NoFx - Tour 2011
16/08/11 - Carroponte, Sesto San Giovanni


Articolo a cura di Alberto Battaglia

Ma da quanti anni sono in circolazione i NOFX? Molti, più di venti, e quando si parla di Punk rock l'età ha anche una sua importanza, nel senso che certe canzoni sanno proprio di adolescenza e spensieratezza. Quindi cosa ci fanno quattro persone di mezz'età alle prese con questa roba? Il concerto di ieri sera ha semplicemente eliminato qualche dubbio: sì, i NOFX sono ancora dannatamente punk rock, e il magnifico pubblico presente al Carroponte non è stato da meno.


Fat Mike fa il suo ingresso accompagnato da un cocktail che ripone su un portabicchiere direttamente posizionato sull'asta del microfono, l'accoglienza per lui è un intenso coretto "Ciccione, ciccione!" che poi sarà solo l'inizio di una lunga serie di sfottò fra il pubblico e la band, e se questo clima sarcastico è già di per sè molto punk, tutto viene definitivamente detonato dall'attacco della prima canzone, "Dinosaurs will die": inizia da lì un pogo indefesso che perdurerà praticamente per tutto il concerto. Sollevati dalla folla si vedranno anche diversi individui che sembrano proprio usciti dal 1977, con tanto di crestone e anfibi (ma il punk non era morto?). Era stato detto di non aspettarsi una grande esecuzione da parte dei NOFX in sede live, perché in genere sono più concentrati sul fare gli stupidi piuttosto che a suonare. D'accordo, il loro "guitar hero" (sic) El Hefe stecca l'attacco di un paio di canzoni, il bello è che, effettivamente, sembrava far parte a pieno titolo dello show. Al di là di questo Fat Mike e compagnia suonano in modo sincero e genuino i loro successi coinvolgendo tutti, che poi non siano campioni del virtuosismo ce lo aspettavamo. Tuttavia vent'anni e passa di carriera danno la possibilità di imbastire una scaletta ricca di bei ricordi: fra gli episodi che infiammano di più "The Separation Of Church And Skate", "Perfect Government" o la celebre "Linoleum"; anzi, forse pesano anche un po' di assenze eccellenti dovute forse alla necessità di spazio (per la stupidità, appunto).

L'ironia di Fat Mike arriva a presentare certe canzoni con frasi del tipo: "Questa è la canzone peggiore della serata, poi basta brutte canzoni", ma le battute, per la verità, si sprecano. Raccogliendo sul palco il nostro tricolore il bassista esclama: "Oh una bandiera messicana! Mettila sopra la bandiera dei gay!"; fra le altre, anche una serie di frasi per testare chi fra il pubblico effettivamente capisce l'inglese ("stand up", a quanto pare, per qualcuno vuol dire "su le mani" o "saltare"). Lo spettacolino conclusivo lo tira su Eric Melvin con la sua fisarmonica: un quarto d'ora buono di "assolo" in stile balera mette alla prova la pazienza di tutti quanti; concludendo un live in questo modo si mette al riparo la pigrizia della band dalle richieste di eventuali bis. E morta lì.


I commenti orecchiati al bancone delle birre sembrano confermare le impressioni fatte all'inizio: "Son vecchi, ma come una volta... belli ignoranti", del resto se un loro vecchio live album titolava "I Heard They Suck Live!!" non era certo perchè si poteva imparare qualcosa da un loro concerto. Ma oggi come ieri ci si diverte, poco, ma sicuro. 

 

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