Korpiklaani (Jonne Jarvela)
I Korpiklaani, in quello che pare essere uno dei più classici luogi comuni, o si amano o si odiano. SpazioRock ha raggiunto per voi il frontman Jonne Jarvela per parlare a trecentosessanta gradi del nuovo disco “Karkelo”. Buona lettura.
Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 15/07/09

Ciao Jonne piacere di conoscerti. “Korven Kuningas” mi è piaciuto molto ma ora siamo entrati nell’era “Karkelo”: ha un significato preciso?

Ciao Gaetano, per me è un piacere sapere che Korven Kuningas ti sia piaciuto. Spero ti sia piaciuto anche “Karkelo” anche se si differenzia un po’ dal disco precedente. “Karkelo” significa “Festa” e nell’album ci sono le nostre solite “drinking songs”, ecco perché questo titolo. E’ certamente il disco più festoso mai composto dai Korpiklaani.

Bene, a questo punto mi devi sciogliere un dubbio: preferite la birra o la vodka?

Dipende da come ti senti, dalla situazione e dal tempo. C’è sempre spazio per l’una o per l’altra.

Avete mai scritto un brano mentre eravate ubriachi? Se si, quale?

No, non abbiamo mai composto da ubriachi, perché quando siamo ubriachi abbiamo sempre qualcosa di più importante da fare (ride, ndg). Ma quando non siamo ubriachi è facile scrivere le nostre “drinking songs” anche se spesso quando sono sobrio… vorrei essere ubriaco.

 

korpiklaani_1_2009


Molta gente pensa che il vostro ultimo “Korven Kuningas” non sia il miglior disco dei Korpiklaani perché fin troppo “commerciale”. Ti va di commentare?

Wow! E’ la prima volta che sento questa cosa, ovvero che ci sia qualcuno che pensa che i Korpiklaani siano commerciali. Vorrà dire che abbiamo fatto passi in avanti (ride, ndg).

I Korpiklaani, dopo il contratto con Nuclear Blast, sono ancora un hobby oppure sono diventati un lavoro a tutti gli effetti?

Abbiamo un sacco di lavoro da fare per quello che è il nostro hobby principale, ma non tutti riusciamo a vivere con la band. Spero che per tutti i membri dei Korpiklaani, la band diventi presto un lavoro perché ci toglie un sacco di tempo. E’ difficilissimo organizzarci col gruppo e coi singoli lavori che ognuno di noi ha.

E quali sono stati i risultati dopo un anno di contratto con Nuclear Blast?

La carriera dei Korpiklaani è stata molto lenta ma è in costante crescita e spero che vada avanti così per molti anni, anche perché penso che è il solo modo per rendere felice la nostra label. Tutto è più semplice se sai con che persone stai lavorando, quindi cambiare etichetta tutte le volte non è quello che vorremmo dover fare. Noi siamo soddisfatti di Nuclear Blast e speriamo di mantenere un lungo rapporto di lavoro con loro.

Un sacco di gruppi suonano folk metal oggi. Pensi che, di conseguenza all’originalità del genere, possa essere il futuro della musica metal?

Di sicuro farà parte della musica metal in futuro. Forse ci sono troppi gruppi esordienti che stano viaggiando sulla scia del successo del folk metal e il rischio è quello di uscire subito di scena, ma sono certo che i gruppi vecchi come noi, quelli originali, avranno sempre il loro spazio. E come sai, saranno gli anni a separare il grano dalla paglia.


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Bene, sei stato molto chiaro. Passiamo a “Karkelo”: quanto tempo avete impiegato per creare il disco? Solitamente ci lavorate in modo serioso e professionale oppure siete sempre pronti a giocare, bere coi vostri amici?

Onestamente non siamo così seri e sì, siamo sempre pronti a scherzare ma non tanto a bere durante il processo di composizione e di registrazione di un nuovo disco. Vogliamo suonare il meglio possibile perché a parte tutto, la musica è la cosa più importante per ognuno di noi. Non certo il bere.

E quali differenze hai potuto riscontrare tra “Karkelo” e “Korven Kuningas”?

Korven Kuningas ha sviluppato il lato oscuro dei Korpiklaani e non sto parlando di quello più heavy perché Karkelo è una specie di ritorno al passato se vogliamo. L’atmosfera è più dark su Korven Kuningas. Karkelo ha un mood giocoso, happy, ma allo stesso modo è heavy come deve esserlo un nostro disco. Sono contento del fatto che non dobbiamo per forza ripetere lo stesso disco di volta in volta.

Se non sbaglio avete registrato “Karkelo” in più di uno studio, perché?

Abbiamo registrato le batterie a Hollola, nei Pertax Studio, in Finlandia non c’è studio migliore per registrare questo strumento, c’è una sala di registrazione immensa. Pensa che prima era una fattoria, per questo ti ho parlato della sua grandezza. A Petrax c’è ancora una fattoria, quindi c’è un ottima atmosfera per le registrazioni. Purtroppo sarebbe stato troppo costoso fermarci a Petrax per registrare anche tutti gli altri strumenti e, di conseguenza, ci siamo spostati a Grooveland, nei pressi di Lahti, il luogo dove vivo. E’ uno studio molto più piccolo ma soddisfacente.

Mi sembra di capire che ci sia stato un ritorno al passato anche riguardo ai testi che, questa volta, sono scritti quasi tutti in finlandese, escludendo il singolo “Vodka” e “Bring Us Pints of Beer”.

Siamo stati aiutati da un ospite per i testi, Juha Jyrkäs, è ha fatto un gran lavoro. Mi ha mandato dei bellissimi testi, ecco perché sono per la maggior parte in lingua madre in questa occasione. Juha scrive solo in finlandese. Sai, non mi sento un bravo scrittore di testi, ecco perché ho deciso di avvalermi della competenza di un ospite. Il nostro lavoro insieme a Juha è stato molto buono e ha scritto esattamente ciò che volevamo dire con le nostre canzoni.


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Siamo quasi al termine. Quali sono i prossimi movimenti dei Korpiklaani? Siete pronti per il Pagan Fest?

Certo, siamo prontissimi per il Pagan Fest, ma prima dobbiamo coprire la stagione estiva dei festival. E’ fantastico andare in tour perché è l’unico momento in cui testare i tuoi sforzi e far vedere alla gente come vive il gruppo.

Passerete in Italia se non sbaglio.

Certamente! Ci vedremo al MusicDrome di Milano il prossimo 30 settembre. E’ sempre bello visitare l’Italia, io stesso prima o poi farò le mie vacanze nel vostro paese.

Bene Jonne, ti ringrazio per l’intervista. Vuoi aggiungere qualcosa?

Grazie a te Gaetano e un grazie a tutti i fan italiani dei Korpiklaani. Non vedo l’ora di vedere le vostre facce in quel di Milano!


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