Sabaton (Joakim)
Grecia, Scozia, Giappone. "The Last Stand" ci porta avanti e indietro nello spazio e nel tempo alla scoperta dei più eroici atti di resistenza della storia. Joakim ci ha descritto così questo nuovo lavoro dei Sabaton.
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 19/08/16

Ciao Joakim e innanzitutto grazie per questa intervista. È un onore parlare con te. Come va?

 

Sto benissimo, grazie!

 

Il vostro nuovo album uscirà tra poche settimane e avete deciso di presentarlo ai fan con "The Lost Battalion" e "Blood of Bannockburn". Se penso al secondo singolo, la primissima cosa che si nota è l'inserimento delle cornamuse. Com'è stato unire il vostro sound ad uno strumento tradizionale che è lontano sia dal vostro suono che dalla vostra tradizione?

 

Dal punto di vista musicale, non è stato per niente un problema. Quella canzone è completamente nel nostro stile e si adattava bene anche al suono delle cornamuse. Quello non è stato difficile. Ma le cornamuse possono suonare molto nasali, stridule, quindi dal punto di vista ingegneristico, durante la registrazione, è stato difficile mixarle in modo che rientrassero nel loro range senza coprire il suono degli altri strumenti. Se tagli alcune frequenze per rendere il suono più dolce non suona più come una cornamusa. Avere a che fare con questo strumento dal punto di vista ingegneristico è stato complicato, ma il nostro ingegnere del suono ha fatto un ottimo lavoro e le cornamuse suonano davvero bene. È difficile perché non sono sempre perfettamente intonate. È uno strumento difficile da mixare, ma Peter ha saputo trattarle al meglio.

 

Dobbiamo aspettarci altri elementi innovativi dal punto di vista del sound?

 

Questo disco è un po' come un giro sulle montagne russe. È il disco più vario che abbiamo mai scritto. C'è sempre stata varietà nella storia dei Sabaton, ma non c'è mai stata così tanta varietà in un unico disco prima di questo. Abbiamo appena parlato di "Blood Of Bannockburn". Quel pezzo non è heavy metal, è più hard rock. Poi c'è "Hill 3234", in cui le chitarre sono più heavy del solito. Penso che abbiamo sperimentato di più dal punto di vista della composizione questa volta.

 

Continuando a parlare di "The Last Stand", avete scelto un vero e proprio concept su cui basare il disco. Come lo avete scelto?

 

Avevamo un'idea completamente diversa sul disco fino a un mese prima di iniziare a registrare, ma non riuscivamo a mettere insieme in modo coerente la musica e quelle storie. All'ultimo momento siamo passati a "The Last Stand". Avevamo l'idea di scrivere un disco sugli atti di resistenza dal 2013 e abbiamo capito che era la cosa giusta per questo disco. Quando ci siamo arrivati, ci siamo confrontati e abbiamo pensato alle prime cose che ci venivano in mente pensando a delle guerre o battaglie di resistenza. La battaglia di Termopoli degli Spartani, Rorke's Drift della guerra Anglo-Zulu. Erano già lì. Le prime tre cose che ci sono venute in mente ci stavano già risolvendo il dilemma su che direzione dovessimo prendere, senza pensarci. Di solito parliamo di guerre moderne e prevalentemente europee. Improvvisamente ci siamo ritrovati a parlare di cose successe 2500 anni fa nell'Antica Grecia, e poi di un evento del 1877 in Giappone. Tutte queste storie che volevamo raccontare ci hanno portati a spingerci più lontano sia temporalmente che geograficamente di quanto non avessimo mai fatto. È stata quasi una nuova esperienza. Non posso dire che fosse qualcosa di completamente nuovo, perché comunque si tratta sempre di storia militare, che è quello che noi trattiamo. Di solito però usiamo termini riferiti a carri armati e mitragliatrici, ma nell'80% di questo disco non c'erano carri armati o mitragliatrici, perchè non erano ancora stati inventati.

 

Vi siete concentrati su una vastità geografica e storica di eventi. Perchè non avete parlato della vostra terra e della vostra storia? Sarebbe stato forse più naturale e facile.

 

Con "Carolus Rex" abbiamo trattato il periodo che va dagli inizi del 1600 agli inizi del 1700. credo che sia uno dei periodi più importanti della storia della Svezia. Quindi abbiamo parlato di una parte della storia svedese, ma era il 2012. Questa volta, parlando di atti di resistenza, ci siamo accorti che gli episodi più interessanti non erano avvenuti in Scandinavia, anche se ce ne sono stati alcuni importanti. Ma c'è anche da dire che questo album è stato ispirato molto anche dai fan. Ci mandavano email dandoci suggerimenti. È così che ho scritto "The Lost Battalion". Avevo già sentito nominare questo evento. Anni fa, Mike, un nostro amico, mi diede un libro sugli scontri finali dicendomi di dargli un'occhiata. Dopo aver letto il libro scrissi molti testi. E succede così quando ricevo email che mi danno suggerimenti o cose simili.

 

Che tipo di fonti utilizzi di solito, quindi? E quali hai usato stavolta?

 

Di solito, il modo più semplice e rapido che ho trovato per scoprire cose è semplicemente cercare su Google o Wikipedia. È così che formiamo la nostra opinione e decidiamo se trattare l'argomento o meno. Se decidiamo di scrivere una determinata canzone, allora approfondiamo. Libri, documentari, cose che devi in qualche modo studiare. In ogni caso, la prima cosa che facciamo è usare Internet per formarci un'opinione. A volte si tratta di eventi quasi sconosciuti, di cui non si sa quasi niente, e diventa intrigante. Mi ricordo che durante la composizione di "Carolus Rex" siamo dovuti andare in vecchie librerie per comprare libri che non venivano più stampati. A volte è bello, fai molta ricerca, poi scrivi il testo senza neanche guardare i libri, perché sono cose che già sai. A volte è una cazzo di perdita di tempo. Una volta, scrivendo una canzone sulla battaglia di Stalingrado, ho ricevuto da un amico un libro di 600 o 800 pagine sulla battaglia di Stalingrado. C'era tutto, ogni dettaglio, il movimento di ogni truppa. Quando mi sono seduto a scrivere il testo non sapevo da che parte iniziare, se scrivere dal punto di vista dei tedeschi o dei russi, se dalla prospettiva del soldato o del generale. Non sapevo cosa scegliere, non sapevo da che parte andare. Poi sono andato su Internet e ho trovato otto pagine di traduzione del diario di un soldato russo. Parlava della sua esperienza. Quella è stata la fonte di ispirazione. Non sai mai quale sarà quella giusta.

 

Ti immaginavo seduto in qualche biblioteca polverosa a leggere cronache antiche sui Vikinghi.

 

(Ride) Penso che tutti i libri che abbiamo utilizzato per fare ricerca siano stati pubblicati tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Il problema con la storia è che cambia sempre. Magari c'è qualche nuova scoperta che cambia tutto. È successo che le informazioni che avevamo, o meglio, che tutto il mondo aveva sulla battaglia di Wizna di cui parliamo in "40-1", fossero sbagliate. E l'abbiamo scoperto otto anni dopo. Nessuno storico o archeologo ne aveva idea ai tempi. È la dimostrazione che bisogna avere la mente aperta anche nel campo della storia. Bisogna essere in grado di cambiare idea ed essere preparati ad ammettere di avere torto.

 

Ok, ora. Se tra vent'anni dovessi ritrovarti a scrivere una canzone su un evento di guerra che sta accadendo oggi, e che quindi in quel momento verrebbe considerato storico, quale sceglieresti?

 

Oggi... Probabilmente parlerei dei peace keepers statunitensi in Afghanistan e in Siria o in generale nel Nord Africa e in Medio Oriente. Credo che abbiano davvero un sacco di storie folli da raccontare. Dagli attacchi subiti, insomma tutto quello che hanno passato... Wow, mi hai dato un'idea per un futuro album! Grazie mille!

 

I Sabaton sono praticamente un libro di storia sottoforma di musica. È un modo per trasmettere al pubblico i valori della guerra e dei guerrieri? Pensi che questi valori siano ancora validi oggi?

 

Sì e no. Prima di tutto noi siamo musicisti heavy metal e non insegnanti di storia. D'altro canto mi piace suonare dell'heavy metal che abbia un significato. Ci sono così tante persone che hanno perso la vita e che vengono dimenticati, così tante storie fantastiche nel nostro passato, quindi perché crearne di nuove? Penso che dalla mia testa possano nascere copioni per film di guerra migliori di qualunque cosa sia stata fatta a Hollywood negli ultimi 10 anni e credo sia triste. Se fai un film di guerra o racconti una storia di guerra, perchè inventarne una nuova quando persone che hanno perso la loro vita rischiano di essere dimenticate? Fidati, la storia reale è molto più interessante di qualunque cosa possano inventarsi a Hollywood, perché se non fossero vere nessuno crederebbe loro! Non abbiamo un messaggio politico o religioso. Voglio solo cantare qualcosa di importante, piuttosto che di bere birra, farsi una donna e uccidere un drago. Almeno, per me ha più senso. Penso anche che spesso il mondo reale sia più affascinante di quello inventato. Non sono i carri armati ad interessarmi... ok, i carri armati sono fighi, lo ammetto, ma quello che mi colpisce di più è ciò che le circostanze estreme causano agli uomini, come la guerra possa tirare fuori sia il meglio che il peggio degli individui, e a volte entrambe le cose nello stesso individuo. O come persone considerate cattive diventino eroi, o come un dottore di un piccolo villaggio francese in realtà stia lavorando per la Gestapo. Il contrasto... non abbiamo un messaggio. A parte forse che non è tutto bianco o nero. Purtroppo, al giorno d'oggi, tutti vogliono fare le cose semplici: bravo ragazzo, cattivo ragazzo. A volte il bravo ragazzo è il cattivo ragazzo, o il contrario. E tutte le sfumature di questo. Nessuno può giudicare un uomo per ciò che ha fatto quel giorno, in quel preciso istante, quando la sua vita era in pericolo, o la vita di loro moglie era in pericolo, o mentre stava sanguinando. Il modo in cui si giudica oggi è completamente diverso, con tutta la tecnologia che abbiamo. Un tempo la realtà era ciò che il tuo governo ti diceva. Sono molto certo del fatto che gli uomini tedeschi che hanno attaccato la Polonia il primo settembre 1938 lo stessero facendo solo perché era stato detto loro di farlo. Non penso che fossero persone cattive. Erano tutti ventenni che non potevano chiamare la madre per chiederle se fosse vero. Non potevano cercare su Google o sul sito della BBC.

 

Come hai detto, non avete nessun messaggio politico o religioso, ma siete stati spesso associati sia all'estrema destra che all'estrema sinistra. Perché pensi che la gente abbia questa estrema necessità di etichettare politicamente anche la musica?

 

Ci sono due ragione per questo. È un fenomeno che ho sempre visto, ma solo ora ne comprendo le ragioni. Uno: se ti piacciono i Sabaton, vuoi che la band si adatti alla tua propria visione del mondo. Che sia destra, sinistra, in alto o in basso. Se non ti piacciono i Sabaton, prendi una canzone e cerchi con questa di motivare e rafforzare il tuo disprezzo per la band. Un meccanismo psicologico semplice ed efficace. Inoltre, la musica tradizionalmente trasmette un messaggio. Non è una cosa che faceva solo Bob Dylan. In molti casi i musicisti lo fanno. Non abbiamo un messaggio da trasmettere in questo senso. O meglio, sì, la guerra è una conseguenza di una politica inefficace. Tutti sono d'accordo sul fatto che i film siano intrattenimento, se vai al cinema, ti prendi i pop corn, ti siedi e dici "Ok, intrattenetemi per un'ora e mezza!". E nessuno chiederebbe a Steven Spielberg se sia un nazista perché ha creato Shindler's List. Nessuno lo farebbe. Ma quando cantiamo qualcosa: "Ma sei nazista?". No, stiamo solo raccontando storie. Ma in generale, il trend, con i Sabaton è: se non ti piacciono i Sabaton è facilissimo trovare nei nostri testi qualcosa con cui non essere d'accordo. Quindi puoi usare quelle cose a nostro favore o contro di noi, come vuoi. Se ti piacciono i Sabaton, e consideri come abbiamo parlato della Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista di tedeschi, russi, inglesi, americani, italiani, puoi trovare qualcosa che rafforzi la tua visione positiva di noi. Siamo abituati a questa cosa. All'inizio ci rimanevo male quando mi chiamavano comunista o nazista, perchè non sono nessuno dei due. Non sono interessato agli estremi. Penso che gli estremi, che sia destra sinistra, in alto o in basso, diventino equivoci.




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