Volbeat (Jon)
La nota band danese sta per rilasciare un nuovo album e Jon, il batterista, ha deciso di raccontarci il making of del loro lavoro e qualche curiosità sulla loro esperienza on the road.
Articolo a cura di Sergio Mancuso - Pubblicata in data: 13/05/16

Ciao Jon, un benvenuto dallo staff di Spaziorock.it. Pronto ad iniziare? Questo vostro disco ha un feeling più allegro e scanzonato del precedente, pur rimanendo in tutto un disco Volbeat. Avete deciso consciamente di cambiare oppure vi è venuto spontaneo?

 

È stata una combinazione delle due, in realtà. Questa volta Michael ha deciso di concentrarsi molto su melodie forti come sfida con se stesso, senza però allontanarsi troppo da quello che siamo e di cui siamo capaci. Quello era l'obiettivo principale, focalizzarci più sulle melodie forti, sui grandi hook, rendere il tutto più melodico.

 

Siete specializzati in dischi lungi ma mai noiosi. Qual è il vostro modus operandi? Scrivete molto materiale per poi togliere ciò che non è all'altezza o preferite concentrarvi su brani scelti e lavorarci su finché non vi sembrano perfetti?

 

Grazie. Il fatto è che, com'è noto, Michael scrive circa il 99% delle canzoni. Passa molto tempo a casa a cercare di produrre materiale. Molta roba che produce non la vediamo nemmeno, nemmeno esce da lì. Lavora molto sullo scomporre i pezzi per rimetterli insieme diversamente, poi ci mostra quello che pensa possa avere del potenziale e da lì, iniziamo a lavorarci insieme. Alcune volte abbiamo canzoni complete a cui manca solo il testo, altre volte solo dei pezzi, poi proviamo a metterli insieme come fosse un esperimento del dottor Frankestein. A volte funziona, altre no. Abbiamo una visione molto chiara e quando funziona, proviamo i pezzi un paio di volte. Se quello che abbiamo provato dopo due giorni non lo ricordiamo più, di solito, non vale la pena di spenderci altro tempo. Non direi che sia proprio una regola, ma abbiamo sempre fatto così. Se ci scordiamo quello che stavamo facendo, probabilmente non valeva la pena di tenerlo a mente. Alla fine, raggiunto un certo numero di canzoni, di solito 12 o 14, siamo pronti ad andare in studio per registrare. La maggior parte di ciò che finisce sull'album è materiale che abbiamo già. Non siamo tipi da entrare in studio e registrare roba, tipo 28 canzoni, per poi scegliere. Abbiamo le canzoni che abbiamo, non abbiamo nemmeno una pila di materiale inedito o che non sia stato completato.( qui, in un attimo di follia interrompo Jon. Mi sento parte della band ed esclamo: Preferite lavorare su un singolo pezzo fino a che non potete dire "Si è pronto!") Si, più o meno. Abbiamo alcuni pezzi non terminati ancora in cassaforte, a cui manca la parte vocale, per esempio, o che non suonano bene ma, come ho detto, quando entriamo in studio, abbiamo già le canzoni che andranno nell'album.

 

Una domanda difficile: qual è lo sturmentista, o meglio il musicista, che maggiormente ha ispirato il vostro stile?

 

Si, è proprio una domanda difficile, perché tutto c'influenza, qualsiasi genere: da parti di extreme black metal ai Mumford and Son. Non ci poniamo mai dei limiti dicendo - dobbiamo avere questo sound. O dobbiamo fare solo black metal.- Se vogliamo fare qualcosa di completamente diverso, allora proviamo a farlo. Se funziona, lo teniamo. Se non funziona, sappiamo che, probabilmente, non faremo più nulla di simile. Dal punto di vista delle influenze siamo quattro persone molto diverse. Tutti sanno che Michael è un grande fan di Johnny Cash ed Elvis Presley, mentre a Rob piacciono molto i Van Halen e band come i Ramones e The Districts. Poi, per qualche ragione, quando combiniamo tutti questi input, esce fuori il nostro di sound. Mescoliamo tutto insieme.

 

Per rifarci alla domanda precedente, nel vostro sound si avverte l'influenza di Johnny Cash. Siete stati influenzati anche d Carl Perkins?

 

Certo. Carl Perkins, Little Richard, Chuck Berry, è tutto presente, ed è presente perché è roba che ascoltiamo quando siamo a casa o sul tour bus. Scorrendo le nostre playlist, sul pullman, si può trovare di tutto: dagli Immortal a Little Richards, dai Beatles ai Rolling Stones. C'è, come ti ho detto, di tutto.


Nel vostro nuovo album ci sono canzoni splendide come "Black Rose" o "Marie Leveau". Parlaci un po' di queste canzoni e, in generale, del vostro nuovo album.
 

La canzone "Marie Leveau" è sulla famosa strega vodoo di New Orleans(ero preparato Jon, lo sapevo anch'io). Non so pecisamente da dove sia venuta l'idea di cominciare con lei. Credo che Michael stesse guardando la serie tv " American Horror Story" in tv e che si sia interessato alla sua storia e a tutta la faccenda del voodoo, ma non ne sono certo al 100%. In quanto a "Black Rose", a dirla tutta, non ho idea di cosa parli quel brano, non ho ancora letto il testo con attenzione. So che è la canzone in cui canta Danko Jones, questo è quanto.

 

Andrete in tour con i Metallica e gli Avenged Sevenfold. Come ci si sente a calcare le scene con artisti di quel calibro?

 

È fantastico, chi può dire il contrario? Ovviamente abbiamo già dei precedenti con i Metallica, da quando ci portarono in tour con loro negli Stati Uniti e in Europa. Negli anni abbiamo fatto diversi show con loro, quindi quando ci hanno invitato a partecipare al grande show d'apertura al Bank Stadium, non potevamo che accettare. Saremmo stati stupidi a non farlo!

 

Avete lavorato con dei grandi artisti e siete stati nominati per un Grammy Award. Raccontaci le emozioni che vi hanno colto in quel momento.

 

Bhe è stato come quando ti dicono - Ehi, siete stati nominati per un Grammy - e tu fai - Wow, è veramente fico ed emozionante! -. Non credo che molti artisti danesi siano stati nominati ai Grammy in passato. Certo ne siamo stati orgogliosi, ma sapevamo che non avremmo vinto. Chi può battere i Black Sabbath? Al di là di questo è stato bello, ci siamo potuti dare una pacca sulla spalla e dire - Siamo stati bravi, ci hanno nominato per un Grammy. -

 

Molte vostre canzoni includono nomi di persone nel titolo; traete ispirazione da chi vi vive intorno o sono solo storie inventate?

 

Credo che sia un po' tutte e due le cose. Molte canzoni al mondo raccontano storie. Per me ogni canzone può essere una storia, che sia una storia d'amore, di tristezza o di rabbia o di un qualsiasi altro tipo, in ogni caso può essere una buona storia. Certo, alcune canzoni che tira fuori Michael possono essere lette come storie. Passiamo molto tempo a leggere materiale e a guardare film da cui trarre spunto ma credo che Michael possa essersi ispirato a persone conosciute in passato o in cui si è imbattuto e che proprio da quegli incontri siano nate alcune delle nostre canzoni.

 

Con tutto il successo che state ottenendo, vi sentite sotto pressione, o semplicemente vi godete il momento?

 

Di nuovo, credo che sia un mix delle due cose. Certamente c'è la pressione di dover tirare fuori qualcosa, ma si fa quel che si può cercando di tirare fuori quello che pensiamo possa essere il miglior materiale possibile che siamo in grado di produrre. Se alla gente piace e ci va in palla, fantastico! Altrimenti diciamo - Ok, dobbiamo ricominciare da capo. O continuare su quella strada, sperando che la gente cominci nuovamente ad apprezzarci. - C'è un po' di pressione, però ad essere sinceri, non ci pensiamo più di tanto. Ci piace quello che facciamo e siamo contenti di poterlo fare, quindi è inutile stare a preoccuparsi troppo.

 

Puoi parlarci dei vostri progetti futuri?

 

Bhe, per quello che riguarda i progetti futuri nei prossimi due anni, due anni e mezzo saremo in giro per il mondo con il tour. Siamo una live band, amiamo suonare dal vivo, viaggiare per il mondo e conoscere gente. Poter suonare live è già una grande soddisfazione. Questo è quello che speriamo di fare nei prossimi due anni: speriamo di riuscire a portare il nuovo album in tutto il mondo.

 

Siamo un po' di parte, ma puoi dirci se verrete presto in Italia?

 

Spero di si. So che c'è già qualcosa in cantiere per riportare il tour in Italia, credo proprio che torneremo. Perché no? Avete del buon cibo, dell'ottimo vino e un clima fantastico. Certo che torneremo!

 

Bene è tutto Jon. Grazie mille per essere stato con noi ed esserti dimostrato così disponibile. Puoi dire "Ciao" ai nostri lettori?

Ok! Grazie. Buongiorno! Ciao!( la frase è stata ammirevolmente pronunciata interamente in italiano NdR)

 

Si ringrazia l'interprete Luca Pulerà




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