Bring Me The Horizon (Matt Nicholls; Jordan Fish)
Nichilismo, amore e Dani Filth: questo e molto altro nel nuovo atteso album dei Bring Me The Horizon. Matt e Jordan ci portano alla scoperta di "amo" e delle sue complessità, pochi minuti prima del loro recente concerto al Mediolanum Forum di Assago (MI).
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 19/11/18

Ciao ragazzi, benvenuti su SpazioRock.it, è un piacere poter parlare con voi. Come state? Mi sembra un ottimo momento per voi, vi siete imbarcati in questo tour grandioso...

 

Matt: Stiamo alla grande e il tour è veramente incredibile.

 

Jordan: Sì, sta davvero andando tutto benissimo. Abbiamo dovuto solo abituarci un po' alla lunghezza del nostro set, essendo headliner. I nostri show sono intensi, lunghi... e noi siamo vecchi (ridono entrambi NdR). Credo solo che sia stato perchè siamo stati fermi per quasi un anno e non abbiamo fatto altro che bere birra e guardare la TV. Comunque, gli show stanno andando benissimo, noi stiamo suonando bene, siamo molto contenti. Ci stiamo divertendo un casino, e, visto che siamo stati fermi per un po', stiamo apprezzando ancora di più la vita in tour adesso.

 

Matt: Concordo in pieno!


Tornando al punto in cui ci siamo lasciati, era il 2015 quando avete pubblicato il vostro ultimo album, "That's The Spirit". Saranno passati praticamente 4 anni quando pubblicherete il vostro nuovo album ("amo" è in uscita il prossimo 25 gennaio NdR). Si tratta della pausa più lunga tra due dischi; cos'è successo in questo lasso di tempo?

 

Jordan: Il fatto è che non ci siamo mai presi una pausa. Il tour di "That's The Spirit" è durato da settembre 2015 ad aprile 2017, abbiamo avuto qualche mese libero, fino a settembre, quando abbiamo iniziato a comporre nuova musica. La fase di scrittura ci ha preso più tempo rispetto alle altre volte.

 

Matt: Neanche tra "Sempiternal" e "That's The Spirit" abbiamo avuto tempo libero. Questa volta abbiamo deciso consapevolmente di prenderci qualche mese per... sai... fare cose normali.

 

Avete un nuovo album in uscita a gennaio dal titolo "amo", più che un richiamo alle lingue latine.

 

Jordan: Sì, la moglie di Oli è brasiliana e parla portoghese, Oli stesso ora lo parla un po'. Il titolo è stato scelto da lui, il disco intero si basa sull'amore e sull'innamorarsi, quindi sembrava un titolo appropriato. E poi suona bene.

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Raccontatemi un po' chi c'è dietro, dove e con chi avete lavorato. L'ultima volta siete andati fino a Santorini per registrare "That's The Spirit"; avete operato scelte simili questa volta?

 

Matt: Questa volta abbiamo fatto tutto da soli, senza nessun produttore. Oli e Jordan si sono occupati della produzione. Abbiamo composto quasi tutto a Sheffield, abbiamo finito le ultime parti a L.A., dove abbiamo registrato batteria e chitarre.

 

Jordan: Sì, siamo stati a Los Angeles circa due mesi, poi siamo tornati e abbiamo passato altri mesi a lavorarci su tra Sheffield e Londra. C'è voluto un mese solo per il mix (alza gli occhi al cielo NdR).

 

La tua espressione dice tutto!

 

Jordan: Ma sì, è stato bello in realtà, ma è stato molto lungo. Ci abbiamo messo molto ad ottenere il risultato e il suono che volevamo. Abbiamo messo insieme generi davvero molto diversi tra loro, questa volta. Credo sia il disco più complicato a livello di produzione. È difficile da spiegare, ma io stesso avevo un'idea di come volessi che suonassero le cose. Abbiamo provato a mixare alcuni brani in un certo modo, ma erano mix da canzoni rock, e non era il nostro caso, il brano non avrebbe dovuto suonare in quel modo. Ci abbiamo messo un bel po' a trovare l'equilibrio giusto, che poi era diverso per ogni brano, ogni sezione... è stato davvero complicato, ma ne è valsa assolutamente la pena, suona esattamente come volevamo. Se hai sentito solo "Mantra" e "Wonderful Life" non è niente... vedrai il resto.

 

A proposito di "Wonderful Life", inutile dire che il brano e il video siano geniali. Anche il testo lo è, soprattutto per la sua vena particolarmente sarcastica e nichilistica che mi ha ricordato in qualche modo "Happy Song". Sembra che il vostro approccio alla vita non sia cambiato più di tanto negli ultimi anni.

 

Jordan: No, direi di no. "Wonderful Life" è la canzone che ha meno senso, cioè, prima Oli scriveva in modo molto diverso, tutto doveva avere un senso, ma "Wonderful Life" è veramente a caso, sembra più un flusso di coscienza. Non tratta di un argomento preciso, come magari succedeva in altri pezzi, ma ti lascia qualcosa, una sensazione... Non tutto deve per forza avere un senso alla fine, l'importante è che esprima qualcosa.

 

Che è un po' la stessa logica che sta dietro al video, immagino...

 

Matt: Esatto, non vuol dire assolutamente niente.

 

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Come vi è venuto in mente di collaborare con Dani Filth? Ci saranno altre collaborazioni in "amo"?

 

Matt: è stata un'idea di Oli. Pensava fosse la persona giusta per quel brano, e niente, è successo in modo molto semplice. Per quanto riguarda le altre collaborazioni, troverete Grimes per esempio, e devo dire che è uscito qualcosa di veramente pazzesco.

 

Jordan: questa volta ci siamo aperti davvero a ogni genere e opzione.

 

Matt: Sì il nostro obiettivo era scrivere tutti potenziali singoli, ogni brano rappresenta un nostro lato e abbiamo scelto dei guest molto vari per questo disco.

 

Jordan: Oli ha un timbro unico e anche un modo di scrivere molto riconoscibile. Anche il nostro sound credo sia molto particolare, perchè quando proviamo a esplorare suoni molto diversi, si sente comunque che siamo noi. È una cosa che abbiamo imparato dal disco precedente, perchè con "That's The Spirit" sentivamo di esserci spinti un po' oltre, ma se lo ascolto adesso mi sembra un disco rock. Questa volta abbiamo sentito di poter essere più coraggiosi, volevamo vedere dove saremmo potuti arrivare. Ci siamo arrivati sperimentando, lavorando anche divisi tra di noi, in 2 o 3. Questo ha cambiato molto l'approccio alla scrittura e il risultato finale del sound, riuscivamo a tirare fuori cose molto più personali. È più facile anche esprimere opinioni e tirare fuori ciò che non va bene o ciò che invece funziona. Credo che ogni brano esplori sensazioni diverse... avevamo spunti per brani molto elettronici e ciò su cui ci concentravamo era lavorarci in modo da rimanere fedeli al nostro sound. È stato davvero interessante lavorare a questo disco, ci ha permesso di sfidare noi stessi sotto molti punti di vista.

 

Come vi sentite ora rispetto a quando stava per uscire "That's The Spirit"?

 

Jordan: Mi sento più orgoglioso, è stato un disco molto più difficile da scrivere.

 

Matt: Anche io penso che dal punto di vista musicale questo disco sia migliore. Volevamo davvero progredire, spingerci oltre, fare meglio di quanto fatto in passato, e non rimanere fermi dove eravamo solo perchè aveva funzionato. È un disco coraggioso.

 

Jordan: Siamo totalmente soddisfatti, è il disco migliore che potessimo fare.

 

Purtroppo il nostro tempo è finito, grazie per la chiacchierata. Vi chiedo solo di lasciare un messaggio ai vostri fan italiani e a tutti i lettori di SpazioRock.it.

 

Jordan: grazie per il supporto!

 

Matt: Si, è davvero bello tornare qui dopo così tanto tempo e poter suonare per così tante persone. Grazie ai fan di vecchia data, grazia BMTH Italia, e grazie ai nuovi fan, spero che vi godiate lo spettacolo.

 

Jordan: Ciao! (in italiano NdR)




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