Hardline (Alessandro Del Vecchio)
Gli Hardline torneranno in Italia tra pochissimi giorni per una speciale data a Milano il 29 maggio al Legend Club. Alessandro Del Vecchio ci ha parlato di loro e degli altri innumerevoli progetti che lo riguardano in questo momento. 
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 20/05/16

Ciao Alessandro e benvenuto su SpazioRock. Innanzitutto come stai? Sembra essere un periodo davvero impegnativo per te, tra i tuoi progetti da produttore (è uscito da poco "Beyond The Fade" di Ted Poley al quale tu hai lavorato come produttore) e quelli da musicista...


Ciao Giulia! Grazie per lo spazio concessomi e concessoci su SpazioRock. Vero, sono sempre molto indaffarato il che è un bene vista la situazione del business musicale. Io sto molto bene. Non potrei stare meglio a dire il vero. Sembra sia davvero il mio momento con tutti questi dischi che portano la mia firma.

 

Gli impegni riguardano anche gli Hardline con cui a breve suonerai a Madrid e Milano. Come mai proprio queste due tappe?


Fondamentalmente avendo Johnny Gioeli e Josh Ramos in Italia per lavorare al nuovo disco ne abbiamo approfittato per suonare dal vivo viste le continue richieste. Avendo io lo studio vicino Milano sembrava che una data dovesse essere d'obbligo farla, allora abbiamo "scatenato le furie" di Primo Bonali e Riccardo Canato che hanno lavorato al meglio per entrambe le date.

 

Per quanto riguarda la data italiana del 29 maggio si tratta di un grande ritorno dopo la vostra esibizione al Frontiers nel 2014. Per te sarà come giocare in casa... Come ti senti pensando di ritornare su un palco italiano con gli Hardline?


Guarda, sarà sicuramente emozionante. Io ormai suono in Italia sempre meno, purtroppo, e la possibilità di suonare con una delle mie band proprio dietro casa è una grande occasione. Poi per Hardline ogni data è sempre importante. Non facendone tante, ogni show è un piccolo evento, esattamente come è stato due anni fa al Frontiers Fest. Ancora ricordo vivamente il volume della folla sulle note di Fever Dreams. Non vedo l'ora!

 

State attualmente lavorando su un nuovo album degli Hardline. Com'è essere allo stesso tempo compositore, musicista e produttore del proprio lavoro?


E' un disastro! La parte più difficile è sicuramente quella del produttore perchè racchiude un pò tutto. Ho scritto per intero l'album e Johnny ha coscritto qua e là, ma fondamentalmente è un lavoro che ha molto di me anche a livello di liriche. Per ora siamo molto soddisfatti perchè è un disco più completo di Danger Zone, a cui mancava il piglio hard rock degli Hardline classici. E' un disco potente ma raffinato con perfomance di altissimo livello.

 

Come si influenzano tra loro tutti i progetti a cui lavori? Sono collegati in qualche modo?


Tendenzialmente per me vivono ognuno di vita propria. Anche se penso che ci sia del substrato in comune dato dal mio "tocco", se così vogliamo chiamarlo, tendo sempre a valorizzare i pezzi e i musicisti e non il mio stile. Se ascolti Revolution Saints, Sunstorm, Fergie Frederiksen e Ted Poley si sente nettamente cosa intendo. Per me non esisto io, esiste l'artista e io ne sono al servizio.

 

Torniamo all'inizio della tua collaborazione con gli Hardline. Cosa ti ha ispirato di loro tanto da iniziare a scrivere dei brani cuciti su questa band?

 

Ho Double Eclipse da quando son ragazzino e l'ho sempre ritenuto uno dei capolavori del nostro genere e conosco la voce di Johnny Gioeli quasi come se fosse mia da quanto l'ho ascoltata, quindi mi viene molto naturale il pensare "à la" Hardline. Non ti nascondo che darei un rene per avere Deen Castronovo e Neal Schon (Con cui ho lavorato per Revolution Saints) ancora su un disco degli Hardline e vedere cosa potremmo combinare io, Johnny, Neal e Deen. Avendo lavorato con tutti e tre loro ho avuto più volte la malsana idea di provarci davvero.

 

Cosa implica suonare in una band così "internazionale", ovvero i cui membri vengono da posti molto diversi e lontani anche culturalmente?


Sinceramente implica che il tutto è più difficile e a volte il lavoro è un pò meno romantico di come si vorrebbe. Tanto lavoro a distanza e ci si ritrova solo in momenti lavorativi. Anche se, a dire il vero, io sono stato in Connecticut da Johnny con cui ho passato giornate splendide.

 

Sei parte di una serie davvero consistente di progetti diversi che comportano l'utilizzo di competenze e fonti di ispirazione diverse. Come riesci a focalizzarti su così tanti aspetti e allo stesso tempo mantenere la tua identità in tutto ciò che fai?


Ho lavorato duramente per essere competente e all'altezza di situazioni da Champions League, quindi quello che mi permette di essere sempre me stesso nonostante i molteplici progetti è proprio la sicurezza che arriva dalla competenza. Per me non è mai un arrivo ma sempre una prova quindi ad ogni progetto o disco mi pongo sempre in maniera costruttiva e con l'ardore di chi lo fa ancora col cuore. Negli anni credo di aver forgiato un mio modo di affrontare il fare musica che si è trasformato in una sorta di trademark che attira gli artisti con cui lavoro, il che mi permette di lavorare quasi sempre in totale libertà. Poi, davvero, io ogni mattina mi sveglio con il fuoco del fare musica come se fossi un ragazzino. Dietro ai miei risultati c'è talmente tanto sacrificio e dedizione incondizionata che non posso che essere felice di focalizzarmi al 100% e oltre su ogni aspetto del mio lavoro.

 

Tra le varie band ci sono anche gli Edge Of Forever che usciranno con un nuovo album, il primo su Frontiers Records. Ci parleresti della band?


Gli Edge Of Forever sono la mia band principale per ragioni affettive prima di tutto. Il mio percorso musicale deve tutto agli Edge Of Forever perchè il primo passo in questo genere l'ho proprio fatto con loro con il nostro debutto su MTM Records prodotti da Marcel Jacob dei Talisman. Dopo anni di dischi con Frontiers penso fosse d'obbligo il ritorno della mia band sulla label con cui lavoro ogni giorno. Si parlava spesso di un disco con me alla voce ma io non sono uno da dischi solisti, soo un romanticone da band e non avrei che potuto farlo senza gli EOF.

 

Grazie per il tempo che ci hai dedicato. Ti va di lasciare un messaggio ai vostri fan italiani e ai lettori di Spaziorock?


Non posso che ringraziare te, SpazioRock e tutti i lettori per il supporto e per il tempo dedicatoci. Spero di vedere tanti di voi a Milano e vi assicuro che ci divertiremo!




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