Pennywise - Tour 2011
03/02/11 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di

Questa sera ho il timore di aver fatto la scelta errata. Rimanere a casa dopo l’ennesima influenza o rivedere, penso per la decima volta, i Pennywise con il nuovo cantante Zoli Téglas (ex- Ignite)? Il dubbio si fa fortissimo all’arrivo a destinazione, fermata Alcatraz e fila inesistente all’ingresso. Abituato alle folle oceaniche degli anni novanta, rimango stranito, i californiani sono ormai attivi da ventidue anni, i tempi d’oro sono passati da un pezzo ma sono forti di uno zoccolo duro di fan che garantisce loro rendita a vita. Durissimo deve essere stato il colpo dovuto all’abbandono di Jim Lindberg ma le presenze, al momento dell’inizio dello show del gruppo spalla, hanno dell’imbarazzante.

 

Tutto questo non ha alcun valore per i canadesi, di origine scozzese, The Real Mckenzies. Con i loro kilt e le facce alcoliche, riempiono di sorrisi tutti i presenti e danno inizio alle danze con il loro proletario folk punk infarcito di cornamuse. Iniziano a movimentarsi le prime persone sotto il palco alle note di tutte le piccole grandi hit del combo, sunto obbligato di una discografia iniziata nel 1992 con l’album omonimo e proseguito con l’asso pigliatutto “Clash Of Tartans” (2000) e dagli ultimi lavori per la Fat Wreck. Quasi un’ora di sudore e le luci si riaccendono nuovamente sulla sala che, lentamente, inizia a riempirsi.

 

Il già citato zoccolo duro dei Pennywise è pronto, visi non più giovanissimi e d’età media superiore ai trent’anni, curiosi e in attesa spasmodica dei loro vecchi eroi. Si perdono di vista le numerose magliette di No Use For A Name, Good Riddance e Lag Wagon quando sul palco sale la voluminosa figura di Fletcher e compagni. Ogni dubbio, paura o altro è spazzato via dalle nuove certezze. La prima si chiama Zoli. Il frontman è la chiave di svolta del nuovo corso, tiene il palco con autorevolezza e con una voce nemmeno paragonabile a quella del precedente singer. È una ripartenza, i californiani escludono nettamente tutti i lavori successivi a “Land Of Free?” e prendono a piene mani dai primi cinque splendidi lavori, come per cercare di ritornare ai fasti di un tempo, un feeling rinato dalle radici solide del glorioso passato. L’iniziale “Fight Till You Die”, tratta dal quarto disco “Full Circle”, mette il fuoco sotto i piedi delle prime file, scoppia una slam dancing anfetaminica e masse di carne sudate si ammassano una sull’altra come nel compimento di un rito. I Pennywise sono palesemente contenti di provarsi di fronte al loro pubblico italiano, Téglas fa i suoi discorsi pregni di positivismo e scherza continuamente con i restanti membri della band; sembrano divertiti come adolescenti ai primi concerti. L’impatto degli anthem “Every Single Day”, “My Own Country” e “Can’t Believe It” stordisce, come il solito la batteria di Byron corre all’impazzata e, alle note iniziali di “Peaceful Day” e “Same Old Story”, si vede gente trasformarsi in quindicenni brufolosi saturi di energia da rigettare in un pogo selvaggio. I kids accompagnano con un unico coro di voce “Society” e “Fuck Authority” ma il delirio implode alle note della old school “Come Out Fighting”. Come da tradizione, bis obbligatorio con l’omonima “Pennywise” e l’inno “Bro Hymn”, chiaramente con annessa invasione di pubblico sul palco. Baci, abbracci e urla a squarciagola.

 

Ci si asciuga la fronte, si comprano magliette per sostituire quelle sudate nella serata e, lentamente, ci si ricompone dirigendosi alle macchine. Domani molti lavoreranno, saranno un po’ più stanchi e ammaccati ma, quasi sicuramente, soddisfatti di aver rivisto i loro vecchi idoli, nonostante gli anni, ancora in piena forma. In attesa del nuovo disco, arrivederci Pennywise.

 

Setlist

 

1. Fight Till You Die

2.  Eerysingle Day

3.  My Own Country

4. Can't Beleave It

5. What If I

6. Peaceful Day

7. Same Old Story

8. Living For Today

9. Greed

10. Society

11.  Home Sick

12. Fuck Authority

13. Straight Ahead

13. Rules

14. Come Out Fighting

15. Something To Live For

16. Alien - Stand By Me

17. Pennywise

18. Bro Hymn





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