Eldritch (Eugene Simone)
Eldritch. Nome d'eccellenza nel panorama musicale prog italiano, ma non solo. "Underlying Issues", ultimo album pubblicato, ci conferma il sempre ottimo livello della band toscana. È quindi un gran piacere aver potuto scambiare due chiacchiere con Eugene Simone, chitarrista del combo, spaziando dal nuovo album alla storia della band.
Articolo a cura di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 20/11/15

Ciao Eugene, bentornato su SpazioRock! Prima di parlare del vostro nuovo album vorrei partire subito con il release party di "Underlying Issues" che si terrà il 28 di novembre al Legend Club di Milano, in occasione di una delle SpazioRock Nights presentate dal nostro magazine. Come vi state preparando per questo evento?

 

Grazie! Sarà sicuramente una serata speciale per noi. L'occasione di presentare il nostro nuovo album in un bellissimo locale di una piazza importante come Milano non è cosa da poco. Ringraziamo anche la Truckmehard per aver organizzato questo evento. Ci stiamo preparando al meglio per condividere l'uscita di "Underlying Issues" con i nostri fans. Ricordo tra l'altro che Lunedì 16 saremo a Radio Lombardia per un'intervista con piccolo show acustico.

 

Decimo album in carriera e siete ad un passo dai venticinque anni di attività. Dobbiamo aspettarci qualche sorpresa in occasione del release party oppure preferite focalizzarvi sull'attuale, ottimo stato della band?

 

Ci sarà senz'altro qualche sorpresa in scaletta ma non vorrei fare troppe anticipazioni. Sai, quando arrivi al decimo album cerchi di dare spazio un po' a tutto il repertorio. In un set di 14/15 pezzi non possiamo suonarne 5 da un unico album. Sicuramente ad alcuni siamo più legati, o lo sono i fans per cui qualcosa avrà più spazio rispetto al resto. Sostanzialmente però cerchiamo di proporre dei liveset "equilibrati" dando maggior spazio all'ultimo uscito.

 

Con "Tasting The Tears" uscito ad inizio 2014, "Underlying Issues" arriva sul mercato a brevissima distanza. A cosa dobbiamo questa rapidità di pubblicazione?

 

Non c'è un motivo particolare. Avevamo già prenotato il periodo per il mix ai Domination Studios per Settembre ma pensavamo di far uscire l'album a inizio anno nuovo. La Scarlet  ha pensato invece che sarebbe stata una buona idea non far trascorrere troppo tempo e far uscire l'album entro il 2015 e noi siamo stati d'accordo. Alla fine perché aspettare? Non è il massimo avere il cd pronto e mixato e tenerlo in stand by per mesi...meglio uscire subito. 

 

Recensioni molto favorevoli per quanto riguarda il nuovo album giungono un po' da tutto il mondo, e non si può che essere d'accordo con questi giudizi. Quali idee o linee generali avete seguito al momento della scrittura dei singoli brani?

 

Da un po' di tempo credo che abbiamo raggiunto un certo equilibrio e riusciamo a fondere tutti gli elementi del nostro sound in modo ben amalgamato. È una cosa che ormai viene del tutto naturale. Adesso diamo molto più spazio all'emotività e all'impatto rispetto al passato. Certo, l'aspetto tecnico e progressive è sempre presente ma in maniera più equilibrata. Non seguiamo il cliché della tecnica a tutti i costi e ci fa molto piacere che questo venga apprezzato. Abbiamo avuto sempre buonissime recensioni e per fortuna sono meno frequenti i paragoni con i primi album. Quando scrivo i pezzi l'unica cosa di cui tengo conto è cercare di valorizzare al massimo le qualità vocali di Terence in modo che lui possa rendere al meglio. Di come possono suonarli gli altri ragazzi della band non me ne preoccupo perché sono ottimi musicisti e possono suonare qualsiasi cosa io gli proponga. Ho sempre sostenuto però che la voce alla fine è quella che fa la differenza ed è uno strumento particolare che merita molte attenzioni.

 

eldritchitw201502Tastiere sì, tastiere no. La solita, annosa questione quando si parla di Eldritch. Come vi siete regolati per "Underlying Issues"?

 

Non avendo più nella band un tastierista fisso, mi sono occupato io delle keys. Pur non essendo assolutamente un tastierista, so come devono suonare le tastiere negli Eldritch e credo di essere riuscito ad inserirle nel modo giusto. Molti si chiederanno se mai avremo di nuovo un tastierista. La risposta è che non lo sappiamo... purtroppo non è semplice trovare la persona che possa fare al caso nostro. Le tastiere negli Eldritch sono talmente varie che non è sufficiente essere bravi tecnicamente, ci vuole anche una certa abilità nella gestione dei suoni. A questo aggiungerei anche un carattere che ben si adatti al resto della band. Gabriele ha tantissime qualità ma purtroppo caratterialmente le cose non sempre sono andate come speravamo, per cui abbiamo preferito rimanere amici ma interrompere la collaborazione. Se mai un giorno riusciremo a trovare chi farà al caso nostro, prenderemo in considerazione di reinserire il tastierista come membro fisso. Per adesso andiamo avanti con la lineup a cinque.

 

Come per l'album precedente vi siete nuovamente affidati a Simone Mularoni per il missaggio presso i suoi Domination Studios. Quali sono stati gli aspetti del suo stile che vi hanno fatto compiere questa scelta?

 

Siamo sempre stati alla ricerca di un sound esplosivo e non sempre siamo rimasti soddisfatti al 100% dei mix in passato. Poi abbiamo sentito alcuni cd mixati da Simone e ci siamo subito resi conto che poteva darci quello che volevamo. Gli abbiamo affidato "Tasting The Tears" e il risultato è stato assolutamente soddisfacente. Conoscevo già Simone ma non avevo idea di come lavorasse. Già dai primi contatti ci siamo trovati di fronte una persona molto professionale, disponibile e comunicativa. A tal punto che non abbiamo avuto nessun dubbio nell'affidargli anche il mix di "Underlying Issues". E poi è un grande musicista che conosce benissimo il metal ed anche molto aggiornato nel suo lavoro di sound engineer e produttore.

 

Della formazione originale ormai siete rimasti solamente tu e Terence Holler. È facilmente immaginabile come lo stile proposto dalla band sia estremamente debitore della vostra opera. Nonostante questo, quale contributo è ascrivibile agli altri membri, passati e presenti, degli Eldritch?

 

Dobbiamo fare una distinzione tra la prima era e quella più recente. Ai tempi dei primi tre album non c'erano ne google drive, ne altre possibilità di condividere le idee se non quella di suonarli insieme. Quindi succedeva che io portavo i riffs e qualche volta anche gli altri portavano le loro idee in sala prove. Se il pezzo era già più o meno definito li arrangiavamo insieme. Altrimenti si lavorava, sempre insieme, alle parti mancanti fino alla creazione del pezzo finito. Quindi trascorrevamo molto tempo insieme a suonare fino a che non arrivava il momento di entrare in studio per registrare l'album.

Con l'avvento del digitale invece, dare un volto completo alla fase di songwriting è stato subito più semplice e grazie ai software di adesso tradurre in musica un'idea è piuttosto immediato. Il nostro sistema, ormai collaudato da un bel po' di tempo, è quello che nel 90% dei casi io compongo la struttura dei pezzi nel mio studio. Faccio una sorta di pre produzione e mando i pezzi agli altri che ci lavorano per trovare le loro parti. Terence si occupa delle linee vocali e dei testi. Appena ci sentiamo pronti li proviamo insieme per vedere come suonano arrangiati nella maniera giusta. In fase compositiva tengo a precisare che da quando è entrato nella band, anche Rudj contribuisce mandandomi riff che nella maggior parte dei casi finiscono nelle songs.

Negli Eldritch hanno suonato musicisti di tutto rispetto ed anche se io e Terence siamo i maggiori artefici del nostro sound, direi che tutti gli altri, anche se in percentuali diverse, hanno dato il loro contributo. Sia quelli passati che quelli presenti.

 

Visto che è stato tirato in ballo il vostro stile, estremamente personale e difficilmente inquadrabile nelle anguste e sterili classificazioni che piacciono tanto a critici e giornalisti (e purtroppo, troppo spesso, anche alle stesse etichette discografiche), quanto di questa vostra unicità nel corso degli anni ha giocato a vostro favore ma anche contro di voi?

 

Purtroppo avere uno stile personale, ormai da molti anni, per certi versi è diventato quasi controproducente. Oggi la maggior parte delle etichette vuole il clone di quello che ha fatto il botto poco prima, dando origine troppo spesso ad un sistema di musica usa e getta. Se da un lato critica e fans ci apprezzano ancora di più perché difendiamo le nostre scelte, dall'altro c'è chi dice... sono prog ma non troppo, sono power ma non troppo... e così via, etichettandoci paradossalmente come quelli che ancora non sanno cosa vogliono fare da grandi. Per fortuna c'è ancora chi invece da un valore a chi ha un proprio sound ben riconoscibile e che non si confonde con altri. Una volta era il contrario di ora. Anzi, erano in molti a cercare una propria identità. Quelli che invece si limitavano a scopiazzare i mostri sacri si ritrovavano recensioni pessime e ai concerti, nel migliore dei casi, venivano sommersi di fischi senza pietà.

 

Dopo venticinque anni con gli Eldritch, quale è la molla scatenante che non vi fa perdere la voglia di continuare a scrivere musica?

 

Molto semplicemente la passione per quello che facciamo. Certo, non ti nascondo che in passato abbiamo anche noi sognato di diventare delle rockstar ma mai a discapito delle nostre scelte artistiche. Il desiderio di vedere sempre questa band rispettata come penso meriti, ci spinge ad andare avanti. Se hai passione, porterai sempre avanti quello che fai e non ti peserà mai. Anche se un giorno non dovessimo più avere il tempo e le possibilità di poter fare dischi e andare in giro a suonare, credo che faremo sempre musica in qualche modo. Io parlo per me ma sono convinto che anche Terence, Raffa, Rudj e Alessio la pensano allo stesso modo.

 

eldritch2015itw01 

Tour con gli Angra nel 1997, Chicago Powerfest nel 2006, Prog Power U.S.A nel 2011. Degni riconoscimenti della vostra carriera. Vedere questi traguardi conseguiti all'estero è motivo di soddisfazione o fa pesare ancora di più lo stato in cui versa la nostra penisola quando si parla di metal?

 

Io penso sia più motivo di soddisfazione. Dalla metà degli anni 90 in poi grazie a band come noi, Labyrinth, Rhapsody e Lacuna Coil, il metal italiano ha cambiato volto. Fino a quel momento la considerazione all'estero era pessima nei confronti della scena italiana. Quindi, vedendo come sono cambiate le cose e il successo raggiunto da alcune di queste band, direi che motivi per essere soddisfatti ce ne sono...

Anche se è un genere un po' di "nicchia" che difficilmente potrà portare ai vertici delle classifiche, vedo una buona scena italiana tra le band che ruotano intorno al prog metal. Oltre a noi DGM, Secret Sphere, Vision Divine, Labyrinth... tutte ottime band che tuttora partecipano a grossi festival all'estero. Nel nostro caso ne hai elencati alcuni tra i più importanti ma potrei aggiungerne altri come lo Sweden Rock, Progpower Scandinavia, altri due tour europei, tre partecipazioni al Gods Of Metal ecc... Le altre band non hanno certo fatto meno di noi, anzi... alcune hanno suonato anche in Asia. Hai parlato del tour con gli Angra e non posso fare a meno di ricordare l'incredibile concerto al Bataclan di Parigi... purtroppo diventato teatro di morte a causa dei tragici eventi accaduti pochi giorni fa.

 

Dopo la vostra esperienza teutonica con Limb Music GmbH e Inside Out Music, con gli ultimi tre album vi siete accasati presso la nostrana Scarlet Records. Cosa vi ha fatto propendere per questa etichetta?

 

È stata l'etichetta che maggiormente ha creduto in noi e che rispetta le nostre scelte artistiche. Direi anche che avendo sotto contratto molte altre band conosciute (quasi tutte le migliori italiane) e vantando ottime distribuzioni in tutto il mondo, può considerarsi una tra le migliori di Europa. In più è italiana e questo ci permette di avere una comunicazione migliore. Da "Gaia's Legacy" ad oggi non ci sono mai stati problemi e ogni album che esce c'è sempre una maggiore collaborazione. Probabilmente "Underlying Issues" uscirà anche in paesi dell'est Europa dove fino a poco fa uscivamo solo di importazione. L'obbiettivo comune è quello di tenere sempre vivo il nome della band sulla scena.




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