Bullet For My Valentine (Michael Paget)
I più importanti festival Open Air del 2016 li hanno fatti loro: dal Vans Warped Tour in multiple tappe in giro per gli States, al Giappone, da Wacken a Budapest, aspettando il tour da headliner in tutta Europa, con una data a Milano a novembre.

 

I Bullet for my Valentine attraversano un grande stato di forma, trascinati dall'entusiasta Padge. Abbiamo raggiunto il chitarrista della band proprio nel backstage di Sziget Festival, poche ore prima dell'esibizione, per fare il punto sulle grandi soddisfazioni dell'ultimo album Venom, che nel giorno della nostra intervista festeggia il primo compleanno.

Articolo a cura di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 04/09/16
In questi giorni festeggiamo il primo anno di Venom, ti chiedo un giudizio complessivo su questo ultimo anno dedicato alla promozione dell'album.

 

E' stato incredibile, credo che di tutti gli album dei B4MV questo sia quello che abbiamo, come si suol dire, promosso con maggiore enfasi. Siamo attorno al diciottesimo mese di attività, iniziamo a sentire la fatica, ma la fase dei tour estivi è sempre eccitante.

 

Seconda volta per voi qui, come la vedete?

 

Molto bene, qui si respira l'aria dell'autenticità, è un vero festival a tuttotondo, a me piace molto questo tipo di eventi, anche a discapito di un festival metal. Qui ti alzi e vai a scoprire cento band che stanno suonando, e aspettano solo di essere scoperte. È l'essenza della musica e della cultura, è una celebrazione della musica stessa. Sono felice di vedere la crescita di questo evento, è sconvolgente, ma mi entusiasma perché significa che in tanti, forse, condividono il mio pensiero.

 

Come reagisce la folla alle nuove canzoni dal vivo?

 

Alla grande, diciamo che più aumenta la nostra stanchezza, più vengono diffuse le nuove canzoni! In ogni caso, a vederci ci sono ormai dei veri e propri eserciti di fan, a me piace definirla la Bullet Army, conoscono i testi meglio di noi.

 

La notizia dell'anno per quanto vi riguarda è la firma con Spinefarm, segna un importante cambiamento, come sono andate le cose? Quali sono gli obiettivi che vorreste raggiungere insieme?

 

Puoi dirlo, siamo molto orgogliosi perché l'etichetta lavora molto bene e ha manifestato interesse nel nostro operato. Ci siamo incontrati, abbiamo analizzato quanto fatto negli ultimi anni - cinque album per noi cominciano a diventare un numero importante - e abbiamo trovato un accordo. Niente di esclusivo, ma sono sicuro che, come loro sono in forte espansione, ci aiuteranno ad espanderci e ad arrivare dove ancora non siamo riusciti. Ci piacerebbe continuare sulla nostra strada e per farlo a volte bisogna cambiare, questo non è un cambiamento forte ma una marcia in più che ci permetterà di volare più in alto.

 

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Domanda tecnica: come cambia il vostro sound di album in album?

 

E' difficile da spiegare in poche parole. Ci sono degli elementi di routine, diciamo, che accomunano tutte le registrazioni e le uscite, ogni due anni e mezzo circa. Non mi piace definirla evoluzione, ma è come se all'inizio di ogni fase, io e gli altri ci ritroviamo insieme per dare ognuno il meglio di sé, al limite delle proprie capacità. E poi ogni volta c'è il coraggio di affrontare lunghi tour, ma ormai è come se fossimo stati progettati per questo.

 

Come invece è stata la reazione di tutti, dopo l'uscita di Jason dal gruppo? Spesso il cambio di bassista o di batterista è destabilizzante.

 

Non vi nascondo che all'inizio è stato terribile. Molto destabilizzante per tutti. Poi con l'ingresso di Jamie Mathias è tornata la calma, se così si può dire. Si è trattato di un malessere più emotivo che artistico o tecnico, è stato proprio come perdere un amico storico, quello con cui fai tutte le scuole insieme, poi una sera al pub ti siedi al solito posto e lui non c'è più. Abbiamo reagito e ormai non ci penso più, con Jamie si p creato un gran rapporto e grazie al suo apporto siamo migliorati in studio e dal vivo, di conseguenza, come se attorno a lui si diffondano onde di capacità e insegnamenti, Ed è così che una situazione negativa è stata trasformata in positiva.

 

Il 2016 è stato un anno sportivo. Segui il calcio?

 

Non proprio, diciamo che divento patriottico in occasione delle manifestazioni più importanti. Ad esempio a Euro 2016 siamo andati a vedere Portogallo Galles, che poi abbiamo perso. È stata comunque un'esperienza divertente andare allo stadio e scherzare con i tifosi, specie se sono nostri fan.

 

C'è qualche ricordo di questa intensa estate live che vorresti raccontarci?

 

Ogni foto che mettiamo sul nostro Instagram racchiude una piccola storia che cerchiamo di raccontare in una frase o in un sorriso. Quest'anno è stato incredibile, siamo stati baciati dalla fortuna e ogni volta che salgo su un palco creo un piccolo ricordo che conservo nel mio cuore. Essere qui, ad esempio, avere uno slot in un festival del genere, è uno di quelli. Sono e siamo grati a tutti i fan per questa occasione.

 

Alla fine, ecco lo spazio per lasciare un messaggio ai fan italiani.

 

Grazie a tutti per il supporto che ci è arrivato quest'anno e nel corso degli anni. Abbiamo un concerto in Milano a novembre, questa volta da headliner, sarà grandioso potervi abbracciare tutti dal vivo e tornare a Milano dove ho molti bei ricordi. Italia, anche noi vi aspettiamo!




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