Articolo a cura di Louis Eustache, traduzione a cura di Costanza Colombo.
Di che si tratta? Di un album orientato al Folk Rock/Country, molto influenzato da Bruce Springsteen, Bob Dylan e Leonard Cohen.
Cosa che Duchovny si guarda bene dallo smentire, come provato proprio dall'ultimo verso dell'album «Aw, shit, is that Leonard Cohen?».
A 55 anni, ha aggiunto un'altra freccia alla suo arco di artista versatile e poliedrico. Durante una conversazione telefonica, abbiamo discusso della svolta inaspettata del suo percorso. Sono le 9 del mattino, a New York, quando l'intervista ha inizio.
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È la prima volta che qualcuno mi chiama così presto per un'intervista: sei una persona mattiniera?
(Ride) Ho figli, quindi si, mi devo svegliare per far loro colazione e portarli a scuola in orario quindi, anche se non fossi stato mattiniero.. Lo devo essere!
Ti sei sempre sentito dentro l'indole del musicista o hai avuto una sorta di rivelazione negli ultimi anni?
Ho sempre amato la musica così come ho sempre voluto suonare uno strumento ma non ho mai pensato che sarebbe davvero accaduto. Ho vissuto buona parte della mia vita senza imparare a suonare. Poi circa 5-6 anni fa ho preso su una chitarra nel tempo libero, ed ecco come tutto è cominciato, è così che si inizia a fare musica.
Molti nuovi arrivati nel business musicale devono confrontarsi con numerosi ostacoli quali trovare un'etichetta discografica, altri musicisti con cui formare una band e convincere lo staff dell'etichetta ad avere fiducia in loro. Ma considerando la tua enorme popolarità, far funzionare le cose non è forse stata una semplice formalità?
Non so se si è trattato di una formalità... Quando incontrai Brad Davidson di Thinksay Records, che ha registrato il mio album, il fulcro della discussione fu come avrei potuto migliorare, come decidere il sound, che cosa volessi fare. È stato... Diciamo che non mi sono concentrato su quanto fosse difficile, inoltre non ero con una delle major... bensì con una etichetta minore, è un'attività alimentata da amore e integrità e non il tentativo di arrivare alla top 40 delle classifiche. È il provare a realizzare la musica che voglio fare. La parte difficile è far fronte ai miei limiti musicali, alla mia mancanza di conoscenza musicale, ai miei limiti come cantante, songwriter... È per tutte queste ragioni che ho bisogno di collaborare con altre persone. La musica è qualcosa di bellissimo ma non puoi fare tutto da solo a meno tu sia Stevie Wonder o Prince. Ci sono davvero poche persone che riescono a suonare ogni strumento, registrare i propri pezzi, cantare e comporre. E non è il mio caso. Per me, la cosa migliore, e più difficile, è trovare persone in grado di intuire il tipo di canzoni che voglio realizzare anche se non sono stato capace di rendere quel sound alla prima.
Qual è il programma del tour?
Faremo principalmente canzoni dall'album "Hell Or Highwater". Suoneremo anche nuove canzoni su cui stiamo lavorando più alcune cover: David Bowie, Flaming Lips, roba così... Non tutti gli show saranno uguali. A questo punto abbiamo moltissima musica da cui scegliere e lo show dura 90 minuti.
Alcune delle tue biografie online asseriscono che sai il francese: vero o falso?
Se so il francese? No. Ho un livello da terza media, e ne è passata di acqua sotto i ponti da allora, quindi il mio lessico può anche essere accettabile, e potrei perfino capire il significato di certe parole ma la mia grammatica e la mia capacità di parlarlo non sono affatto buone.
La tua carriera musicale è un progetto "one shot" o qualcosa di longevo?
Chi lo sa... intendo... Sarò in grado di scrivere altre canzoni? Riuscirò a scrivere brani a sufficienza per un secondo album? Dopo di che, dipende tutto dall'ispirazione, non posso dirlo. Amo fare musica e vorrei tanto continuare a farla, a registrare e ad andare in tour. E' un grandissimo piacere per me. Ma non so, dipende da quello che riuscirò a fare, anche in base a qualche buona occasione.
A tuo modo di vedere, quale sarebbe la continuazione ideale per la tua carriera: più musica, più X-Files o più interviste con me?
(Ride) Quello sarebbe il top. Se potessi fare queste tre cose per il resto della mia vita, sarei un uomo felice.
Dall'inizio di quest'anno, possiamo vedere la tua stella sull'Hollywood boulevard. Questo tipo di riconoscimento ti fa ancora un certo effetto?
Non è importante... È bello ma non è qualcosa che ho cercato o la ragione per cui ho lavorato. Vedo questi riconoscimenti come un'opportunità di ringraziare le persone che mi hanno permesso di raggiungerli. Perché nessuno arriva a questi livelli da solo. Quindi quando mi hanno premiato, sull'Hollywood boulevard, ho potuto ringraziare Chris Carter e Garry Shandling. È stata una bella opportunità per ringraziare il mio amico in pubblico prima che morisse. Vedo questo genere di cose non come premi per me ma come opportunità di alzarmi a ringraziare le persone che mi hanno aiutato.
Quando sei sul palco, è piacevole recuperare quella certa libertà che non hai necessariamente quando giri una scena TV?
È tutto molto diverso: tv, girare un film, recitare sul palco, o che, suonar musica... Sono tutti diversi tipi di libertà. Potrei arguire che il momento in cui ho più libertà in assoluto è quando scrivo perché sono da solo e riesco a farlo autonomamente senza dover collaborare con nessun altro. C'è un che di divertente nel far musica, lo sai.
Come ti sei sentito quando hai avuto tra le mani il copione della nuova stagione di X-Files?
Ne avevamo parlato a lungo e c'erano state volte in cui sembrava che la cosa non si sarebbe realizzata a causa dei vari impegni ma sono felice che infine sia stata possibile.
Quale era l'atmosfera sul set? C'era qualcuno che non ti ha rivolto parola?
(Ride) È stata speciale. Come la reunion delle scuole superiori ma senza le etichette coi nomi sopra!
PARIS - LA CIGALE - 12/05/16
Poche ore prima dello show, si è tenuto un meet & greet. E non si è certo trattato di un meet & greet intimo come sarebbe stato con gli Hammerfall. Ma è stata comunque una grande opportunità per i 150 (?!) partecipanti (isterici) di scattarsi una foto con David e fargli autografare qualsiasi cosa volessero. Una lunga attesa in fila per pochi secondi di sballo, esattamente come un sabato di sole a Disneyland. David Duchovny è l'ultimo arrivato sulla scena musicale ma è pur sempre una star di Hollywood. Ad ogni modo, è stato incantevole e cordiale con tutti. Prima di ciò, sempre nello stesso giorno, aveva tenuto un'altra sessione di autografi per il suo libro "Holy Cow" in un noto negozio. Deve aver stretto qualcosa come 300 mani in 24 ore. È abbastanza evidente che non è germofobico.
Dopo che i French Tobacco, la band in apertura, non annunciata, hanno riscaldato gli animi del locale pressoché sold-out, l'headliner si è presentato sul palco dicendo semplicemente: "Salve, sono David Duchovny, grazie per essere qui". Nonostante quei certi "limiti" vocali (cit.), David è riuscito a coinvolgere il pubblico per l'intera durata dello show. È stato davvero sorprendente vederlo saltare, ballare e muoversi così tanto. La gag continua era vederlo tentare di tradurre ogni titolo di canzone in francese. La star è consapevole di quanto debba ancora migliorare e si è scusato col pubblico diverse volte promettendo che "andrà meglio la prossima volta". Con una nuova stagione di X-Files probabilmente alle porte, e i suoi altri progetti, non credo che che questa "prossima volta" accadrà tanto presto.
SETLIST
01. Let It Rain
02. 3000
03. The Things
04. If Less Is More, More Is Less
05. Every Third Thought
06. Stay (David Bowie Cover)
07. The Rain Song
08. Someone Else's Girl
09. Another Year
10. When The Time Comes
11. Unsaid Undone
12. Hell Or Highwater
Encore :
13. Square One (Tom Petty Cover)
14. Thank You (Sly and the Family Stone Cover)
15. Positively Madison Avenue
Si ringrazia:
David Duchovny
Kerry Lee di Thinksay Records
Marty Maidenberg
I miei carissimi amici dell'universo heavy metal
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Louis Eustache