Sara Watkins (Sara Watkins)
Sara Watkins è un'artista dolce, umile e semplice, come la musica folk e bluegrass che suona con il suo violino. Durante la conferenza stampa ha presentato il suo ultimo album "Sun Midnight Sun" sempre con il sorriso sulle labbra e tante cose da dire. Buona lettura!
Articolo a cura di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 04/06/12
Prima di tutto, volevo chiederti se ti potessi presentare al pubblico italiano: in modo tale che i nostri lettori possano avere un'idea più precisa di chi tu sia.

Mi chiamo Sara! (ride) Sono cresciuta suonando in una band chiamata Nickel Creek per 18 anni. Il mio primo album solista è uscito nel 2008 tramite la NoneSuch. E ora sono al secondo album solista e uscirà questo mese.


Qual'era il tuo stato d'animo, quando hai registrato quest'album?

Molto felice! Penso che questo disco rifletta i molteplici aspetti della mia personalità. Gli stati d'animo differenti sono proprio insiti nella modalità in cui ho scritto le canzoni. Ci sono alcune canzoni che sono molto personali ed intime e sono state scritte in un periodo molto intenso. Altre invece, come "You And Me" sono state scritte dopo aver speso del tempo a pensare alle varie persone che hanno popolato la mia vita. Abbiamo cercato... Beh, mi sono ritrovata in questi stati d'animo mentre registravo, ma il processo di scrittura è stato molto divertente, ci siamo divertenti molto! Volevo vivacità e spero che l'album suoni vivace!


Suoni molti strumenti, ma a quando risale il tuo primo incontro con il violino?

Ho iniziato a suonare il violino quando avevo sei anni. C'era questa band che suonava parecchio a San Diego e ho potuta vederla parecchie volte, e vedevo questo scambio naturale che c'era tra le persone che suonavano sul palco e vedevo che si divertivano molto. Facevano un po' gli scemi, scherzavano, interagivano ed erano socievoli. Ed in qualche modo il violino mi ha parlato, dato che c'era un violinista nella band.


C'è qualche differenza tra il tuo primo album solista e l'ultimo?

Il primo album è stato registrato un bel po' prima che uscisse, quasi tre anni e mezzo fa. Nel mio primo album avevo l'obiettivo di riflettere me stessa, ciò che consideravo la mia "casa" da un punto di vista musicale. Ero cosciente che quello fosse un punto d'inizio, volevo fare qualcosa che mi facesse sentire a mio agio, non volevo tirare ad indovinare, provare qualcosa che non mi stesse bene. E' stata una decisione consapevole di stare entro quei confini in quell'album. Ho fatto un lungo tour per questo mio primo album e ho lavorato con così tanti artisti in questi anni che sono diventata molto più sicura della mia identità e di quello che volevo diventare. In quest'album ("Sun Midnight Sun") sono stata molto più aperta, volevo ricevere influenze dalle altre persone, volevo condividere le mie canzoni. Desideravo stare al di fuori dalla mia "comfort zone", dato che mi conoscevo meglio e sapevo che non avrei fatto qualcosa se non fossi stata sicura che quella fosse la cosa giusta da fare. Mi sono fidata del mio produttore, è un gran musicista ed è valsa la pena fidarsi di lui.


intervista_saraw02

I duetti presenti sull'album sono parte di questo andare oltre i tuoi confini, o sono parte della tua "normalità"?


E' qualcosa in cui mi trovo molto a mio agio! Il brano con Fiona Apple è venuto in maniera molto naturale, perché abbiamo suonato assieme alcune volte prima di registrare il nostro duetto. Suoniamo assieme piuttosto frequentemente nello show tenuto dalla mia famiglia a Los Angeles, "The Watkins' Family Hour", e lei è diventata una parte considerevole dello spettacolo, ma ad ogni modo, ero entusiasta e deliziata quando ha accettato di registrare quella canzone con me.


Che cosa ci puoi dire della tua esperienza con i Decemberists?

Avevo accettato di fare un tour con loro per quei sei, sette mesi di promozione del loro album, avevano necessità di una cantante donna e una violinista per riflettere meglio le atmosfere dell'album. Mi sono proprio divertita, avevo bisogno di una pausa dal mio tour e mi ha rinvigorito e ricaricato. Sono delle persone davvero divertenti, e intrattengono molto quando si tratta di accompagnare il pubblico attraverso questo viaggio che è la loro musica. Poi, loro sono molto preziosi nei confronti delle loro canzoni, ma non hanno avuto problemi con me, quando stavo imparando a suonare la chitarra baritona. Non l'ho mai fatto in nessun concerto prima, ma è stato divertente, perché ho dovuto fare cose che non facevo di solito, perché mi sento molto brava. Ho imparato le cose da suonare per quella canzone e basta, ma mi è piaciuto che si fidassero di me. Ho imparato molto da quel tour.


Ti consideri una cantante folk?

Penso che questa sia la categoria migliore nella quale collocarmi, perché è la più vasta. Non sono una cantante rock, né bluegrass, penso che rimanga solo il folk. Mi piace questa vasta categoria, perché impedisce di essere limitati. La gente non ti giudica quando la tua musica ha un'etichetta generica e non specifica, ti ascoltano con una mentalità aperta. La scena europea folk e bluegrass è anche più ricca di quella americana, non so perché. Se negli Stati Uniti dici "musica country" è basata su quaranta artisti. E' una scena molto, molto piccola.


Sei stata influenzata da qualche figura femminile? Per esempio, alcune artiste sono molto orgogliose della loro indipendenza e forza.

Non penso di aver avuto l'immagine di un'artista che mi abbia influenzato, o che abbia voluto emulare. Musicalmente, però, ci sono molti artisti, per esempio Fiona Apple è una di quelle che preferisco. L'ho vista sera dopo sera reinterpretare la stessa canzone, l'ho sentita improvvisare con una libertà che non vedo in altri artisti. Ad essere onesta, mi piacciono di più le voci maschili che quelle femminili, riesco ad ascoltare gli uomini più facilmente.


Che cosa ci puoi dire di un prossimo tour? Ci puoi dire qualcosa al riguardo?

Farò un tour solo negli Stati Uniti, per quest'anno, a Novembre, con mio fratello Sean Watkins e Tyler Chester. Semplicemente, ci passeremo gli strumenti e cercheremo di coprire più basi possibili. Ci sarà una batteria, la chitarra baritona, delle percussioni, chitarre e un basso. Suoneremo a qualche festival. Spero di tornare in Europa con le stesse persone il prossimo anno, stiamo cercando di organizzare il tutto.


E' difficile essere un'artista che ha vinto un Grammy? Voglio dire, per le aspettative...

Oh, no. Non penso, poiché la gente non ci pensa molto. Ci sono 114 Grammy che vengono dati via ogni anno e la categoria bluegrass, country è veramente piccola. Le categorie minori non sono così famose, vengono premiate tre ore prima del prestigioso show in tv, la pressione è sentita da quelli che vincono in una categoria più grande e più popolare. Penso che le categorie premiate in televisione siano solo dieci o undici... Ma ad ogni modo, è molto bello aver vinto un Grammy, ma ti rendi conto presto che non influenza la tua vita più di tanto: devi comunque fare concerti, devi fare ancora dischi e cercare di non incasinare la tua carriera. Viene messo nel dimenticatoio abbastanza in fretta, perché bisogna andare avanti.


Ci sono altri artisti, a parte il panorama bluegrass, country e folk, con i quali vorresti lavorare?

Ci sono molte persone, ma i momenti migliori vengono quando inaspettati. Sai, non mi sarei mai aspettata di lavorare con alcuni artisti, ma alla fine ci ho lavorato per davvero! Non ci sono veramente degli artisti specifici con i quali vorrei collaborare, lascio che i misteri delle collaborazioni crescano e si sviluppino, e cerco di vedere cosa arriverà dopo. Perché i momenti che reputi migliori nella tua vita, il più delle volte si rivelano essere non così speciali e non ti colpiscono così profondamente come i momenti più inaspettati, come il suonare ed improvvisare in casa di qualcuno, c'è molta gente in giro per casa, o la conosci o non la conosci, ma può diventare un momento musicale molto speciale. Qualsiasi persona ti può aiutare a creare questo momento speciale, e non importa quanta esperienza abbia alle spalle.




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool