The Maine (Jared Monaco)
E' sempre Halloween per i The Maine, ma questa volta i rocker americani si tolgono il costume e ci raccontano come è nato il nuovo album.
Articolo a cura di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 04/06/13
Ciao Jared, benvenuto su SpazioRock e saluti dall'Italia! Grazie per il tempo che ci stai dedicando. Come stai?

Ciao! Sto bene, grazie! Grazie per aver trovato il tempo di intervistarmi!

Questo ed altro. Partiamo con l'intervista: state per pubblicare il vostro quarto album in cinque anni, per una band giovane come voi si tratta di un risultato impressionante, come ti senti a riguardo?

Ci si sente veramente bene. Il solo fatto che siamo ancora una band, e che possiamo ancora fare le cose che ci rendono felici è quello che importa davvero.

"Pioneer" è stato pubblicato solo un paio di anni fa, ri-pubblicato qualche mese fa con un nuovo titolo e una nuova copertina, ma la differenza tra le due versioni è incredibile. Cosa vi ha fatto cambiare così in fretta?

Non credo che il modo in cui abbiamo scritto le canzoni sia cambiato molto, è rimasto tutto più o meno come prima. È cambiato il modo in cui abbiamo registrato le canzoni, piuttosto. Non abbiamo usato un computer per risolvere ogni piccolo errore. Abbiamo registrato tutto insieme nello stesso momento, nella stessa stanza, su nastro. Il nostro desiderio era che questo album suonasse come un disco puramente USA, senza fattori esterni.

Riguardo la re-release di "Pioneer", con il nuovo titolo esteso e la nuova, copertina psichedelica, cosa vi ha spinto ad apportare dei cambiamenti alla versione originale?

Credo che la parte “The Good Love” di “Pioneer” rappresenti tutte le cose che stavamo scrivendo in quel momento, ma che non si adattavano alla tracklist originale. Stavamo scrivendo così tante canzoni che alcune alla fine hanno iniziato a suonare in modo diverso dalle altre. È stato un momento di esplorazione. Penso che la copertina di un album psichedelico rappresenta ciò che l'album avrebbe potuto essere, se non avessimo tagliato alcune di quelle canzoni in origine: un mostro totalmente diverso.

A proposito del titolo del disco: "Forever Halloween". Perché scegliere un titolo così particolare? Ti senti come la tua vita in qualche aspetto fosse come un Halloween perpetuo?

Penso che succeda a chiunque. Tutti noi indossiamo un costume di volta in volta. Non importa chi sei, perché hai addosso un costume. Per come la vedo io, con questo album ci siamo sentiti come se potessimo finalmente gettare il costume che ci è stato appiccicato addosso per la maggior parte della nostra carriera. Penso che il titolo faccia riferimento a questo.

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Inoltre, la copertina è particolare, in un primo momento sembra che una foto in bianco e nero, ma c'è un piccolo dettaglio che ti fa capire che è un immagine a colori: perché la scelta di un'immagine così particolare e semplice come copertina per "Forever Halloween"?

Penso che coincida davvero con la visione che abbiamo avuto per questo disco. Abbiamo dipinto questi costumi da scheletro sul nostro corpo e creato in una pozza d'acqua nera sul pavimento. Volevamo che fosse inquietante, quasi tesa. Nella foto di copertina, lo scheletro è John. Abbiamo voluto la foto a colori per mostrare il lato umano del costume di John, soprattutto intorno agli occhi.

C'è un significato particolare dietro tutto l'album? Una sorta di concept?

Non si tratta tanto di un concept, essendo l'espressione un sentimento. Questo album ha il proprio stato d'animo. È più oscuro di quelli precedenti.

Scrivete melodie che tendono ad essere felici e divertenti, mentre alcuni dei vostri testi parlano di argomenti cupi mentre, di solito, è il contrario. Pensi che sia un modo migliore per trasmettere ciò di cui vuoi parlare?

Ogni canzone ha la sua entità. Ha il proprio impulso, che si tratti di un impulso triste o un impulso felice, o un impulso nervoso, o un impulso di rabbia. Le melodie legano insieme gli input, ed i testi spiegano tutto il resto. Io penso che la bellezza della canzone d'autore risieda in questo. Non stiamo a ragionare troppo quando scriviamo cose di questo genere, succede e basta. Se non riusciamo a stabilire questa connessione, di solito significa che è arrivato il momento di provare a scrivere una canzone diversa.

A proposito del modo di scrivere la musica: non trascorre mai tanto tempo tra le uscite dei vostri album, come scrivete le vostre canzoni? Qual è il processo di songwriting?

Si inizia sempre con John. È lui a scrivere una melodia, una progressione di accordi, un testo, o talvolta un brano quasi completo, poi ci lavoriamo insieme. Questo rende più facile scrivere in fretta, perché non abbiamo bisogno di stare insieme per iniziare a dar forma ad una canzone. Abbiamo solo bisogno di stare insieme per dare un senso a tutto e completare il pezzo.

Siete cambiati molto nel corso degli anni, presentando novità musicali ad ogni album: eravate consci di questa evoluzione o semplicemente avete seguito il flusso degli eventi mentre creavate la vostra musica?

Non è successo di proposito. Penso solo che siamo appassionati di musica, sopra ogni altra cosa. Continuiamo a cercare musicisti che ci piacciono e rispettiamo, e nel subconscio abbiamo iniziato ad assorbire i loro modi di fare. Non abbiamo avuto paura di provare cose nuove, perché sapevamo che i nostri fan sarebbero stati con noi. È come invecchiare. Quando succede, succede al rallentatore, ma quando ci si guarda indietro, ci si rende conto quanto si è cambiati.

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Come ti senti a riguardo di questi anni passati nel mondo della musica? È successo qualcosa che ti ha fatto cambiare il modo di vedere la tua carriera?

Penso che ci siano un sacco di cose di cui essere entusiasti. Siamo molto ottimisti a riguardo della nostra carriera, a questo punto. Abbiamo il pieno controllo su ogni aspetto della nostra band. Non riesco a spiegare quanto mantenere il controllo creativo sia importante per i The Maine. Altri si accontentano, noi no. Dobbiamo solo cercare di stare un passo avanti e scrivere dischi che i nostri fan possano apprezzare.

Alcuni musicisti parlano di un momento particolare che li ha spinti a scrivere la musica, come un catalizzatore o cose del genere. Succede anche a voi? C'è qualcosa che vi spinge a scrivere la vostra musica, che vi spinge a esprimervi? Sia come band che come persone.

Certo. Per me, è iniziato con il primo concerto a cui sono andato. Sapevo che era una cosa che volevo almeno provare a fare. Sentire l'energia di una folla mi ha aperto gli occhi su quanto la musica possa essere potente. Ora che lo facciamo da un po', ci sono cose che ci motivano a lavorare di più, o a scrivere meglio. Guardandoci indietro, e ripensando ad alcune band con cui siamo cresciuti che si sono sciolte, siamo sempre più motivati. Non vuoi mai essere in quella situazione. Siamo tutti così fortunati a fare quello che facciamo, per cui abbiamo deciso di mettere noi stessi al 100% in questo “lavoro”.

Con l'uscita di un nuovo album c'è un sacco di lavoro promozionale da svolgere: cosa avete intenzione di fare? Un sacco di piccole date o un grande tour per gli Stati Uniti? O in tutto il mondo, magari...

Penso che sarà un mix di entrambi! Stiamo iniziando con un full tour negli Stati Uniti con i nostri amici A Rocket To The Moon, This Century e Brighten. Entro la fine dell'anno, il tour ci porterà in giro per il mondo, ma questi dettagli sono ancora in fase di lavorazione.

Avete intenzione di tornare in Italia in futuro?

Abbiamo avuto la fortuna di visitare l'Italia nel 2012, si spera che il 2013 non faccia eccezione. Sicuramente vogliamo tornare.

C'è un posto che vorresti visitare? Un posto in cui ti piacerebbe suonare?

Abbiamo ancora voglia di andare in Giappone. È uno degli ultimi luoghi importanti in cui dobbiamo andare. Oltre a questo, ci sono zone d'Europa che dobbiamo ancora vedere. Abbiamo intenzione di fare tutto il possibile fare questi spettacoli, prima o poi.

Va bene, direi che ho finito qui con le domande. Se c'è qualcos'altro che vuoi dire, non esitare a farlo. Libero sfogo!

Grazie mille a tutti i nostri fan laggiù in Italia! “Forever Halloween” uscirà il 4 giugno in tutto il mondo, e speriamo di tornare il prima possibile! Ciao ragazzi, a presto!


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