Ayreon (Arjen Anthony Lucassen)
È sempre un onore avere con noi su SpazioRock un maestro come Arjen Anthony Lucassen. In occasione del ritorno del suo progetto più famoso, Ayreon, lo abbiamo raggiunto per farci raccontare le sue impressioni sul nuovo "The Theory of Everything". Buona lettura!
Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 28/10/13

Ciao Arjen, bentornato su SpazioRock! Come stai?

Ciao Gaetano, sto bene, e tu?

Finalmente, il nuovo capitolo di Ayreon è pronto. Che mi dici delle tue aspettative al riguardo?

Beh, è strano. Quando ci lavoro, penso che sia la cosa migliore che io abbia mai fatto. “E’ bellissimo, non vedo l’ora che la gente lo senta. E’ bellissimo, tutti penseranno che io sia un genio, tutti mi ameranno”. Poi, sono pronto, vado dall’etichetta, e ci vogliono tre mesi prima che esca... E divento insicuro: “Mio Dio, lo odio, sarà venuto male, è molto complesso e la gente non lo capirà”. Mi sento così, in mezzo a questi due estremi.

ayreon_intervista_2013_01Per te, è il miglior album di Ayreon, per ora?

Non posso essere obiettivo al momento. Se non ne fossi stato felice al 100%, non lo avrei pubblicato. Posso solo essere obiettivo da un punto di vista complessivo... Comunque, sì.

Sono d’accordo. “The Theory Of Everything” è un titolo che mi ricorda qualcosa tra la letteratura, l’Antica Grecia e Einstein, per esempio. Ma che significa per te?

E’ una teoria della fisica - e mi è venuta l’idea credo guardando un documentario di Stephen Hawking, che parlava della Teoria del Tutto - ed era così bella, che ho pensato: “Sì, suona benissimo come titolo per un album!”, specialmente per Ayreon suonava così magnifico, epico e anche un po’ pretenzioso. Stava bene con Ayreon. Comunque, come ti ho detto, la Teoria del Tutto è una teoria fisica che ne mette assieme altre due: la teoria del molto piccolo - la meccanica - e la teoria del molto grande - che comprende l’universo, la gravità, l’elettromagnetismo... Queste due teorie non andrebbero d’accordo, in realtà, sono in contrasto, ma la Teoria del Tutto cerca di trovare il legame tra le due teorie.

Capisco, quindi questo è un filone narrativo totalmente nuovo?

Sì, è totalmente nuovo. Non è fantascienza, ho archiviato tutto il vecchio filone narrativo. Ho sentito che fosse giunto il momento di un nuovo inizio, una nuova storia con nuovi cantanti.

Quanti capitoli di questa nuova saga vedranno la luce?

Non ne ho idea. Il finale di questo disco è aperto, è possibile farne un sequel, ma dipenderà se alla gente piacerà questa storia e tutto dipenderà dalla mia ispirazione per il prossimo album. Sarà possibile approfondire la storia.

Gli “Ayreonauts” italiani sono contenti di sapere che Cristina Scabbia fa parte del progetto. E’ una grande cantante e una bella persona, non è vero?

E’ una bellissima persona, perché è una persona così vera. E’ sempre così entusiasta, mi sono divertito molto con lei, è una persona molto appassionata, molto emotiva ed è una grande cantante. Che cosa si può volere di più?

 

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Non è la prima volta che in Ayreon partecipa un artista italiano...

Certo, c’era Fabio (Lione) in “Flight Of The Migrator” e questa volta c’è anche Sara Squadrani (degli Anicent Bards). Questa volta vi sono ben due ragazze italiane, molto talentuose, c’è decisamente molto talento in Italia.

A questo giro, il cast è veramente bellissimo, il migliore, forse. Qual è la tua opinione?

E’ difficile da dirlo, ma sì. A questo giro ci sono artisti veramente grandi per me, artisti che ascoltavo da ragazzino. Lavorare con gli eroi della mia adolescenza, è un sogno che si avvera.

Questa volta niente Bruce Dickinson...

No, è vero, ma sono molto orgoglioso di questo cast lo stesso.

Per quanto riguarda gli altri progetti... Ci saranno altri capitoli di Guilt Machine o di Star One, o Lost In The New Real?

Non ne ho idea, non faccio mai pianificazioni, e se le faccio, di solito non funzionano. Non so che cosa mi porterà il futuro, però, tutto quello che so, è che non farò un’altra copia di Ayreon. Non ce ne saranno due!

ayreon_intervista_2013_03Arjen, hai un bellissimo rapporto con i tuoi fan, grazie alla tua presenza sui social network. E’ un sacrificio per te?

Oh, no, per nulla, perché non faccio più live e non incontro i miei fan, in questo modo rimango in contatto con loro, so quello che pensano. Passo due ore al mattino e due ore alla sera a leggere i messaggi e le email dei fan, non è per nulla un sacrificio.

Sei un nerd!

Sì, assolutamente, sono un nerd!

Per quanto riguarda i live, hai mai pensato di fare un live degli Ayreon, uno solo, come gli Avantasia di Sammett?

Il problema non è tanto il concerto, quanto le prove. E’ musica ed è un’opera davvero complessa e ci vorrebbero prove almeno per due mesi. E per provare con tutti per due mesi, con tutti e dieci i cantanti, è davvero dispendioso e bisognerebbe suonare almeno dieci volte tanto per recuperare i soldi - e non hai scelta, è così.

Ma come ben sai, questo è un sogno per tutti i tuoi fan...

Lo so, ma è un sogno per loro tanto quanto un incubo per me! (ride). Io mi vedo come un compositore e come un produttore, questo è quello che mi viene meglio, essere creativo nel mio studio.

Molti giornalisti ti chiedono quale sia il tuo cantante preferito nella saga di Ayreon, oggi ti voglio chiedere: qual è il migliore strumentista con il quale hai lavorato?

E’ così difficile da dire, perché ho lavorato con più di cento persone, e mi sono piaciuti tutti!  Ma se devo proprio sceglierne uno, direi Ed Warby. Ogni volta che lavoro con lui, è capace di sorprendermi sempre.

“Dawn Of A Million Souls” è il mio brano preferito della saga di Ayreon: c’è una canzone che ami di più?

Più che una canzone, direi proprio un album, “Flight Of The Migrator”, perché Russell Allen è il miglior cantante al mondo. E’ fantastico e lavorerei ancora con lui, ma... Comunque devo dire che per ogni album, ho delle canzoni preferite. Da “Into The Electric Castle” direi “Isis, Osiris”, invece in “Dream Sequencer” direi “Shooting Company”. Magari domani ti direi altre canzoni... Dipende!

Vorrei invece chiederti che ne pensi di Jorn Lande.

Ho lavorato con lui su “01011001”, è un bravo cantante!

 

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Hai mai pensato di scrivere una colonna sonora per un film di fantascienza?

Non penso che scriverei per qualcun altro: quando scrivo, devo essere ispirato e deve essere un processo spontaneo. Non penso che riuscirei a scrivere musica per qualcuno che mi dice: “Questo è il film. Scrivine la musica!”. Sono un vero ego-maniaco! Penso che se dovessi lavorare con qualcuno e per qualcuno, li farei diventare pazzi! (ride). Preferisco lavorare da solo.

Che cosa mi dici dei tuoi piani futuri?

Come ho detto prima, non faccio piani. Tutto quello che so è che il prossimo album sarà sempre un po’ in contrasto con quello che ho fatto prima. Il prossimo posso dirti che sarà qualcosa di diverso, magari con meno cantanti, ma per il resto, non ne ho idea.

Per il momento, possiamo goderci il nuovo capitolo della saga di Ayreon.

Per il momento sì, ci ho lavorato su per un anno, un anno e mezzo, sono totalmente scarico - ci ho messo tutte le mie emozioni, tutta la mia creatività, adesso devo ricaricare lentamente le batterie e aspettare che torni l’ispirazione e vedremo che cosa succederà.

Grazie per quest’intervista, Arjen. Vuoi lasciare un messaggio ai lettori di SpazioRock.it?

Certo, sono contento e orgoglioso di aver avuto due cantanti italiane su quest’album di Ayreon, date loro una possibilità: Cristina la conoscete già, ma Sara è davvero un nuovo talento. Grazie per il supporto!

Grazie mille Arjen, ci si vede su Facebook!




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