Soulfly (Max Cavalera)
Abbiamo raggiunto telefonicamente l’inossidabile Max Cavalera, un vero stacanovista del metallo, noncurante della Paralisi di Bell che lo ha colpito qualche settimana fa. Il nuovo arrivato in casa Soulfly, “Enslaved”, ha convinto pubblico e critica e non potevamo non raccogliere di persona la soddisfazione del grande musicista brasiliano. Buona lettura.
Articolo a cura di Stefano Risso - Pubblicata in data: 27/03/12

Ciao Max, benvenuto su SpazioRock. So che avrai già risposto a questa domanda decine di volte in questi giorni, abbiamo letto tutti della Paralisi di Bell (qui la news. Ndr), quindi per prima cosa come stai? Ti stai riprendendo?

Ciao Stefano, sì sto migliorando. Ormai ho recuperato quasi al 90%, il mio viso è tornato normale e mi sento bene ora. Spero che entro le prossime due settimane sia tutto risolto... È stato davvero un incidente bizzarro e spaventoso, è accaduto prima del tour in Sud America, ma ho continuato ugualmente a suonare. Sono migliorato progressivamente ogni settimana, ho preso degli antibiotici, ho fatto degli esercizi facciali, ma ora è a posto, mi sento bene.

Certo che nemmeno la Paralisi di Bell è riuscita a fermare Max Cavalera! Nonostante tutto non ti sei fermato, hai continuato imperterrito a fare concerti, rilasciare interviste... Chi ti ha dato la forza di andare avanti come se non fosse accaduto nulla?

I fan, amo l’energia che i fan mi rivolgono, inoltre odio cancellare concerti. I fan desiderano questi appuntamenti ed è davvero spiacevole dover cancellare dei concerti, so cosa si prova, quindi ho cercato di fare il possibile. Quando vai a un concerto e vedi tutti quei ragazzi che cantano insieme e sprigionano quell’energia per un’ora e mezza, capisci che siamo uguali, siamo persone simili uniti dal metal, ed è una sensazione fantastica.

Bene, chiudiamo il capitolo. Io e tutti noi di SpazioRock ti auguriamo un pronto recupero il più presto possibile, di cuore.

Grazie.

soulfly_intervista_2012_03Ok, parliamo di musica che è meglio. Tu ci hai rilasciato un’intervista l’anno scorso per “Blunt Force Trauma” e devo dire che non mi sentivo perfettamente a mio agio nel parlarti e porti qualche critica. Non ti nego che quel disco non mi è piaciuto del tutto, ma “Enslaved”... è semplicemente uno dei migliori album dei Soulfly di sempre. Congratulazioni.

Grazie. Sono davvero felice del disco, è un album molto brutale, il livello di energia è molto alto con i nuovi arrivati nella band, Tony (Campos, basso. Ndr) e David (Kinkade, batteria. Ndr). Io e Marc abbiamo continuato il nostro lavoro coi riff e con gli assoli... Credo sia un album davvero entusiasmante per i Soulfly, già a partire da “World Scum”, il primo singolo. La gente ha potuto subito percepire un sound differente, più death metal dei soliti Soulfly, più estremo. È stato davvero divertente lavorare su questo album e ho raccolto grandi commenti, sia dai fan che nelle recensioni, molto positive. Molta gente ha detto che questo è un ritorno alle mie origini, alle origini death metal, che è il miglior album degli ultimi anni... Mi ha fatto piacere, è bellissimo avere questo responso dai fan.

Infatti volevo chiederti se la scelta di “World Scum” come singolo sia stata una sorta di affermazione, tipo: “Ok ragazzi, siamo i Soulfly e siamo più estremi e oscuri che mai!”. Ho ragione?

Certo! Credo che l’idea era di shoccare il pubblico, nessuno si aspettava un brano simile dai Soulfly. Questo singolo è molto pesante, brutale, death metal oriented... Ci siamo detti: “Vediamo che succede!”. È un singolo differente e anche il video è molto differente, è una sorta di piccolo film, non c’è la band, sono solo immagini proprio come un piccolo film. Tutto quanto in questa canzone è differente, amo la reazione che ha provocato, i fan sono impazziti.

Non solo brutalità, ho apprezzato molto la maggior complessità delle strutture. Mi riferisco a brani come “Plata O Plomo”, “Gladiatrors”, “Treachery”, il brano di sette minuti “Chains”, è come se tutti gli elementi del trademark dei Soulfly siano stati sviluppati al meglio.

Credo che ci siamo presi tutto il tempo necessario per il disco, abbiamo avuto una line-up fantastica. Lavorare con Tony, Dave e Marc ti dà l’opportunità di creare un album molto solido. Lo abbiamo voluto, comporre canzoni lunghe cinque minuti con molte variazioni, come “Trachery”, che ha un parte centrale fantastica con un assolo di Marc che si ispira ai Pink Floyd... Abbiamo avuto il tempo per lavorare alla canzoni, per fare tutto per bene, per donare al disco sensazioni differenti lungo la sua durata, quando ascolti una canzone come “Plata O Plomo” con la chitarra flamenco, una sezione centrale thrash e ancora chitarra flamenco sul finale... Abbiamo utilizzato tutti gli elementi per creare un disco speciale, “Enslaved” è davvero un disco speciale nella discografia dei Soulfly.

Quindi quando hai scritto i brani, li hai fatti appositamente con Tony e David in mente? Oppure il loro è stato un supporto fondamentale per la riuscita dell’album?

I riff sono venuti brutali naturalmente, mi sono mosso in questa direzione sin dall’inizio, Quando ho suonato con Dave la prima volta ho scritto le prime parti di “World Scum” e “Treachery”, è stato grandioso, ho sentito subito un ottimo accoppiamento, ho pensato di aver trovato il batterista perfetto per questo nuovo capitolo epico dei Soulfly, per questo nuovo viaggio. Ha portato uno stile più estremo, una nuova energia nella band, ed è esattamente quello che è successo. Lo stesso con Tony, è un ottimo bassista con una grande esperienza, è stato bellissimo lavorare con lui in studio, molto eccitante, tutti quanti percepivamo l’energia giusta e ovviamente ho avuto Marc, che per me è un grandissimo chitarrista, ha scritto assoli fantastici, bellissime idee. È il mio partner principale, c’è una connessione Max Cavalera-Marc Rizzo dal 2004, il nostro legame si è rafforzato col tempo e penso che ora sia più forte che mai e questo lo puoi sentire in “Enslaved”, la connessione tra la mia chitarra e la chitarra di Marc, lavoriamo insieme molto bene. Penso che sia stata la miglior line-up per questo disco.

 

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Sì, credo che tu ne avessi bisogno di questa line-up. “Omen”, “Conquer”, “Dark Ages” sono buonissimi album, ma penso che dovevi provare qualcosa di nuovo e forse David e Tony ti hanno dato proprio questo, la spinta per fare un album diverso.

Sì, come detto ci siamo presi il giusto tempo per affinare le nostre capacità e il modo in cui loro suonano i propri strumenti è differente dal normale... Se fai un confronto tra David e Joe (Nunez, ex batterista. Ndr) ti accorgi che sono due batteristi molto diversi, David è molto più estremo, fa un uso maggiore della doppia cassa, è molto più veloce con le mani...

Ci son anche alcuni blast beat...

Esatto, uno stile alla Dave Lombardo, Pete Sandoval... Con questi due ragazzi in mente ho potuto creare “Enslaved”, credo che il prodotto finale sia molto vicino a quello che avevo in mente per “Enslaved”, un disco molto estremo, pesante, ma con tutti gli aspetti tipici di un album dei Soulfly, come gli assoli o il groove, come ad esempio in “Plata O Plomo”, “Revengeace”, sono molto felice del disco, è un lavoro molto speciale.

Quindi possiamo dire che questa line-up rimarrà stabile anche in futuro? David e Tony rimarrano nella band anche nel prossimo album?

Non lo sappiamo, tutto è possibile coi Soulfly, è quello che rende interessanti i Soulfly, penso. Perchè tu non puoi mai sapere, è sempre una sorpresa. Per ora, partiremo per il tour domani, siamo appena tornati dal Messico dove abbiamo avuto tre fantastici show, la band suona davvero bene dal vivo e sento una grande connessione tra di noi, una bella energia e amicizia, quindi per adesso rimaniamo con questa formazione.

Però possiamo essere più che sicuri che Mar rimarrà con te. Praticamente un altro “brother in metal” dopo Igor...

Mi piacerebbe avere con me Marc ancora per tanto tempo. è un ottimo chitarrista e un buon amico, suona con me dal 2004. Voglio creare con lui lo stesso legame che avevo con Andreas (Kisser. Ndr) nei Sepultura ed è per questo che quando trovai Marc ero felice di aver trovato un chitarrista del genere con cui poter suonare tutto questo, è davvero fantastico dal vivo, ha molta energia, è un tipo a posto, è perfetto!

soulfly_intervista_2012_02Credo che rispetto a tanti altri chitarristi metal, sia un po’ sottovalutato. La gente dovrebbe ascoltare meglio il suo lavoro.

Sì, ma credo sia una cosa positiva, perchè... se tutti cominciassero a parlare di te, potresti montarti la testa ahah...  E penso che sia troppo importante per i Soulfly. Io so che è un grande, anche lui lo sa, ma quando glielo dici a lui non piace, Marc è molto modesto. Penso che sia importante per lui e per i Soulfly che tenga i piedi per terra.

Ok Max, la classica domanda sui testi. Tu hai sempre dato un taglio “sociale” ai tuoi testi, che temi hai affrontato in “Enslaved”?

Questa volta ho cercato di affrontare il tema della schiavitù, parlandone in modo generale. Anche la copertina rappresenta molto bene graficamente il tema della schiavitù. Inoltre penso che per il metal sia un argomento abbastanza nuovo... Di solito il tema della schiavitù si trova maggiormente nella musica blues, nelle zone del Missisipi o nelle vecchie blues band, ma nel metal mai nessuno affronta questo argomento. A parte un paio di brani, questo è l’argomento centrale e mi è sembrato interessante poterlo approfondire in “Enslaved”.

Noi sappiamo che Max Cavalera non si ferma mai e guarda sempre al futuro. Durante la scorsa intervista, ci dissi che il progetto di riprendere le sonorità dei Nailbomb con Greg Puciato era poco più che un’idea. Ora, a un anno di distanza, è qualcosa di più concreto?

L’idea è andata avanti molto molto lentamente perchè tutti e due siamo occupati con le nostre band, non c’è stato molto tempo. Ma quando ci siamo incontrati, insieme a Dean, batterista dei The Mars Volta, abbiamo scritto quattro canzoni molto valide, sono molto eccitato per questo progetto e penso che il risultato sarà ottimo. Continueremo quando faremo una pausa con il tour dei Soulfly, andrò in California da Greg a lavorare con lui, magari già entrare in studio e pubblicare il disco probabilmente il prossimo anno.

Ok Max, siamo arrivati alla fine. Ti ringrazio e lascio a te la conclusione dell’intervista.

Grazie a tutti per il supporto, spero che “Enslaved” vi piaccia. Ci vedremo in tour, i Soulfly saranno i Europa in estate e mi piacerebbe vedervi tutti on the road. Grazie.




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