Anneke Van Giersbergen (Anneke Van Giersbergen)
Una voce unica e una personalità artistica incredibile: Anneke Van Giersbergen torna in scena con un nuovo intimo album solista in acustico. Si intitola "The Darkest Skies Are The Brightest" e ha un preciso messaggio da veicolare. Dai The Gathering alla collaborazione con Devin Townsend, l'artista olandese si racconta ai nostri microfoni. 
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 02/03/21
Ciao Anneke e bentornata sulle pagine di SpazioRock! L'ultima volta che ci eravamo incontrate era il lontano 2015 se non ricordo male...

Ciao! Uh, sì, tantissimo tempo fa! Era quella volta che ero in giro con Arjen (Lucassen, ndr.)? 

Esatto, eravate in tour con i The Gentle Storm! Ricordo questo emozionante e intimo concerto a Milano. Ad ogni modo, prima di tutto, come stai? Come vanno le cose in questi tempi di pandemia globale? Come hai passato questi mesi? 

Oh, penso sia stato un periodo assurdo e strano per qualsiasi essere umano in questo mondo. Per me... beh, io sto bene. A livello lavorativo sai, la maggior parte del mio reddito proviene dai tour e dai concerti che, naturalmente, al momento non posso fare e ciò mi ha portato a delle perdite. Mi manca farlo, mi manca essere on the road, mi manca essere in diversi Paesi, viaggiare e vedere concerti. All'inizio di questa pandemia pensavo sarebbe stato difficile essere costretta a rimanere a casa, in un solo posto per tutto il tempo, perchè non l'ho mai fatto, o per lo meno non l'ho fatto per tantissimo tempo, circa 25 anni più o meno. Però mi è piaciuto stare a casa, passare del tempo con la mia famiglia nella nostra bella casa. Mi sono sentita fortunata nel potermi godere queste cose. Spero davvero che saremo presto in grado di tornare in pista, ad essere attivi e creativi, a viaggiare. Non penso torneremo mai alla normalità come era prima, credo che questa cosa abbia portato tanti cambiamenti, e anche tanti buoni cambiamenti in qualche modo. 

Ok arriviamo al cuore di questa nostra conversazione: "The Darkest Skies Are The Brightest" è il titolo del tuo nuovissimo album solista. Vorrei partire proprio dal titolo perchè mi ha fatto tanto riflettere: i cieli più scuri sono i più luminosi. Cosa intendi esattamente? 

Quando ti trovi in difficoltà, hai una crisi personale o cose del genere, se vuoi risolvere la cosa, se vuoi affrontarla, se vuoi cambiare qualcosa alla fine ciò che ne verrà fuori sarà una versione migliorata di te stesso. Sarai una persona migliore, sei più saggio perchè hai imparato qualche lezione, sarai più maturo come uomo. E questa è una cosa molto positiva. Non esiste nessuno al mondo che non abbia dei problemi o che non affronta sfide nella propria vita. Certo possiamo scegliere di ignorarli, di metterli in un angolino, o di affrontarli a testa alta e di imparare qualcosa, diventando una persona migliore. Sai, mi sono ritrovata in una situazione difficile qualche anno fa, c'erano tante cose in ballo nello stesso momento e mi sono ritrovata a combattere per tenermi delle cose nella mia vita. Adesso mi sento bene, mi sento meglio di quanto pensavo di stare bene prima di quel momento. Quindi sì, al fine di incontrare la luce devi fronteggiare un po' di buio prima. Questo manterrà la tua vita in equilibrio.
 
E allora ti chiedo: qual è la tua esigenza dietro la creazione di questo album? 

Come ogni cosa nella vita, tutto può ispirarti; nel mio caso a scrivere musica e parole. Per quel periodo della mia vita in cui ho dovuto affrontare delle sfide scrivere musica e parole è stato molto terapeutico e catartico per me. Ho scritto tante canzoni sulla mia vita, sia quando le cose andavano bene, quando ero felice, c'era il sole e la natura, sia quando le cose non andavano poi così tanto bene. Tutto ciò è stato davvero terapeutico, sentivo il bisogno di scrivere queste canzoni per me. E sentivo il bisogno di fare un album da solista in acustico, proprio per essere più trasparente, pura e immediata possibile, più vicina al mio cuore e alla mia anima. 
 
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Infatti questo disco è molto intimo e, allo stesso tempo, particolarmente suggestivo. È pieno di emozioni che chiunque quotidianatamente si trova ad affrontare, c'è l'amore e l'odio, c'è l'empatia. Vorrei sapere di più sui testi che hai scritto...

Sono contenta di sentire queste parole. Amore, odio, empatia, son tutte sensazioni che io affronto ogni giorno e con me tantissime altre persone nel mondo. Tutti affrontano delle difficoltà nelle storie d'amore, nel lavoro, nelle relazioni. Ho sempre scritto dei testi molto personali e questi non fanno eccezione. Tuttavia volevo scrivere in un modo un po' più poetico, in modo tale che chiunque si ritrovasse ad ascoltare queste canzoni potesse specchiarsi in esse e carpire dei significati che in qualche modo si adattano alla sua condizione. Sai, avevo dei dubbi quando stavo scrivendo e registrando questo disco, c'erano tante cose che stavano accadendo nel mondo: la pandemia, i Black Lives Matter, problemi sociali importanti e ho pensato "Ok, sono qui con i miei problemi personali e con il mio album, dubito che possa essere importante o utile per qualcuno, che possa essere importante pubblicarlo o parlarne". Ma quando ho suonato il mio singolo durante uno degli show online che ho fatto negli scorsi mesi ho letto un sacco di commenti del tipo "Oh, so come ti senti, ci sono passato anche io". E quindi ho pensato "Beh, non è solo roba mia". Tutti hanno a che fare con problemi personali di tanto in tanto. 

A livello di sound, ho apprezzato tantissimo il modo in cui hai accostato le diverse atmosfere e mood che hai creato. Ogni elemento è perfettamente bilanciato con gli altri e ogni singolo suono si incastra in maniera perfetta con le parole.

Sono felice che la musica ti sia arrivata in questo modo, perchè mi sono impegnata tantissimo su questa parte strumentale. Essendo un solo album acustico, ogni singolo strumento è stato molto ragionato, scelto in maniera molto attenta. Non si tratta di una band che suona, ma ogni canzone richiedeva un trattamento diverso. Una canzone richiedeva qualche strumento particolare, l'altra invece no ed era solamente voce e chitarra. Sono davvero felice del risultato. 

"Hurricane" e "My Promise" sono stati i primi singoli estratti da questo lavoro...

Già, penso che la scelta dei singoli sia la cosa più difficile da fare. Tra l'altro questo album è molto diverso dal mio album precedente, si trattava di prog metal, tutt'altra storia. Quindi sì, non sapevo proprio come fare a scegliere, ho fatto ascoltare l'album ad alcune persone, all'etichetta, al management, ad amici... quindi diversi tipi di persone. Loro mi hanno suggerito alcune canzoni che secondo loro catturavano il mood dell'intero lavoro, perchè io davvero non  lo sapevo. Non riuscivo a scegliere da sola, quelle canzoni sono tutti "miei bambini" (ride, ndr.) e non sapevo cosa la gente si aspettasse o cosa volesse sentire. E quindi ho fatto scegliere agli altri per me! "My Promise" è una dolce canzone d'amore, "Hurricane" è un po' più up-tempo, ha un beat particolare, più ritmato. Quindi ecco, hai queste due canzoni che penso catturino bene il mood dell'album.

Tra l'altro "My Promise" è un'ode all'amore in tutte le sue forme e contesti...

Esatto, non è vero? L'amore è la cosa più importante, e non solo in una relazione, ma anche l'amore per la natura, l'amore per la famiglia, l'amore per se stessi. Combattiamo per l'amore...

Oltre a "My Promise", ho apprezzato tantissimo anche “Keep It Simple” e “Survive”. Qual è invece la tua canzone preferita o quella che significa davvero tanto per te? 

Amo "Agape". Un'altra canzone legata al concetto di amore. Credo che sia una parola latina, "agape" è la più alta forma di amore, un concetto molto usato nella cultura cristiana. Ho riflettuto su questa parola e su questo concetto per tanto tempo, cercando di capire cosa volesse effettivamente dire. È qualcosa di così bello. Mi piace tanto anche "Survive" perchè racchiude un messaggio molto positivo e molto serio. Accanto al buio abbiamo bisogno di luce, abbiamo bisogno di equilibrio nella vita. 
 
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Nell'artwork di questo lavoro c'è un cuore riparato. Quindi la domanda è: questo album ha effettivamente riparato il tuo cuore? Ti ha fatto bene? 

Che bella domanda, son contenta di risponderti di sì. Sì, l'ha fatto. Ho lavorato tanto su me stessa, sulle mie paure e le mie sfide scrivendo e registrando questo album. Questo lavoro ha depurato la mia mente, lavorare su queste canzoni, cantarle e cantarle ad alta voce. Mi ha aiutato tantissimo ad affrontare i miei pensieri. 
 
 
 
Questo è l'album numero 23 della tua incredibile carriera....

Davvero? Oh mio Dio, è fantastico...
 
 
Già, hai creato tipo una tonnellata di parole e di emozioni. Non è grandioso? 

Oh sì!
 


Ti senti soddisfatta di questo tuo viaggio o c'è qualcosa che ancora ti manca? 

Sì, sono soddisfatta. Sono soddisfatta di tutto quello che ho fatto fino a questo punto della mia vita. Ho fatto tantissime cose, ho incontrato e lavorato con tantissime persone magnifiche e interessanti fino ad ora. Sono felice. Ad essere sincera, non ho grandissimi desideri tipo suonare negli stadi o che altro, ho solo piccoli desideri, ossia continuare a fare quello che sto facendo, cantare per vivere. Il fatto che la gente venga ai miei show e compri un album è una cosa grandissima per me. Sono felice di quello che ho fatto e di dove sono arrivata, e il mio desiderio è quello di continuare a fare quello che faccio: essere creativa e cantare. 

Ecco hai lavorato con tantissimi artisti e sei stata coinvolta in tantissimi progetti. Ce n'è stato uno che ha influenzato Anneke particolarmente, sia come persona che come artista? 

Sì, direi che ognuno di questi progetti - anche quello che non è stato l'esperienza più favolosa che ho vissuto - ha lasciato un'impronta. Prendi questa impronta e la porti nella tua musica, in qualche modo. Mi viene in mente la mia esperienza con Devin Townsend, quella è stata davvero importante, sia come artista che come persona. Lo ammiro molto, lui è un cantante e un songwriter sensazionale, le sue canzoni sono fantastiche. Lavorare con lui ha significato molto per me, ho imparato tanto da lui e mi ha ispirato di certo. 

Tu sei tra le poche regine del metal, così ti definiscono. Come pensi sia cambiata negli anni la figura della frontwoman nella scena metal? Ci sono tantissime donne che ormai si approcciano al genere e diventano leader di grandissime band, mi vengono in mente i Jinjer ad esempio...


Penso che negli ultimi 20 o 25 anni ci sono stati tanti cambiamenti nella scena. Prendendo gli ultimi 5 o 10 anni, ci sono state tantissime donne che si sono poste non solo come bravissime cantanti, ma anche come elementi portanti di una formazione. Hanno introdotto nuovi elementi del cantanto e hanno portato questo valore aggiunto in termini di performance. Queste donne sono molto sicure di se stesse, della loro voce e della loro band. Quindi  sì direi che c'è tanta differenza rispetto a quando io ho iniziato con i The Gathering, noi eravamo più timidi (ride, ndr.). C'è una forte differenza in termini di atteggiamento, e credo che sia una buona cosa.
 
Abbiamo iniziato questa intervista parlando dei The Gentle Storm e quindi devo farti questa domanda: pensi che ci sarà mai un proseguo? 

Sai cosa? Lo spero. Proprio oggi risentivo alcune canzoni di quel progetto online, e sai sono rimasta stupita di quanto quella musica fosse davvero ben scritta, il lavoro di Arjen e tutta l'orchestra. Mi sono sentita molto orgogliosa di quel lavoro. Lavorare con Arjen è una specie di favola. Ogni tanto ci sentiamo e ci diciamo "sì, dovremmo continuare", ma poi ci ritroviamo sempre impegnati. Non abbiamo dei piani concreti, ma siamo davvero molto orgogliosi di quel lavoro. Chissà, magari un giorno quando le lune si allinearenno...

Quest'anno saranno saranno 30 anni dalla pubblicazione dell'album di debutto dei The Gathering. Beh, come ti fa sentire questa cosa? Non rispondermi vecchia, perchè so che menti...

(ride, ndr) Non ti avrei risposto "vecchia", non mi sento per niente vecchia. A volte sai mi capita di dire la mia età, 47 e mi stupisco, perchè quell'età lì non la sento. Son felice delle cose che faccio e che ho fatto, quindi non penso ai numeri. Penso a quanto mi senta fiera e felice di aver fatto musica a livello professionale per così tanto tempo. Tante cose sono successe dopo la pubblicazione di quell'album e per questo sono grata e orgogliosa. 

Grazie tante Anneke per questa bella chiacchierata, c'è un messaggio che vuoi lasciare ai tuoi fan italiani e ai nostri lettori? 

Grazie a te cara! Non vedo l'ora che si possa ritornare a suonare dal vivo, ad incontrarsi, mi manca! Certo, sono felice a casa, ma mi manca ritrovarmi in diversi posti e incontrare diverse persone. Ci vediamo presto on the road! 
 
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