Lunatic Soul (Mariusz Duda)
Solitudine, oscurità, melodie, elettronica: il surreale mondo di un artista, nelle impressioni di un'anima lunatica.
Articolo a cura di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 13/10/14

Ciao Mariusz, bentornato sulle pagine di SpazioRock. Tra una settimana uscirà il quarto album della tua carriera da solista, "Walking On A Flashlight Beam": potresti dirmi quando è nata l'idea di lavorare a un nuovo disco dopo il successo di "Shrine Of New Generation Slaves", e quali sono le aspettative che riponi nel nuovo nato?

Le mie aspettative? Magari a qualcuno piacerà, non so. Onestamente, quando ho registrato questo disco non ho pensato molto alla risposta del pubblico: non ho voluto scrivere un album perché "Shrine Of New Generation Slaves" ha avuto successo. Volevo soltanto registrare qualcosa di molto personale, e ho anche considerato queste registrazioni come una mia terapia personale, dato che non ero proprio in ottima forma. Ho voluto scrivere qualcosa di molto personale e ispirato da alcune cose oscure che stavo leggendo e ascoltando. Onestamente sono stato vicino a pensare che quest'album non avrebbe mai visto la luce, ma alla fine, quando mi sono reso conto di avere il soggetto e l'idea principale, l'ho completato, l'ho registrato, l'ho realizzato. Sono molto felice del risultato, ma soprattutto sono felice di avere semplicemente concluso quest'opera.

Hai detto che non basi il tuo lavoro sulla potenziale risposta del pubblico... Mi viene da pensare a una notizia di un paio di giorni fa, quando Steven Wilson ha terrorizzato gli ascoltatori di prog dicendo che due canzoni del suo prossimo album saranno molto pop. Secondo te, fino a che punto un artista deve essere subordinato ai gusti del proprio pubblico?

Credo che fino a un certo livello dovresti semplicemente fregartene di quello che la gente pensa di te. L'importante è che abbiano ben chiaro che sei un artista a cui piace andare oltre i proprio confini ogni tanto, e basta questo, è una cosa bella. Quando mi sono trovato a fare considerazioni per la promozione dell'album finivo sempre per dire "Ok: questa canzone non sarà un singolo". Onestamente, non ho un singolo, sarebbe un grosso problema suonare le mie canzoni in una radio o nell'altra. Ciò significa che l'album raggiungerà soltanto una piccola quantità di tutti ipotenziali ascoltatori. Ma ci sono album che sono fatti solo per artisti, e album che sono fatti per artisti e per la gente. Credo che comunque io non sia in opposizione alla musica pop: mi piacciono le melodie, mi piacciono questo tipo di cose. E faccio sempre una grandissima attenzione alla componente melodica delle mie canzoni. Forse il nuovo Lunatic Soul è più bilanciato con l'oscurità che ha sempre accompagnato la mia musica, se non avessi inserito tante melodie sarebbe stato un problema.

 

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Parlando di bilanciamento, "Treehouse" è una canzone molto catchy, ma con uno spirito molto cupo. Puoi dirmi qualcosa su questa canzone?

Bè, l'intero album è molto oscuro, dato che parla ancora una volta della morte, e verso la fine del disco succede qualcosa che fa sì che il protagonista attraversi una sorta di transizione, e passi a miglior vita. "Treehouse" è proprio a metà del disco, e proprio in quel punto desideravo di inserire un po' più di luce. Questa canzone aiuta ad ascoltare l'album dall'inizio alla fine, perché altrimenti sarebbe molto, molto difficile ascoltarlo per intero. Sono sempre stato attento ad ascoltare l'album nella sua interezza, e credo fermamente che un album debba avere una sorta di punto di svolta per poter essere ascoltato in modo più piacevole. Credo che "Treehouse" sia l'unica luce in un tunnel molto buio, che ti aiuta a star meglio per un po', prima di poterti immergere nuovamente nell'oscurità.

Questo disco parla di esilio auto-imposto. Ti immedesimi in qualche parte della storia? Pensi che la solitudine - volontaria o meno - possa far fiorire l'ispirazione di un artista?

Sempre. I veri artisti sono sempre soli per un po', per creare qualcosa. I più grandi avevano anche una sorta di leggero autismo, e semplicemente se ne fregavano di tutto quello che c'era nel loro vicinato, attorno a loro: erano concentrati nel loro piccolo mondo privato, dove si rintanavano per creare qualcosa. Oggi è molto difficile essere questo tipo di artista: devo essere in contatto con alcune persone, per roba promozionale, pubblicità e tutto questo genere di cose. E sono cose molto importanti, non ci piove. Ma nella fase creativa del mio lavoro credo che essere soli sia molto importante. Ovviamente, dipende da come ti piace lavorare nella tua musica, è chiaro. Io preferisco di gran lunga essere da solo, almeno pensare da solo, all'inizio. Nei Riverside, per esempio, so di dover lavorare insieme ai miei compagni di band e amici, quindi preparo qualche idea, su cui poi cerchiamo di lavorare insieme per comporre qualcosa. Per Lunatic Soul, sono felice di poter fare tutto da me, perché in questo modo posso svilupparmi come artista, posso essere un musicista migliore.

lunaticsoulitw02Come mai hai scelto di fare un passo indietro nella storia che vai raccontando, raccontandoci le vicende di un personaggio che è già morto nei tuoi altri album?

Perché quest'album parla di un suicidio. Perciò, sapendo come finisce, poi penso sia bello tornare ad ascoltare l'album nero, che parla della morte, e poi l'album bianco, in cui la storia continua nell'aldilà. Mi chiederai: perché riguardo il suicidio? Quest'album è ispirato da una persona che era abbastanza famosa da queste parti. Questa persona lavorava in una radio, e praticamente chiunque lo rispettava. Parlo di Tomasz Beksinski. Era un giornalista, scriveva per riviste rock e aveva il suo programma in radio, solitamente di notte, e ascoltava un sacco di musica molto dark: di certo una gran quantità di musica prog, ma principalmente musica dark. Era molto puntiglioso nel suo lavoro, nei suoi programmi leggeva i testi delle canzoni spiegando di cosa parlavano, cercava di spingere l'altra gente a scavare a fondo nelle storie raccontate dagli album. Viveva in un suo mondo di fantasia, era come un vampiro: durante i giorni chiudeva le tende, stava al buio a guardare film, ad ascoltare musica e questo tipo di cose. E a 41 anni, si è messo la sua maglietta di "The Jakob's Ladder", e si è suicidato: era tipo il suo settimo o ottavo tentativo, e alla fine ci riuscì. Prima d'ora ho avuto difficoltà a raccontare le mie storie: questo tipo di persone che vivono all'interno del loro guscio sono la mia principale fonte di ispirazione, ma mi fornivano sempre la stessa storia, senza questo finale così tragico. Sia chiaro, non è che voglio farlo anch'io! Ma credevo che oltre a qualcosa di diverso rispetto ai miei soliti concept, era al tempo stesso qualcosa di originale: è una cosa che vedi sempre nei film, ma non nelle storie raccontate negli album. Per questo ho scelto questo concept.

Per quanto riguarda i tuoi testi: hai qualche ispirazione dal mondo della letteratura? C'è qualche artista particolare che ha solleticato la tua fantasia negli anni?

Sì, ci sono svariati artisti. Uno di questi è Jerzy Kosinski: era uno scrittore polacco che scriveva in inglese; ha scritto quello che penso sia il più famoso libro nero di sempre, che si intitola "The Painted Bird". Non leggerlo. Adoro Haruki Murakami: è uno scrittore giapponese, le cui opere hanno sempre fantastici personaggi senza nome come protagonisti. Mi piacciono Jonathan Carroll, Stephen King, Cormak McCarthy, e tutti questi scrittori che scrivono storie in cui c'è qualcuno che ha una vita normale e un'altra surreale, in un mondo d'immaginazione. Sono queste le mie letture abituali.

lunaticsoulitw04In "Walking On A Flashlight Beam" hai usato un vasto spettro di sonorità, dalla world music ad atmosfere siderali: in quali direzioni hai focalizzato la tua evoluzione dai tuoi precedenti lavori?

Per prima cosa, ho voluto eliminare i flauti e gli strumenti collegati alla musica folk, perché volevo fare qualcosa di diverso questa volta. Volevo mantenere il carattere di Lunatic Soul, ma volevo anche mostrare che, dato che questo è il quarto album, avevo intenzione di valicare qualche altro confine. Ho rimpiazzato i flauti e gli altri strumenti che ti dicevo prima, e ho scelto questa volta un sound un po' più elettronico. Grazie a questo, l'album ha raggiunto una certa connessione con il colore della cover. Perché la cover è blu, è fredda, è come se riflettesse lo stato mentale del protagonista, che è sostanzialmente con le emozioni completamente spente. Per questo motivo ho riempito l'album di elettronica, che a volte sembra suonare un po' come i Depeche Mode. Era qualcosa di nuovo per me, e credo che fosse inevitabile cambiare nettamente, nel momento in cui ho cominciato il nuovo capitolo della storia di Lunatic Soul.

Con tutte le difficoltà logistiche dovute al fatto che suoni tu stesso una gran quantità di strumenti in quest'album, pensi che prima o poi porterai Lunatic Soul nella dimensione live?

Prima o poi, senza dubbio. Non so però quando, esattamente, forse dopo l'album successivo a "Walking On A Flashlight Beam". In quest'album ho suonato tutto da me, perché l'album parla di solitudine, quindi ho creduto che sarebbe stato bello fare tutto da me. Quando immagino Lunatic Soul suonato dal vivo, però, vedo sei persone su un palco, una grande produzione, qualcosa di molto diverso. Perché, sì, i dischi sono molto intimi, personali. Ma suonarli live è un'altra cosa: mi piacerebbe fare una cosa molto più potente. Però devo essere peraparato per questa sfida, e prima di tutto sono di nuovo in gioco con i Riverside: proprio ora sto dando inizio alla composizione del nuovo album. Oggi stiamo parlando di Lunatic Soul, ma il nuovo capitolo è già cominciato per me, è così che vanno le cose. Perciò, dopo il nuovo album dei Riverside, e dopo il tour dei Riverside, ci sarà un nuovo album di Lunatic Soul, e forse il primo tour per questo progetto. Perché no.

 

Mi rendo conto che è un po' troppo presto, ma potresti svelarmi qualche tua idea per il nuovo album dei Riverside?

Non posso dire più di tanto: non abbiamo così tante idee oggi come oggi. Ho in mente diverse cose, ma devo trovare qualche metodo per esprimerle, devo capire cosa posso fare insieme agli altri elementi della band. Di sicuro, sveleremo il nuovo album entro un anno. Probabilmente saremo in studio a gennaio o febbraio, e staremo lì per due o tre mesi. Probabilmente non pubblicheremo il disco prima delle festività. Ci piacerebbe però pubblicarlo intorno a settembre 2015.

 

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Le ultime due domande sono due curiosità che mi piacerebbe chiederti. Ascoltando i tuoi vecchi lavori con gli Xanadu si può notare come anche il polacco sia una lingua molto musicale: hai mai pensato di scrivere qualche parte dei tuoi testi nella tua lingua madre, per i Riverside o per Lunatic Soul?

 

Non ne sento l'esigenza, sinceramente. Forse un giorno potrei provarci, perché no, quando sentirò la necessità di fare qualcosa di diverso. Ma attualmente sono ancora focalizzato nel provare qualcosa di nuovo per quanto riguarda la musica, piuttosto che per quanto riguarda i testi. Dato che i miei testi sono in inglese, poi, sono per me un'opportunità per imparare qualcosa in questa lingua, per cui ho paura che smettendo di scriverli in inglese semplicemente mi dimenticherei come si parla in inglese [ride, ndr]... o forse no. In ogni caso, non penso che la lingua polacca faccia completamente schifo per quanto riguarda la pronuncia: puoi usare alcune determinate parole che possono essere discretamente piacevoli per le tue orecchie. Ma, come ti ho detto, al momento non ne sento l'esigenza. Comunque, non si può mai sapere cosa si farà in futuro. Forse canterò di nuovo qualcosa in polacco: non dico mai "Non farò mai questa cosa!". Mai dire mai!

Da "Out Of Myself" sono passati più di dieci anni: cosa ti ha spinto, e cosa ti spinge oggi, a vivere all'interno del mondo della musica? Hai mai immaginato come sarebbe stata la tua vita se non avessi scelto di essere un musicista?

Forse starei svolazzando in giro. Non lo so. In ogni caso, ho sempre desiderato essere un musicista: ho realizzato il mio sogno e mi sto divertendo, mi sto godendo il fatto di poter fare quello che voglio, di essere libero di fare le mie cose, perché sono arrivato a un punto in cui non ho nessuno che mi dica cosa devo fare, nessuno che mi imponga qualcosa. E tutto ciò è perfetto, per me. E oltre alla mia band, sono riuscito anche a sviluppare i miei progetti solisti. Non voglio nemmeno pensare a cosa avrei potuto fare se non ci fossi riuscito, non lo so! Forse, a dire il vero, avrei fatto qualcosa collegato al mondo della cinematografia, dei film, perché sono molto appassionato anche di questo.

Questa era l'ultima domanda, Mariusz... lascio chiudere a te l'intervista: vorresti dire qualcosa ai tuoi fan o ai nostri lettori?

Vorrei salutarvi, e ringraziarvi per il vostro supporto. Spero davvero di poter fare suonare Lunatic Soul in Italia, prima o poi. Anche se probabilmente prima che questo accada tornerò insieme ai Riverside. Con tutto il mio cuore, comunque, vorrei dirvi grazie.




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