FolkStone - Low Cost Fest 2011
18/03/11 - Live Club, Trezzo Sull'Adda


Articolo a cura di Andrea Mariano

Live Report a cura di Fabio Rigamonti e Andrea Mariano.

Prima edizione del Low Cost Fest presso il Live di Trezzo lo scorso 18 marzo, manifestazione nata a ridosso della festa di San Patrizio per celebrare, soprattutto, una delle tante arti in cui gli irlandesi sono maestri: il bere birra.

Difatti, durante la manifestazione era possibile acquistare una card che consentiva il consumo di 3 birre medie di qualsiasi tipo per soli 10 Euro, un prezzo davvero ridicolo considerando ciò che gira di questi tempi, e considerando che nel lotto di birre selezionabili rientravano marchi di assoluto rilievo come Tennent’s e Guinnes (la nera, l’originale). Quale contorno musicale migliore, per una serata con questi presupposti, se non offrire due realtà dedite ad un sonoro e roccioso folk metal? Ed ecco quindi che, tra stand di merchandise, stand di SpazioRock (sì, c’eravamo anche noi!) ed ettolitri di birra spillate, sul palco del Live si sono visti esibire prima i torinesi Mater Dea, quindi gli orobici FolkStone.

Per quanto riguarda il live dei Mater Dea, ciò che risalta immediatamente all’orecchio è che il folk rock fortemente venato di pop degli esordi è, oramai, solo un lontano ricordo: il set di Simon Papa e Marco Strega, difatti, appare ora decisamente heavy nella resa e nell’impatto, proponendo in formazione anche una violinista ed una tastierista, ma senza rinunciare ad un muro di chitarra e batteria a sostenere i diversi brani. Brani che hanno pescato soprattutto dalla tradizione medievale, in parte già ampiamente rivisitata dal menestrello Branduardi, abbinata ad alcuni e sporadici episodi dell’esordio discografico di “Below The Mist, Above The Brambles”.
Una resa dei suoni purtroppo non impeccabile (una costante piuttosto spiacevole lungo tutto l’arco della serata) mina solo in parte l’esecuzione della band: ciò che spiace maggiormente di più sentire al sottoscritto è il fatto di vedere una formazione che, seppur nelle incertezze degli esordi, seppe proporre una musica piuttosto personale, ora sembra ridotta a seguire il trend del folk metal, perdendo nel passaggio molto in personalità. Bisognerà sentire su disco se questa sia proprio una scelta di stile, oppure un fenomeno relegato alla natura live dei Mater Dea, fatto sta che sia in un modo che nell’altro, la formazione torinese non convince appieno.


Nel frattempo il Live è sempre più gremito (il colpo d'occhio è notevole), passa circa mezz'ora quando sul palco si sistemano gli ultimi dettagli per il main event della serata, ed ecco che poco dopo compaiono i tanto attesi FolkStone, accolti calorosamente da tutti i presenti. Fautori di un ottimo folk metal, il gruppo bergamasco sfoggia sin dall'inizio carica ed energia invidiabili che coinvolgono il pubblico e scatenano immediatamente i primi accenni di pogo. Ottimo il  nuovo inserto nella band Maurizio al bouzoki, cornamusa, bombarde e flauto irlandese, il quale ha dato man forte ai briganti di montagna nell'esecuzione dei celebri brani estratti dai due album “Folkstone” e “Damnati Ad Metalla”. Non da meno, anche i nuovi arrivati Maury alle chitarre ed Edo dietro la batteria. Lore al microfono, poi, non si è risparmiato neppure per un secondo, brindando più volte alla salute dei numerosi fan presenti e rendendosi anche protagonista di alcune arringhe in favore della libertà di pensiero, invitando ciascuno a costruirsi da solo una propria idea sui tempi che stiamo vivendo. Discorsi apprezzati, soprattutto perché detti senza alcun velo retorico e sinceramente sentiti.

Ciò di cui i FolkStone possono essere orgogliosi è il grande e genuino rapporto tra loro ed il pubblico. Riescono a coinvolgere tutti, nessuno escluso: sia portando il tempo con le mani nelle varie “Con Passo Pesante” e “In Taberna (In Vino Veritas)”, sia quando si tratta di urlare a squarciagola “Alza Il Corno”, “Un'Altra Volta Ancora” e la celebre “Folkstone”, la partecipazione al convivio post-San Patrizio è totale. A loro volta, i presenti acclamano in continuazione i briganti di montagna, i quali si mostrano particolarmente felici e sorpresi (in più occasioni Lore ringrazia per il gran numero di persone presenti). Davvero bello e significativo il momento in cui viene eseguita “Anime Dannate”: sul palco compare l'ex bassista (nonché mangiafuoco) Ferro ed il cantante dei Furor Gallico Pagan, i quali assieme alla band intonano il brano e saltano, scherzano, si abbracciano fraternamente, aizzano il pubblico sottostante che non perde occasione di pogare e far festa.

In definitiva, uno show riuscito in tutto e per tutto (meno che per i suoni, delle volte tutt'altro che chiari), dove sia i Folkstone, sia il pubblico si sono dimostrati davvero in sintonia perfetta, a degna conclusione di questa riuscita prima edizione del Low Cost Fest al Live Club di Trezzo, evento che si spera possa ripetersi negli anni futuri.

Birra, folk metal e divertimento assicurato. Cosa chiedere di più?




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