Art of Anarchy (Ron "Bumblefoot" Thal)
Dietro gli Art of Anarchy si nascondono alcuni nomi insospettabili del rock a stelle e strisce: Scott Stapp dei Creed, John Moyer dei Disturbed e Ron "Bumblefoot" Thal, per otto anni nei Guns N' Roses. Abbiamo raggiunto telefonicamente il chitarrista per farci raccontare il nuovo album "The Madness", di Scott Weiland, del suo rapporto con Axl Rose e dei suoi prossimi progetti
Articolo a cura di Salvatore Dragone - Pubblicata in data: 30/03/17
Ciao Ron, piacere di conoscerti! E grazie per la disponibilità che ci hai dato per questa intervista.
 
Ciao buongiorno e grazie a te (dice in italiano)!
 
Suppongo che il tuo italiano si fermi solo a fare i saluti.
 
No no, mi chiamo Ronaldo e oggi è, come si dice, mercoledì? (dice ridendo sempre in italiano ndr)
 
Conosci bene l'italiano?
 
In realtà non ricordo molto ma l'ho studiato quando avevo 9-10 anni.
 
Tra due giorni (l'intervista è del 22 marzo NdR) uscirà "The Madness", cosa deve aspettarsi la gente da questo nuovo disco degli Art of Anarchy?
 
E' molto semplice: quando hai Scott Stapp alla voce può aspettarsi le sue melodie ben riconoscibili, da me qualche strano assolo di chitarra e forse delle progressioni di accordi in stile Beatles, da John Moyer dei Disturbed il suo basso groovy, e per quanto riguarda Jon e Vince Votta, be', loro due sono dei veri metallari per cui potranno trovare cose tipo Metallica o Megadeth. Metti queste cinque persone in una stessa stanza a scrivere canzoni ed ecco che hai il quadro più fedele al risultato di questo disco.
 
Pensi che ci sia stata un'evoluzione rispetto al primo disco?
 
Credo di si, sostanzialmente il primo album era qualcosa di Jon e Vince, mentre ora siamo una band vera e propria. Potremmo definirlo un nuovo inizio. Le canzoni sono nate tutte in sala prove, è la prima volta nella mia vita che tutti i membri di una band contribuiscono realmente alla scrittura dei pezzi. Solitamente c'è una persona in ogni band che ha il controllo quasi totale sul songwriting, in questo caso è successo l'opposto.
 
Quanto tempo ci è voluto per scrivere e registrare "The Madness"?
 
Tutto è iniziato a settembre del 2015 in uno studio di New York, dove abbiamo praticamente jammato per due settimane intere. Da lì in avanti ci siamo dovuti ritagliare degli spazi tra i nostri impegni, io e Scott avevamo i concerti da solisti mentre John è stato spesso occupato coi Disturbed. A dicembre di quello stesso anno abbiamo registrato le prime tracce di chitarra e batteria nel mio studio, mentre da marzo ad aprile 2016 Scott si è completamente dedicato a scrivere testi e melodie e a modificare qualche altro piccolo dettaglio. Il missaggio si è concluso invece a gennaio di quest'anno.
 
Sei stato anche il produttore di questo disco, quali sono stati i momenti più critici e quali i più belli mentre si registrava?
 
In realtà non ci sono stati momenti negativi, nessuno di noi è andato di matto se è questo che intendevi. E' una storia noiosa vero? (ride ndr) Ci siamo concentrati molto sulla musica e sulle sensazioni, cercando di farci trascinare dal flusso positivo che si andava creando. E' così che dovrebbe essere sempre.
 
I suoni di chitarra sono molto curati, cosa ha usato per ottenerli?
 
Prima di tutto le chitarre prodotte dall'azienda francese Vigier. Sono già vent'anni che le uso e ho anche un mio modello signature. Si tratta di uno strumento a doppio manico, uno fretless e uno fretted, ed è sostanzialmente la mia chitarra principale che utilizzo per quasi tutto. Nel resto della strumentazione puoi trovare testate Engl, effetti Tc Electronic...
 
Come hai tirato fuori il suono portante distorto?
 
Non ci crederai ma ho semplicemente usato un settaggio del mio amplificatore Engl su Amplitube, cioè il plug-in del mio amplificatore suona più del mio amplificatore stesso! Sembra strano ma è così.
 
Spostandoci sul fronte dei testi, Stapp è noto per metterci molto della sua vita privata. Pensi che questo disco sia stato per lui un modo per elaborare i suoi problemi personali?
 
Si molto, ha condiviso davvero tanto di quello che ha vissuto. Erano tante le storie da raccontare in questo disco ed infatti ecco venire fuori 'The Madness' o 'No Surrender', la stessa 'Changed Man' parla di come abbia dovuto vincere la dipendenza da stupefacenti. Grazie a Dio ce l'ha fatta, molti non ci riescono e muoiono.
 
Ascoltando la prima canzone "Echoes Of A Scream" sembra che lo spirito di Scott Weiland sia ancora vivo, sopratutto per la melodia sulla strofa.
 
Lo penso anche io ora che me lo fai notare, ma Scott non ha contribuito a questa canzone. Invece posso dirti che è stato David Draiman dei Disturbed a suggerire la linea melodica del ritornello.
 
artofanarchyintervistainterno
 
Gli Art of Anarchy possono vantare al microfono ben due icone del grunge, pensi vi si possa definire così? 
 
Non credo possa identificarci, penso piuttosto sia la somma di quello che abbiamo fatto nelle nostre carriere. Puoi sentirci i Creed, a volte i Disturbed... per me 'grunge' è un titolo molto nobile ma probabilmente non lo siamo.
 
Aprile è un mese che vi vedrà molto impegnati in sede live.
 
Si, suoneremo molto negli Stati Uniti con due concerti in programma anche in Canada. Al momento non abbiamo altri impegni ma siamo in trattativa per un tour europeo.
 
Per otto anni hai fatto parte di una delle più grandi rock band di tutti i tempi, cosa ti viene più in mente quando pensi al tempo trascorso nei Guns N' Roses?
 
La cosa divertente è che non ho tanti ricordi dei concerti ma di tutto quello che avveniva prima e dopo. Ricordo come fosse ieri quando prima di un concerto a Londra stavo mangiando del cibo indiano proprio fuori dall'arena, quando ad un certo punto si chiude il cancello alle mie spalle e cerco di rientrare spingendo dentro la mia forchetta! Oppure ricordo di aver usato la mia giacca per dare riparo ad un cane ad Atene. Sono pezzetti di vita che per qualche motivo strano ti rimangono dentro.
 
Hai qualche rimpianto di quel periodo?
 
Nessuno, né di essere entrato nella band, né di averla lasciato. Erano entrambe nel destino.
 
Quando è stata l'ultima volta che hai sentito Axl?
 
Saranno ormai tre anni che non lo sento.
 
Cosa ne pensi del suo coinvolgimento negli AC/DC?
 
Mi ha sorpreso molto e onestamente devo dire che la cosa funziona bene, anche noi suonavamo spesso dei loro pezzi in tour. L'unica cosa che mi chiedo è se i fan degli AC/DC sono disposti a vedere qualcun altro al posto di Brian Johnson.
 
Qual è stato il tuo ruolo nel corso delle registrazioni di "Chinese Democracy"?
 
Ho scritto le parti di chitarra di tutte le canzoni, comprese due che poi non sono finite sull'album. Lavoravo anche 14 ore al giorno in studio, registrando centinaia di take per sondare ogni possibilità.
 
C'è mai stata la possibilità per una delle tue canzoni di finire sul disco?
 
Non allora, nel 2013 ho proposto la cosa ad Axl ma alla fine non andò in porto. Poi ho usato quelle stesse idee per due canzoni finite sul mio album solista "Little Brother Is Watching". Si tratta di "Argentina" e "Don't Know Who To Pray To Anymore".
 
Hai suonato con Axl Rose, Scott Weiland e Scott Stapp. Con chi di loro hai avuto più piacere a suonare?
 
Ognuno ha qualcosa di speciale che viene fuori dalle loro personalità, ma se devo sceglierne uno ti dirò Stapp. Con Scott siamo ottimi amici ed entrambi abbiamo una visione di squadra della band. Dovrebbe essere sempre così.
 
Ultimamente si è letto di un tuo possibile coinvolgimento in un progetto insieme a Mike Portnoy e Derek Sherinian, c'è qualcosa di vero in questi rumors?
 
Ho letto qualcosa anche io (ride ndr). Si abbiamo fatto già qualcosa insieme in passato, ma adesso sono concentrato solo sugli Art of Anarchy.
 
Possiamo escluderlo quindi?
 
Va bene rispondere no comment?
 
Mettiamola così, possiamo aspettarci qualcos'altro da parte tua nei prossimi mesi?
 
Ok, vediamo cosa succederà questa estate.



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