ritchie Blackmore sia stato in qualche modo “plagiato” dalla bella Candice al fine di abbandonare i Rainbow e di fondare una band con lei. Se qualcuno non se ne fosse accorto, già con “Sixteenth Century Greensleeves” pubblicata nel 1975 coi Rainbow al debutto, Ritchie già idealizzava il suo componimento rinascimentale. In questi anni avete avuto tantissimi cambi di line up e da tempo avevo una domanda in serbo per voi: perché avete scelto di non spiegare mai ufficialmente quali sono stati i motivi dei vari allontanamenti? Molte persone si sono affezionate col tempo ad alcuni musicisti quali Tudor Rose, Lady Nancy & Madeline e a molti altri…


Ritchie: Non è di alcuna importanza né di interesse per la gente. L’ho già fatto troppe volte. Alla fine ciò che conta è solo il risultato finale, la musica.

Sir Robert of Normandie è il musicista che il pubblico rimpiange di più. Potete dirci come sta e in quali rapporti siete rimasti?

Ritchie: È un grande amico e un grande chitarrista e bassista e ci sentiamo ancora. Si è trasferito in un altro stato e voleva trascorrere più tempo a casa con sua moglie e i figli.

Ora siete in Germania per il tradizionale tour di castelli e borghi medievali e anche noi dall’Italia, ci saremo come ogni anno. La dimensione dei castelli è fantastica, molto più di quella teatri: perché in Italia non si riesce ad organizzare nulla di simile pur avendo a disposizione i castelli più belli e suggestivi del mondo?

Ritchie: Una sola parola: promoter.

Candice: Sfortunatamente è così. Cercare di organizzare un tour in Italia è incredibilmente difficile. Se a questo si aggiunge il fatto che vogliamo suonare in bellissimi castelli anziché in locali rock diventa quasi impossibile.

blackmoresnight_intervista_2011_02E a proposito di live, lasciando da parte lo splendido “Castles & Dreams” e l’ottimo “Paris Moon”, vorrei regalare un po’ di spazio al meraviglioso “Past Times With Good Company”, un doppio cd che ancora oggi fotografa alla perfezione, grazie anche ad una produzione fantastica, quello che sono i Blackmore’s Night dal vivo. Che ne pensate?

Ritchie: Era ok per quel momento, ma possiamo fare molto meglio.

Candice: Registreremo un nuovo cd e dvd live, speriamo quest’anno.

Portiamoci un po’ avanti: potete già anticiparci qualcosa sul successore di "Autumn Sky"? Ha uno stile che si avvicina ad uno dei suoi predecessori? Se sì, quale?

Ritchie: Non ne ho idea, io suono secondo il mio stato d’animo del momento e registro ciò che mi esce quel giorno.

Candice: Sì, ma poiché non pubblicheremo cd quest’anno farò uscire il mio album solista, "Reflections". Il singolo "Gone Gone Gone" viene già trasmesso in Italia.

Candice, il mio disco preferito dei Blackmore’s Night è “Fires At Midnight”, vittorioso dopo una lunga battaglia con “Ghost Of A Rose”. Qual è il tuo, e perché? C’è un brano al quale sei particolarmente legata?

Candice: Sono attratta in special modo dalle canzoni che raccontano una storia perché ci metto molto di mio nei testi. Canzoni come "Hanging Tree", "Fools Gold", "Windmills", "Circle", "Darkness", probabilmente quelle che vengono considerate più oscure.

Ben, vi ringrazio infinitamente per questa lunga intervista e vi chiediamo di restare umili e sorridenti come siete sempre stati. Vi lascio lo spazio per salutare i vostri tantissimi fan italiani…

Ritchie: Spero che suoneremo lì l’anno prossimo, se riusciamo a trovare il promoter giusto s’intende...

Candice: Un grande bacio e grazie per il vostro supporto e il vostro affetto! Ciao!


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