Riverside (Mariusz Duda)
In vista di una nuova uscita discografica abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con  Mariusz Duda, voce e basso dei virtuosi polacchi Riverside. Buona lettura.
Articolo a cura di Marco Ferrari - Pubblicata in data: 25/06/09

Ciao Mariusz, innanzitutto benvenuto sulle pagine di SpazioRock.


Grazie a te Marco, è sempre un piacere poter parlare con chi supporta la buona musica.


Direi di iniziare subito a parlare di “Anno Domini High Definition”, il vostro nuovo album. Ascoltando il disco direi che si può affermare che vi sia un unico filo conduttore in termini di emozioni, si tratta di un concept album?


In un certo senso possiamo dire che si tratta di un concept album in quanto tutti i brani girano intorno alle difficoltà di vivere ai giorni nostri, in un mondo sempre più frenetico e che impone stili di vita molto serrati.  Non si tratta però di una storia lineare con un inizio ed una fine, si tratta più di una serie di fotografie che tentano di raffigurare il mondo che viviamo in cinque scatti.


La mia domanda scaturiva dal fatto che, anche dal punto di vista musicale, sembrano esistere forti connessioni tra un brano e l’altro, quasi come se si trattasse di un’unica canzone. E’ così?


Fondamentalmente volevamo un album molto dinamico, ma semplice al tempo stesso, poi man mano che i pezzi venivano scritti ci siamo accorti che le sensazioni di fondo sono molto simili tra di loro, forse perché è semplicemente la trasposizione di quanto sentiamo.


Secondo te quali sono le canzoni del nuovo album che meglio rappresentano la musica dei Riverside?


Non è molto facile risponderti  perché,  proprio come hai detto tu, è come se fosse un unico brano. Credo che in ogni canzone vi siano degli aspetti che caratterizzano la nostra musica e, naturalmente, vi sono dei passaggi di cui sono particolarmente soddisfatto, ma più in generale sono molto contento del risultato ottenuto con “Anno Domini High Definition”.  Sono brani, come detto, molto dinamici e sono sicuro che regaleranno tante emozioni agli ascoltatori.

 

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Parlando più in generale della vostra musica, quali credi che siano gli aspetti che maggiormente vi differenziano rispetto alle altre band che affollano il panorama prog?


Trovo che i Riverside siano una band molto enigmatica, la cui musica è sempre in cambiamento. Facciamo molto uso della melodia, ma non per questo evitiamo passaggi più spigolosi e difficili. Semplicemente diamo sfogo alla nostra creatività attraverso l’energia ed il sentimento, perchè proponiamo quella musica che io amo definire “di contrasto”. Vogliamo essere una sorta di ponte tra il progressive rock degli anni ’70 e la musica più moderna e contemporanea, senza vivere nel passato nonostante le nostre profonde influenze legate ai gruppi che hanno fatto la storia del prog.


Credi che questi contrasti siano figli, ad esempio, del diverso background culturale di ognuno di voi?


Esattamente! Ascoltiamo con vivo interesse molti generi musicali molto distanti tra loro come ad esempio l’heavy metal, la musica elettronica e l’ambient . Da ognuno di questi generi tentiamo di trarre le migliori idee per poi fonderle insieme.


Per quanto riguarda il futuro quale pensi che sarà la nuova frontiera musicale dei Riverside?
Sinceramente sarei molto curioso di vedervi maggiormente sbilanciati sul Prog Metal.


Mi spiace deluderti, ma credo che con “Anno Domini High Definition” si sia arrivati al massimo di pesantezza possibile per la nostra musica. Sarà molto difficile che ci avvicineremo oltre al metal perché non rientra nei nostri desideri in quanto temiamo che possa divenire una gabbia dalla quale difficilmente poi potremmo scappare, e per noi la dimensione della sperimentazione rimane quella principale.


Ho letto che l’album avrà anche una edizione speciale con un bonus dvd. Puoi darci qualche anticipazione?


Vedi questo è proprio un esempio della frenesia dei nostri giorni. Ormai non puoi più “solo” concentrarti sulla buona qualità della tua musica, ma per ogni release devi pensare anche ad una versione speciale e a materiali interessanti con cui farcirla (risata generale, ndm). Inizialmente pensavamo di inserire qualche studio report , ma poi abbiamo deciso di pubblicare le registrazioni fatte al “Paradiso” durante una nostra esibizione.  Pensa che tempo fa avevamo messo il filmato disponibile sul nostro  sito, poi abbiamo pensato che potesse essere un’idea carina quello di allegarlo al cd.

P
er quanto riguarda il futuro più imminente, avete già programmato il tour di supporto al nuovo disco?


Come sempre! Appena si lancia sul mercato un nuovo disco bisogna essere pronti a partire per il tour. Il nostro inizierà tra qualche mese e si concentrerà nei mesi autunnali.  Ovviamente arriveremo anche in Italia probabilmente già questa estate per qualche festival, anche se al momento non posso confermarti ancora nulla.

 

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Vorrei parlare un attimo della vostra etichetta, la Inside Out. Cosa ne pensi del loro roster ed in particolare di Arjen Lucassen? E’ un artista che stimo molto.


Non uccidermi, ma di Lucassen non posso dirti molto in quanto non è un artista che rientra tra le mie preferenze.  In effetti non sono la persona più adatta per parlarti delle band in roster in quanto noi siamo generalmente molto diversi come proposta musicale.


Bene Mariusz, per me è tutto. Nel ringraziarti ti lascio l’ultima parola se vuoi salutare i nostri lettori


Grazie a te Marco per la bella chiacchierata. Ai fan italiani non posso che mandare un forte abbraccio sperando di poter fare numerose date lungo tutta la penisola. Abbiamo fan in ogni angolo del vostro meraviglioso Paese e vorremmo poterli salutare tutti. A presto.




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