Shinedown (Eric Bass)
Autentiche star del rock moderno made in USA, gli Shinedown tornano a invadere le scene del panorama musicale mondiale. E' infatti da poco uscito il nuovo album in studio "Attention Attention" e, dopo una grandiosa performance al recente Firenze Rocks, sono pronti a tornare in italia per due imperdibili date al Santeria Social Club di Milano il 26 (già sold out) e al Rock Planet di Pinarella di Cervia il 27 giugno. Abbiamo chiaccherato con il bassista Eric Bass sugli ultimi sviluppi della loro carriera in continua ascesa.
Articolo a cura di Paolo Stegani - Pubblicata in data: 23/06/18

Ciao Eric, benvenuto su SpazioRock.it! E' un piacere!

 

Anche per me!

 

Grandiosa questa vostra esibizione al Firenze Rocks. Il pubblico ne è rimasto entusiasta! Come lo stesso Brent (Smith, ndr) ha sottolineato, è passato molto tempo dalla vostra ultima (e prima, da headliner) esibizione in Italia. Come mai? I vostri fan italiani erano impazienti di rivedervi dal vivo.

 

Durante il periodo di "Threat To Survival" abbiamo cambiato agente. A causa di questo abbiamo dovuto rivedere alcune cose e ridefinire vari aspetti organizzativi, ma adesso abbiamo molti piani che coinvolgono l'Europa e l'Italia. Questo album ci permette di tornare e continueremo a tornare in futuro. Non abbiamo certo voluto ignorarvi (ride, ndr), semplicemente con l'album precedente non è stato possibile, mentre con "Attention Attention" lo è, e siamo davvero felici di essere di nuovo qui.

 54concertishinedownfirenzerocks2018

 

I prossimi 26 e 27 giugno tornerete nel nostro paese per due show, al Santeria Social Club di Milano, sold out, e al Rock Planet di Cervia. Cosa ricordi della vostra precedente esperienza italiana?

 

Un pubblico incredibile. Ce l'ho ancora impresso nella memoria. È grandioso vedere una folla che, dall'altra parte del mondo rispetto a casa tua, apprezza la tua musica. Era davvero piena di entusiasmo. Apprezziamo davvero molto, e lo dico con sincerità.

 

Ora siete in tour con una band a dir poco leggendaria come gli Iron Maiden. Come state vivendo questa esperienza? Com'è stato il vostro primo incontro con la metal band?

 

Per noi è un sogno che diventa realtà. Fu uno dei primi concerti da spettatore di Barry, il batterista, che ci andò con suo padre e suo fratello, è infatti da sempre un grandissimo fan di Nicko McBrain. Sono stati davvero carini e generosi con noi. Io avevo già incontrato Steve Harris in precedenza, a dire la verità. Dopo una nostra esibizione al Download Festival in Inghilterra, poco dopo essere scesi dal palco, mi dissero: "aspetta, Steve Harris vorrebbe conoscerti". Ovviamente mi fermai all'istante! Fu molto socievole, mi disse che gli eravamo piaciuti. Due mesi dopo ci hanno offerto di andare in tour con loro. È un sollievo vedere una band di questo calibro essere ancora on the road. Ci hanno sempre trattato con rispetto e dignità, da musicisti a musicisti, non ci hanno mai fatto mancare nulla. Ci fanno spesso visita, assistono ai nostri show... Avevamo sentito storie assurde per cui i fan dei Maiden non amano le band di apertura, ma la realtà è che partecipano, si lasciano coinvolgere e sono molto calorosi anche nei nostri confronti. Non potevamo chiedere di meglio.

 

56concertishinedownfirenzerocks2018_01

 

Nel tour che vi aspetta sarete a stretto contatto con altri grandi nomi del panorama rock: i Sum 41, i Rise Against, gli Asking Alexandria...

 

Con gli Asking Alexandria abbiamo instaurato davvero ottimi rapporti, durante questo tour. La notte scorsa abbiamo anche giocato a dadi (ride, ndr). 20 euro ciascuno sul tavolo. Ha vinto Barry, mentre Ben degli Alexandria continuava ad imprecare. Abbiamo stretto molto i legami. Sarà bello essere in tour assieme negli USA il prossimo autunno.

 

E' recentemente uscito il sesto album della vostra carriera, "Attention Attention". Un titolo molto accattivante: come lo avete scelto? Cosa puoi dirci sul processo di crezione di questo nuovo lavoro in studio?

 

Gran parte di questo album è stato ispirato dalle folle europee per le quali abbiamo suonato nei festival. Spesso in America si sente dire che 'il rock è morto', 'il metal è morto', e la pop/dance music è molto più popolare. Qui c'è un'elettricità nell'aria, un entusiasmo, una voglia di sentire il suono delle chitarre che queste sensazioni hanno finito per entrarci sotto pelle e sono diventate parte di noi. Appena tornati a casa abbiamo subito sfornato canzoni come "Devil", "Brilliant" e "Pyro". Davvero delle belle canzoni rock. È un concept album, che parla dell'abuso di droghe ed alcool, dei miei problemi di depressione, delle difficoltà incontrate durante la ricostruzione della band dopo "Amaryllis". Queste canzoni dovevano assolitamente essere composte e sapevamo da subito che avrebbero narrato una storia, con un inzio ed una fine. Cercavamo un titolo per l'album ed abbiamo ipotizzato di tutto, ci uscivano un sacco di titoli lunghissimi ma nessuno ci sembrava adatto. Fu Zack, il chitarrista, a proporre "Attention Attention" riprendendo il titolo di uno dei brani che avevamo scritto. L'idea della copertina, con quel grande punto esclamativo, è stata mia. Ci sembrò perfetto, rende bene l'idea di un' emergenza. Ognuno ha dato un grande contributo. Non siamo una di quelle band piene di conflitti interni, ci vogliamo bene e ci siamo divertiti moltissimo. Sono state notti lunghe, quelle di mixaggio, ma siamo molto soddisfatti del risultato finale.

 

Molto particolare la canzone "Kill Your Conscience", un misto di sonorità techno e cattiveria hard rock...

 

Infatti. Quando dici che farai un album heavy la gente pensa subito a canzoni veloci, metal... Abbiamo canzoni così, ma per quanto mi riguarda una canzone può essere heavy anche per l'argomento che tratta. In questo caso l'elemento più potente e particolare è la batteria, secca e dal ritmo lento. Il bello di questo gruppo è che abbiamo una 'scatola', il rock, dentro la quale pescare quando scriviamo un pezzo, ma è un nostro preciso obbiettivo esplorarla nella sua interezza, sperimentare ogni sfaccettatura di questo genere. "Kill Your Conscience" è l'ultima canzone che abbiamo scritto, fra l'altro.

 

Ti capita mai di guardare al passato, in particolare agli inizi della vostra carriera, e di avere rimpianti o nostalgie? Ti ritieni soddisfatto dell'evoluzione del vostro sound?

 

Rimpianti non ne ho e non cambierei assolutamente nulla, perchè tutte le scelte che abbiamo fatto ci hanno portato fino a qui. Adoro il modo in cui siamo cambiati nel corso degli anni. Sono molto affezionato ai nostri primi lavori, ascolto sempre "Leave a Whisper" con grande piacere e mi piace suonare dal vivo brani dei nostri esordi. Al momento suoniamo molte canzoni tratte da "The Sound Of Madness". Non mi stanco mai di canzoni come "45", sono il motivo per cui siamo riusciti ad avere una carriera nel mondo della musica.

 

Gli anni scorsi siete stati protagonisti di un progetto molto interessante: il "Carnival Of Madness", assieme agli Halestorm ed ai Black Stone Cherry. Credi tornerete ancora in tour con queste due band, per dare nuova vita al 'carnevale della follia"?

 

E' un progetto a cui teniamo, abbiamo parlato di tornare in tour assieme non solo in Inghilterra ma anche in tutta Europa. È una cosa che ci piacerebbe molto.

 

La cover di "Simple Man" è uno dei motivi, fra gli altri, per cui siete così celebri oggi. Come nacque l'idea di rendere un tale omaggio ai Lynyrd Skynyrd?

 

Brent fu ospite della madre di Ronnie Van Zant, gli aveva dato un posto dove vivere a Jacksonville. Lui le disse che avrebbe trovato un modo per ripagarla. Non sapeva come lo avrebbe fatto, ma lo avrebbe fatto. C'era una stazione radio a Boston, nel Massachusetts, che ospitava band perchè eseguissero qualche cover. Quando invitarono noi, Brent prese la chitarra e cantò un paio di brani, fra cui "Simple Man". Ne uscì qualcosa di grandioso, che non solo preparò la strada alla nostra futura carriera ma fu anche il regalo con cui Brent si sdebitò.

 

58concertishinedownfirenzerocks2018 

Concludo l'intervista con una domanda più leggera: come mai vi siete tagliati tutti i capelli? Cambio di stile?

 

A mia moglie piacevano molto, ma erano troppo impegnativi... Stessa cosa per Brent. Barry ha ancora i dreadlocks però, sua moglie non vuole assolutamente che se li tagli (ride, ndr).

 

Lascieresti un messaggio ai vostri fan italiani e a tutti i lettori di SpazioRock.it?

 

Siete la ragione per cui siamo arrivati sino a questo punto, non smetterò mai di ringraziarvi per il calore ed il supporto. Credo che la chiave del nostro successo sia proprio la gratitudine che proviamo per voi, apprezziamo molto che vi piaccia ciò che facciamo. Non vedo l'ora di suonare di nuovo per voi fra pochi giorni e tornare magari verso fine anno per altri show.

 

Grazie per la disponibilità, Eric, a presto!




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool