Bullet For My Valentine (Michael "Padge" Paget)
Con una lineup rinnovata e una nuova etichetta, è tempo di grossi cambiamenti e di puntare in alto per i Bullet For My Valentine. Non solo gli eroi della nostra adolescenza: Michael "Padge" Paget parla ai nostri microfoni di come si prenderanno l'Olimpo.
Articolo a cura di Valerio Cesarini - Pubblicata in data: 08/07/18

Ciao Padge! E' un anno importante per i tuoi Bullet For My Valentine: il vostro nuovo disco "Gravity" sta per uscire, tre anni dopo "Venom". Prima di parlare di tutto ciò che è successo alla band e delle numerose peripezie che hanno portato a questo disco, cosa ritieni sia indispensabile dire su "Gravity" per meglio capirlo ed apprezzarlo?

 

Gravity è il nostro sesto album e come hai detto tu viene dopo anni di cambiamenti, e dunque porta moltissime differenze rispetto al passato. La band è rinnovata, abbiamo anche una nuova etichetta, e dunque abbiamo creduto che fosse proprio giunto il momento di fare qualcosa di diverso. A livello musicale, anche le canzoni sono diverse perchè è cambiato proprio l'approccio alla composizione. Troverete allora magari meno chitarroni, meno ritmi veloci e più "canzoni" nel vero senso della parola.

 

Come abbiamo già accennato, molto è accaduto nei tre anni successivi a "Venom" fino al giorno d'oggi; soprattutto, due membri importanti della band sono cambiati, lasciando il basso e la batteria a Jamie Mathias e Jason Bowld. La sezione ritmica è il cuore di una band: quanto un cambiamento così radicale ha influenzato i nuovi Bullet?

 

Questa è di sicuro la migliore line up che mai avremo! Jamie ha portato tantissimo anche col suo contributo vocale, è un bassista eccezionale e un corista importante. Jason poi è incredibile, può letteralmente suonare qualsiasi cosa con una velocità e facilità impressionanti. E' quello che chiederesti ad un batterista. Sono contento e orgoglioso di poter suonare con loro.

 

Quanto è stato facile adattarsi a due nuove teste?

 

Molto facile! Li conosciamo da tempo, già dal 2014 suonavano con noi come turnisti. E' facile suonare con loro, dunque è stata una scelta ovvia integrarli nella band. Scelta che ci ha permesso di tornare al massimo delle nostre possibilità.

 

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Parlando invece di membri storici, "Gravity" è un disco dove Matt (Tuck) ha specialmente sublimato la sua visione compositiva. Quali sono le differenze rispetto ai precedenti per quanto riguarda l'approccio nella scrittura?

 

Sì, "Gravity" è essenzialmente la visione di Matt. Per quanto riguarda l'approccio è stato qualcosa di generale, volevamo semplicemente fare le cose un po' diversamente, prenderci il nostro tempo e vagliare diverse scelte, dal producer alle canzoni.

 

E a proposito di canzoni, i Bullet For My Valentine sono un nome indelebile nella scena metalcore moderna: Gravity appare come la prima, vera, deviazione. E' questa la nuova direzione della band?

 

Abbiamo fatto cinque dischi metalcore. Con una band nuova e un'etichetta nuova, era decisamente tempo di provare qualcosa di nuovo. E devo dire che è convincente, siamo contenti del risultato e della direzione che stiamo prendendo. E' stato più un esperimento, ma di certo siamo in evoluzione. Gravity è forse più heavy, più cinematico, con più elettronica: qualcosa di nuovo, una direzione giusta, e non so che potrà succedere dopo.

 

Un'altro fattore notevole in "Gravity" è l'artwork. Lo sfondo nero viene spezzato da due ali colorate, pronte a spiccare il volo e quindi a vincere la gravità. E' un'interpretazione esatta?

 

Assolutamente! Volevamo un artwork scuro ma con un elemento di luce, cioè le ali, pronte come hai detto a sconfiggere la gravità. Ancora, anche questo sfondo rappresenta un po' il nostro cambiamento e il nostro reinventarci.

 

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Tutti i ragazzi intorno ai vent'anni ricorderanno un'infanzia invasa dalle canzoni dei Bullet e dalle ragazze impazzite. Ma oggi la scena musicale è diversa, e soprattutto il mercato è diverso. Come deve fare una band come voi per affrontare la fama al giorno d'oggi, per cercare di rimanere rilevanti anche se i tempi cambiano?

 

E' questo il punto: proviamo a rimodernare la band e non rimanere in stallo o fermi nel paassato. Andiamo sempre avanti e non ci fidiamo delle vecchie formule, ma cerchiamo di reinventarci e adattarci. Cerchiamo ancora, fortemente, il successo, vogliamo sempre di più e con "Gravity" stiamo provando a farcela. Ecco perchè siamo cambiati. L'industria è diversa, è difficile rimanere rilevanti, ecco perchè dobbiamo provare cose nuove: il mercato si muove molto più velocemente e tu devi rimanere sempre nell'occhio del ciclone.

 

Avete già dichiarato come "Gravity" sia il vostro tentativo di espandere ancora di più il vostro pubblico, di affermarvi ancora di più fino ad essere headliner nei più grandi festival, come il Download.

 

Questo è tutto ciò che abbiamo sempre voluto, essere i main act in questi grandi eventi.
Mi ricorda quando eravamo dei sognatori nelle nosre camerette... volevamo essere gli Iron Maiden, i Metallica, Ozzy. Questo è il nostro tentativo. Siamo, ancora e sempre, molto affamati!

 

Essere il main act comporta suonare un concerto dal vivo indimenticabile: quanto è importante l'aspetto live per i Bullet?

 

Molto, per questo cerchiamo di realizzare concerti pieni di energia. La band è al massimo delle possibilità, non abbiamo mai suonato così bene, abbiamo dei musicisti eccezionali. Ogni sera diamo il 100%, come se fosse il nostro ultimo show. Speriamo così che i fan si divertano e vogliano tornare.

 

Siete stati in tour con i Breaking Benjamin e gli Avenged Sevenfold, altri due dei più importanti nomi del metalcore. Nomi che vengono associati necessariamente a qualche anno fa, e che oggi devono, proprio come voi, fare i conti con la scena che evolve e il mercato. Come si riesce a stare sulla cresta dell'onda, come hai visto i tuoi colleghi affrontare questo dilemma?

 

In realtà alla fine sta tutto nelle canzoni e nella composizione. Devi avere dei buoni pezzi e avere voglia di scrivere qualcosa di vero. Band importanti come i Breaking Benjamin o gli Avenged devono per forza di cose adattarsi. Noi ci siamo adattati, e lo abbiamo fatto nell'unico modo possibile, cioè attraverso le canzoni. Il mercato di oggi è duro, ci sono etichette che vanno e vengono, ed è strano per noi vedere quanto velocemente tutto evolve, quanto diminuite siano le vendite dei dischi. Oggi c'è Spotify, ci sono altre vetrine. E' diverso ma è comunque fonte di guadagno. Certo è tutto più difficile per band emergenti che cercano di essere notate, è tutto molto più dispersivo. Noi siamo stati fortunati ad esserci riusciti qualche anno fa, e ad affrontare questo periodo già da band famosa.

 

Abbiamo capito che di rallentare non ne avete proprio voglia! E allora, prima di salutarti, devo chiederti cosa veramente attende il futuro dei Bullet.

 

We want it all. Il sole, la luna, le stelle. Vogliamo che "Gravity" ci porti sui palchi più grandi. Vogliamo essere nella scena per decenni, e ce la faremo. Quando le band più importanti, precedenti a noi, quando i Metallica, gli Ozzy, inevitabilmente dovranno lasciare il trono, noi vogliamo essere lì pronti a prendere il loro posto nella nostra era.




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