Kensington (Eloi Youssef; Jan Haker)

Pronti per presenziare ancora una volta allo Sziget Festival a Budapest, i talentuosi Kensington ci hanno parlato del loro ultimo album "Control", del sempre maggiore peso della notorietà e di un possibile arrivo in Italia.

Articolo a cura di Paolo Stegani - Pubblicata in data: 14/08/17

Ciao ragazzi, bentrovati su SpazioRock.it!

Il vostro ultimo album, "Control", di cui avevamo già parlato con Casper nella nostra precedente intervista, sta avendo ovunque un grande successo. La prima e l'ultima canzone, ovvero "Do I Ever" e "St. Helena", sono quelle più particolari ed anche quelle che personalmente preferisco. Come sono nate? Di cosa parlano?

 

E: Stavo riascoltando delle registrazioni sul mio vecchio telefono, per vedere se c'era qualche buona idea su cui lavorare. Avevo registrato la linea melodica delle chitarre di quella che sarebbe poi diventata "St. Helena". Quando ci siamo ritrovati in studio eravamo un po' arrugginiti, era qualche tempo che non registravamo qualcosa, per cui ho fatto sentire ai ragazzi la registrazione. Una volta suonato il riff tutto venne in automatico, senza difficoltà, e abbiamo subito pensato stesse nascendo qualcosa di bello. Non avevamo mai scritto qualcosa di quel genere: per quanto amiamo il metal, lo stoner ed altri generi heavy non ci eravamo mai spinti così lontano. In genere preferiamo restare nell'ambito puramente rock. Il testo parla di una relazione, di qualsiasi tipo sia, con una persona, e sei consapevole che finirà presto ma ti ostini a credere che invece non sarà così. "Do I Ever" invece l'abbiamo scritta tutti insieme. Inizialmente non funzionava, avevamo messo troppa carne al fuoco, per cui abbiamo deciso di stravolgerla e ricominciare da capo. Dopo questa mossa ha cominciato a ingranare. La frase "I ought to grow, but do I ever?" è una domanda che molti di quelli che conosco, e pensi quasi tutti in generale, si sono posti almeno una volta, insicuri sulle scelte fatte fino a quel momento, dubbiosi sulla strada da percorrere. Si pensa sempre di non aver fatto abbastanza, quindi quella domanda sorge spontanea.

 

Qual è la situazione nella quale preferite comporre le vostre canzoni? La nascita di un brano è un lavoro di gruppo oppure ci pensa uno di voi in particolare?

 

E: Quando siamo in tour non scriviamo mai nuovi pezzi. Generalmente non c'è una regola su come lavorare ad un brano, ciò che importa è che il sound che ne esce ci soddisfi. Chiunque di noi proponga qualcosa di interessante, ci concentriamo su quello. Può essere un ritmo della batteria o una linea melodica, non importa.

 concerti_kensington_sziget_201514
 

Quanto è importante per voi essere riusciti in pochi anni ad avere un grande successo prima in Olanda e poi anche nel resto del mondo? Il vostro tour continuerà in Europa per tutto il mese di agosto, e questo dimostra quanto stia crescendo la vostra fama.

 

E: È davvero una cosa speciale. Ci sono momenti in cui ti rendi conto che le cose si stanno facendo "grandi". Quando cominci a fare concerti di una certa levatura senti davvero la differenza. La sorpresa più grande è stata quando abbiamo fatto un tour europeo, con migliaia di persone ad ogni show: arrivare in Polonia e vedere la gente cantare a squarciagola le tue canzoni è stato incredibile. Dopo di che la tua vita prende quella direzione, e quindi cominci a farci meno caso. Ci impegniamo davvero molto, e quando le cose funzionano non possiamo che esserne felici. Ogni tanto però è bene fare un passo indietro e dare un n'occhiata alla direzione che stai prendendo, e ricordare anche da dove vieni.

 

Quali sono gli artisti che vi hanno fatto amare questo tipo di musica o che vi hanno segnato particolarmente?

 

J: Cerchiamo di essere una band dal sound nuovo, ognuno di noi contribuisce con gli elementi che maggiormente lo ispirano. Ci sono differenze sostanziali fra i gusti di tutti e quattro. Non ascolto lo stesso tipo di musica in ogni momento. Quando eravamo ragazzi, e assistevamo ai concerti in Olanda, non potevamo nemmeno immaginare che quello sarebbe stato il nostro lavoro un giorno. Pensavamo: "sarebbe grandioso". Ed è strano come la nostra vita effettivamente abbia preso quella direzione.

 

E: Se penso ad un artista come Chris Cornell, possa riposare in pace, la sua influenza è stata enorme. Nelle sue canzoni ci sono una purezza e delle emozioni tali che mi hanno spinto a tentare di fare lo stesso.

 

ken2017

 

Suonerete presto in Italia? I vostri fan vi aspettano.

 

E: "Control" è stato registrato a Roma, e molte cose che abbiamo poi inserito sono nate, e molte altre sono state completate, proprio in quello studio. Sarebbe grandioso poter tornare nel luogo dove abbiamo creato qualcosa di così importante per noi!

 

 




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool