Beyond The Black (Jennifer Haben)
Alle porte del tour che porterà i Beyond The Black anche in Italia, Jennifer Haben si rivela ai nostri microfoni, più carica che mai!
Articolo a cura di Federico Barusolo - Pubblicata in data: 26/12/16
Ciao Jennifer, benvenuta su SpazioRock! Come stai?


Ciao, grazie! Sto molto bene.


Parliamo un po' del vostro secondo album in studio, "Lost In Forever", che è uscito lo scorso febbraio. Sei soddisfatta dei risultati e delle risposte che hai ricevuto da questo lavoro?


Sì, assolutamente. Siamo rimasti molto sorpresi da quella che è stata la reazione ai pezzi e da quello che siamo riusciti a fare qui in Germania. È stato davvero fantastico e sono molto entusiasta.

 

Cosa è cambiato, dal punto di vista della musica e delle sensazioni che avete avuto in studio, rispetto all'album di debutto?


Dal punto di vista dei pezzi, penso che ci sia maggiore varietà tra loro e che mettano in luce un lato diverso dei Beyond The Black, rispetto a quello che avevamo mostrato precedentemente. In studio avevamo sicuramente maggiori conoscenze, ma, soprattutto, maggiore consapevolezza. Avevamo un album alle spalle ed era piaciuto, fai un primo passo e cominci ad accorgerti che alle persone piace la tua musica, la tua voce, e di conseguenza poi è tutto più semplice. Quindi ero anche meno nervosa.


State anche per rilasciare una special edition, giusto?


Esatto, si tratta di quattro pezzi inediti. Tre sono nuovissimi, mentre uno lo abbiamo scritto da un po' e non abbiamo ancora avuto occasione di rilasciarlo. Ci sono ancora più sensazioni e significati qui dentro. Per esempio, una frase di "Dim The Spotlight" (uno dei pezzi della special edition, ndr.) è "dim the spotlight, so you can see what it really means to me", e può dare un'idea di quello che significano per me i Beyond The Black, del fatto che io non voglia assolutamente mollare.


La vostra prima uscita ufficiale è stata al Wacken Open Air nel 2014, davvero notevole per una band così giovane. Ti va di raccontarci un po' cosa ricordi di quell'esperienza?


Beh, non credo di riuscire a spiegare quanto sia stato grande. E soprattutto quanto eravamo agitati! Non avevamo un album ancora, avevamo solo un po' di canzoni, quindi nessuno ci conosceva. Eravamo davvero nervosi, perché era la prima volta che presentavamo i nostri pezzi ad una folla del genere. Per farti capire, aggiungo solo che siamo stati lì tre giorni e non sono mai riuscita a mangiare per l'agitazione. Semplicemente non potevo.

 

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La scorsa estate hai annunciato di essere l'unica "sopravvissuta" della band. Vuoi dirci qualcosa riguardo ai motivi che vi hanno spinto a prendere la decisione di prendere strade diverse?


Il motivo è abbastanza semplice. Quando si ha una nuova release, le cose in un certo senso diventano molto impegnative. Avevamo un accordo con la nostra etichetta e volevamo uscire dai confini della Germania, espandendo il nostro pubblico. Per fare questo, ovviamente occorre investire tanto in termini di tempo e non solo, devi investire nell'essere una band! Quello che ho capito, confrontandomi con i miei vecchi compagni, è che non erano più disposti a questo tipo di sacrificio. Quindi alla fine sono stata io a dire: "No, per me i Beyond The Black sono troppo importanti" e ho deciso di andare avanti.


Ora hai trovato una formazione permanente? Cosa vedi nel prossimo futuro dei Beyond The Black?


Sì, ho una formazione permanente con cui ho iniziato il tour in Germania. Abbiamo voglia, energia e potenza da mettere sul palco anche fuori dai nostri confini. Vogliamo suonare in tutto il mondo, compresa l'Italia ovviamente, e sentire quale sarà la risposta dei nostri fan. Questo è quello che conta ed è fantastico.


Sono contento che tu l'abbia detto, perché suonerete in Italia a gennaio, con Epica e Powerwolf. A proposito, avete suonato con nomi davvero importanti in questi due anni. Da chi avete imparato di più? E cosa?


Bella domanda, ci devo pensare un attimo (ride, ndr.). Credo che per me il momento più importante da questo punto di vista sia stato quando ho parlato con Klaus Meine degli Scorpions per la prima volta, durante un'intervista. Abbiamo parlato per un'ora e mezza in questa intervista e lui ha detto così tante cose interessanti riguardo agli inizi degli Scorpions, a quello che hanno dovuto attraversare, che io ero totalmente rapita. È stato davvero interessante.


Sarà la prima volta per voi in Italia giusto?


Sì. Cioè, ci sono stata in vacanza una volta quando ero piccola. Ma non ci ho mai suonato, no.


Cosa ti aspetti dal pubblico italiano?


Sono davvero curiosissima di sapere quanta gente ci sarà. Quando andiamo in un posto nuovo mi aspetto di parlare con la gente per capire cosa pensano di noi, credo che ci divertiremo molto.


Jenny, sei una ragazza così giovane. E, come saprai, la combinazione donna-metal-successo non è sempre così facile. Qual è stato il momento più difficile per te?


Il momento più difficile è stato sicuramente quando i precedenti membri della band hanno lasciato. La gente cominciava a parlare un po' troppo del perché ciò sia successo e molte volte la colpa sembrava ricadere su di me. Visto che non sono una così brutta persona, questa cosa non è stata molto bella per me e quello è stato un momento per nulla facile. Ma ora siamo di nuovo una band, quindi...


Quali suggerimenti daresti ad una ragazza giovane, come te, che ha voglia di intraprendere la carriera musicale?


Oh, avrei così tanti consigli! Direi: fai ciò che hai voglia di fare, suona la musica che ti piace suonare. Per fare questo bisogna essere molto forti ed avere un atteggiamento deciso, sempre.


Era l'ultima domanda, Jenny. Ti ringrazio tantissimo per il tuo tempo e la tua simpatia e ti faccio un grande in bocca al lupo per il futuro. È stato davvero un piacere parlare con te.


È stato un piacere per me! Grazie di tutto. Spero di vedervi tutti a gennaio al concerto!




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