Seether (Shaun Morgan)
La voce dei Seether, Shaun Morgan, ci porta alla scoperta del nuovo album della band "Si Vis Pacem, Para Bellum", un lavoro estremamente personale che mette a nudo i pensieri e la creatività del frontman.
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 28/08/20

Check here the english version https://youtu.be/AdwdTKRaeU8 

 

Ciao Shaun, benvenuto sulle pagine di SpazioRock! Come stai? Come vanno le cose dalle tue parti?


Bene, grazie! È una giornata bella calda qui, mi sto quasi sciogliendo (ride, ndr), ma le cose vanno alle grande. Stiamo vivendo tempi un po' strani, ma rimaniamo positivi e speranzosi nei confronti del futuro, e magari saremo in grado di tornare presto in tour... prima della fine del pianeta. Ora come ora, stiamo cercando di capire quali siano i modi che ci consentono di suonare musica per i nostri fan senza essere fisicamente presenti.


Nati nel 1999, dopo più di 20 anni di carriera e 8 album in studio, i Seether restano una delle più iconiche e tenaci band del post-grunge. Come sintetizzeresti questo tuo viaggio come artista? Qual è o qual è stata la parte migliore? Cosa ti ha dato?


È una cosa bella, questa che mi hai detto, quindi grazie. Sono passati 20 anni e ancora, ogni tanto, mi sembra di continuare a vivere un sogno. Sai, abbiamo assistito all'ascesa e alla morte di tantissime band nel passato, tante band di cui sono stato fan e che conoscevo, di cui ero amico, e ora non esistono più, quindi fa un certo effetto essere ancora qui. Penso che davvero tutto quello che abbiamo fatto sia stato fare della musica che mi rendesse felice, che ci rendesse felici come band. Abbiamo provato a non seguire nessuna moda, abbiamo semplicemente cercato di fare qualcosa che fosse vicino a quello che ci piaceva e che ascoltavamo. Penso che questa sia stata la cosa più importante per me. Forse la cosa che la gente apprezza di noi è che siamo una rock band che scrive musica con il cuore e la scrive con onestà, che non si preoccupa molto di dove il vento soffia finchè la musica porta uno stato di benessere.


E questo vostro viaggio continua alla grande visto che i fan dei Seether sono davvero molto entusiasti per la pubblicazione del vostro ottavo album 
"Si Vis Pacem, Para Bellum". Si tratta di un coinvolgente lavoro formato da tredici brani che hanno un sound nuovo e rinfrescato rispetto ai vostri lavori precedenti. Per capirci meglio, qui c'è tutto il vostro tipico e riconoscibile sound che ora però è più maturo, più spinto. C'è tanta rabbia accanto ai temi dark e all'onestà del vostro tipico groove grunge. Cosa vi ha portato a questo risultato?


Be', sono lo stesso ragazzo che sono sempre stato dagli inizi (ride, ndr). Quando scrivevo la mia musica mi impegnavo tantissimo per ricreare la musica che mi piaceva ascoltare, e per capire cosa mancasse a quel sound quando scaricavo qualcosa dal web e ascoltavo, o compravo un disco fisico e lo ascoltavo. Trovavo sempre delle sfumature particolari che mancavano quando li ascoltavo, e quindi le creavo, le facevo io. In questo momento ho preso ispirazione da quello che vedo attorno a me e da certe esperienze che ho vissuto, sta diventando sempre più una questione legata al mio punto di vista della società. Sono un grandissimo oppositore dei social media, penso sia un mezzo di comunicazione orribile che sta alterando la società e il modo in cui comunichiamo in maniera negativa fino a un punto di non ritorno. Non penso riusciremo a tornare nella condizione di sostenere un discorso civilmente, a meno che non si crei il giusto contesto. Sai, quando ero giovane ero molto arrabbiato con la mia vita e con tutte le cose che mi accadevano, e adesso sono arrabbiatoin un modo diverso, focalizzo la mia rabbia su cose più specifiche, perchè penso che queste cose specifiche siano pericolose, penso che possano minacciare il benessere dei miei bambini, o quello di tutti i bambini in generale e delle generazioni future. Guardiamo questa erosione della civiltà che è una cosa davvero molto difficile a cui porre fine a un certo punto, e io vedo quanto importante sia. Ho una figlia di 18 anni, va all'università, non è proprio una bambina, ma vedo spesso... sai, Instagram è una cosa grossa e continua a essere una cosa grossa nella sua vita, e lo è perchè lei è cresciuta con questa cosa. A lei Instagram piace, e penso che sia lo stesso per tutti i teenager, o per chiunque lo usi, ovviamente lo fa perchè le piace. Ma per me... quello che vorrei passare alle mie figlie è un approccio diverso, è dire "ok non abbiamo bisogno dell'adulazione, dell'ammirazione o dei pollici in su o dei like o dei cuori o di qualsiasi diavolo di cosa sia, non abbiamo bisogno di nessuna di queste cose da persone che non conosciamo, perchè, davvero, non significa niente, non è una cosa che ha peso, non ti dà nulla". E onestamente, io so cosa si prova... ora non ho social media, ma qualche anno fa ero anche io su Twitter e avevo tutta questa schiera di persone che mi ascoltavano, e quindi so cosa si prova, so cosa si prova a vivere questo assuefacente senso del "oh mio dio, sto coinvolgendo delle persone, mi prestano attenzione". Poco dopo questo senso si è vaporizzato, ho capito che questa cosa non aveva alcun senso. Ero lì su Twitter e qualcuno ha iniziato a rivolgermi delle minacce di morte, a me e ai miei bambini, e stavo impazzendo. E ho pensato "Wow, ok, perchè sto facendo questo? Perchè sono seduto qui, a casa mia, lontano 3mila km da queste persone o chissà quanto, che non fanno altro che dire cose ridicole su di me". Ho abboccato, ci sono cascato...e mi sono sentito un idiota. Questa cosa non fa per me, ho bisogno di essere una persona migliore, di un altro spessore, mi preoccupo delle persone che stanno sulla rubrica del mio cellulare, mi preoccupo delle persone sicuramente, ma non mi interessa far sapere ad altre persone esattamente cosa faccio ogni giorno o le situazioni che affronto ogni giorno, e non mi interessa far finta che la mia vita sia così favolosa e strepitosa, non mi interessa scattare foto a tramonti bellissimi che dicano che bellissimo giorno ho vissuto, perchè non è vero. Alcuni giorni hanno tramonti bellissimi, altri no, altri giorni piove. È una sorta di infatuazione che hanno le persone per se stessi e per questa sorta di vita magnifica e importante. Io non sono d'accordo, penso che tu possa diventare importante e magnifico quando fai concretamente qualcosa di positivo per le persone attorno a te, non solo per te stesso. E questo è il problema, perchè tantissime persone pensano solo a se stesse. E questa è la cosa che mi fa arrabbiare e questo è quello che ho imparato in 20 anni. Ora ho una prospettiva diversa del mondo rispetto a quella che avevo prima, quando ero un bambino, o quando ero giovane, o di quando ho iniziato a scrivere musica. Il mio punto di vista prima era, di base, me stesso, la mia piccola bolla attorno a me e le mie personalissime esperienze, sentimenti ed emozioni. Adesso, le cose si sono allargate, attingo da quello che vedo e credo possa essere pericoloso, vedo dall'esterno come le persone interagiscono tra loro e penso che non siamo nella giusta direzione.

 

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A livello di testi, come hai detto, questo è un album personale, anzi possiamo dire che è il tuo album personale, visto che tu metti sul piatto il tuo viaggio come figlio, come padre, come fratello. Hai detto che in questo album tu ti stai esponendo fino a un livello in cui normalmente non saresti a tuo agio. Parli anche di questioni politiche e sociali che in diversi modi influenzano il comportamento umano. Quindi, quali erano le tue intenzioni questa volta?


A livello di testi, questa volta mi sono preso il mio tempo. Mi sono seduto tranquillo e mi sono messo a scrivere prima che arrivasse il momento di registrare le voci, senza ridurmi all'ultimo momento. Di norma mi siedo, scrivo, vado a cantare le melodie e le sistemo in corsa. Ho questa specie di scheletro abbozzato di idee carine di quello che voglio, ma non ho mai una figura completa e chiara di fronte a me. Questa volta mi son detto "Ok abbiamo fatto 10 mesi di composizione, abbiamo solo la batteria" - perchè c'è stata una pausa tra le registrazioni delle chitarre e della batteria per un problema di studio di registrazione visto che non riuscivamo a trovare uno studio disponibile, quindi ci sono state circa 2 o 3 settimane tra la registrazione della batteria e il resto dell'album - e quindi mi son detto "forse potrei essere molto più produttivo, scrivere i testi prima e vedere come va". È stato davvero interessante approcciarsi ai testi in maniera più critica, avere il tempo concreto di studiarli e poi sistemare delle cose. L'altro mio obiettivo è stato cercare di non ripetermi, come ho fatto in passato. Penso che per noi autori di testi sia facile ripetersi, perchè c'è sempre questa sorta di tendenza a riutilizzare frasi e parole che sai che hanno avuto un certo peso in passato, e vuoi in qualche modo re-introdurre queste parole, anche solo per creare un senso di familiarità. Quando arrivi a un certo punto di "completezza", e io non penso di averlo raggiunto, cerchi di andare oltre, cerchi di scrivere in un nuovo modo. Anche quando scrivevo mi sentivo bene a esprimere e mostrare un po' di più di me stesso, nel senso che forse in questo modo le cose sono un po' più dirette e questo porta, in qualche maniera, a tante possibili interpretazioni. La mia verità, il vero significato dietro una frase, così è un po' più diretto. Solitamente non faccio così, preferisco essere un po' vago, ma mi sembrava la cosa giusta a questo punto per questo album. Per lo scorso album, prodotto sempre da me, abbiamo alzato il tiro e anche questa volta volevamo farlo, volevamo che la cosa prendesse piede. Se questa cosa mi ha preso più tempo per i testi e ci ho messo molta più attenzione, è perchè mi son detto di "ok ho fatto un lavoro più grande per questo album rispetto a quello precedente", ed è quello che cerco di fare ogni volta, cerco di sfidare me stesso. Ogni singolo album è davvero importante per me e in particolare quando si tratta di un nuovo album... be', ogni nuovo album è la cosa migliore che abbiamo mai fatto, o per lo meno ci credo e ci spero. Ci sono stati album precedenti di cui forse non sono stato propriamente sicuro dei pezzi che lo componevano, o non ero totalmente convinto e felice di quello che avevamo fatto. Ora con questo album sono convinto e soddisfatto al 99%, sai non arrivi mai ad essere completamente soddisfatto. Sì, a livello di testi penso di aver fatto un buon lavoro, ci ho messo molto più impegno perchè volevo... non tanto reiventarmi, ma volevo trasmettere l'idea che questo lavoro noi continuiamo a farlo sul serio, che continuiamo davvero ad amare questo lavoro, che continuiamo davvero ad amare il fatto di fare musica dopo 20 anni di carriera. E penso che la cosa migliore che posso fare sia porre più attenzione ed essere più sul pezzo nelle cose in cui lo sono stato di meno in passato, questo era il nostro obiettivo.


Avete pubblicato finora tre singoli: "Dangerous", "Bruised and Bloodied" e "Beg". Domanda: cosa può essere davvero pericoloso, secondo te?


(Ride, ndr)
Be' penso che la risposta a questa domanda si possa in qualche modo ricollegare a quello che ho detto prima. Credo che ora come ora viviamo in un'era molto pericolosa, se guardi a come le persone si relazionano tra di loro. Con il passare del tempo sembra che ognuno diventi sempre più incline ad attaccare qualcun'altro. Di base i social media stanno permettendo a tutte queste persone di dire tutto quello che vogliono, perchè di persona si prenderebbero un calcio in culo. E non c'è più alcun tipo di deprecazione per le cose che dici, se twitti qualcosa e attacchi qualcuno sui social media, di base, tu non hai deprecazione. Tu puoi dire tutto quello che vuoi e fare tutto quello che vuoi ad altre persone o puoi attaccare questa gente tante e tante volte ancora, puoi distruggere la loro vita, e c'è un altro mucchio di persone dietro di te e anche loro stanno lì ad attaccare una o più persone. Questo da potere. Questo è incredibilmente pericoloso. Io penso che il fatto di... di non vivere il mondo, il fatto di essere in una società molto avanzata e di avere tutta questa tecnologia a disposizione, ad esempio la Artificial Intelligence, facciamo passi da gigante... ma in qualche modo il modo di come interagiamo tra noi sta regredendo. Quindi penso che dovremmo individuare altri modi di comunicare che non siano così pericolosi e dannosi, che è quello in cui stiamo fallendo. Va tutto bene, Mark Zuckerberg è un miliardario perchè ha creato una piattaforma che crea dipendenza e lui sa che sta distruggendo le persone, perchè le persone sono assuefatte a questa cosa e la stima che hanno di loro stessi viene letteralmente spazzata via quando sono su questa piattaforma. Le uniche persone che ho trovato sono state persone cattive, ma questa è la mia opinione. Per me Facebook non ha senso... creiamo Facebook per condividere le foto con tua nonna, no è una merda...l'hanno messo in piedi per dare voti alle ragazze carine del campus. In più credo che la cosa davvero pericolosa siano le persone che possiedono e gestiscono queste piattaforme che ora hanno il potere di sapere tutto quello che vogliono. Non mi interessa chi siano queste persone, ma viviamo in un mondo in cui c'è una manciata di persone che controllano quello che vediamo, quello che diciamo... ed è una cosa estremamente distruttiva. Quello che vedo è queste persone che hanno così tanto potere e si nascondono dietro questa faccia da bravi ragazzi... be', sai cosa? Ho visto una foto di Zuckerberg che surfa con una felpa, è credo che sia strano. Questo è un ragazzo strano. Eppure lui possiede miliardi di informazioni personali della gente e lui ha il diritto di far scomparire le persone dalle sue piattaforme quando gli pare... è un sacco di potere da dare a un uomo. Questa cosa secondo me è estremamente pericolosa e il problema è che nessuno sembra prestare attenzione alla cosa. E se, per esempio, tu dici qualcosa che a loro non piace su Twitter o Facebook, lo step successivo è bannarti. Non ti dicono perchè, semplicemente non ci sei più. Come può essere possibile? Questa cosa non dovrebbe essere possibile. E non importa di che opinione si tratta, ancora... puoi essere la persona più istruita del mondo o il più grande stronzo del mondo, i social ti danno il potere di dire quello che vuoi. In più, il fatto che la cosa sia controllata letteralmente da 4 o 5 persone davvero potenti disperse nel mondo... per me è inconcepibile.

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Entrando più nello specifico dei pezzi che compongono quest'album, ci sono tantissime canzoni che mi sono piaciute molto perché le ho sentite molto vicine a me, ai miei sentimenti e alle mie emozioni, tra cui "Liar" che è uno dei miei pezzi preferiti, o anche "Buried in the Sand". Qual è, invece, il tuo brano preferito?


A me piace "Failure", mi piace davvero tanto. Mi piace la pesantezza del brano, il fatto che sia un brano incazzato. Insieme a questa, direi anche "Wasteland". "Liar" è stata di fatto una delle prime canzoni che ho scritto, è stata la prima che ho finito in maniera completa... quando inizi a scrivere una canzone puoi avere diverse idee, riff e altra roba tra cui scegliere e puoi essere indeciso, ma questa canzone è stata la prima che è uscita dall'inizio alla fine in maniera corretta con il testo scritto tanto tempo prima. Questo sì... è un altro pezzo interessante. "Buried In The Sand"... (ride, ndr) questa canzone è stata una delle più difficili da scrivere. Originariamente era circa 10 bpm più lenta, era davvero lenta, quasi si trascinava. Quando abbiamo finito la canzone, c'è stato tutto questo gran lavoro per aumentare la velocità, ma era davvero un casino e l'abbiamo ripresa in mano da capo. Quindi siamo tornati, e ci siamo detti "dobbiamo finire questa canzone, facciamola di nuovo". Abbiamo velocizzato tutto di circa 10 bpm e la cosa aveva molto più senso. Se devo proprio sceglierne una, probabilmente sì, "Failure" è la mia preferita, ma davvero, è molto difficile sceglierne una.


Sai quello che mi hai detto è davvero divertente perchè le domande successive che avevo scritto per te erano su "Wasteland" e "Failure"...


(Ride, ndr)


E la prima era: "Hai mai passato dei momenti della tua vita in 'terre desolate'". E la seconda "Cosa significa per te il fallimento?"


(Ride, ndr) Allora, non credo di aver mai davvero vissuto in "terre desolate" ma, a livello figurativo, penso che anche qui si possa tirare di nuovo in ballo la questione dei social media. Questa cosa per me somiglia molto alla condizione di vivere in una "terra desolata" perchè è una situazione non reale. Non è una connessione reale e tangibile. Per quanto riguarda "Failure", questa è una delle canzoni in cui mi esprimo di più, che mi mostra di più e mi rende più vulnerabile. Sai ho combattuto con la mia autostima per tutta la mia vita, non sono un grande fan di me stesso, non mi piaccio particolarmente e non vedo così tante buone cose in me. Mi piace la musica che scrivo, certo. "Failure" rappresenta me che in maniera aperta ammiro questa specie di autocommiserazione, e qui le persone da fuori potrebbero dire "perchè apparire così miserabile?". Non sono miserabile per le cose che mi circondano, lo sono per via della chimica del mio cervello. Ho avuto a che fare con la depressione da quando ero un ragazzino, ho combattuto con alcuni elementi del disturbo bipolare quando sono diventato più grande, e sai... è difficile. È difficile essere sempre felici. A volte mi sento un fallimento, a volte mi sento di non aver fatto abbastanza o di non aver ottenuto abbastanza... e io combatto con questi sentimenti. La mia autostima è una merda, e non è una questione di validazione, mi sono detto "ok bene, forse mi esporrò un pochino di più, dirò qualcosa di più di me stesso". E forse è meglio così, perchè chi è fan della band e si ritrova ad ascoltare questa canzone pensa "ok, quest'uomo è esattamente come me". Questo è quello che sono... Non sono mai stato e non potrei essere quel ragazzo che sta in una band e si sente migliore di altre persone solo perchè è in una band. Certo, il lavoro del musicista è più figo rispetto alla media degli altri lavori, ma noi siamo persone normali, siamo dei ragazzi normali. Ed ecco perchè non mi piacciono alcuni ragazzi di alcune band che vanno in giro per il mondo, perchè molti di loro sono degli stronzi, questa è la verità, loro pensano di essere più grandi e migliori degli altri perchè le loro canzoni passano alla radio. Io non mi sento così, io mi sento molto spesso un perdente (ride, ndr) ed è quello di cui parla la canzone. Sì, penso sia la mia canzone preferita perchè per me rispecchia molto quello che volevo dire di me stesso.


I Seether sono stati i creatori del Rise Above Fest che ora, di fatto, non è solamente un festival ma è diventato un movimento molto più grande. Si tratta di una realtà che lavora sulla sensibilizzazione su temi che riguardano le malattie mentali, la prevenzione e le conseguenze delle stesse, la depressione e il suicidio. Come stanno andando le cose su quel fronte?


Il festival si è svolto nel Maine per tanti anni, cinque per la precisione... finchè un anno il festival ha fatto il bill e non ci ha nemmeno chiamati. I fan venivano perchè sapevano che era un'iniziativa a noi connessa, sai ho fatto partire questo progetto perchè mio fratello si è suicidato e volevo fare qualcosa per sensibilizzare su questi temi e, in qualche modo, aiutare le persone per quello che potevo, perchè so quanto questa cosa sia devastante. Il concetto di suicidio ha rovinato la mia vita per tanti e tanti anni, e mi ha direttamente influenzato. Sono precipitato, ho preso droghe e medicine, mi sono lasciato andare e non è stata una cosa così salutare. Quindi voglio cercare di aiutare altre persone. Ora come ora, sfortunatamente, non facciamo più cose in quella venue nel Maine, lo scorso anno ci siamo spostati nel Tennessee e abbiamo fatto questo festival, e adesso credo che quello che cercheremo di fare, forse il prossimo anno a settembre o agosto, sia rilanciare il progetto. Nel 2021 faremo il nostro show nella nostra venue chiamando alcune band interessanti, cureremo di nuovo tutto come facevamo prima. E se tutto va bene, raccoglieremo dei soldi da destinare alla causa perchè, sai, non è facile, c'è bisogno di tanto lavoro e tanta fatica per organizzare il tutto, trovare le band e così via. Forse dopo questo periodo di stop forzato dove nessuno sta andando in tour le cose potrebbero essere più semplici e potremmo sfruttare questa cosa. Mi piacerebbe tirare in ballo alcuni miei amici, i Breaking Benjamin, i Flyleaf, i Chevelle e tanti altri... ho una lista di persone che mi piacerebbe invitare a questo festival. Di nuovo, penso che sia arrivato il momento di reinventare questa cosa, mi è dispiaciuto molto quello che è successo, il fatto di essere stati esclusi. Ma resisteremo, torneremo più forti il prossimo anno - credo - e ci assicureremo che sia il migliore di sempre, e magari nel futuro renderlo un progetto internazionale, magari fare un Rise Above Fest in Sud Africa o in Europa, stiamo valutando tutte queste cose. È ancora tutto in fase embrionale ma abbiamo delle idee. È una cosa importante per noi.


Grazie Shaun, grazie mille per il tuo tempo. Vuoi lasciare un messaggio ai tuoi fan italiani e ai nostri lettori? Speriamo di vedervi presto di nuovo in Italia!


(Ride, ndr)
Oh, mi piacerebbe! Voglio solo ringraziare tutti, sapete che amiamo andare in tour e suonare, essere lì vicino a voi, ma finchè il mondo ci cade addosso non abbiamo molta scelta. Apprezziamo davvero tutto il supporto e l'appoggio che i fan italiani ci danno. Speriamo davvero di vederci presto. State bene, siate forti... supereremo tutto questo!




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