Burning Witches (Lala Frischknecht)
Approfittando dell'uscita di "Hexenhammer", secondo album in studio delle Burning Witches, abbiamo scambiato una breve chiacchierata con la batterista Lala Frischknecht sui dettagli del disco e sul background stilistico di un quartetto di streghe che, di certo, non si lasceranno sfuggire l'occasione di punire eventuali persecutori a suon di heavy metal. Magari alleandosi con i morti viventi ...
Articolo a cura di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 10/11/18

Ciao Lala e benvenuta su SpazioRock. Quasi un anno fa, l'uscita del vostro debutto omonimo ha ricevuto un buon feedback. Quali elementi avete aggiunto al nuovo album "Hexenhammer" per renderlo più stuzzicante del precedente?


Penso che il nuovo album sia migliore del precedente: più aggressivo, più veloce, più thrash, legato all'heavy metal tradizionale, ma moderno nella resa. Del resto, se si affronta un testo come il Malleus Malleficarum, è vietato rallentare i giri!

 

La rosa delle vostre influenze va dai Judas Priest agli Iron Maiden passando per l'intera scena NWOBHM. Quanto è complicato suonare un heavy metal tradizionale senza sembrare dei meri calchi di grandi nomi?


Credi sia facile? Ebbene, no, non è affatto così semplice. I Judas Priest e gli Iron Maiden rappresentano la nostra maggiore influenza, ma suppongo che l'errore più grande che si possa commettere sia quello di modellare gli strumenti e il sound su quelle band, pianificando ogni cosa nel minimo dettaglio. Ciò che ascolti è frutto della spontaneità: d'accordo, ricorda l'heavy metal degli anni '80, ma non ci pensiamo quando arriva il momento di registrare i brani. Siamo le Burning Witches, non una copia di qualche grosso nome.

 

L'album vede nuovamente la presenza di Marcel Schmier dei Distruction in fase di produzione. Quanto è stata importante la sua figura per la vostra carriera?


Beh, Romana (Kalkhul, chitarrista, ndr. ) e Jeanine (Grob, bassista, ndr.) sono amiche di Marcel, si conoscono da molto, molto tempo. Ci aiuta parecchio, in tanti modi diversi. È un bravo ragazzo e lo trattiamo come un padre, come un fratello. E, naturalmente, possiede questa enorme conoscenza dell'industria musicale, oltre a essere uno dei pionieri del metal tedesco. Penso sia di grande aiuto avere Schmier al nostro fianco ed è stato grazie ai suoi suggerimenti e al suo supporto che il sogno di una band tutta al femminile è diventato realtà.
 

Le liriche del disco sono ispirate alle vessazioni subite dalle streghe. Cosa vi ha spinto a sceglier questo particolare argomento? E pensi che il tema della repressione delle minoranze sia ancora attuale oggigiorno?

 
Sì, è importante ricordare affinché tali eventi non si ripetano: la gente purtroppo dimentica in fretta le violenze e i soprusi della Storia. Sessantamila streghe furono uccise in quei giorni senza alcun motivo. Vennero incolpate non soltanto per i disastri naturali, ma per qualunque catastrofe o evento negativo e, in questo senso,  il Malleus Maleficarum si pone come testimonianza di un misoginia davvero diabolica: abbiamo grande rispetto per tutte quelle povere donne giustiziate iniquamente.

Se fossi stata una strega in quei tempi oscuri come avresti reagito alle persecuzioni?


Non so come avrei reagito: allora la gerarchia religiosa protestante era davvero potente e non era facile ribellarsi alle autorità. Da strega, comunque, avrei combattuto al loro fianco.

 

A cosa si deve la scelta di "Executed" come singolo? Cos'ha di tanto speciale?
 

Abbiamo optato per "Executed" perché è veloce e aggressiva, un vero calcio in culo: le persone, ascoltando questo pezzo così speciale, riescono a farsi un'idea dell'album e magari ne acquisteranno tante copie (ride, ndr.).
 

Molte delle canzoni del nuovo album sembrano essere state scritte appositamente per i concerti: penso a "Open Your Mind", alla title track, a "Possession" ...

Assolutamente sì. Vogliamo dare alla gente la felicità. Se la vediamo sorridente mentre suoniamo sul palco, la soddisfazione è enorme. Qualche tempo fa abbiamo tenuto un concerto in Svizzera, e quando "Open Your Mind" è terminata, sentivo i presenti che dicevano "oh, la loro nuova canzone è davvero buona, piena di armonia, e poi queste chitarre melodiche ...". Lì ho capito che lo scopo era stato raggiunto.

 

E perché avete scelto proprio "Holy Diver" dal vasto repertorio di Ronnie James Dio?


È stata una delle prime canzoni che abbiamo suonato insieme come band e significa molto per noi e quando  ci esibiamo dal vivo, la cantiamo in coro con il pubblico. 
 

Lala, le Burning Witches sono una all female band. Come ci si sente in un mondo, quello metal, dominato da artisti maschili? 
 

A volte non è facile essere una band tutta al femminile, ma è bello stare insieme e possiamo comportarci da ragazzacce senza preoccuparci delle reazioni altrui. Tuttavia il fatto di essere apprezzate, e, soprattutto, accettate da tutti come musiciste, rende le cose molto più semplici. 
 
 
burningwitches 
L'11 gennaio il "Leaving Dead Tour" vi vedrà dividere il palco con i Grave Digger. Cosa dobbiamo aspettarci da una combinazione di zombi e streghe?

 

È una combinazione davvero interessante (ride, ndr.). Suoneremo alcune canzoni del nuovo album e alcune di quello precedente. E non vediamo l'ora di esibirci con i Grave Digger, davvero una grande band. Speriamo di venire anche da voi in Italia, amo molto il vostro paese.

 

Grazie mille per l'intervista. Vorresti lasciare un messaggio ai vostri fan e ai nostri lettori?


Comprate il disco e bruciate insieme alle streghe!




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool