Soen (Joel Ekelöf, Martin Lopez, Stefan Stenberg)
Emersi due anni fa con "Cognitive", i Soen, band creata per volere dell'ex Opeth Martin Lopez, tornano con il loro secondo album "Tellurian". Abbiamo scambiato qualche parola con i membri della band, che ci hanno detto la loro sui vantaggi dell'essere un supergruppo, sulla scena prog attuale e sui suoi mostri sacri, sulle sensazioni che vogliono creare nei loro ascoltatori.
Articolo a cura di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 11/12/14

Ciao ragazzi, è un piacere ospitarvi sulle nostre pagine! Avete appena pubblicato "Tellurian", con il quale arrivate al difficile passo del secondo album in carriera: quali sono le vostre aspettative e le vostre sensazioni a riguardo?

 

SS: Abbiamo solo sensazioni positive sul nuovo album, e su come è venuto fuori. Ci aspettiamo, e speriamo, che con questo lavoro possiamo raggiungere ancora più ascoltatori di quanto abbiamo fatto con l'esordio. Finora abbiamo collezionato opinioni e risposte positive, per cui ci possiamo dire abbastanza soddisfatti di "Tellurian".

 

"Tellurian" è stato pubblicato dopo soli due anni dall'uscita del vostro debutto "Cognitive". In che modo il sound della band è maturato in questi mesi? Quali nuove direzioni sono state intraprese?

 

SS: Quando è stato scritto "Cognitive" non facevo parte della band, ma quel che è certo è che il sound della band si sia evoluto nel tempo, per il semplice fatto che le persone con gli anni cambiano, continuano a crescere. E questo ci è accaduto anche mentre riascoltavamo i pezzi di "Cognitive", così come di altra musica che ci piace. Nel processo di scrittura non vogliamo fin dall'inizio che le cose vadano in un modo ben preciso: vogliamo solo che la musica venga fuori, senza forzarla in nessuna direzione specifica.

 

Vi trovate a vostro agio con i continui paragoni con Opeth e Tool? Secondo voi, quali sono gli elementi del vostro sound che vi fanno emergere dalla folla di band prog metal? Se avessi solo qualche parola per descrivere i Soen, quali sceglieresti?

 

ML: Per noi questi paragoni vanno benissimo, in fondo sono due band fantastiche, ed è innegabile che il nostro sound abbia loro influenze. Non penso che ci sia qualcosa di preciso che renda i Soen speciali, semplicemente scriviamo canzoni e diamo sempre il nostro meglio. La nostra musica potrebbe essere descritta come pesante e piena d'emozione.

 

E' un'opinione comune tra ascoltatori e critici che il prog non sia più "progressivo". Secondo te la scena prog metal sta in qualche modo stagnando in alcune delle sue caratteristiche?


ML: Penso che i musicisti prog, ultimamente, stiano scrivendo canzoni che hanno una struttura molto più tradizionale.


Puoi dirmi qualcosa sulla "presentazione" del vostro nuovo album, in particolare sul titolo e sulla copertina? Come e perché avete scelto un artwork così particolare? Cosa rappresenta?


JE: Il titolo, "Tellurian", è un promemoria: tutti dobbiamo condividere questo mondo. La cover è un dipinto di Jose Luis Galvan. L'abbiamo scelta perché rappresenta la nostra visione dell'album, e il messaggio che si trova in profondità nellenostre canzoni.

 


Dato che siete un supergruppo formato da musicisti con anni di esperienza in diverse band, avete mai incontrato qualche difficoltà per fare coesistere i vostri modi diversi di far musica? Come sono divisi i compiti di composizione tra di voi? Come nasce un album dei "Soen"?


JE: Probabilmente è l'esatto contrario! Tutti gli aspetti della musica diventano più semplici quando lavori con persone che hanno tantissima esperienza. Tutti mettono a disposizione il loro talento e le loro idee nel progetto ma Martin ha un'idea generale, che fa da base per la struttura generale.

 

 

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Steve DiGiorgio, il vostro bassista originario, ha lasciato la band dopo la pubblicazione di "Cognitive" ed è stato rimpiazzato per "Tellurian" da Stevan Stenberg. Come mai vi siete trovati a dover affrontare questo cambiamento in line-up? Stefan ha avuto bisogno di tempo per inserirsi bene all'interno della band?


JE: Con Steve è stato fondamentalmente un problema di distanza: non era semplice affrontare tutti quei viaggi transatlantici. Quest'album, inoltre, aveva bisogno di una differente armonia di base, e Stefan era il musicista perfetto per far sì che questa nostra visione si trasformasse in realtà.


"Tellurian" è caratterizzato da una continua alternanza tra quiete e rabbia. Quali emozioni volete che siano provate dall'ascoltatore, quando viene sottoposto a questa continua oscillazione?


Il nostro ascoltatore deve percepire la musica come se fosse un viaggio, apprezzando inizialmente l'atmosfera olistica dell'album, ma scoprendo volta dopo volta nuovi dettagli. Il nostro obiettivo è sempre stato scrivere musica che possa resistere alla prova del tempo.


Per "Tabula Rasa" avete pubblicato una clip molto particolare, con uno stile diverso da quello dei vostri video precedenti. Cosa rappresenta? Cosa vi ha fatto scegliere questo brano come main single dell'album?


JE: Non volevamo tenerci legati all'ordinario curriculum metal. Volevamo provare nuove espressioni, lavorare con gente nuova nell'industria. E' stato difficile scegliere una canzone, ma alla fine abbiamo scelto "Tabula Rasa" perché eravamo tutti d'accordo nel pensare che fosse un pezzo molto bello.


Quali sono i vostri progetti per il futuro? Cosa avete programmato come attività live in supporto di "Tellurian"?


JE: Saremo in tour a marzo, faremo due o tre show in Italia. Due date sono già confermate, a Mezzago il 20 marzo e a Bologna il 21 marzo. Abbiamo sempre avuto un'ottima accoglienza in Italia, e non vediamo l'ora di essere lì di nuovo.


Questa era l'ultima domanda. Vorreste lasciare un messaggio ai vostri fan italiani o ai nostri lettori?


Ci vediamo presto! (in italiano, ndr)




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