RockIsland Festival 2011
30/06/11 - Area feste, Bottanuco (BG)


Articolo a cura di Fabio Rigamonti
Bergamo è una città che, in questa estate 2011, offre numerosissime occasioni per sentire nomi di primo piano dell’alternative rock italiano in modo totalmente gratuito.
Tra le manifestazioni di spicco di un’estate particolarmente ispirata per la Città Dei Mille, impossibile non annoverare il RockIsland Festival, manifestazione giunta quest’anno all’invidiabile traguardo dei vent’anni e che ha infiammato la bucolica Bottanuco con un bill ricchissimo di nomi appartenenti alla scena maggiormente alternativa del rock italiano. Tra le tante realtà musicali che hanno dato vita alla manifestazione nella settimana tra il 28 giugno ed il 3 luglio, meritano sicuramente una menzione Bud Spencer Blues Explosion, One Dimensional Man e Verdena.

Proprio alla serata dove il power trio orobico la faceva da padrone, noi di SpazioRock siamo stati presenti per assistere ad una manifestazione che subito si presenta con grande professionalità, dividendo l’area cibo/stand tipica di festival gratuiti di questo tipo dal palco dove avvenivano i concerti veri e propri, di modo che queste due attività inconciliabili non si dessero reciproco fastidio durante il loro naturale svolgimento.

Alle ore 21, come da programma aprono le danze i Gea, quartetto di Bergamo dedito ad un alternative rock al limite del noise e dell’hardcore certamente d’impatto, ma che ha sofferto di una resa di suoni non eccelsa (avvicinarsi al palco, durante l’esibizione della band, poteva rivelarsi fatale a causa di una regolazione dei volumi veramente troppo tendente verso l’alto) e per una proposta non certamente troppo assimilabile per chi non conosce di per sé la formazione. Tutto ciò ha fatto sì che l’esibizione dei ragazzi, di circa 40 minuti, sia scorsa più o meno nell’indifferenza generale di un pubblico non troppo numeroso, perlomeno non consistente come ci si aspetterebbe di fronte ad una serata gratuita con i Verdena in cima al cartellone.

Ma è tutto solo un’illusione destinata ad essere spazzata via non appena, puntualissimi alle 22, il palco viene impegnato dai Verdena; sia i suoni imprecisi che la sensazione di scarsa adesione di pubblico, difatti, sono elementi che immediatamente scompaiono non appena Alberto Ferrari prende il posto al pianoforte elettrico, ed il resto della band attacca, senza troppi convenevoli, con la luminosità di una “Sorriso In Spiaggia” (parte I e II).
La scaletta prescelta dagli alfieri dell’alternative rock per questa data è assai interessante, poiché tutto un gioco di contrasti tra la luce dell’ultimo nato in studio “WOW” e l’oscurità rock ferale degli scorsi incisi, con “In Requiem” ad essere, naturalmente, l’episodio più gettonato della fase prettamente rock della setlist dei Verdena.
Ed ecco, quindi, che le due diverse fasi vengono perfettamente rappresentate dalla diversa posizione di Alberto on stage (al piano durante l’esecuzione di “WOW”, alla chitarra elettrica in posizione centrale per tutti gli altri brani), con un Omid Jazi (turnista di eccezione, e probabile quarto membro in futuro per la band) intento a colmare le posizioni lasciate vuote dal frontman durante l’esecuzione di un concerto davvero intenso e totale.
Parlando di posizioni, anche Roberta e Luca sono stati occasionalmente protagonisti di uno scambio molto all’Arcade Fire, in una baraonda che ha dimostrato estrema ed apprezzabile versatilità di ruoli, il che può benissimo essere frainteso come sintomo di grande maestria tecnica da parte della band.
Da segnalare, prima di procedere ad ulteriori considerazioni, come la scaletta sia stata anche impreziosita da una tripletta di pezzi in “acustico” (negli effetti, di acustico c’era solo la chitarra di Alberto), introdotta dall’esecuzione scherzosa del ritornello di “Smells Like Teen Spirits” dei Nirvana (a testimonianza di come Alberto, in fondo, paga ancora pegno delle sue ispirazioni musicali maggiori e più evidenti). Da segnalare la perfetta resa, in questo intermezzo, di “Angie” e “Razzi Arpia Inferno E Fiamme”, singoli che il numerosissimo pubblico (un intero campo da calcio ricolmo di persone) ha cantato con partecipazione.
Scarno nella scenografia e nella comunicazione tra band e pubblico (nonostante i “Verdeniani” più convinti abbiano saputo alla perfezione incalzare il loro idolo Alberto con battute ad hoc che hanno scatenato nel cantante più di un sorriso), le quasi due ore di concerto sono scorse in modo eccezionalmente intenso, caratterizzate da una più che buona resa dei suoni (come d’altronde si è accennato all’inizio) e delle luci.

Si narra una leggenda: di come i Verdena siano più bravi dal vivo che su disco, e di come siano una band che possa essere apprezzata appieno solamente dopo che si è assistito ad un loro live.
Il concerto di giovedì 30 giugno al RockIsland Festival 2011 non è che un’ulteriore testimonianza della veridicità di questa leggenda.
Sconcertante, difatti, come la band non comunichi col proprio pubblico attraverso l’uso della parola, ma della musica, in un’esecuzione autenticamente sentita, con i membri della band completamente rapiti nell’esecuzione di ciascun, singolo, pezzo.
Anche il nuovo disco “WOW”, che potrebbe essere criticato come facilmente melodico, in sede live acquisisce spessore, nervo, ulteriore energia…figuratevi, quindi, cosa può succede su una “Don Callisto”.
Anche la performance dei singoli musicisti è incredibile, e se è pur vero che macroscopicamente si avverte sempre la voce precisa di Alberto, si deve rendere giustizia notificando che il basso incalzante di Roberta e la colonna ritmica di Luca hanno prodotto anch’essi due ore di musica senza cali o sbavature.
Quindi, se ancora non vi è capitato di incontrare i Verdena lungo il loro tour estivo di “WOW”, direi che il caso che poniate rimedio. Immediatamente.


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