Dark Decadence Tour
10/04/11 - Live Club, Trezzo Sull'Adda (MI)


Articolo a cura di Daniele Carlucci

E’ il 10 aprile, ma sembra il 10 agosto. In una torrida domenica primaverile il Dark Decadence Tour arriva a Trezzo Sull’Adda ed esplode tutta la sua carica all’interno di un incandescente Live Club. I fan accorrono sin dalle prime ore del pomeriggio per vivere intensamente ogni istante di un evento che si preannunciava imperdibile. E alla fine lo è stato, ma andiamo con ordine.

I Crashdiet sono la prima band che sale sul palco e dimostrano carisma e sicurezza da veterani, nonostante siano una formazione giovane. E’ vero che la compagine di Stoccolma ha già attraversato periodi terribili (il suicidio del cantante Dave Lepard su tutti) e quindi può vantare una maturità fuori dal comune, ma vedere il quartetto muoversi dal vivo è davvero un piacere. Brani come “So Alive”, “Generation Wild”, e “Beautiful Pain” fanno la felicità dei fan del gruppo e sicuramente catturano l’interesse di quelli che ancora non li conoscevano. La risposta del pubblico è ottima e i Crashdiet abbandonano la scena tra gli applausi scroscianti del Live Club dopo un'esibizione trascinante, energica e di grande personalità.

Dopo una pausa (un po’ lunga a dir la verità) necessaria per il cambio-palco, fanno il loro ingresso i The 69 Eyes di Jyrki 69 sulle note della sigla della serie televisiva “True Blood”. La compagine finlandese, forse anche per il contesto che li vede esibirsi assieme a due gruppi sleaze rock, rispolvera e tira a lucido tutta la sua anima rock ‘n’ roll, quella che ne ha caratterizzato i primi anni di carriera. Le canzoni che appartengono alla fase in cui lo stile della band si è rivolto al gothic fanno scatenare i fan al ritmo del goth ‘n’ roll che ha fatto scuola e ispirato molte altre formazioni, soprattutto scandinave. I The 69 Eyes hanno in serbo una sorpresa speciale per concludere il loro concerto ed il finale è così dedicato ad un set acustico con tanto di cover del mitico Elvis Presley, vero guru di Jyrki 69, che lo ricorda tremendamente nei suoi atteggiamenti. Dopo un lungo show Il gruppo finlandese lascia il palco accompagnato da un’altra sigla di una serie televisiva, “Sons Of Anarchy”, ed il pubblico si prepara ad accogliere l’attrazione principale della serata.

Verso le 23 le luci si abbassano e, mentre a tutto volume si leva nell’aria “Dance The Night Away” dei Van Halen, gli Hardcore Superstar salgono sul palco per salutare la folla scatenata. Pochi istanti e, pronti-via, “Sadistic Girls” si abbatte come un uragano sul Live Club facendo capire subito che la band di Goteborg è in forma smagliante ed ha tutta la voglia di questo mondo di regalare una serata indimenticabile a tutti i presenti. L’album da cui gli HCSS pescano maggiormente è l’ultimo “Split Your Lip”, i cui brani sono ottimi se ascoltati in cuffia e diventano devastanti dal vivo: “Guestlist” e la title-track “Split Your Lip” tolgono il fiato ad un pubblico già in delirio dopo appena tre canzoni. Jocke Berg è il ritratto perfetto del frontman ideale, con personalità che trasuda da tutti i pori e capacità di muoversi come davvero pochi sanno fare: un autentico animale da palco. Il chitarrista Vic Zino è indemoniato e non sta fermo un solo attimo, Magnus Andréasson dietro le pelli è una furia e appena può si alza e gira per lo stage per andare a prendersi gli applausi dei fan da vicino, mentre Martin Sandvik è il solito martello pneumatico che senza sosta picchia sulle corde del suo basso. La performance del quartetto svedese è violentissima e, grazie a suoni molto pesanti, brani come “Liberation” e “Have You Been Around” diventano versioni metal degli originali. Lo show prosegue con la band che ad ogni canzone aggredisce, musicalmente parlando, il pubblico e questo risponde con altrettanto trasporto e partecipazione. Dopo “Split Your Lip”, l’album più gettonato è il capolavoro “Hardcore Superstar” (2005), di cui vengono suonate “My Good Reputation”, “Wild Boys”, “Bag On Your Head” e “Last Forever”. Splendida l’accoppiata “Dreamin’ In A Casket” – “Here Comes That Sick Bitch”, quest’ultima eseguita in acustico da Jocke Berg e Vic Zino, che regalano un duetto molto intenso, così come “Dear Old Fame”, accompagnata dagli accendini accesi dei presenti. In una serata dalle mille emozioni, ci sono senza dubbio un ragazzo ed una ragazza che ne hanno vissute più degli altri: infatti mentre il gruppo si scatena con “Last Call For Alcohol”, fa salire sul palco due fortunati che duettano con la band fino alla fine del brano. Dopo questo episodio divertente gli Hardcore Superstar si prendono una pausa per poi rientrare per il gran finale. La nuova “Moonshine” si conferma una vera e propria hit e, se di hit si parla, allora la chiusura non può che essere tutta per “We Don’t Celebrate Sundays” (estratta dal già citato “Hardcore Superstar”), che manda totalmente in delirio tutto il locale gremito fino a scoppiare: ognuno salta e canta a squarciagola quella che ormai è diventata una delle più amate canzoni hard rock dell'ultimo decennio. Il concerto è finito, ma la formazione svedese rimane a lungo a salutare il pubblico che li ha osannati dall'inizio alla fine di uno show memorabile e Jocke Berg addirittura si inginocchia di fronte alla folla per ringraziarla della serata.

Gli Hardcore Superstar dal vivo sono una macchina da guerra e fanno davvero invidia a una miriade di gruppi, anche classici: sono da prendere come esempio di cosa voglia dire saper stare su un palco e lasciare tutti a bocca aperta. La vera essenza della band di Goteborg esce cristallina durante i live, laddove è anche molto più riconoscibile e netto il loro connubio vincente tra sleaze rock e thrash metal.

Il Dark Decadence Tour si è rivelato un vero successone, grazie ad ottima musica suonata da tre band che eccellono nei loro generi e sanno perfettamente trasformare un concerto in un evento unico. Chapeau.

Setlist Hardcore Superstar:

 

01. Sadistic Girls
02. Guestlist
03. Split Your Lip
04. Liberation
05. My Good Reputation
06. Wild Boys
07. Have You Been Around
08. Dreamin' In A Casket
09. Here Comes That Sick Bitch
10. Last Forever
11. Bag On Your Head
12. Dear Old Fame
13. Last Call For Alcohol

Encore
:

14. Moonshine
15. We Don't Celebrate Sundays




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