The Stranglers (Jean Jacques "JJ" Burnel)

L’Underground che resiste sono gli Stranglers di Jean Jacques Burnel: artefice della New Wave britannica del 1974, quella vera, indipendente, da cui deriva tutto, il bassista classe ’52 è impegnato più che mai in diversi progetti artistici e non. Nel 1976 apre i Ramones e Patti Smith perchè “era ovvio”, nel 2014 colleziona ancora concerti Sold Out a Manchester e Bristol, dove lo raggiungiamo telefonicamente, e una volta ha denudato ed appeso un giornalista molesto alla Tour Eiffel. Ora racconta i suoi Stranglers, prossimi al ritorno in Italia, il secondo gruppo più prolifico nelle classifiche inglesi: l’occasione è il quarantesimo anno di carriera.

Articolo a cura di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 30/03/14

In questi mesi state celebrando 40 anni di attività: cosa vi tiene così uniti dopo i successi degli ultimi decenni?

 

L’amicizia, la cooperazione, ma soprattutto il fatto che siamo quattro amici sinceri e giusti. Abbiamo eliminato ogni sintomo di disuguaglianza, ognuno inoltre condivide la propria ispirazione con gli altri, perchè suoniamo per condividere, non per denaro. Non siamo mai stati commerciali, quel genere di musica distrugge i rapporti. Ovviamente ci piace ciò che facciamo e siamo riusciti a controllare il successo senza mai svenderci. E forse anche perchè abbiamo un po’ di talento! *ride*

 

thestranglersfeb14ad280pxIl fatto di essere in tour per celebrare il quarantennale può definirsi una decisione premeditata? Ci sono altre ragioni dietro a questo ritorno in tour?

 

“Ritorno” non è la parola esatta perchè siamo sempre in tour, suoniamo in ogni stagione. Certamente questa è un’occasione particolare, ma noi siamo così, siamo una band di musicisti e i musicisti suonano, sempre. Non ci fermiamo mai!

 

Nonostante i vari cambi di line-up e le modifiche al sound siete ancora sulla cresta dell’onda...

 

Il sound non ha mai subito grandi variazioni, sai, perchè siamo liberi, indipendenti e non abbiamo obiettivi commerciali: altre band cambiano stile periodicamente, suonano ciò che la gente vuole che venga suonato, seguendo le tendenze. Noi abbiamo raggiunto il successo facendo ciò che volevamo e continueremo a farlo.

 

Ti sei sempre professato un Punk Rocker: da fondatore degli Stranglers, fondatori della New Wave e della scena Punk degli esordi, credi in un possibile ritorno di questa ondata?

 

No, perchè era tutto collegato alla questione sociale, e politica. La musica contamina la società, e viceversa, quella parentesi è chiusa e lo sarà per sempre, forse non c’è più nemmeno spazio per qualcosa di lontanamente similare. Inoltre oggigiorno la gente non vuole esporsi a rischi, vuole suonare tranquillamente e in sicurezza, nella continua ricerca del successo.

 

In occasione del Tour per i 40 anni suonerete anche in America?

 

L’anno scorso ci siamo stati, abbiamo sbancato Chicago ed ogni città dove abbiamo suonato. Quest’anno ce lo hanno riproposto ma io non ho voglia.

 

Perchè no?

 

Non sono una macchina, e non voglio essere come i Clash, i Police o gli U2, con stivali e cappeli da cowboy. Non sono interessato.ramonesstranglersposter_spaziorock_2014_01

 

A proposito di America, ti va di raccontare qualcosa di quella volta che apriste i Ramones nel ’76?

 

Non c’è molto da dire, eravamo l’unica scelta possibile. Come per Patty Smith e tutte le band del caso.

 

pattismithstranglers1976png_01Sarete in Italia per due concerti di fila a Modena e Treviso (11 e 12 Aprile). Che genere di pubblico ti aspetti?

 

Oh, non ne ho idea. Qui in U.K. ho visto molti ragazzini e molta gente che è cresciuta con noi, con le nostre canzoni, ma in Italia credo che sarà una sorpresa!

 

Quando siete passati per l’Italia l’ultima volta? Ricordi qualcosa di speciale?

 

Siamo passati tre anni fa a Milano e Firenze, mi ricordo che non è venuta molta gente a vederci ma va bene lo stesso: quelli sono i nostri fans più veri.

 

Per l’occasione cambierete qualcosa sul palco? Avete in mente una coreografia particolare?

 

Coreografia? Stai parlando agli Stranglers! *ride*

 

Certo ma mi sembra un valido motivo per festeggiare...

 

Facciamo quel che facciamo, e questo basta. È il meglio.

 

Ti considero una sorta di enciclopedia della musica inglese ed europea. Vorrei chiederti come, nel corso del tempo, hai visto cambiare la scena Alternative della musica in generle.

 

Facile risponderti, ho condiviso il palco con centinaia di band, ho visto tutto. È diventato tutto show business. È questo ciò che penso.

 

Viaggi spesso?

 

Si, specialmente in Giappone, ci vado ogni anno. Sono un insegnante di karate.

 

Cosa riporti nelle tue canzoni dai tuoi viaggi?

 

Tutto, ma ciò che mi interessa davvero sono cibo, vino e donne. E per questo l’Italia è uno dei paesi migliori!

 

Lo dicono tutti. Anche il presidente Obama in visita a Roma qualche giorno fa ha detto qualcosa di simile.

 

Non parlarmi di Obama, mi piacciono i suoi discorsi però non conclude mai nulla!

 

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Ultima domanda: hai mai avuto relazioni coi Sex Pistols?

 

Così mi provochi, per me sono come scimmie. Anzi le scimmie fanno canzoni migliori. Non contano come band, sono stati uno scherzo, sono gli One Direction degli anni ’70.

 

Come i Sex Pistols, anche un ex Stranglers lasciò la band per dedicarsi al progetto solista – Hugh Cornwell nel 1990 – ma questo fatto non vi ha disuniti per nulla a quanto pare.

 

Si, come ho detto prima l’amicizia ci ha tenuti uniti, ma anche la complicità. “La complicité”. Credo nella verità, nella bellezza e nell’onestà, il mio credo mi ha aiutato. Inoltre, “we are on mission from God”! *ride*

 

Ti ringrazio per la tua simpatia, il tuo tempo e ti auguro il meglio per questo celebration tour.

 

Molte grazie! E ai fans italiani vorrei lasciare un messaggio: “Keep your senses open”.




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