Ciao Victor! Benvenuto sulle pagine di SpazioRock! Come stai?
Ciao! Tutto molto bene! Solo un po' stressato per via della preparazione del tour che partirà questo venerdì, lo stesso giorno dell'uscita del disco (18 marzo, ndr.). Partiremo per 20 spettacoli...eh sì, sono un po' stressato, ma anche molto molto contento di come stanno andando le cose. Ci sono arrivati i primi feedback del nuovo disco e sono tutti molto positivi.
Come sei arrivato alla decisione di dar vita a questo nuovo progetto? Stavi pensando agli Almanac già da tempo?
Gli ultimi anni con i Rage erano diventati abbastanza pesanti per me. Molte cose erano cambiate, ad esempio non avevamo più voglia di jammare. Ed io ero spaventato di perdere il divertimento di fare musica. Troppo business in ballo, troppe cose programmate, con il rischio di avere delle cadute sulla qualità di quello che facevamo. Non ero soddisfatto della situazione. Ero in contatto con alcuni grandi artisti per un solo project e ho pensato che forse avremmo potuto fare qualcosa di più. Sono sempre stato un grande fan di David e Andy, e ho semplicemente chiesto loro se avessero voglia di fare qualcosa insieme. Tutti hanno detto sì. Ho iniziato a pensare a delle idee e quando sono tornato dal tour con i Rage la situazione non era delle migliori. Ho quindi deciso di fermarmi e lasciare. Questo progetto è nato più da una domanda del tipo "Ehi, facciamo qualcosa insieme?" e da una risposta "Ok, suoniamo insieme. Divertiamoci.". Tutti contenti, abbiamo deciso di partire come band.
"Tsar" è il nome del vostro album in uscita. Quali sono le tue aspettative?
E' davvero difficile da dire. Anche la risposta del pubblico è difficile da prevedere, le sensazioni che genereremo le appureremo di presenza all'inizio del tour. Sai per me ciò che conta è aver realizzato quello che volevo e personalmente ritengo il risultato delle registrazioni semplicemente perfetto. Siamo davvero contenti di come siano andate le cose, soprattutto dello spirito di team che ha contraddistinto il lavoro. Come ho detto prima, non conosco e non mi piace molto pensare al lato "business" e tutte le altre robe connesse. Voglio solo divertirmi facendo musica. Penso che questo sia forse il primo album per me davvero senza compromessi, dall'inizio alla fine. Negli anni precedenti della mia carriera ho sempre dovuto tenere in considerazione dei limiti per adattare melodie e stili a quelli degli altri e non avevo molte possibilità di fare qualcosa di davvero entusiasmante per me. Capisci? Questo album è invece caratterizzato dalla libertà di fare quel che si vuole, quel che piace. Grandi musicisti, grandi pezzi. Abbiamo vissuto circa sei mesi di lavoro senza compromessi, abbiamo lavorato insieme e in tanti studi per ottenere il risultato migliore possibile.
Un musicista che vuol fare il musicista...
Sì, si parla solo di musica. E' tutto incentrato sulla musica. Odio davvero chi dice "Dai, facciamo qualcosa che venda tanto! Componiamo un disco fatto in un certo modo perchè è quello che vende di più". Non ho iniziato a fare musica per business o per qualche ragione simile. Ho iniziato a fare musica perchè mi piace la musica. Mi piace creare qualcosa che sia di qualità. Mi sono allenato durante per anni per crescere e migliorare.
Mi hai accennato poco fa dei alcuni musicisti coinvolti in questo progetto e che hanno lavorato con te per questo album. Hai seguito qualche criterio particolare per sceglierli o hai fatto semplicemente riferimento alla tua rete di conoscenze?
In realtà conosco tutti abbastanza bene ed è perciò che si è creata un'atmosfera amichevole e divertente. Armin al basso per esempio era comparso nel mio ultimo solo album; con Michael Kolar ho fatto alcuni workshop, abbiamo suonato insieme in alcuni show... è molto potente, moderno, con delle buone tecniche. E' davvero un bravo musicista, non solo come batterista: compone canzoni, esprime opinioni su quel che fanno gli altri musicisti. Poi c'è Enric Garcia, Jeannette Marchewka -con cui ho collaborato e siamo diventati davvero ottimi amici. Andy e David, li conosco molto bene. Loro erano la prima scelta nelle voci che volevo perchè riescono a creare un sound unico insieme, tirano dentro delle sfumature della scuola hard rock, ma anche qualcosa di modern e qualcosa legato al power metal. E tutto questo con l'aggiunta di tanta tanta passione. Ognuno di loro ci mette dentro qualcosa di speciale, ma quello che davvero mi entusiasma è che ognuno di loro ha lo stesso groove e quindi loro possono cantare insieme in una maniera unica, ottenendo un colore straordinario.
Quindi non è stato difficile mettere insieme tutti questi musicisti e tutte queste voci?
Direi proprio di no. Sai, non mi piacciono molto demo, home recording, inviare dei pezzi tramite e-mail. Lo odio. Sono un po' vecchia scuola: mi piace suonare. Suonare con gli altri. Sentire cose, provare altre cose. Si tratta di divertimento. Ad essere onesto, il lavoro difficile per me è stato supportare l'orchestra. Non so se hai presente (ride, ndr). Lavoro duro, ma ok, dovevo farlo.
E infatti la prossima domanda che volevo porti riguardava proprio il lavoro con l'orchestra. Hai lavorato con l'Orquestra Barcelona Filharmonia e la White Russian Symphony Orchestra. Qual è stata la parte più difficile e quale la parte più facile del mettere insieme musica metal e questo tipo di musica?
Partiamo dall'inizio. Quando ho iniziato a studiare musica, sono partito a sei anni con il violoncello e il piano. Ho avuto un'educazione classica e questo genere mi piaceva tanto. Quando sono passato alla chitarra ho scoperto che la musica rock era più nelle mie corde, ma non ho rinnegato il mio amore per la classica. Ho fatto esperimenti, ho composto delle sinfonie per orchestra con la chitarra elettrica. Ho imparato tanto. Ho sempre cercato di trovare un certo equilibrio perchè ciò che penso è che il rock e la musica orchestrale hanno molto in comune. Mi piace quel sound aggressivo ed elegante che creano insieme. Mi piacciono i veri strumenti, i veri musicisti, il vero sound
Ho letto che hai definito Tsar il lavoro migliore della tua carriera musicale. Quali sono state le esperienze che hai avuto con i Rage e in generale tutte quelle precedenti a quest'ultima che ti hanno aiutato a creare questo lavoro?
Per tutta la mia carriera ho sempre cercato il nuovo, non ho mai avuto paura di scoprire cose che non sapevo. Quando sei in perenne contatto con il nuovo e fai tanti esperimenti è normale trovare delle cose molto belle, com'è normale anche fare degli sbagli. Si parla del processo di crescita del musicista. Il tuo obiettivo è fare sempre di più e renderti via via migliore. In ogni album che ho fatto ho sempre cercato di dare il massimo. Ho avuto tante esperienze negli anni, non solo con i Rage, ma ho collaborato anche con molte altre band. Ho utilizzato tutte queste esperienze per gli Almanac e ho trovato un buon bilanciamento nel sound, davvero potente, ma non eccessivo. Davvero un bel colore.
Quali sono le storie che arrivano dal folklore russo che racconti nell'album? C'è un concept dietro tutte le canzoni?
Beh, direi che è una specie di concept. Non è propriamente un concept. Quando ho iniziato a comporre, cercavo una storia importante. Mi piace molto la storia e mi sono messo a pensare a cosa potessi trovare. Qualcosa di nuovo perchè, lo sai, la musica metal si adatta perfettamente a racconti direi sanguinolenti (ride, ndr). Volevo aggiungere qualcosa di nuovo e potente, ma era davvero difficile trovare qualcosa che non fosse già stato trattato. Prima o seconda guerra mondiale? Storie greche? Uhm... Alla fine ho optato per cercare qualcosa attinente alla storia russa. Tante persone non ne sanno molto a riguardo. I più conoscono Ivan Il Terribile, ma non cosa ha realmente fatto o chi realmente era. E' una storia davvero molto interessante, anche perchè tratta degli aspetti della sua vita personale che ti permettono di capire com'erano in generale quei tempi. Penso che ogni tanto è importante guardare al passato per non ripetere gli stessi errori. E' un po' come se fosse uno stesso tranello che si ripete. Quello che sta accadendo adesso nel mondo, queste guerre che definirei pazze, mi spaventano.
A questo punto della tua carriera, sei soddisfatto delle tue scelte?
Sì, sono molto soddisfatto e anche molto contento. Mi diverte quello che faccio e la riscoperta del divertimento nel fare musica è stata fondamentale. Basta compromessi, basta limiti: qui l'obiettivo è fare sempre di meglio. Ed è quello che sta accadendo effettivamente. Ovviamente sono soddisfatto di tutto quello che ho fatto nella mia vita, 15 anni con i Rage sono stati grandiosi, i tour da solista, i diversi show, collaborazioni con altre band, conoscere nuove persone e nuovi musicisti... tutte queste cose mi hanno aperto gli occhi e mi hanno fatto apprendere molto. E sono anche molto contento di avere più tempo da spendere con la mia famiglia e potermela godere al massimo.
Mi hai parlato sempre di divertimento, allora dai, raccontami un fatto simpatico che è successo durante il processo di gestazione di questo lavoro!
Ride, ndr. Ce ne sono così tanti che se mi chiedessi di sceglierne uno mi metteresti in seria difficoltà! Abbiamo riso molto, l'atmosfera era molto positiva. Abbiamo creato delle stanze speciali per i cantanti per via degli esperimenti che volevamo fare nel processo di registrazione, abbiamo costruito delle specie di gabbie per favorire un certo tipo di voce. Abbiamo fatto quella per David, quella per Jeanette e quella per Andy, però, non so perchè, non abbiamo pensato che Andy era un pochino più grosso. E durante le registrazioni sentivi le sue urla "Ma dai ragazzi non posso stare in questa stanza!" (ride, ndr). Qui abbiamo riso davvero tanto. Poi, per trovare il sound delle chitarre, abbiamo posizionato un bel po' di microfoni, abbiamo studiato molto per avere tutta la strumentazione necessaria per far uscire qualcosa di figo... ero in studio e ad un certo punto ho urlato "Wow, grande, l'ho trovato, questo sound è davvero pazzesco!" e mentre dicevo questa frase mi rendevo conto il microfono era al contrario.
Guardando all'attuale panorama della musica metal, cosa pensi sia cambiato negli ultimi anni?
Posso dire che negli ultimi 10 anni è cambiato molto, e alcuni cambiamenti non mi piacciono molto. Il mio primo disco è stato davvero tanto tempo, e quando ho iniziato io a registrare c'era un processo analogico con nastri, cassette... dovevi studiare, imparare, prepararti. La vita da studio era diversa. Non avevi tutti i mezzi che adesso rendono facile capire com'è venuta una parte e lavorarci eventualmente con una certa rapidità. C'era un altro rituale. La tecnologia che si è sviluppata ultimamente ha cambiato tantissimo il sound del metal, il sound delle band. A volte troppo costruito, non molto figo direi, solamente dipinto in un computer. A volte ci sono cose interessanti, a volte ci sono cose esagerate.
Quindi adesso partirete per questo tour e sarete anche in Italia...
Si, suoneremo in Italia alla fine del mese, non ricordo la data esatta. E' la prima parte del nostro tour. Suoneremo poi anche in alcuni Festival come il SummerBreeze. Finiti i festival, torneremo con la seconda parte del tour. E spero di tornare in Italia perchè mi diverte sempre tantissimo.
Grazie Victor per il tuo tempo. Questa era l'ultima domanda. Vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori e ai tuoi fan in Italia?
Certo! Prima di tutto devo dire grazie a tutti per il sostegno dimostratomi in questo e nello scorso anno. Ho apprezzato tanto il supporto e il calore che mi è arrivato, soprattutto dai fan italiani. Grazie ancora e preparatevi per la data in Italia!