Weyes Blood (Natalie Mering)
La musica "sensibile", quella che trasmette emozioni che altrimenti non sarebbero visibili. Il Romanticismo, al canto del cigno della sua forma più pura. Il sangue, unica cosa che davvero gli uomini hanno in comune. Weyes Blood, nome d'arte di Natalie Mering, con la sua musica ha tanto da raccontare...
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 10/12/17
Ciao Natalie, e benvenuta su SpazioRock! Questa è la prima volta che abbiamo il piacere di poter scambiare quattro chiacchiere con te! Come va?

Ciao! Tutto molto, molto bene. Sono molto carica per il tour...è il mio ultimo, per quest'anno!

Questa sera ti esibirai qui al Fabrique di Milano in apertura ai Father John Misty. Non è la prima volta che suoni in Italia, che relazione hai con il pubblico italiano? 

Oh beh, non può essere migliore di com'è. Amo suonare in Italia, davvero. Sono venuta qui per la prima volta in primavera e, ti dirò, è davvero uno dei miei paesi preferiti. Sai amo molto la cultura italiana, sento un particolare legame con essa. Ci sono tante cose che amo dell'Italia... alcuni comportamenti, il suo prog rock...

Ah sì? 

Sì. La PFM ad esempio. Avete davvero tanti eccellenti musicisti... e ce ne sono un sacco che mi piacciono davvero. 

Felice di sentirlo! Com'è andato il tour finora? Sei soddisfatta? 

Decisamente. Si sta rivelando un'esperienza davvero fantastica, anche perchè Josh [J.Tillman, ndr.] è un mio grandissimo amico. La nostra musica ha in comune molte cose, tra cui questo focus sulla vocalità quindi penso che sia un bel spettacolo vederci uno dopo l'altro. 

E' passato un anno da quando hai pubblicato il tuo ultimo album "Front Row Seat to Earth", il terzo della tua carriera. Un lavoro molto ben accettato dalla critica e dai fan, soprattutto per la particolarità e la freschezza del sound. Ma tu, personalmente, ti ritieni soddisfatta da quello che hai ottenuto con questo lavoro?

Decisamente sì. E' stato molto divertente per me lavorarci e crearlo, e vivere poi quello che è venuto dopo. E' stata una specie di rivoluzione per la mia carriera, perchè prima di allora non ero così conosciuta o sentita in giro. Diciamo che questo album mi ha spianato la strada sotto molto punti di vista, primo fra tutti la possibilità di continuare a fare musica, di tornare a registrare un nuovo album. Mi ha dato l'opportunità di continuare ad andare avanti. 

Però diciamo che in questo lasso di tempo dall'uscita del disco non sei stata con le mani in mano. Hai pubblicato un nuovo EP "Myths 002" in collaborazione con Ariel Pink. Com'è stata questa collaborazione? 

E' stata sicuramente molto divertente, ma anche molto formativa. Ho imparato molto... soprattutto dal punto di vista compositivo. Mi dava sempre degli importanti consigli e dritte che sono rimasti ben fissi nella mia mente e di cui certamente ho fatto tesoro. 
 
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So che stai attualmente lavorando su nuova musica che andrà a comporre il tuo nuovo album che probabilmente sarà pubblicato il prossimo anno. Cosa dobbiamo aspettarci? Ci dai qualche anticipazione? 

Beh posso dirti che con ogni probabilità sarà certamente molto più coeso di tutto ciò che ho fatto adesso, semplicemente perchè ho avuto il tempo e lo spazio giusti, quelli che mi servivano, per creare, per fare quello che volevo fare davvero, per lavorare con chi volevo lavorare, con la giusta dose di saggezza. Questo materiale sarà davvero nuovo, fresco, mentre tanto del materiale che ha fatto i miei lavori precedenti era in un certo qual modo "vecchio". Sai... scrivi quando hai l'ispirazione per farlo, e non è una cosa che gestisci. Non sai quando arriva. Diciamo che rappresenta molto lo status in cui vivo adesso. Uno status coeso. Il mio modo di essere di ora. 

Sono curiosa di sapere quindi come hai gestito il processo creativo e di songwriting... Quali sono le tue fonti di ispirazione? Che direzione, in termini di sound, hai deciso di seguire? 

Mi piace molto la musica classica, la musica di tanti, tanti anni fa; ma, al contempo, mi piace molto la musica attuale e quella "del futuro", se possiamo chiamarla così. L'idea dell'innovazione, della tecnologia applicata alla musica...

Hai usato un po' di elementi elettronici nei tuoi lavori precedenti...

Sì, i sintetizzatori e cose del genere, strumenti più innovativi anche, più tecnologici appunto. Mi piace pensare a questa idea di prendere un po' della nostalgia del mondo della vecchia musica, di pura qualità del suono inserita dentro l'innovazione della modernità, della tecnologia. Sai, sono una one man band, non ho altri musicisti con cui confrontarmi sotto questo punto di vista. Posso creare tutto quello che voglio secondo la mia personalissima volontà. Lo chiamo "il mio universo cinematico". Ogni volta che faccio un nuovo album è come fare un nuovo film che ha una nuova propria colonna sonora. Non è proprio lo stesso processo creativo dell'essere all'interno di un gruppo. Ho molto più spazio d'azione, di esplorazione e di pensiero, faccio quella che definisco "soundtrack music". 

Hai già pensato al titolo del nuovo album? 

Sì. Vuoi sapere come lo chiamerò? Ci ho pensato, ma è troppo presto per dirlo (ride, ndr.)! Però te lo dirò, in futuro! Di solito mi concentro sulla musica, sull'album, il titolo viene in un secondo momento. Poi da quello che ho fatto, di solito, emerge spontaneamente...

Quindi l'album è finito o devi ancora ultimarlo? 

Penso che dovrò ancora lavorarci un po' per sistemarlo in alcune parti. Non è stato ancora registrato. 

Il tuo sound è abbastanza unico. Lo definirei molto "essenziale", sicuramente, eppure allo stesso momento è estremamente espressivo e profondo. Questa specie di contrapposizione lo rende particolarmente interessante. Come lo descriveresti a qualcuno che non l'ha mai ascoltato e che non ti conosce? Magari partendo da una singola parola...

"Qui". E' un concetto molto risoluto, lo so, ma penso sia la parola più vicina, il termine più generale che lo possa riassumere. Qui, tutto quello che puoi vedere...

Perchè?

Perchè sai, nella vita tendenzialmente è difficile vedere le emozioni, è difficile vedere esattamente quello che vogliamo esprimere nel modo in cui lo stiamo sentendo. Quindi, siamo qui. Io sono qui. La mia musica è qui. 

A questo punto mi viene spontanea un'altra domanda. Tu, come ti descriveresti a chi non ti conosce? Sai in Italia c'è questa tendenza a seguire i "trend" in linea generale, come direi un po' ovunque. La tua musica è molto di nicchia...

Riferendomi all'Italia in particolare... beh, ti dirò che molte cose che mi ispirano vengono da qui: avete dei grandi cantanti, delle bellissime chiese ed architetture, luoghi e spazi. Non dimentichiamoci di Dario Argento, cerco di fare della classica musica che definisco "horror-cinematic" e lui è un modello. Quando sono arrivata nel vostro Paese, per la prima volta nella mia vita, ho capito quanto avevo preso in prestito della cultura italiana nel mio modo di essere e di vedere il mondo. Non la conoscevo così bene prima, ero semplicemente curiosa. La cultura del Rinascimento vi appartiene e ne avete testimonianze ovunque. Penso che la mia musica si rifletta molto in questo, come uno specchio. Si adatta bene. 


Penso che la tua musica sia molto "romantica", nel senso più letterario del termine. Secondo te, c'è ancora del romanticismo al giorno d'oggi e come possiamo definirlo? 

Penso che del romanticismo ci sia ancora, ma in qualche modo sta morendo. La meccanizzazione, l'industrializzazione, la tecnologia attuale fa sì che la gente non abbia abbastanza spazio per pensare a qualcosa, a un'idea, a un dipinto. La concentrazione è in qualche modo calata, spezzata dal fatto che dobbiamo sempre e costantemente controllare i nostri cellulari. Penso che in un certo senso per essere "romantico" devi prima essere "annoiato" per poi essere ispirato. Un oggetto, una cosa bella. Come fai ad apprezzarla se vivi in una perenne corsa? Oggi non siamo più annoiati. Se non sei annoiato, non puoi apprezzare le cose. Se sei annoiato oggi, o non lo sei, passi il tuo tempo a controllare Facebook. Beh, questo toglie del tempo alla possibilità di apprezzare le cose, di essere romantici. 
 
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Weyes Blood è il tuo nome d'arte e ho letto che c'è una precisa storia e un preciso significato dietro la scelta di questo nome. Ti va di raccontarcela? Cosa significa per te questo nome? 

Beh, si tratta di un libro che ho letto molto tempo fa. Sono stata molto colpita dall'idea che il sangue è l'unica cosa nostra che condividiamo con il resto degli esseri umani, che possiamo scambiare con loro. Il tuo sangue è quello di tua madre e questo è il più visibile passaggio di sangue che avviene naturalmente tra un essere umano e l'altro: dalle vene di un uomo entra nelle vene di un altro uomo. E in quel sangue c'è una storia, ci sono altri esseri umani che hanno vissuto. Quindi c'è una conservazione e una consequenziale trasmissione di saggezza. Tu puoi quindi accedere a questa saggezza, a questa conoscenza ed adattarla a te, anche se è appartenuta ad altri esseri umani. 

Com'è la relazione con il tuo alter ego? 

Vivo e respiro con Weyes Blood. Mi piace essere divertente, un po' sdolcinata, anche se non tutti lo capiscono. Sono una persona molto semplice, modesta, mi piace la commedia e mi piace interpretarla. 

Quali sono i tuoi piani sul tuo futuro prossimo, alla fine di questo tour? 

Concentrarmi unicamente sul nuovo album. Questi sono gli ultimi show, poi mi chiuderò in studio e cercherò di essere "romantica". Guarderò la natura e berrò del buon vino...I miei obiettivi!

Ti manca qualcosa nella tua carriera d'artista? 

Sì. Onestamente mi piacerebbe avere una band, una formazione permanente. Ho suonato con tante diverse persone nel tempo, persone diverse ogni volta. C'è solamente un ragazzo che mi accompagna nella mia musica da anni, ma sai mi piacerebbe creare una "famiglia" e stare con lei per tutto il resto della mia vita, o per lo meno della mia carriera. Ma sai, ci sono un sacco di stronzi nel mondo...

Davvero?

(Ride, ndr.). Mi piace la famiglia, il concetto di famiglia. Quando si è famiglia è tutto più semplice. 


Secondo te, quanto è difficile per le giovani donne come te entrare e vivere nel mondo della musica, e raggiungere un certo livello di successo? 

Direi che al giorno d'oggi, rispetto al passato, è diventato più semplice per noi donne. Prima c'era più misoginia, più discriminazione in generale, tra sessi, razze, culture. Ora le cose sono cambiate, fortunatamente, le culture sono cambiate, il mondo è diventato più "sensibile", ragiona di più, fa sentire di più la sua voce. Quando ho messo piede per la prima volta nel mondo della musica ho dovuto imparare una lezione: indipentemente da chi sei, devi avere una scorza molto dura. Sicuramente agli inizi è stato più difficile, perchè sai non sempre gli uomini, direi soprattutto gli uomini bianchi, vogliono sentire quello che hai da dire. Ma questo penso sia applicabile generalmente in tutti i campi, e non solo alle donne...


Grazie Natalie per il tuo tempo, è stato un vero piacere parlare con te. Vuoi lasciare un messaggio ai tuoi fan e ai nostri lettori? 

Grazie a te! Caro mio pubblico italiano, amo sentirvi, amo essere qui e non vedo l'ora di tornare. Sapete? Nei miei desideri, o dovrei dire nei miei piani, ho in mente un tour solamente in Italia. Lo farò prima o poi. 




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