Ozzy Osbourne + Korn
22/09/10 - PalaSharp, Milano


Articolo a cura di Marco Ferrari

Andare al cospetto di una delle più grandi icone rock e metal della storia è sempre un’esperienza che suscita mille emozioni. La felicità di poter vedere finalmente dal vivo colui che mi ha accompagnato in anni di musica era fortemente inquinata dalla paura di assistere all’esibizione di un artista sul viale del tramonto, vuoi per gli eccessi che ne hanno contraddistinto la carriera, vuoi per l’immagine, decisamente preoccupante (in senso fisico ed artistico),  che mi aveva trasmesso la visione della sua vita attraverso la sit com (o reality che dir si voglia) di cui è stato protagonista.


Very Very Special Guest

Di ritorno in Italia dopo la data estiva di Piazzola sul Brenta, il buon Ozzy ha deciso di fare le cose in grande scegliendo un opening act di caratura mondiale come i Korn. Se è vero che la stella della band americana si è, negli anni recenti, affievolita, non posso negare di aver avuto una certa curiosità nel vedere dal vivo il combo capitanato dal carismatico Jonathan Davis. Devo dire che non sono mai stato un profondo ammiratore della band statunitense ed è forse per questa mia mancanza di fede che li aspettavo alla prova del fuoco in sede live. Togliendomi i paraocchi (e i paraorecchi) devo ammettere che dal vivo le sensazioni che ho avuto sono quelle di una band in ottima forma che unisce grandi doti tecniche ad una innata capacità di tenere il palco. La voce di Davis è stata graffiante per tutti i 45 minuti di tempo a disposizione senza mai dare segni di cedimento. Com'era prevedibile il folto numero di presenti si è scatenato sui brani storici della band tra i quali non posso non citare “Got the Life” e la sempre meravigliosa “Shoots and Ladders”.  Un concerto senza dubbio convincente e che ha esaltato il lato più potente dei Korn, ma soprattutto che è stato in grado di coinvolgere tutti gli astanti, dal ragazzo più giovane fino al rocker più attempato.


Let The Madness Begins

Le luci erano ancora spente, ma l’emozione forte e papabile in ogni angolo di un PalaSharp quasi esaurito, quanto la voce di Mr. Osbourne ha echeggiato da dietro le quinte. Il Madman vuole il pubblico caldo, anzi caldissimo, e sono bastate poche parole per scatenarlo del tutto, soprattutto se poi sono le note di “Bark at the Moon” a rendere elettrizzante l’atmosfera. Ozzy si è presentato in gran  forma e si è visto, ma soprattutto sentito, anche grazie ad un’acustica che, dopo qualche piccolo problema sui Korn, è risulta quasi perfetta. Di seguito è stata proposta la bella (e recente) “Let Me Hear You Scream” che dal vivo acquista un grande fascino soprattutto grazie al suo bel ritornello che è stato cantato da un pubblico che raramente ho visto così coinvolto. Ozzy, più che un semplice cantante, è sembrato essere un Dio sceso in terra per manifestare la sua presenza alle orde di seguaci, ma lo ha fatto a modo suo, interpretando ogni brano della lunga scaletta con coinvolgimento e passione.  L’esibizione dell’ex Black Sabbath (e forse futuro, visti i numerosi rumors di reunion) non è un semplice concerto, ma un qualcosa che ti rimane dentro. Sarebbe facile a questo punto raccontare ogni singolo brano eseguito (se volete, trovate la scaletta in calce), ma l’aspetto che maggiormente mi ha colpito della serata è stato l’incredibile feeling che l’artista ha saputo creare con i suoi fan. Un feeling fatto di piccoli grandi gesti, fatto di sguardi luminosi e un amore infinito verso la musica. Ozzy non si è risparmiato un solo secondo, incitando il pubblico e saltando e tirandosi secchiate d’acqua, il tutto basato sulla possibilità di proporre i classici intramontabili dei Black Sabbath e i successi del suo progetto solista. Ottima la prova di tutta la band (purtroppo quando c’è Ozzy sul palco, quasi ci si dimentica che ci sono anche altri musicisti al suo fianco) ed in particolare quella di Gus G. il quale non avrà certo il carisma di Zack Wylde, ma ha saputo interpretare al meglio i brani proposti (ad eccezione di “Crazy Train” sulla quale il suono della sua chitarra è stato di difficile individuazione). Tra i momenti più toccanti della serata voglio ricordare la dedica di “Road to Nowhere” al suo grande amico Ronnie James Dio che ha reso ancor più emozionante ed indimenticabile l’esecuzione del brano.


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Spesso non è facile uscire estasiati dai concerti delle grandi rock star, vuoi per le eccessive aspettative della vigilia, vuoi per una prestazione non all’altezza o magari per l’eccessiva freddezza nell’esecuzione dei brani. Ecco con Ozzy questo è impossibile: il suo carisma ed il suo amore per il rock lo rendono unico, un artista totale che vive per la musica e se poi si può contare su una scaletta che comprende brani come “Crazy Train”, “Mr. Crowley”, “Iron Man”, “Mama, I'm Coming Home”, “Paranoid” e “War Pigs”…. Beh… tutto il resto è noia. Lunga vita al rock, lunga vita ad Ozzy Osbourne.



Set List

01. Bark at the Moon 
02. Let Me Hear You Scream 
03. Mr. Crowley 
04. I Don't Know 
05. Fairies Wear Boots
06. Suicide Solution 
07. Road to Nowhere 
08. Shot in the Dark 
09. Rat Salad 
10. Iron Man
11. Killer of Giants 
12. I Don't Want to Change the World 
13. Crazy Train 


Encore n°1
14. Mama, I'm Coming Home 
15. Paranoid


Encore n°2
16. War Pigs
 




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