Tim Ripper Owens (Tim Owens)
Tim “Ripper” Owens è un personaggio carismatico, influente, sedotto e abbandonato dai gruppi famosissimi in cui ha militato. SpazioRock l’ha raggiunto e “toccato” nell’orgoglio prima di discutere sul disco appena pubblicat, Play My Game, un titolo che dice tutto. Buona lettura.
Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 15/05/09

Ciao Tim, un saluto da SpazioRock e dall’Italia: è un vero piacere poterti accogliere tra le nostre pagine. Il nuovo disco mi è piaciuto, moderatamente ma mi è piaciuto, e dopo le delusioni di Judas Priest e Iced Earth sei pronto per “giocare il tuo gioco”…


Si, ma non è il vero motivo per cui ho deciso di scrivere la canzone omonima. Parlo di qualcuno che va molto veloce in auto e vuole vedere se hai il coraggio di “giocare il suo gioco”, di rischiare come lui. E’ qualcosa che fa parte del mio modo di essere, non è un attacco alle persone che hanno fatto parte del mio passato. Credo sia questo il motivo che ha spinto la SPV a intitolare così il disco.


Ci sono diverse persone che giudicano Tim “Ripper” Owens un perdente, altri lo vedono come un musicista sfortunato. Ti va di replicare a questa gente?


Wow, che si fottano. Ho fatto più io nella mia vita che l’ottanta percento della popolazione mondiale, e continuo a rendere, a produrre. Quello che è successo coi Priest doveva accadere, la stessa cosa vale per gli Iced Earth. La cosa divertente è che quando ero in quei gruppi la gente voleva che fossi me stesso e che li abbandonassi seduta stante, quando l’ho fatto mi hanno gettato un sacco di merda addosso. Ma ho reso felice me stesso e la mia famiglia, la maggior parte delle persone che pensano che io sia un fallito non hanno una vita propria e non hanno amici, stanno di fronte a un computer a raccontare la loro merdosa vita ad altri come loro. Ma in fondo sono soltanto gelosi.


Ti confesso che, nonostante apprezzi la musica degli Iced Earth, il “gioco” di Schaffer non mi è proprio piaciuto: ti ha scaricato come fossi un pivello...


Tutti sappiamo che questo è il modo di fare di Schaffer, buono o cattivo che sia. E’ una cosa che esiste fin dagli esordi, si saranno alternati almeno venti musicisti in quel gruppo, ma Jon ha le sue ragioni e gli Iced Earth sono una cosa sua. Io sono stato bene con loro, abbiamo fatto ottimi dischi ma sono anche felice di aver concluso quella storia per concentrarmi solo sulla mia vita. Buona fortuna agli Iced Earth.

 

tim_2_2009


Bene, allora passiamo al tuo disco, “Play My Game”. Ti va di presentarlo ai lettori e di dirci come mai hai richiesto l’aiuto di così tanti ospiti?


Well, ho avuto più di venti musicisti nella mia band (ride, ndg). Volevo fare un disco con un cast d’eccezione, ho un gruppo mio e faccio parte di un gruppo, i Beyond Fear. Il nuovo disco solista non c’entra nulla con Beyond Fear, vorrei precisare, e in questa occasione volevo scrivere un album per tutti i miei amici musicisti che ho in giro sparsi per il mondo. Spero di averli soddisfatti e spero di replicare in futuro.


A proposito di Beyond Fear, che fine hanno fatto? E che differenze ci sono con “Play My Game”?


I Beyond Fear spaccheranno il culo col prossimo disco, mixando thrash, hardcore e heavy metal vecchio stampo. Il mio solista, “Play My Game”, si concentra soltanto sull’heavy old school.


E come sono stati i primi feedback?


Sono stati grandiosi, ho già ricevuto ottime recensioni. Sia la stampa che i fan adorano il disco, pensa che ogni persona ha un brano preferito rispetto ad un’altra. Questo è un aspetto veramente bello.


Una cosa è certa: la produzione è una delle migliori che abbia mai sentito in vita mia. Pulita e potente, come sei riuscito ad ottenere un suono simile?


Grazie di cuore. Volevo che ogni strumento dei miei ospiti suonasse alla perfezione. Ho lavorato con Bob Kulick, che ha prodotto il disco, e con l’ingegnere Bret Chassen: hanno fatto un lavoro stupendo. Devo ammettere che gli ho rotto il culo (ride, ndg), ma sapevano che volevo un sound stellare… e ce l’hanno fatta.


Mi ha incuriosito la traccia numero sette, The World Is Blind. L’intro è molto triste, bambini che giocano spensierati quando ad un tratto qualcuno si mette a sparare. Le TV italiane spesso evidenziano le tragedie americane: studenti che impazziscono e fanno stragi. Che opinione ti sei fatto? Perché, secondo te, il mondo è cieco?


Ho scelto questo titolo proprio perché cose del genere non accadono così spesso in USA rispetto alle volte che accadono nel resto del mondo. E’ un argomento molto triste e tutti i giorni leggo sui giornali queste notizie, in particolar modo mi rivolgo alla mia gente: devono smettere di lamentarsi dell’America e di auto-commiserarsi… che girino il mondo e che aprano i loro occhi, i bambini muoiono ogni giorno in Africa e in tanti altri paesi. Dobbiamo dare una mano.


E di cosa parli nei testi delle altre canzoni?


Di Alieni, di esperienze di vita, di macchine, di perdere e di ritrovare qualcuno che ami… di un po’ di tutto.


C’è altro nella tua vita oltre la musica?


Io sono un uomo di famiglia, amo stare insieme ai miei familiari che riempiono una grossa fetta della mia vita.


tim_dinamico


Quando pensi di passare in Italia per un bel concerto?


Amo l’Italia, ogni volta che ci passo mi diverto come un matto. Voi siete amanti dell’heavy metal, perciò fate pubblicità al disco di “The Ripper”, voglio cantare da voi!


Quali saranno i tuoi prossimi passi?


Spero di fare quanti più concerti possibili, anche perché sono convinto che il nuovo disco sia valido.

Grazie a te Gaetano e grazie ai miei fan italiani, se avete bisogno di qualunque altra informazione mi trovate sui canali seguenti:

www.timripperowens.com
www.myspace.com/timtheripperownes


KEEP IT HEAVY,
RIPPER




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