Motörhead (Mikkey Dee)
Nonostante una qualità di ricezione non ottimale, lo scorso ottobre abbiamo raggiunto telefonicamente Mikkey Dee, celebre batterista dei leggendari Motörhead. Tra un consiglio ai giovani musicisti, bei ricordi coi King Diamond e gli sfolgoranti anni con Lemmy e Phil, ecco cosa ci ha detto!
Buona lettura!
Articolo a cura di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 30/12/12

Ciao Mikkey, benvenuto su SpazioRock! Anzitutto, come stai?


Ciao, sto bene, tutto bene.


Dopo un lungo tour, ora vi siete dati una meritata pausa, ma tra poco tornerete in giro per l’Europa, giusto?


Si, esatto. Ora ci stiamo rilassando un po’, ma tra un paio di settimane circa riprenderemo il tour.


Avete pianificato qualche data in Italia?

No, sfortunatamente non ci sarà nessun concerto in Italia. Probabilmente più in là, ma non è stato deciso ancora nulla.


motorhead_mikkey_intervista_2012_02“The World Is Ours: Volume 2” è stato pubblicato a pochi mesi di distanza dal Volume 1. Perché questa decisione?


Beh, è passato un anno tra le due uscite a dir la verità, eheh! È... Sono parte uno e parte due,  avevamo abbastanza materiale per fare parte uno e parte due, e quindi ci siamo detti “Perché no?”.


Wacken e Rock In Rio sono state probabilmente due tra le platee più ampie che avete incontrato. Che ricordi hai di quegli show?


Si, non sono stati gli show più grandi in assoluto, ma comunque si, molto grandi. Furono due concerti molto belli, abbiamo dato il massimo che potevamo… beh, come per ogni concerto che facciamo, ahah! Ogni show che iniziamo cerchiamo di portarlo a termine nel miglior modo possibile, e questi due non fanno eccezione!


So che l’esibizione del Sonisphere Festival inglese l’avete dedicata all’ex chitarrista Wurzel: hai un qualche particolare ricordo di lui?


Suonammo di nuovo insieme un paio d’anni fa. Eravamo buoni amici, ho bei ricordi di lui, bellissimi ricordi. Era un grande chitarrista rock ‘n’ roll, è passato tanto tempo da quando andò via dalla band nel 1995, 17 anni... Mi è sempre dispiaciuto che abbia lasciato il gruppo, ma quando successivamente in alcuni show si è riunito a noi, è sempre stato un piacere averlo sul palco e sentirlo suonare. Era un gran chitarrista.


Avete già in cantiere del materiale per il prossimo album? Se si, avete già in mente quando potrà uscire?


Si. Nel 2013 torneremo in California per finire l’album. O meglio, al momento abbiamo circa metà album pronto, ed in un paio di mesi dovremmo aver materiale sufficiente per lavorarci e registrare tutto entro la prossima primavera, e poi lo pubblicheremo! Non sappiamo ancora come sarà l’album, è ancora troppo presto. Lemmy ha preparato alcuni testi ed alcune melodie, ma siamo ancora ad uno stato davvero embrionale (l’intervista è avvenuta in ottobre, ndr).


37 anni di carriera sempre sulla cresta dell’onda: quale è il vostro segreto?


Il segreto è che non c’è un segreto! Abbiamo sempre fatto con amore e passione quel che facciamo... È difficile spiegarlo. Amiamo quel che facciamo, ci piace quel che facciamo e siamo onesti nella nostra musica. Abbiamo sempre stretto i denti, abbiamo pubblicato un bel numero di buoni album... Siamo una band che gira moltissimo, ci piace tantissimo suonare dal vivo, ci piace registrare album in studio, e questo è il segreto! Soprattutto, non ci adagiamo sugli allori, come si dice, e questa è una gran cosa al giorno d’oggi; ci sono un sacco di band che suonano in maniera davvero diversa in studio rispetto che dal vivo, dove poi semplificano molti passaggi o ricorrono ai sample, ma noi no, non facciamo queste cose. Siamo una rock’n’roll band, questo è il segreto!


Sei nei Motörhead da 20 anni: quale è il momento che ti è rimasto maggiormente impresso in mente?

motorhead_mikkey_intervista_2012_03In realtà uno in particolare no. Voglio dire, ho passato molti momenti particolari in questi 20, 21 anni di Motörhead. Ricordo momenti belli e momenti brutti, ci son sempre stati alti e bassi nella band e... Non voglio dire che non ci sia nulla di speciale, ma la cosa più importante è che ci piacciamo davvero l’un l’altro, stiamo bene insieme, siamo davvero una famiglia, capisci cosa intendo? Questo è l’importante. Quindi... non mi vengono in mente episodi precisi, è una domanda davvero difficile, ahah!


Ed il momento più bello che ancora ricordi durante la tua militanza coi King Diamond?

Oh, Yeah! I King Diamond ce l’ho sempre nel cuore, tutti loro sono miei buoni amici. Sono stati importantissimi per me perché con loro ho suonato per un sacco di tempo, mi sono divertito… Io, Andy, Timi, Michael e King abbiamo passato dei bei momenti. È un gruppo grandioso, sono davvero felice e fortunato, anche perché abbiamo creato dei gran begl’album negli anni ’80. Poi lasciai la band di mia sponte, ma ho comunque dei bellissimi ricordi!


C’è una band giovane che hai adocchiato e che ti sembra promettente?


Vedo bei gruppi in continuazione, davvero. Quando suoniamo ai festival vedo molte nuove band, nessuno in particolare che ora potrebbe sovrastare gli altri, ma vediamo molti giovani che sono ottimi musicisti e buoni compositori. Mi dispiace invece vedere che ci sono alcune band che durano si e no una stagione. Sai, certe band sopravvivono e riescono ad andare avanti, ma al momento nella scena non c’è nulla che mi abbia colpito particolarmente, nulla di speciale.


Cosa consiglieresti ad una giovane band che vorrebbe far diventare la propria passione per la musica in un lavoro vero e proprio?


Il consiglio che anzitutto darei è quello di esser sicuri di amare davvero il proprio strumento! Questo è il più grande quesito: un sacco di giovani musicisti iniziano a suonare più che altro per diventare ricchi, per diventare famosi, e questo non li porterà molto lontano. Bisogna fare molta gavetta, amare davvero la propria musica e quel che si fa, non è possibile prendere uno strumento e diventare di colpo una rockstar. Ora è un po’ diverso da quando iniziai io, ma di base ci sono le stesse regole: bisogna essere pazienti, perché non ci sono scorciatoie. Con pazienza ed un po’ di pratica è possibile diventare bravi in ciò che si vuol fare, basta volerlo. A meno che tu non ami davvero tantissimo tutto ciò, con tutto il cuore, non puoi sopravvivere, e si ha davvero una sola chance. Questo è il mio consiglio, o meglio, il mio avvertimento per i giovani musicisti: prendete, amate ed abbiate cura del vostro strumento. Suonate il vostro strumento unicamente perché lo amate, e così potrete avere una chance, non potete sbagliare.

 

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Un’ultima e particolare domanda: prova a definire con un’unica parola i Motörhead.


Oh... Ahahah! (riflette un po’, ndr.)


Lo so, è difficile!


Stupefacente! È l’unica che mi venga in mente!


Perfetto! Grazie mille Mikkey, questa era l’ultima domanda! Prima di andare hai qualcosa da dire ai lettori di SpazioRock e ai fan italiani dei Motörhead?


I fan dei Motörhead sono i numeri uno, speriamo di vedervi numerosi durante il prossimo tour europeo. Purtroppo non verremo in Italia in tempi brevi, ma amiamo davvero moltissimo l’Italia, amiamo specialmente parte mediterranea dell’Europa: ci piace l’Italia, la Grecia, la Spagna, il Portogallo, tutti i Paesi del Sud Europa. Vorremmo suonare più spesso, e sono sicuro che torneremo in Italia prossimamente!




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