Gotthard (Leo Leoni, Marc Lynn, Hena Habegger, Freddy Scherer)
Il 5 ottobre dell’anno scorso la notizia della scomparsa di Steve Lee fa il giro del mondo e lascia nello sconforto tutti i fan dei Gotthard, gli appassionati di musica e le persone che hanno avuto la fortuna di conoscere il cantante. Ma è soprattutto la band che rimane sconvolta per l’accaduto, perché i Gotthard prima che un gruppo sono una famiglia e il tragico epilogo a cui Lee va incontro fa mancare improvvisamente al resto della formazione (o meglio della famiglia) un amico fraterno.

Dopo mesi di riflessione Leo Leoni, Marc Lynn, Hena Habegger e Freddy Scherer decidono di rialzare la testa e di proseguire per quella strada intrapresa più di vent’anni fa con Steve. Un modo per onorare il vocalist e per proseguire il sogno chiamato Gotthard, in cui tutti hanno messo l’anima fin dal primo giorno per fare arrivare la band tra i nomi più amati dell’hard rock mondiale.

Il concerto che i Gotthard hanno tenuto nella loro città, Lugano, il 17 luglio 2010 è l’ultimo tributo della band a Steve Lee e un regalo per tutti i fan che sono stati vicini al gruppo nell’ultimo, difficilissimo, anno. Leo Leoni e soci hanno scelto proprio Piazza Della Riforma, il luogo in cui si è registrato l’ultimo show di Steve con i Gotthard, per presentare l’album, dal titolo “Homegrown - Alive In Lugano”, alla stampa.

SpazioRock non poteva certo mancare e quindi non vi resta che scoprire quanto detto dai Gotthard durante la conferenza stampa. Buona lettura!
Articolo a cura di Daniele Carlucci - Pubblicata in data: 26/09/11

Leo: Ciao! Prima di tutto vorremmo ringraziare la città di Lugano, che ci ha dato la possibilità di fare questa conferenza stampa. Grazie a voi che siete venuti. Il motivo principale per cui volevamo farlo qua è che forse è la prima volta che c’è la conferenza stampa dove questo concerto è stato registrato, che è questa piazza che avete di fronte a voi. Era importante per noi fare questo. Un’altra cosa molto importante che voglio dire è che questo CD è un tributo a Steve, per ricordarlo in una delle più belle serate che abbiamo passato assieme su migliaia di concerti che abbiamo fatto. E questa è stata una cosa speciale perché avevamo registrato tutto il tour e in pratica la data di Lugano non era stata neanche presa in considerazione perché avevamo sicuramente abbastanza materiale; tra le date che avevamo registrato c’era il concerto che poi volevamo pubblicare.

Marc: Ma alla fine questo concerto è risultato talmente magico e talmente bello che abbiamo voluto registrarlo perché tutti i fan potessero sentire un po’ dell’atmosfera magica di quella serata.

Leo: Molto probabilmente per il fatto che, appunto, avevamo pensato che ci fosse già il materiale per questo disco dal vivo e alla fine abbiamo detto “ma sì, registriamo anche quello di casa anche se poi non va bene”, perché ci sono sempre delle emozioni un po’ più forti di quando si suona in giro per il mondo. E quindi siamo felici di averlo fatto e siamo veramente contenti di essere riusciti a captare tutta la magia che c’era in questo speciale concerto, per noi e sicuramente per i fan che assistevano a questa serata.

Marc: L’idea di pubblicare il disco live e poi, in un secondo momento, “D-Frosted II” era nata in estate alla fine del tour. Dopo tutto quello che è successo abbiamo pensato di posticipare l’uscita di “D-Frosted II” e di fare uscire adesso, in concomitanza con il primo anniversario della morte di Steve, questo disco live. E’ un po’ una chiusura dopo quasi vent’anni di lavoro insieme che si concludevano a Lugano. E’ un regalo a tutti quelli che volevano sentire ancora la voce di Steve.

Hena: E vuole essere anche un ringraziamento a tutti i fan che hanno vissuto insieme alla band.

Marc:  I fan ci hanno supportato molto, sono molto speciali.

Domanda (SpazioRock): C’ero quel giorno, è stato un concerto meraviglioso. Avete detto che il CD è appunto un tributo a Steve: anche la copertina è un tributo a Steve e se sì in che modo? E soprattutto vorrei capire il vero motivo che vi ha spinto ad andare avanti senza di lui.

Freddy: Penso che per noi sia importante chiudere questi vent’anni con Steve con questo disco. La copertina di questo CD non è in particolare per lui.

Leo: Io penso che le domande relative al motivo per cui siamo andati avanti trovino risposta in un bonus DVD che c’è assieme a questo CD dal vivo che uscirà. Abbiamo cominciato tutti assieme, Freddy ci ha raggiunto alcuni anni dopo e diciamo che abbiamo la tendenza a voler fare in modo che i libri si chiudano con un bel finale e non con uno un po’ triste. E questo purtroppo è un capitolo che nessuno di noi avrebbe mai voluto scrivere. Però penso che i nostri fan si aspettano che questo libro continui a raccontare storie che vogliamo ancora raccontare. Abbiamo ancora storie da raccontare noi quattro con chi poi, un giorno, si aggiungerà a noi. Penso che sia giusto così e penso che se fosse qualcun altro di noi a non essere qua, Steve avrebbe fatto molto probabilmente la stessa cosa.


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Marc: Posso magari aggiungere che noi abbiamo parlato tanto, logicamente, dopo quello che è successo. Per noi era un motivo molto importante il fatto che siamo musicisti e siamo anche amici. Noi quattro che siamo rimasti siamo amici e a noi piace fare musica insieme e siamo ancora in grado di scrivere bei pezzi. Con Steve abbiamo combattuto sempre per il nome dei Gotthard, per portarlo fino ad un certo livello. Prima di tutto per la nostra amicizia e poi per l’amicizia con Steve vogliamo portare i Gotthard avanti. Anche perché lui ha combattuto sempre per questo nome, affinché i Gotthard diventassero qualcosa di importante. E la nostra decisione è di portare avanti anche in futuro i Gotthard nel nome di Steve. Vogliamo continuare perché manca un pezzo di storia, non siamo ancora arrivati là dove vogliamo.

Per la copertina posso aggiungere che per noi è importante perché c’è gente sopra e sotto che cresce insieme. Ed è sempre successo quando abbiamo suonato: le sale e le piazze diventavano sempre speciali, magiche insieme ai fan. C’era sempre qualcosa di speciale, in particolar modo in questa serata a Lugano e per questo “Homegrown” è nato qui. E’ la nostra città di base, ci abbiamo suonato spesso, il nostro cuore è a Lugano e abbiamo voluto regalare a quella gente che si vede crescere insieme sulla copertina e diventare una cosa sola il ricordo di quella serata speciale.

Leo: E’ anche bello poi girare la copertina e non capire quale sia il verso giusto.
Si può dire che i Gotthard sono partiti da qua. C’era il sogno di riempire la piazza e se ricordo bene ci siamo riusciti un paio di volte. I Gotthard vogliono riempirla ancora e questa è una delle ragioni per cui vogliamo andare avanti.

Domanda (altri media): Se ne parla spesso, cosa ci potete dire del nuovo cantante?

Marc: Sono arrivate 500 proposte di persone che volevano diventare la nuova voce dei Gotthard, ne abbiamo selezionate 20, le abbiamo invitate a Lugano, ma non siamo ancora riusciti a selezionare quella che sarà la nostra voce. Vogliamo darci ancora un po’ di tempo perché è una scelta importante.

Freddy: Però non stiamo più cercando, sappiamo che la voce è fra queste 20. A breve, appena lo decideremo, ve lo faremo sapere.

Leo: Penso che oggi siamo qua per parlare del disco che presentiamo, anche in rispetto di quello che abbiamo fatto negli ultimi vent'anni con Steve. Comunque c’era Mick Jagger prima al telefono e gli ho detto: “Mick, sicuramente non sarai tu il prossimo cantante dei Gotthard” (risate).
Vogliamo parlare del disco soprattutto per rispetto di Steve, perché questo è un tributo a lui per i 20 anni che abbiamo passato insieme.

Marc: In questo momento non c’è più niente da dire sul nuovo cantante dei Gotthard, appena lo sapremo lo comunicheremo.



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Domanda (altri media): Avete detto che si chiude un capitolo, se ne apre uno nuovo e i Gotthard non sono arrivati ancora dove vorrebbero. Quale sono i traguardi a cui puntate?

Hena: Quello che ci ha spinto negli ultimi vent’anni è il desiderio di essere conosciuti, di diventare ancora più famosi e di essere scoperti in altri Paesi. E soprattutto non siamo pronti per la pensione.

Leo: Abbiamo ancora qualche anno prima della pensione. Le prossime generazioni di ragazzi che vogliono suonare sapranno che è possibile arrivare alla pensione facendo musica e questo è un messaggio molto importante da far passare.

Marc: Non si sa mai quando la carriera di un’artista finisce. Dentro di te hai fame e questa ti spinge sempre a cercare da mangiare. Per questo siamo ancora qui e c’è solo una via: quella dritta da percorrere per andare avanti.

Freddy
: C’è anche da dire che c’erano due-tre anni già pianificati con Steve e dopo che è accaduto l’incidente ci siamo trovati proiettati nel futuro e questo futuro lo stiamo vivendo adesso.

Hena: A Steve piaceva tanto suonare a casa e non gli piaceva molto andare in tour. Quella sera era talmente felice per essere qui che quella gioia, la gioia di essere a casa, la si sente in tutta la registrazione.

Leo: Abbiamo tentato di tenere il concerto il più reale possibile. Purtroppo il parlato di Steve è stato tagliato in parte perché non avevamo a disposizione tutta la serata, però abbiamo cercato di catturare l’essenza di tutto quello che stava raccontando, delle emozioni che stava vivendo assieme a noi. Sul disco questo si sente, parla in italiano, francese, inglese e tedesco, un po’ com’era nella sua natura e in più c’è questa magia che è l’ultima cosa dal vivo che abbiamo da parte sua. Qualcosa più magica e importante di questa non si può avere.
Sicuramente è un album molto onesto, proprio per rispetto e per tributo a questa stupenda serata e a questa grande persona che era Steve.

Dopo i ringraziamenti la band si congeda accompagnata da un lungo e sentito applauso da parte dei presenti. L’alone di tristezza per la scomparsa di una persona speciale come Steve rimane e non scomparirà mai, ma la storia del gruppo svizzero va avanti ed è bello vedere Leo, Marc, Hena e Freddy ancora in pista. Bentornati Gotthard.

Many Thanks To Hilde Persyn, main responsible of Offficial International Gotthard Fan Club.




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