Back On My Feet Tour
26/11/10 - Latteria Molloy, Brescia


Articolo a cura di Fabio Rigamonti
Venerdì scorso, mentre assistevo al concerto della cantantessa Missincat in quel della Latteria Molloy di Brescia, non ho potuto fare a meno di pensare che stavo assistendo ad un matrimonio, quello tra l’indie pop ed il locale bresciano, davvero felice.
La Latteria Molloy è, difatti, un piccolo salotto che ribolle di cultura, la si avverte in ogni dove si posi lo sguardo, dagli affreschi stilizzati che decorano il locale fino ad arrivare ad un pubblico certamente non impreparato; oltretutto, essendo la Latteria un circolo U.I.S.P. (si paga una tessera di associazione annuale del costo di 10 Euro, dopodiché i live sono gratuiti per tutta la durata dell’iscrizione), tutti qui paiono conoscersi e fanno, in pratica, salotto nel salotto, conferendo ulteriore calore ad un’atmosfera già calda di suo.
Tra coloro i quali hanno scelto o sceglieranno di esibirsi all’interno del locale, citiamo casualmente Amor Fou, Edda, Nevica Su Quattropuntozero, Edwood, Piotta, Meganoidi…insomma, un’atmosfera musicalmente variegata, una cornice adattabile a svariati contesti, anche al soffice indiepop della nostra Missincat, qui di casa visto che, alla “Latteria”, la cantautrice si è già esibita la primavera scorsa.

Il liveset si preannuncia minimale ed acustico: sul palco, solo la Nostra in compagnia del violoncellista Marius Kiefer ed una serie di strumenti davvero semplici come il Glokespiel, il tamburello, il Kazoo ed una chitarra elettrica che, tuttavia, nel corso della serata è stata disturbata gran poco.
Come mi ha confessato in sede di intervista che leggerete prossimamente su queste pagine, Missincat si sente leggermente intrappolata in una sorta di terra di mezzo, col nuovo disco fresco di mastering pronto alle stampe la prossima primavera, per cui è stato in un qualche modo naturale vedere il liveset della Nostra diviso equamente tra il debutto “Back On My Feet” e brani nuovi che compariranno nel futuro inciso.
Per quanto riguarda la performance, i momenti clou sono stati l’esecuzione dell’emozionale “Everything” (sentire il violoncello riverberare, in tutta la sua potenza live, quella tristezza di cui il brano è carico, è stato davvero significativo), del primo singolo “Back On My Feet”  e “Just For Love” (che hanno reso perfettamente la disarmante dolcezza che Missincat indossa in sede live) ed il momento “one-band-woman” su “Inside My Heart” (dove Caterina aveva il Kazoo in bocca, la chitarra in braccio e il tamburello incastrato nello stivale).
Tra i nuovi pezzi, ha fatto deliziosamente piacere sentire due brani in italiano, segno che la cantautrice ha delle sorprese sono in serbo per noi sul nuovo disco, mentre altri brani inediti danno l’impressione di essere estremamente spensierati e positivi. Staremo a sentire al momento opportuno.
A decoro dello show, un’acustica più che buona e un’esecuzione vocale di Caterina priva di ogni sbavatura ma, anzi, più ricca e colorata di lievi sfumature rispetto a quello che si sente su cd.

L’unico neo della serata che è bene puntualizzare è stato il chiacchiericcio della gente: il pubblico, difatti, non è che si sia comportato in maniera particolarmente incivile, ma con la scusa che tutti-conosco-tutti, tutti hanno di conseguenza molto da dirsi, e se questo non è affatto un problema in un contesto maggiormente rock, su un set acustico come questo basta davvero poco per distogliere l’attenzione dalla musica.
A parte questa piccola smagliatura, ribadisco la perfezione formale di una serata che, lo capisco perfettamente, col rock ha davvero poco o nulla a cui spartire; tuttavia, ingannare l’attesa dello show comodamente seduti davanti al palco sfogliando un libro che si aveva scoperto 12 anni addietro (“Tsugumi” di Banana Yoshimoto, nel dettaglio)…beh, vi assicuro che sa essere un’esperienza interessante e stimolante anch’essa.    


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